Tempo di elezioni tempo di illusioni

Tempo di elezioni tempo di illusioni. Intendiamoci: sappiamo quanto sia necessario proporre prima di fare. Ma anche quanto il periodo elettorale sia quello in cui si parla del libro dei sogni: le metropolitane non sono ancora finite, ma già si parla di allungarle. Eppure il Comune non ha soldi per farle funzionare. Ma quanto è bello annunciare di poter andare in metro dal Duomo a Vimercate? Le strade intanto vengono asfaltate di nuovo dopo anni di incuria. La polizia pattuglia la città manco fossimo nell’Afghanistan della transizione post occupazione. Fioccano iniziative benefiche di ogni tipo. Promesse di lavoro per tutti e rinascita per i quartieri popolari. Le aiuole si popolano di nuovi fiori anche se tra il caldo e l’autunno dureranno poco. I politici segnalano problemi e combattono come belve per un semplice lavaggio strade, in fondo quello che avrebbero dovuto fare per tutti gli anni in cui sono stati in carica. Ma è tempo di elezioni tempo di illusioni, quando i cinque anni seguenti sembrano quelli giusti. Con la città in cui viviamo a un passo dal decollo definitivo verso orizzonti più sereni, civili e benestanti. Dove nessuno si picchierà più per le strade e gli ubriachi al massimo si limiteranno a scrivere sonetti invece che a vomitare la loro depressione sul malcapitato di turno. I laghetti saranno popolati solo da cigni e qualche paparella rigorosamente accompagnata da una breve fila di teneri anatroccoli e non la Darsena non si riempirà più di alghe come la pozza stagnante che è di solito. E’ così inutile negarlo: in tanti sanno già chi votare perché odiano l’altro (anche qui inutile negarlo, il tifo a priori c’è sempre) e una parte invece andrà a votare credendo (o volendo credere) alle promesse di un mondo migliore. Pure se assomiglia a quello in cui l’ora legale si ricordano tutti quando scatta e nessuno dimentica di spostare le lancette dell’orologio. Questa volta poi l’effetto sarà particolarmente accentuato dalle vacanze estive. Un momento di relax essenziale per il popolino italiano che preferirebbe morire in terapia intensiva pur di passare quindici giorni in Sardegna o a Riccione per dimenticarsi le proprie reali condizioni socio-economiche. Quindi l’imbonitore più bravo, o meglio il ballista migliore, vincerà facilmente. Perché le tasse sono relativamente lontane così come le preoccupazioni dell’italiano medio. E Natale è dietro l’angolo. Dunque perché preoccuparsi? Le illusioni sono il pane migliore in questi casi. E chi saprà venderne di più e meglio potrà ottenere la poltrona di sindaco che fino a poco tempo fa non sembrava interessare a nessuno.