28 Aprile 2020

Conte a Milano: prima non volevo intralciare con la mia presenza

l presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è arrivato questa mattina in Prefettura a Milano, tappa iniziale della sua prima visita in Lombardia da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus. Conte ha incontrato il prefetto di Milano, Renato Saccone, il sindaco Giuseppe Sala, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, e Carlo Bonomi, da poco nominato presidente di Confindustria. Al termine della riunione Conte si recherà a Bergamo e a Brescia. “La mia presenza qui in Lombardia avrebbe creato intralcio nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria” è stata la spiegazione che Conte ha dato a chi gli ha chiesto perché la sua prima visita in Lombardia è arrivata dopo due mesi dall’inizio dell’emergenza coronavirus. “Non è questo il momento di mollare, questo governo – ha aggiunto il premier – non cerca il consenso ma di fare cose giuste, anche se questo deve scontentare un gran numero cittadini” Abbiamo introdotto qualche allentamento ma è chiaro che non possiamo mollare in questa fase“. Il Premier ha poi spiegato perché non fu istituita la zona rossa nella bergamasca dicendo, “nel momento in cui era stata proposta, è stata subito considerata e ho chiesto di esaminare le ragioni, sulla base però di un contagio già diffuso non solo nei due Comuni (Alzano e Nembro ndr) ma anche a Bergamo e in tutta la Lombardia. Per questo alla fine è stato deciso di estendere la zona rossa a tutta la Lombardia“. “Abbiamo subito chiesto un approfondimento al Comitato scientifico – ha quindi aggiunto Conte – e la sera del 5 marzo ho ricevuto la relazione, il 6 mi sono precipitato alla Protezione civile e la sera del 7 marzo ho firmato il Dpcm che estendeva la zona rossa a tutta la Lombardia“.  

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De Chirico (FI): il comune condanna a morte gli asili convenzionati

“Ho raccolto le firme di tutta l’opposizione di Palazzo Marino per chiedere la convocazione urgente delle commissioni congiunte Educazione e Periferie per capire la situazione nidi d’infanzia convenzionati a seguito dell’emergenza COVID-19 e il loro coinvolgimento nel progetto summer school proposto dal sindaco sui social network. Abbiamo chiesto la presenza di una rappresentanza degli asili nidi convenzionati di modo che possano esporre le loro preoccupazioni“, lo rende noto Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia. “Non si capisce – prosegue De Chirico – come mai il Comune di Milano non riconosca il 100% dei contributi previsti da convenzione nonostante la circolare di Regione Lombardia, rivolta a tutti i Comuni, spieghi di attingere a parte delle risorse destinate in via esclusiva alla promozione ed alla gestione del sistema integrato di educazione e di istruzione per l’anno 2019 (D.G.R. n. 2108/2019 e Decreto DG Istruzione, Formazione e Lavoro n. 2405/2020) vengano utilizzate per poter sostenere economicamente i gestori dei servizi privati. All’Ente sono stati riconosciuti 7 milioni e 600 mila dalla cosiddetta legge “Buona Scuola“. “Il Comune di Milano – spiega – senza alcun confronto, ha comunicato ai 108 gestori degli asili nido convenzionati che non riceveranno alcuna prestazione per il mese di marzo e che, per i mesi successivi, riconoscerà solo il 55% del dovuto, previa accettazione di attività concordate e rinunciando alla cassa integrazione per gli operatori. L’assessore Galimberti, con la sua mail, disconosce la funzione pedagogica attribuita agli educatori nel percorso di formazione di un piccolo individuo che dai 3 a 36 mesi si affaccia alla società. Si chiede di realizzare un percorso di didattica a distanza che snatura ancora di più il senso di percorso educativo. Inoltre, il rischio è di causare seri danni al cervello infantile per il prolungato utilizzo di supporto tecnologici, sconsigliati da qualsiasi neuropsichiatra“. “Il sindaco – conclude quindi l’Azzurro – nei suoi sermoni social, dovrebbe smetterla con la sua retorica per pensare concretamente ai bambini milanesi, non solo raccontandogli la sua versione della storia partigiana. Con la riapertura degli uffici e la realizzazione dei campus estivi nei parchi cittadini, il Comune ha il dovere di coinvolgere il più possibile il personale scolastico, di qualsiasi ordine e grado. Se il Comune non tornerà sui suoi passi condannerà a morte tutte queste attività che svolgono un servizio pubblico essenziale e che a settembre rischiano di non riaprire“.  

