27 Gennaio 2022

Il ruolo delle piattaforme digitali nel processo di attuazione della Direttiva RED II

Il ruolo delle piattaforme digitali nel processo di attuazione della Direttiva RED II (di Gabriella De Maio, Diritto dell’energia | Dipartimento di Giurisprudenza | Federico II – Socio AIDR e componente dell’Osservatorio AIDR per la Digitalizzazione dell’Ambiente e dell’Energia). Il recente recepimento della Direttiva (UE) 2018/2001 (cd. RED II) del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili ad opera del Decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, impone due considerazioni: 1) una breve riflessione sistematica sul ruolo delle policies di digitalizzazione al fine di semplificare l’apparato burocratico relativo al comparto energetico e 2) un primo commento sul ruolo delle piattaforme digitali nell’ambito del processo di transizione energetica in atto. Quanto al primo profilo va detto che le riforme degli ultimi anni hanno cercato di aumentare la competitività del Paese mediante politiche di semplificazione ed accelerazione delle procedure amministrative volte a realizzare un percorso di snellimento dell’attività della pubblica amministrazione. E’, infatti, ormai generalmente riconosciuta, sia in ambito internazionale che nazionale, l’importanza delle politiche di semplificazione al fine di migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, alleggerendo gli oneri per cittadini ed imprese. Semplificare significa sciogliere nodi legislativi, amministrativi, organizzativi ed è un mezzo per migliorare il rapporto dell’amministrazione con i cittadini, i soggetti economici, le formazioni sociali, nonché, tutti coloro che operano all’interno del sistema amministrativo stesso. In tale ottica, vanno lette anche le riforme degli ultimi anni che hanno rafforzato il nesso fra le politiche di semplificazione e quelle di digitalizzazione ed hanno imposto, nello svolgersi dell’azione amministrativa, l’utilizzo di modalità procedurali che possano essere compiute “con facilità, a distanza e per via elettronica”. D’altronde, l’avanzare del futuro e la diffusione della tecnologia sono processi non ostacolabili né domabili, mentre avvalersi dei vantaggi scaturenti da tali processi rappresenta una leva mediante la quale il legislatore può sfruttare l’era digitale per migliorare le performances di una pubblica amministrazione che, nel tempo, si è mostrata – non sempre – vicina ai cittadini o collaborativa con gli operatori economici. Questa breve riflessione sistematica trova un suo precipitato giuridico di notevole interesse nelle previsioni di cui agli artt. 19 e 21 del Decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199. La prima disposizione rubricata Piattaforma unica digitale per impianti a fonti rinnovabili prevede, infatti, che, con decreto del Ministro della transizione ecologica, d’intesa con la Conferenza unificata, venga istituita una piattaforma unica digitale – realizzata e gestita dal GSE – per la presentazione delle istanze di cui all’articolo 4, comma 2 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, e dunque, a) dell’autorizzazione unica di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, b) della procedura abilitativa semplificata e c) della comunicazione relativa alle attività in edilizia libera. La ratio di tale previsione è far sì che la piattaforma fornisca una guida ed un’assistenza lungo tutte le fasi della procedura amministrativa e possa garantire l’interoperabilità con gli strumenti informatici per la presentazione delle istanze già operativi in ambito nazionale, regionale, provinciale o comunale. Va accolto, pertanto, con favore l’utilizzo del digitale come opportunità per garantire alla pubblica amministrazione – tramite la piattaforma – di avere contezza ed in tempo reale delle fasi della procedura amministrativa con il vantaggio della interoperabilità dei dati che andrebbe a potenziare le ricadute positive dell’utilizzo del digitale nel comparto energetico traducendosi, auspicabilmente, in un celere ed efficace dialogo fra le amministrazioni che ricevono le istanze de quibus. Nell’ottica della semplificazione ed accelerazione della procedura amministrativa di gestione delle autorizzazioni in materia di impianti a fonti rinnovabili, è la previsione del terzo comma dell’articolo in commento secondo cui, con decreto del Ministro della transizione ecologica, d’intesa con la Conferenza unificata, vanno adottati modelli unici per le procedure di autorizzazione di cui all’articolo 4, comma 2 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28. Anche in questo caso emerge un leitmotiv delle recenti politiche di digitalizzazione dell’azione amministrativa improntate, fra gli altri criteri, su quello della standardizzazione che, a partire dall’art. 24 decreto legge n. 90 del 2014 fino ad arrivare alle disposizioni attuative della legge 7 agosto 2015, n.124, prevede, per specifici procedimenti amministrativi, l’utilizzo di moduli unificati e standardizzati per comunicazioni e istanze, unitamente alla condivisione di linguaggi e concetti, interazione tra organizzazione e persone, interoperabilità e cooperazione applicativa. La seconda previsione in commento è l’art. 21 del decreto legislativo di recepimento della Direttiva RED II, rubricato Piattaforma digitale per le Aree idonee, secondo il quale, per garantire un adeguato servizio di supporto alle Regioni e alle Province autonome nel processo di individuazione delle aree idonee e nelle attività di monitoraggio ad esso connesse, con decreto del Ministero della transizione ecologica da emanarsi, previa intesa in sede di Conferenza unificata, sono regolamentate le modalità di funzionamento di una piattaforma digitale realizzata presso il GSE. Anche in questo caso, l’utilizzo del digitale appare uno strumento dirimente affinché le amministrazioni interessate – mediante dell’utilizzo della piattaforma che include tutte le informazioni e gli strumenti necessari alla Regioni e Province autonome per connettere ed elaborare i dati per la caratterizzazione e qualificazione del territorio – possano aver un “quadro” di insieme sulle infrastrutture già realizzate e presenti, su quelle autorizzate e in corso di autorizzazione, nonché la stima del potenziale e la classificazione delle superfici e delle aree. Da quanto evidenziato emerge dal decreto de quo un approccio propositivo nell’utilizzo della semplificazione e digitalizzazione nel comparto energetico, posto che un sapiente utilizzo delle due policies può rappresentare una svolta per la nostra burocrazia e, al contempo, il volano della crescita del nostro Paese per cercare di affrontare efficacemente le sfide della transizione energetica nel prossimo futuro. Si può, dunque, concludere con un commento positivo rispetto questo approccio, con l’auspicio che conduca ad un miglioramento del dialogo fra pubblica amministrazione, cittadini ed imprese e renda più efficace l’azione amministrativa in un settore strategico come quello energetico.

