22 Febbraio 2021

Covid: il tasso di positività sale a 7,5%

Covid: il tasso di positività sale a 7,5%. Con 33.148 tamponi effettuati, sono 2514 i nuovi casi in Lombardia con il rapporto di positività in crescita al 7.5% (ieri 6.8%). I decessi sono 50: dall’inizio della pandemia il numero ufficiale di vittime sale così a 28.058. Aumentano i ricoverati nelle terapie intensive (+4, 386 in totale) e anche negli altri reparti Covid (+19, 3741 in totale). I casi per provincia: Milano: 649 Bergamo: 184 Brescia: 704 Como: 105 Cremona: 79 Lecco: 66 Lodi: 30 Mantova: 83 Monza e Brianza: 279 Pavia: 131 Sondrio: 70 Varese: 70

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Statale pronta a brevettare un vaccino

“Stiamo per depositare il brevetto per il nostro vaccino contro il Covid”: e’ quanto ha detto Gianvincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina dell’università Statale di Milano in un’intervista a la Repubblica. Zuccotti ha spiegato che “abbiamo concluso la fase in vitro e abbiamo iniziato i test sugli animali. Una volta depositato il brevetto, cercheremo un’azienda che voglia svilupparlo e si passerà ai volontari” e quindi “se troviamo un’azienda interessata a partire subito con lo studio, entro la fine del “Rispetto ai vaccini già prodotti – prosegue – potrebbe sicuramente raggiungere più facilmente le parti del mondo più povere, tagliate fuori da quelli approvati fino a oggi, perché può essere conservato più facilmente. Ma non posso aggiungere di più prima del deposito del brevetto”. Zuccotti si è augurato che gli sforzi nella ricerca della Statale non vadano sprecati, ricordando il tampone salivare molecolare ideato da un gruppo di studiose dell’università: “Il ministro della Salute francese ha reso un tampone salivare come il nostro gratuito per tutti. Qui, nonostante la nostra attività documentata da tempo, nulla. Ed è un peccato perché in un momento in cui c’è bisogno di liberare personale per le vaccinazioni…”. ANSA

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Arrestato con due etti di droga in metropolitana

Sabato mattina, poco dopo le ore 11, gli agenti della Sezione Polmetro, in servizio con i polizotti dell’Unità Cinofila, hanno notato una persona sulla banchina della fermata Duomo che, alla loro vista, ha cambiato velocemente vagone mischiandosi tra i passeggeri, con l’evidente intento di evitare un possibile controllo di polizia. Saliti subito a bordo del convoglio, i poliziotti hanno raggiunto l’uomo, particolarmente nervoso e agitato, e sono scesi alla fermata di Palestro per un controllo: il 28enne albanese aveva con sé due involucri con quasi 2 etti di marijuana ed è stato arrestato.

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Gallera contesta la scelta di silurare Trivelli

Gallera contesta la scelta di silurare Trivelli. L’ex assessore al Welfare, l’unico per ora a pagare politicamente gli errori della primavera, ha voluto alzare la voce dopo la scelta di silurare Trivelli, da lui scelto otto mesi fa come direttore generale del Welfare. Ecco l’intervento di Gallera: “L’attuale sistema sanitario lombardo definito nella sua architettura con la legge 31 del 1997 e’ un modello originale e unico nel panorama italiano fondato sul principio della libera scelta da parte delle persone e delle famiglie e che prevede una separazione di competenze tra Ente programmatore e controllore (prima ASL oggi ATS ) ed Ente erogatore di prestazioni (prima AO oggi ASST); il sistema sanitario lombardo prevede inoltre la parità tra soggetti di diritto pubblico e privato, accreditati secondo precisi criteri strutturali e qualitativi, nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Questo modello di Sanita’, profondamente liberale, ci ha consentito di diventare il sistema sanitario che attrae il maggior numero di pazienti dalle altre regioni italiane ( oltre 100.000 ogni anno ) e di essere in testa alle classifiche nazionali per numero e qualita’ degli IRCCS ( Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – cioè i luoghi dove si porta la sperimentazione scientifica dal laboratorio al letto del paziente). Il primo IRCCS in Italia è il San Raffaele, il secondo il Policlinico di Milano, il terzo l’Istituto dei Tumori; sui primi dieci IRCCS in Italia sette sono lombardi. Alla luce delle molte difficoltà della sanità italiana evidenziatesi con la pandemia ed in considerazione del netto cambio di passo da parte del Governo Nazionale che, dopo anni di tagli e limitazioni, oggi sta investendo in modo ampio e articolato sulla sanità, anche il Consiglio Regionale si sta approntando a revisionare la legge 23/2015. Tuttavia personalmente ritengo che questa revisione o implementazione debba essere fatta senza modificare, o addirittura stravolgere, i principi ispiratori e le caratteristiche specifiche del modello sanitario lombardo. La scelta di chiamare a guidare la DG Welfare, e quindi il nostro sistema sanitario, un dirigente sanitario che si è formato e ha svolto tutta la sua carriera in una regione che ha un sistema sanitario molto diverso dal nostro, costruito su presupposti molto lontani dai nostri ed in cui non è prevista la parità, e quindi la competizione virtuosa, tra pubblico e privato accreditato, mi lascia molto perplesso. Non metto in dubbio le competenze professionali di una persona che non conosco e non ho mai incontrato durante il mio lungo mandato da Assessore al Welfare ma sono sinceramente preoccupato per come verrà affrontata la fase dell’evoluzione del sistema sanitario lombardo. È assolutamente legittimo che un assessore scelga come direttore generale una persona con cui ha una forte sintonia ma penso che tra i molti dirigenti del nostro sistema, sia nell’area pubblica che in quella del privato accreditato, si sarebbero potute trovare molte valide risorse. Concludo con un ringraziamento a Marco Trivelli, eccellente dirigente che in tantissimi anni di encomiabile lavoro ha portato l’ospedale di Niguarda ad essere uno dei più qualificati ospedali al mondo e da Direttore dell’Asst Spedali Civili di Brescia ha saputo affrontare con straordinaria competenza ed efficacia la prima ondata del coronavirus”.

