26 Maggio 2020

Sindacato di Polizia: assistenti civici, una buffonata

“Troviamo questa iniziativa di ‘arruolare’ un esercito di assistenti civici un’iniziativa assolutamente pericolosa e incauta, nonché molto poco seria sul piano tecnico operativo. La definiamo senza timore una buffonata sul piano della sicurezza, che creerà rischi e che graverà, intralciandolo spesso, sul lavoro delle forze dell’ordine. La sicurezza è una cosa seria, e quando si azzardano provvedimenti in questa materia è indispensabile il confronto con i professionisti che fanno questo per lavoro“. E’ quanto afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, sulla scelta di utilizzare 60.000 volontari, cosiddetti assistenti civici, nei Comuni perché vigilino sul rispetto delle norme del distanziamento sociale nella fase 2 dell’emergenza coronavirus. “Si tratta di persone totalmente sprovviste di qualsivoglia conoscenza in tema di controllo sul rispetto di norme – aggiunge Mazzetti –, che oltre tutto non hanno idea di come e quando intervenire su questioni così delicate in tema di sicurezza e non sanno come operare in pubblico. Già prevediamo liti, risse e Dio solo sa quali scontri fra controllori e controllati, per non parlare del fatto che si scateneranno centinaia di migliaia di chiamate alle Forze dell’ordine per i più disparati motivi. E’ totalmente ridicolo. La vigilanza sociale si applica solo sui propri familiari, congiunti e amici con cui si può interagire per raccomandare il rispetto delle regole. Gli interventi pubblici sono e restano di chi è preposto a svolgere questo lavoro, come già fanno egregiamente migliaia di donne e uomini in divisa. Se poi il Governo ritiene che gli operatori della sicurezza non siano abbastanza – conclude Mazzetti – allora ne assuma molti di più, come già sarebbe stato necessario fare anche prima dell’emergenza, come chiediamo da sempre, e come ora è indispensabile più che mai”.  

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In Lombardia 23mila tamponi al giorno

Nel giro di tre settimane la rete dei laboratori della Lombardia riuscirà a fare 8.380 tamponi in più al giorno “passando dall’attuale capacita’ giornaliera complessiva di 15.200 a 23.580“, come ha spiegato l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. Da un lato, sono stati “siglati i primi contratti integrativi da parte di ATS Citta’ Metropolitana di Milano con Cerba e da parte di ATS Brescia con Synlab, per una produzione incrementale destinata all’utilizzo pubblico (l’80% sull’aumento complessivo della produzione) rispettivamente di 1.600 e 5.200 tamponi al giorno”, dall’altro si stanno rafforzando i laboratori con “l’installazione di estrattori e macchinari ad alta tecnologia che, a partire da oggi, porteranno ad innalzare la capacità”. Questo rafforzamento riguarda l’ASST di Lecco, Niguarda di Milano, Lariana, Bergamo Est, Milano Ovest e l’IRCCS Policlinico “per ulteriori 1.580 tamponi al giorno“. “Grazie a questo articolato piano di rafforzamento – ha spiegato Gallera – il sistema lombardo riuscirà a migliorare questa delicata fase di contenimento del Covid-19 assicurando la realizzazione del tampone in modo tempestivo ai cittadini, in ospedale e sul territorio, in base a quanto previsto dalle normative regionali recentemente aggiornate”. ANSA  

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Yaba: la droga della pazzia in un negozio di via Nino Oxilia