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Iscrizioni fino a domani per il progetto Ready2Expo Dubai

Iscrizioni fino a domani per il progetto Ready2Expo Dubai. Grazie al progetto Ready2Expo Dubai, le imprese della filiera della nautica e del settore energetico hanno l’opportunità di partecipare alle fiere di Dubai, per il settore nautico “International Boat Show, a Dubai dal 9 al 13 marzo e per il settore energia a “Middle East Energy, a Dubai, dal 7 al 9 marzo. Possono inoltre ricevere un servizio di organizzazione di incontri d’affari con operatori degli Emirati Arabi Uniti a Dubai, il giorno 8 marzo per la nautica e 9 marzo per il settore energetico. La scadenza per aderire è il 28 gennaio 2022. Destinatari sono le aziende regolarmente iscritte alle Camere di commercio, socie di Promos Italia, di Genova, Milano Monza Brianza Lodi, Modena, Ravenna, Udine. I comparti merceologici per la nautica sono: produzione di barche da diporto e yacht, accessori ed attrezzature per la nautica da diporto, servizi e logistica, servizi e produzioni relative alle attività ricreative in acqua (water sports). Per il comparto energetico i settori sono: produzione trasmissione e distribuzione di energia fonti energetiche rinnovabili, elettrotecnica, cavi. Per le imprese del settore nautico, alla fiera Dubai International Boat Show 2022 (Dubai, 9-13 marzo 2022), le aziende condivideranno in open space uno stand di rappresentanza (di 48mq) coordinato da Promos Italia e situato in prossimità della collettiva italiana di Ice Agenzia. Per le imprese della filiera dell’energia, grazie al progetto di Promos Italia, le aziende che parteciperanno alla fiera MEE 2022, una delle più importanti del Medio Oriente dedicate al settore dell’energia, elettronica ed energie rinnovabili in forte crescita negli EAU, sia come espositori o che hanno intenzione di visitarla, avranno la possibilità di arricchire ed ottimizzare il proprio viaggio di lavoro a Dubai tramite la partecipazione ad incontri d’affari con selezionati operatori di settore negli EAU. Il servizio è rivolto ad un numero limitato di imprese e il percorso per le aziende selezionate prevede i seguenti servizi: webinar sulla business culture nella regione del Golfo, ricerca partner mirata per ciascuna azienda, missione commerciale a Dubai con organizzazione di incontri d’affari con operatori degli EAU, follow up per circa un mese dagli incontri b2b per supportare la delicata fase dello sviluppo dei contatti avviati.

