20 Dicembre 2018

Aumenta il numero degli italiani poveri assistiti da Caritas

Continuano a crescere gli italiani poveri che vengono aiutati da Caritas Ambrosiana. L’ultimo report “La povertà nella diocesi ambrosiana”, pubblicato sul sito di Caritas Ambrosiana, “mette in luce un ulteriore incremento dei nostri connazionali nella rete di assistenza ecclesiale. Pur rimanendo maggioritari gli stranieri, gli assistiti di nazionalità italiana sono passati dal 36,6% del 2016 al 39,7% del 2017“. “L’aumento di 3 punti percentuali in un anno – sottolinea Caritas – conferma una tendenza iniziata con la crisi economica che ha colpito anche il territorio della diocesi milanese (Milano, Varese, Lecco, Monza, relative provincie, e una parte dei comuni del Comasco). Significativo il confronto dei dati negli ultimi dieci anni. Gli utenti di nazionalità italiana che si sono rivolti al campione dei centri di ascolto Caritas presi in esame dalla ricerca sono aumentati sia in termini di incidenza percentuale, passando dal 24,5% del 2008 al 39,7% del 2017, sia in valori assoluti, passando da 3.879 a 4.499. Nei 54 centri di ascolto del campione (un settimo del totale) su cui ogni anno viene condotta la ricerca – prosegue Caritas – si sono recati dunque in 10 anni 620 utenti in più di nazionalità italiana. Considerando il numero complessivo dei centri di ascolto presenti in diocesi (380), si può stimare che circa 3.500 connazionali si siano aggiunti agli assistiti di Caritas Ambrosiana“. “Il dato riflette il peggioramento delle condizioni di vita di molti italiani a seguito della crisi economica – è la considerazione di Caritas-. Non è un caso che il principale bisogno rilevato sia il lavoro. D’altro canto, la minore presenza in termini percentuali degli stranieri nei centri di ascolto è stata resa possibile dalla creazione dei centri di accoglienza prefettizi e comunali di cui fa parte il sistema di accoglienza diffusa creato in Diocesi dalle prime avvisaglie della crisi migratoria e che ora rischia complessivamente di essere colpito dai nuovi orientamenti del governo, a partire dal Decreto Sicurezza. Gli italiani – evidenzia ancora l ‘ indagine – sono in genere i più anziani tra gli assistiti (solo il 15,6% ha meno di 34 anni, a fronte del 29,2% degli stranieri comunitari e il 40,6% degli extra-ue) e possiedono un titolo di studio inferiore (il 14,2% ha un diploma a fronte del 24,4% dei comunitari e del 20,4% degli extracomunitari e del 32% degli irregolari)“. “Indubbiamente gli italiani impoveriti sono i soggetti più deboli, che hanno maggiori difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro e quindi rischiano più facilmente di diventare cronici e di accumulare frustrazione e rancore nei confronti dei nuovi venuti. Non serve mettere gli uni contro gli altri: occorre una politica di contrasto alla povertà. Per evitare che italiani impoveriti e stranieri poveri competano per la sopravvivenza; non servono slogan o misure ad effetto, ma una seria politica di contrasto alla povertà“, commenta Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.

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La regione vigilerà affinche i comuni non sanino le moschee abusive

A dare il via allo scontro slla questione “moschee abusive”, ieri mattina,  era stata Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto che ha annunciato di avere “presentato 57 emendamenti al Pgt in discussione oggi in Consiglio comunale, di cui 22 relativi al Piano delle attrezzature religiose che punta a regolarizzare quattro moschee tuttora abusive” poiché convinta che “Milano non abbia bisogno di luoghi di culto islamici e che debbano anche essere chiusi tutti i sedicenti centri culturali che fungono illegalmente da moschee“, concludendo con lo spiegare che alcuni emendamenti prevedono che  nel caso di regolarizzazione e costruzione “i luoghi di culto islamici debbano essere dotati di telecamere, i testi usati per la preghiera controllati preventivamente, che sia presente un albo degli imam, che siano trasparenti i finanziamenti, che le prediche siano in italiano e che tutto questo avvenga in presenza di una legge nazionale chiara in materia”. Nel pomeriggio invece la questione si è spostata nel consiglio regionale lombardo, dove è stato approvato un Ordine del Giorno inserito nell’atto di integrazione del Piano territoriale regionale (Ptr), che impegna la Regione a vigilare sui pgt dei Comuni per evitare che vengano ‘sanati’ luoghi di culto abusivi. L’ ordine del giorno nel dettaglio, “impegna la Giunta a verificare che nei pgt dei Comuni lombardi siano escluse eventuali sanatorie dei luoghi di culto e a verificare che nei pgt dei Comuni lombardi siano rispettati i criteri stabiliti dalla legge regionale 2/2015 per l’individuazione e le modalità di realizzazione dei luoghi di culto“. “Visto che ci sono Pgt che consentono abusivismo e visto che al comune Milano sappiamo che si sta cercando di sanare luoghi abusivi, noi chiediamo alla Giunta di controllare perché le regole devono valere per tutti“, ha spiegato il capogruppo di FI Gianluca Comazzi presentando il documento, mentre per il leghista Massimiliano Bastoni “l’obiettivo è impedire che vengano sanate moschee come quella di via Maderna a Milano che non hanno nessun tipo di autorizzazione“. La consigliera Pd Carmela Rozza ha invece spiegato l’astensione del suo gruppo affermando che “bisogna rispettare le regole“. “Noi rispettiamo le leggi anche se non ci piacciono al contrario di qualcuno che sta al Governo e le rispetta solo quando gli piacciono“, ha aggiunto definendo però “strumentale” da parte della maggioranza la presentazione e la formulazione dell’odg.  

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Manifestazione degli ambulanti contro Area B

Non sono bastati il freddo e la pioggia a fare desistere gli ambulanti dal partecipare alla manifestazione contro Area B che avevano programmato per ieri pomeriggio. Erano un centinaio quelli che si sono radunati ai Bastioni di Porta Venezia con i loro furgoni, per poi avviarsi verso Porta Ticinese dando vita a un rumoroso corteo con fischietti e l’accensione di qualche fumogeno. La manifestazione è stata indetta dell’Associazione Nazionale Ambulanti (ANA), per protestare contro l’entrata in vigore di Area B nel febbraio 2019 e il conseguente rischio di perdere il lavoro per oltre un migliaio di ambulanti che circolano con furgoni euro 0, 1, 2 o 3 e non hanno possono permettersi di sostituirli. Sono la maggioranza quelli che non dispongono delle risorse economiche necessarie per sostituire il furgone entro i prossimi due mesi, per questo sono decisi a dare seguito alla manifestazione di ieri proseguendo a oltranza fino a quando da Palazzo Marino non prenderanno in considerazione le loro richieste. Quello che chiedono gli ambulanti è presto detto: una derogadi un’ora al giorno al regolamento dell’Area B che ci vieta di circolare dalle 7.30 del mattino alle 19, costringendo i commercianti a rimanere bloccati in città fino a sera anche dopo avere terminato il mercato visto che non possono permettersi di comprare un furgone che potrebbe costare fino a 70mila euro solo per potere uscire da Milano.

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