Concessi i domiciliari dal tribunale del Riesame all’ex Consigliere Comunale, ed ex vice coordinatore lombardo di Forza Italia Pietro Tatarella, arrestato nell’indagine della Dda di Milano su un presunto sistema di corruzione in Lombardia e Piemonte. Lo ha comunicato il suo difensore Nadia Alecci che nell’udienza di questa mattina aveva chiesto la scarcerazione dell’assistito, “o in subordine gli arresti domiciliari“, perché Tatarella non sarebbe stato corrotto da Daniele D’Alfonso, l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali della Ecol-Service. Il reato di corruzione “non esiste e al massimo si può contestate un traffico di influenze illecite“, ha spiegato l’avvocato.
Tatarella “si trova già nella sua abitazione – ha fatto sapere il legale Alecci -. Il provvedimento gli è stato notificato ma senza le motivazioni” che arriveranno nei termini di legge, non perentori. Per Pietro Tatarella, valgono le classiche prescrizioni previste in caso di domiciliari: pochissimi ristretti contatti con i familiari e i legali, nessun contatto con l’esterno. “Lo andrò a trovare nei prossimi giorni – sottolinea il difensore – per spiegarsi di attenersi meticolosamente a tutte le prescrizioni“. Il politico azzurro torna dunque a casa dopo quasi 4 mesi di carcere.