Non cadete dal ponte

Non cadete dal ponte. Perché la tentazione c’è. Si è visto ad aprile. Hanno lavorato in pochissimi. Anzi, diciamo lo stretto necessario. Come se fossimo un Paese che si può permettere di prendersela comoda. Sarà il contesto spassoso in cui il governo si dichiara contrario all’inglese e promuove il Made in Italy come bandiera del nazionalismo. Vediamo sindaci di Bologna che proibiscono il barbecue per evitare l’inquinamento. Una nazione a cui gli amici danno 200 miliardi, di cui 80 aggratis, e quella risponde: tanto non so’ capace di spenderli, damme solo quelli che non te devo ridà. Sarà insomma questo mondo surreale, ma perché esserlo noi? Usiamo questi ponti per migliorare, ma perché non usarli per studiare il mondo? Vanno bene pure le attività come la sistemazione del famoso steccato, ma se partiamo se ci muoviamo non scappiamo. Ricordiamoci tutti che le ferie sono anche un momento di formazione. Leggere può essere un’attività rilassante per la mente perché ci permette di vedere con la mente. Un’abilità sempre meno diffusa in questi anni, perché tutto è visualizzazione. Con la conseguenza della “blinkcomunucation”, o più volgarmente la comunicazione del battito di ciglio. Rapidissima, incostante. Ogni messaggio deve essere immediato. Possibilimente non ripetibile, solo imitabile. E poi bisogna evitare la noia. Quindi cambiare. Stupire. In continuazione, ma a ritmo isterico. Per leggere i libri invece è necessario un battito regolare, un battito cardiaco. In grado di istituire un ritmo, qualcosa di più profondo in noi stessi. Ma qualcosa che non stiamo più esercitando. Non bisogna cadere dal ponte in una folle corsa per gli stessi posti dove vanno tutti. Questo non è viaggiare, non è relax. E’ transumanza. Una pratica millenaria buona per i rispettabilissimi bovini, meno per gli esseri umani. Evitiamo questo salto nel vuoto. Non cadete dal ponte. Createne uno, semmai. Tra voi e voi stessi, così da avere una profondità da condividere. Avere un ritmo cardiaco come metronomo aiuta a riscoprire sè stessi la propria identità. E magari a prendere decisioni migliori per il futuro.