Ieri pomeriggio, la Polizia di Stato ha arrestato due cittadini del Bangladesh, J.M. di 40 anni e A.M. di 36 anni, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Nel corso dei servizi predisposti per il contrasto dello spaccio di droga nella zona di “NO.LO“, gli agenti del Commissariato Greco Turro hanno individuato un negozio etnico in via Oxilia quale possibile luogo di smercio di sostanze stupefacenti come la  metanfetamina denominata “Yaba”, diffusa tra i cittadini del Bangladesh. Ieri pomeriggio, poco dopo le ore 14, i poliziotti sono entrati nel negozio dove hanno trovato J.M., che ha dichiarato di essere il titolare senza essere in grado di fornire alcuna documentazione, A.M. che ha riferito di essere l’addetto alle pulizie e due clienti. Nel corso della perquisizione finalizzata a verificare l’eventuale presenza di sostanze stupefacenti, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato due sacchetti di marijuana da 40 grammi, bigiotteria, due orologi di valore da taschino, un’agenda contenente nomi e corrispettive cifre (che è lecito ipotizzare essere la contabilità delle somme provento di spaccio) in un beauty case. Dietro alcune scatole di generi alimentari, sotto il materasso nel piano interrato e su uno scaffale vicino alla cassa, i poliziotti hanno scovato delle bustine di plastica con 221 pillole di colore rosso, arancione e verde, delle quali alcune riportavano impresse le sigle “R” e “WY”. Le ricerche hanno permesso di individuare un pacchetto di 570 bustine vuote trasparenti con chiusura adesiva, pezzi di carta stagnola già tagliati a rettangoli e un rotolo di pellicola verosimilmente utilizzati per il confezionamento della droga. All’interno di una scarpa nel retro del negozio, inoltre, è stato trovato un pezzo di hashish del peso di 11 grammi. Gli agenti del Commissariato Greco Turro, all’interno della cassa, spenta perché il negozio è privo di elettricità per morosità, hanno trovato1.500 euro in banconote di vario taglio. Il 40enne titolare del negozio, J.A., aveva 380 euro in contanti ed era stato scarcerato per la concessione della sospensione condizionale della pena lo scorso 28 gennaio dopo essere stato arrestato a luglio 2019 per il possesso di 505 pastiglie di yaba nel negozio. Il 36enne A.M., irregolare sul territorio, invece, ha precedenti per furti e spaccio di droga e pernotta all’interno del negozio di alimentari con il titolare. I due clienti presenti al momento della perquisizione hanno riferito ai poliziotti di essere giunti al negozio, come in passato, per acquistare yaba dal loro fornitore al quale hanno corrisposto la cifra di 35,00 euro per l’acquisto di tre pillole e hanno anche precisato di aver consumato la sostanza, più volte, direttamente nel bagno del negozio. La denominazione “yaba” è un’espressione gergale thailandese usata per indicare le pillole “thai”, sostanze metanfetaminiche fabbricate da “WA”: si tratta in realtà di “shaboo” con forte odore di vaniglia e le pasticche, più piccole dell’ecstasy, hanno un diametro di 6 millimetri. La capacità di creare dipendenza è tre volte quella dell’ecstasy e gli effetti possono essere paragonati a quelli dell’abuso di “crack”. Tale droga è anche denominata “droga di Hitler” o “droga della pazzia” in quanto produce effetti eccitanti, di euforia incontrollata con aumento dell’attenzione e dell’aggressività. L’abuso cronico provoca un nervosismo permanente, irascibilità e allucinazioni paranoiche che portano a un’improvvisa e incalcolabile predisposizione alla violenza, oltre a problemi di natura psichiatrica. Oltra all’arresto in flagranza dei due uomini per la detenzione di 221 pillole di yaba, 12 grammi di haschish e 40 di marijuana marijuana, considerando il via vai di soggetti a dimostrazione dell’intensa attività di spaccio all’interno del negozio – che, vista la mancanza di corrente elettrica appare più una copertura che un’attività commerciale – gli agenti del Commissariato Greco Turro hanno anche proceduto al sequestro dei locali.  

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Asporto, Confesercenti: non fate pagare a noi la mancanza di controlli

Asporto, Confesercenti: non fate pagare a noi la mancanza di controlli. Dopo la prima Covid tax d’Italia che si sono trovati costretti a pagare gli ambulanti, ora arriva un’altra mazzata al tessuto economico meneghino. I nuovi ordini impediscono di proseguire la vendita di prodotti da asporto dopo le 19, in questo modo le autorità pensano di mettere un freno alle uscite e alla movida. Perché in questo periodo ci si preoccupa molto degli assembramenti, ma che senso ha tenere aperti dei locali che possono lavorare di più proprio con l’asporto nelle ore serali? Infatti è arrivata una dura presa di posizione da Confesercenti: “Apprendiamo con rammarico l’ennesima decisione presa a discapito degli esercenti. La notizia di queste ultime ore circa l’impossibilità di esercitare l’attività di asporto dalle ore 19, solo a carico dei negozi di prossimità, lascia di fatto mano libera alla GDO e alle app di delivery – afferma Presidente di Confesercenti Milano Andrea Painini – I commercianti che già nei mesi passati hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e che ora sono intenti nel cercare di far ripartire le proprie attività, non possono pagare anche il dazio della mancanza di controlli sul territorio”.

