Caos lombardo

Caos lombardo. In una riedizione di caos calmo Regione Lombardia è nel pallone. Non si sa infatti come, ma mentre si discute il bilancio, le forze politiche regionali scontano il ribaltamento del governo nazionale. Da una parte Mattinzoli e Gelmini hanno deciso di lasciare Forza Italia dopo che Mariastella Gelmini era stata di fatto messa da parte a favore di Licia Ronzulli. E ora anche altri potrebbero seguirla come Simona Tironi, posto che quest’ultima abbia ancora un posto da consigliere regionale: la tentazione dei leghisti pare infatti essere di far saltare il banco senza attendere la primavera. Così avrebbero l’occasione di sistemare le questioni politiche interne al centrodestra e allo stesso partito: da settimane si vociferava di una pattuglia di leghisti pronti a lasciare le sponde salviniane per approdare a quelle del nuovo centro che  come sempre prima delle elezioni è accreditato di decine di posti a tavola. Di solito poi eleggono Casini e parenti e pochissimi altri, ma a ogni fine legislatura sembrano molto più forti. Poi c’è lo scoglio urne, ma tant’è. I suddetti leghisti però hanno tentennato troppo e si sono sentiti sbattere la porta in faccia. Di tutto questo però fuori dal Palazzo in pochi si accorgono, perché alla fine la politica in Lombardia decide molto, ma non tutto. Ma il caos lombardo c’è e si sente. Se comporterà danni pesanti, magari troppo pesanti, lo sapremo solo quando sarà troppo tardi. Come sempre, perchè in mancanza di pane, ci sono le brioches. Secondo Loro.