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Depositati i primi ricorsi contro le vaccinazioni agli over 50

La Globoconsumatori, alla luce di quanto emerso in varie trasmissioni tv ed organi di stampa, ha iniziata la “Campagna di presentazione Ricorsi” nelle opportune e competenti sedi, sia civili che penali. Quanto sopra e, come nello spirito della Globoconsumatori, onde tutelare i diritti dei cittadini/lavoratori, avverso le inique decisioni (per altro sempre con enormi e quotidiane variabili) che, compromettono seriamente il regolare svolgimento ed organizzazione della vita quotidiana dei cittadini italiani, procede in base alle norme costituzionali . Assurde appaiono le azioni compiute da alcuni dei più noti virologhi/immunologhi che, quasi quotidianamente appaiono in tv e, tanto enfatizzano la loro opera ma soprattutto esprimendo pareri del tutto “personali” sull’uso dei vaccini ma essendo i primi che rifiutano effettuare interventi su pazienti NON vaccinati, emettendo anche circolari al proposito presso i nosocomi di loro gestione e contravvenendo a qualsiasi regola e soprattutto ai vari “giuramenti” che obbligatoriamente, chi esercita la professione medica, deve assogettarsi. Addirittura un noto quotidiano arriva a titolare:…….”le misure del ministro sono ridicole. Almeno metà dei contagi è colpa sua”…………… La Globoconsumatori quindi e come sempre, con un’ azione ferma e forte intende tutelare, tramite i suoi legali, tutti coloro che avessero a sentirsi “defraudati” dei loro diritti e, potranno contattarci presso la sede nazionale. o tramite mail: info@osservatoremeneghino.info

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Boom Auto elettriche, ma… le colonnine di ricarica?