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In scena la protesta luminosa dei teatri

In scena la protesta luminosa dei teatri. Oggi infatti va in scena la protesta luminosa dei teatri per ricordare l’anno di serrata a cui sono stati sottoposti i luoghi della cultura e dell’arte. Ecco dunque l’idea della protesta luminosa: Scala, Piccolo Teatro e Dal Verme accenderanno le luci aderendo all’iniziativa di Unita (Unione nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) che ha invitato i direttori di teatro, gli artisti ma anche il pubblico a presidiare le sale rimaste chiuse troppo a lungo. La data non è casuale: il 22 febbraio è l’ultimo giorno in cui i teatri furono aperti senza restrizione. Poi arrivò la chiusura per il lockdown. La Scala sarà illuminata ma non aperta perché è in programma in streaming il recital di Vittorio Grigolo. Anche il Piccolo ha deciso di aderire così come il teatro Dal Verme che mette a disposizione degli spettatori un libro dei pensieri dove potranno lasciare un ricordo o una riflessione. E nel frattempo annuncia l’avvio del suo foyer digitale in cui si possono fare domande via social ai protagonisti dei concerti. Tra l’altro l’arte potrebbe essere proprio uno dei volani per la Milano del domani, una città che si spera diversa da quella del cazzeggio in birreria artigianale. La città che come prospettiva aveva andare alla Bocconi o diventare cameriere o ristoratore potrebbe essere sostituito da qualcosa di più solido. Con sbocchi umani e professionali meno predatori di quelli offerti finora. Un esempio era la proposta del nuovo teatro da intitolare a Gigi Proietti, ma forse è ancora troppo per una città che in fondo ha in testa gli appartamenti nel Bosco Verticale.

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Lucarelli squarcia il velo sugli insulti alle donne di destra

Lucarelli squarcia il velo sugli insulti alle donne di destra. La nota giornalista/blogger ha avuto infatti il merito di rendere palese un trattamento noto per le donne di destra: la libertà dell’insulto. Mentre qualunque mezza parola può essere presa ad esempio del maschilismo che affligge il nostro Paese se rivolta a una donna di sinistra, qualunque battutina o insulto rivolto a una donna di destra in Italia è libero. Quindi lei non prende le difese di Giorgia Meloni nonostante i gravi insulti subiti da uno che a quanto pare dovrebbe formare studenti all’Università di Siena. Tutte le ministre dei governi di destra sono state coperte di infamie che sarebbero state inaccettabili se rivolte ad appartenenti allo schieramento giusto. Perché gli italiani hanno imparato: quando lo fa la sinistra è comunque bene e se lo metti in discussione sei un fascista. Non per caso l’articolo 18 lo ha abolito la sinistra al governo, precarizzando definitivamente il mercato del lavoro in Italia. Eppure il Partito democratico è ancora lì a parlare di progressismo come un qualunque liberista all’americana (negli Usa, giusto per capire i riferimenti, ricordiamo che solo pochi hanno diritto ad essere curati in ospedale). E così sugli insulti: una battuta o una mezza occhiata vengono subito stigmatizzati come residui di un passato (giustamente) da dimenticare, sempre che non siano rivolti a una donna di destra. In quel caso tutto è permesso, anzi, in fondo è apprezzato. Come l’Anpi, che pontifica su tutto, ma non hai mai chiesto scusa per le donne e ragazzine violentate e uccise durante la Liberazione. Ma erano femmine di destra, dunque violabili per il pensiero dominante. Quindi bisogna ringraziare Lucarelli che squarcia il velo sugli insulti alle donne di destra, perché lei almeno lo ha detto ufficialmente, mentre in tanti invertebrati culturali lo fanno, ma non dicono.

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