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Una covida a metà

Una covida a metà. Ha riassunto in questo titolo la sua nota il consigliere comunale Simone Sollazzo a seguito della nuova ordinanza del Sindaco per il contenimento della Movida. Ecco il testo completo: “Verrebbe da dire che “per colpa di pochi ci rimettono tutti”.  Non si può certamente biasimare il Sindaco dopo un primo weekend fallimentare di riapertura nelle zone più coinvolte dalla Movida ma è altrettanto vero che siamo di fronte a delle misure che funzionano per metà. Da una parte si rovinano le opzioni di vendita per i locali nonostante la concessione dei dehors esterni ma dall’altra vietando il drink da passeggio non si impedisce comunque di fare incetta di alcolici nei supermercati o nei market etnici,  andando magari a creare  assembramento in altre aree lontane dagli sguardi indiscreti delle forze delle  dell’ordine coinvolte che fino adesso hanno adottato uno “schema libero” fra interpretazione o intransigenza, ma senza maicolpire veramente gli artefici del caos. E comunque si sta generando una frenesia eccessiva anche nella cittadinanza con misure degne di una versione moderna di “Blade Runner”,fra il coprifuoco dei locali, droni e adesso il probabile arrivo degli ausiliari assistenti civici”. Che altro ci aspetta? Fra una apertura dei negozi e una chiusura parziale della modalità di somministrazione,  più che una Movida consapevole si sta provocando una Covida a metà. Non ci resta che piangere o provare quantomeno a confidare in un barlume di buonsenso della cittadinanza, sapendo che siamo ancora nell’epicentro del contagio. Proviamo questa variante ma che sia accompagnata dal giusto grado di controllo e presidio del territorio.  

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Milano Digital week. Il programma della giornata di apertura

Parte la Milano Digital week 2020 in edizione digitale. Oltre 500 eventi sino a sabato 30 maggio sulla piattaforma www.milanodigitalweek.com. Il programma della giornata di apertura: Alle ore 14:30 taglio del nastro virtuale della manifestazione con gli interventi di: Giuseppe Sala – Sindaco di Milano (contributo video); Roberta Cocco – Assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici; Paola Pisano – Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione (contributo video); Carlo Noseda – Presidente di IAB Italia; Carlo Mango – Consigliere delegato di Cariplo factory; Nicola Zanardi – Presidente di Hublab; Fabrizio Paschina – Executive director Comunicazione e immagine di Intesa Sanpaolo; Erika Fattori – Brand & communication director di Nexi. Apertura Milano Digital week 2020 – online edition Alle ore 15:15 Lectio Magistralis di Alessandro Rosina, Professore di Statistica e demografia dell’Università Cattolica di Milano dal titolo “Per una ripartenza con le nuove generazioni“. Alle ore 16 l’evento a cura del Comune di Milano in collaborazione con ANCI dal titolo “Città, emergenza, ripartenza: la risposta digitale dei comuni italiani”, un’occasione per conoscerealcune delle buone pratiche di progetti digitali realizzati dalle città Italiane in risposta all’emergenza sanitaria. I progetti saranno disponibili e consultabili sulla piattaforma. Interverranno: Sergio Giordani, Sindaco di Padova e Delegato ANCI all’Innovazione tecnologica e attività produttive; Roberta Cocco – Assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici; Francesco Castanò – Direttore Direzione Sistemi informativi e Agenda digitale – Comune di Milano; Raffaele Gareri – Direttore Dipartimento Trasformazione digitale, Ufficio Innovazione economica urbana, Ufficio Innovazione Politiche comportamentali – Comune di Roma; Marco Pironti – Assessore con deleghe ai Sistemi informativi, Progetto Smart city, Innovazione e fondi europei – Comune di Torino; Cecilia del Re – Assessora Urbanistica, ambiente, agricoltura urbana, turismo, fiere e congressi, innovazione tecnologica, sistemi informativi – Comune di Firenze; Alessandra Poggiani – Direttore generale Venis S.p.A. – Comune di Venezia; Paolo Petralia Camassa – Assessore Politiche giovanili, Sport, Innovazione – Comune di Palermo; Ines Seletti – Assessora ad Educazione ed Innovazione tecnologica – Comune di Parma; Rosa di Palma – Sistemi Informativi e innovazione tecnologica – Comune di Barletta. Città, emergenza, ripartenza: la risposta digitale dei comuni italiani  

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