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Avviato il sostegno psicologico attraverso Milano aiuta

Il Settore Sicurezza del Comune di Milano ha istituito un servizio per le emergenze psicologiche e relazionali determinate specificatamente da questo delicato periodo. Si tratta di uno sportello telefonico gratuito, gestito dal CIPM – Centro italiano per la promozione della mediazione e coordinato dal dottor Paolo Giulini, in cui operano professionisti specializzati e un’equipe multidisciplinare, a cui è possibile accedere attraverso “Milano aiuta”, contattando lo 020202 dal lunedì al sabato, dalle 9:30 alle 18. L’impatto dell’emergenza sanitaria può comportare effetti psicologici e sociali nuovi e difficili da affrontare, che partono dai timori per la propria salute e per quella delle persone più care e dal senso di impotenza che ne deriva. Ansie e paure possono arrivare a tradursi in atteggiamenti dannosi e lesivi ed è per questo che risulta importante lavorarci con il supporto e l’orientamento di esperti, che aiutino a uscire dall’isolamento emotivo e a sentirsi maggiormente protetti. Il servizio permette quindi di accedere, a seconda delle specifiche necessità, a colloqui di sostegno psicologico e/o di orientamento per la gestione di situazioni problematiche connesse alla pandemia, ed è rivolto a chi è coinvolto in vicende dolorose connesse al diffondersi del Coronavirus e a chi si sente in difficoltà nella gestione di emozioni negative e a rischio di agiti impulsivi, anche lesivi. Questo nuovo sportello specifico si aggiunge ai tre servizi attivi, gestiti da un’equipe del CIPM con competenze cliniche, in particolare psicotraumatologiche, criminologiche e giuridiche: il servizio psicotraumatologico per le vittime di reato, la mediazione sociale e penale e il Presidio criminologico territoriale. Milano aiuta

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Caro tarantino ti scrivo: scusa

Caro tarantino ti scrivo: scusa. E lo faccio per chiederti scusa. Per decenni abbiamo sopportato di vedere che per te la Costituzione era sospesa da anni. Anzi, alcuni hanno addirittura supportato l’idea che tu e i tuoi cari doveste morire di cancro per evitare di morire di fame. Perché da voi in piccolo si è verificata la situazione che viviamo oggi in tutta la Penisola: la grande discussione tra apriamo e chiudiamo si fonda su questo, la lotta tra chi crede più un valore la vita e chi l’economia. Se chiudiamo, moriamo di fame, quindi meglio aprire e rischiare di morire, dicono in tanti. E a chi sostiene che per lavorare devi essere vivo, replicano morirai sano ma di stenti. Il governo però in questi due mesi ha tirato dritto e respinto ogni assalto per difendere il diritto alla salute. Quindi caro tarantino ti scrivo scusa perché per noi Roma si è battuta, pronta a portare questo benedetto debito pubblico oltre ogni limite immaginabile, litigando con l’Unione Europea con una forza mai dimostrata. Voi invece siete rimasti a morire pochi alla volta per poi essere traditi anche sul piano economico: gli indiani di Mittal infatti sembrano convinti di dover chiudere lasciandovi a casa. Parafrasando Churchill: potevate scegliere tra lavorare morendo o morire non lavorando, ora morirete. Noi siamo rimasti a guardare e di questo dovremo prima o poi pagare almeno umanamente il fio. Caro tarantino ti scrivo scusa perché oggi abbiamo imparato che voi eravate come noi, ma ce ne siamo lavati le mani. E non parliamo solo dei gesti dei singoli: abbiamo anche assistito e votato una classe dirigente incapace di gestire problemi veri. Oggi ne paghiamo e ne pagheremo tutti le conseguenze: al momento abbiamo ancora le risorse economiche e sociali per ripartire con modelli nuovi, ma non lo faremo perché i nostri governanti non sanno immaginare il domani, ma solo riproporci una sorta di ritorno al prima. Un ritorno che non sarà possibile, perché la vita non torna mai sui suoi passi. Quindi useranno le risorse per cercare una normalità che era già in crisi. Falliranno. E noi con loro se non sapremo avere la lucidità necessaria in questo momento. Noi qualche governante con l’orizzonte lungo lo vediamo, un esempio lombardo è Fabrizio Sala, ma sarà abbastanza se non diamo anche noi una mano? Prendiamoci le nostre colpe, ma non come peso, come spunto per non commettere gli stessi errori. Intanto caro tarantino di scrivo: scusa.

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