Boom Auto elettriche, ma… le colonnine di ricarica? Le auto sono responsabili del 12% di tutte le emissioni di gas serra in Europa e questo dato ha fatto entrare tra le priorità dell’unione europea il passaggio dai motori inquinanti ai veicoli elettrici o a combustione termica, purché ad emissione zero. La legge europea sul clima prevede di raggiungere il traguardo di emissione zero di gas serra entro il 2050 e, riguardo alle auto, ha fissato la data limite del 2035 per la neutralità carbonica. Di fatto l’unione europea ha affermato il principio della neutralità tecnologica, non ponendo espliciti divieti alle auto a motore termico, purché la produzione di queste ultime sia a emissione zero entro tale data. L’obiettivo emissione zero per le auto non vede però ancora tutti concordi i produttori di auto mondiali, nonostante ormai tutte le case automobilistiche siano pronte alla transizione verso la produzione di veicoli elettrici. Ci sono resistenze da parte di Cina e Stati Uniti, primo e secondo mercato automobilistico mondiale, ma anche da alcuni Paesi europei, come la Germania, che oltre all’elettrico spingono molto sui combustibili sintetici molto vicini allo zero emissioni. In sintesi, tutti concordano sulla necessità di raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica nel settore auto, ma non sono ancora totalmente condivisi i tempi e le modalità. Tutti concordano che la tecnologia a emissioni zero più efficiente e conveniente di cui oggi possiamo disporre è quella delle auto elettriche alimentate da batterie. Nonostante le difficoltà che stiamo vivendo, nel 2021 c’è stata una forte crescita del settore della mobilità elettrica; crescita che è destinata a proseguire negli anni a venire. In Europa nel 2021 oltre un quarto delle nuove immatricolazioni (26%) di auto sono di auto elettriche e plug-in, confermando il boom di richieste di auto elettriche pur in un contesto complessivo di immatricolazioni che ha fatto registrare il livello più basso degli ultimi 30 anni. In Italia cresce il mercato delle auto elettriche e ibride che si attesta a quasi il 37% del totale delle auto vendute nel 2021 con un trend verde in rapida crescita anche nei prossimi anni. Ma raggiungere l’obiettivo emissione zero non sarà facile perché sono molteplici i fattori in gioco nel settore auto ed è necessario essere consapevoli che non si può e non si deve lasciare indietro nessuno a partire: o dagli automobilisti che dovranno essere incentivati innanzitutto ad utilizzare meno le auto private migliorando il sistema di mobilità urbana, ma che dovranno anche essere sostenuti con aiuti economici nell’acquisto di auto elettriche al fine di garantire la transizione dai motori a combustione a quelli elettrici, o dal sostegno delle imprese nella ricerca per la produzione di batterie ecologiche con particolare attenzione allo sfruttamento delle materie prime e alle modalità del riciclaggio, o dalla transizione dal mercato delle autovetture a combustione a quello delle auto elettriche, salvaguardando sia i livelli occupazionali degli operatori del settore produttivo e dell’indotto, sia la riconversione graduale del settore dei rifornimenti di carburante. Le auto elettriche necessitano anche di colonnine per la ricarica, non tutti gli automobilisti possono contare su box privati di proprietà dove ricaricarle e, soprattutto, è necessario poter effettuare la ricarica delle batterie sia negli spostamenti giornalieri nelle aree metropolitane sia nei lunghi viaggi extraurbani. A che punto siamo con il piano di installazione delle colonnine di ricarica? In 10 Paesi europei non c’è ancora neanche un punto di ricarica ogni 100 km. In molti Paesi europei, soprattutto del nord, sono stati realizzati interventi per creare la “rete” di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. L’Italia è a metà classifica, con un punto di ricarica ogni 20 km. Emerge un quadro poco rassicurante riguardo alla reale capacità di mettere a disposizione degli automobilisti una capillare rete europea di colonnine per la ricarica. Per abbandonare l’utilizzo dei veicoli inquinanti entro il 2035 occorre un piano UE di infrastrutture dedicate per l’auto elettrica che sia in linea con la progressiva diffusione delle auto elettriche. Le colonnine per la ricarica elettrica delle auto sono praticamente assenti, o quasi, nelle nostre città nonostante gli incentivi previsti e gli obblighi per i comuni imposti dalla normativa UE e dalle leggi nazionali vigenti, emanate per recepirne le direttive. Nelle città metropolitane sono state installate alcune colonnine elettriche ma soprattutto a beneficio del car-sharing. La crescita esponenziale delle vetture a trazione elettrica ci obbliga invece a pianificare gli interventi prima di esserne travolti. E’ necessario poter effettuare le ricariche in città anche con la logica dei “rabbocchi”: o prendo un caffè al Bar o pranzo in un Ristorante e nel frattempo ricarico l’auto dalla colonnina installata nel parcheggio, o faccio la spesa al supermercato e, nel frattempo, ricarico la mia auto; o parcheggio l’auto in un’area pubblica (uffici, teatri, cinema , ) o in prossimità del luogo di lavoro e nel frattempo faccio un rabbocco di energia per l’auto. Occorrono colonnine di ricarica nei punti strategici della città (Sedi di uffici pubblici, fermate metro e fermate ferroviarie, teatri, cinema, supermercati, …) per favorire l’uso dei mezzi a trazione elettrica. Analoga esigenza vale anche per le strade extraurbane, statali e autostrade: è urgente un piano di interventi per dotare le infrastrutture con colonnine di ricarica elettrica e ogni altro tipo supporto specifico per tale tipologia di veicoli. Si calcola che entro il 2025 in Italia saranno oltre 1.500.000 i veicoli interamente elettrici, numero che salirà a 6.500.000 di unità nel 2030. Nel piano generale dell’obiettivo emissione zero sarà di fondamentale importanza garantire la transizione verso o l’uso di auto a neutralità carbonica, o lo sviluppo parallelo di infrastrutture per la ricarica e, anche, o la realizzazione di soluzioni di trasporto di mobilità sostenibile che consentano di ridurre sensibilmente l’utilizzo di mezzi privati in particolar modo nell’ambito delle aree metropolitane.   di Vito Coviello, Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della Logistica.

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