28 Luglio 2020

Sequestrati due milioni a Turi Mammino e alla maga dei Rolex

Inammissibilità del ricorso e condanna alle spese: è questa la formula con cui la Corte di Cassazione ha respinto in ultima istanza il tentativo di Salvatore “Turi” Mammino e di Mariapiera Pesce – noti pregiudicati della scena criminale milanese – di contestare i provvedimenti di confisca adottati nei loro confronti nel 2019, a seguito delle indagini patrimoniali svolte dai poliziotti dalla Divisione Anticrimine della Questura di Milano. Confermati in ogni grado di giudizio, i due provvedimenti di confisca sono ora divenuti definitivi, consentendo la restituzione alla collettività di beni del valore complessivo di quasi due milioni di euro, comprensivi di tre ville di rilevanti dimensioni – con le relative pertinenze – di quattro terreni, di beni preziosi, dei saldi di tre diversi conti correnti. Mariapiera Pesce è nota per aver consumato numerosi furti in diverse gioiellerie del “Quadrilatero della Moda” – per i quali ha guadagnato l’appellativo di “maga dei Rolex” – sottraendo orologi e monili preziosi del valore di decine di migliaia di euro. Salvatore Mammino, conosciuto anche con il soprannome di “Turi”, annovera plurimi precedenti per gravi reati tra cui omicidio, lesioni, droga, minacce, incendio doloso, esplosioni pericolose, evasione, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da guerra. L’uomo ha intessuto in passato legami con esponenti criminali di Quarto Oggiaro, partecipando a diverse rapine a mano armata in danno di istituti bancari.

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Ghanese arrestato dopo avere colpito una volante con delle forbici

Domenica mattina, durante il servizio di controllo del territorio, la volante del Commissariato Città Studi è stata avvicinata in Piazza Duca D’Aosta da un cittadino ghanese di 23 anni. Non appena i poliziotti hanno accostato, il giovane ha colpito l’autovettura di servizio con un paio di forbici. Gli agenti lo hanno immediatamente bloccato e arrestato per danneggiamento aggravato.

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Il Partito Valore Umano si riunisce a Milano

Il Partito Valore Umano si riunisce a Milano. A Milano, il 31 luglio 2020, alle ore 11.00, presso la Sala interna dell’Osteria del Binari, in Via Tortona, 1, il Partito Valore Umano (PVU), supportato dagli aderenti a 10.000 Associazioni italiane, presenta un “esposto epocale” dal titolo “Il Giorno della Giustizia” (Justice Day). Tale esposto, che non si prefigge certamente l’intento di porre sotto accusa nessuno, ma chiede solo le evidenze scientifiche in merito a tutte le azioni intraprese relativamente alla pandemia da coronavirus, verrà depositato dal Partito Valore Umano, nella medesima data, presso la Procura della Repubblica. Nello stesso giorno, circa 3.000 persone depositeranno in tutta Italia, presso i Comandi dei Carabinieri, della Polizia e della Guardia di Finanza, il medesimo esposto. L’attribuzione del nome di “esposto epocale” deriva dal fatto che esso sarà presentato, da diverse persone, in diverse località italiane. Si tratta di un esposto collettivo finalizzato a fare chiarezza e a ricevere risposte inequivocabili in merito alle cause che hanno generato la pandemia e le morti relative. Di fronte al silenzio da parte di chi dovrebbe dichiarare la verità, si reputa opportuno che vi sia l’intervento della Magistratura affinché si apra un fronte giudiziario di inchiesta finalizzato a stabilire quali siano le cause reali che hanno scatenato la pandemia. Dove si è generato il virus, come si è diffuso, in poche parole quale è la reale origine del virus? Perchè sono morte persone intubate? Si tratta di un mancato intervento o di un trauma creato dalla paura? Vi sono situazioni di conflitto di interesse tra membri dell’OMS ed altri soggetti collegati, che influendo sulle decisioni dell’OMS, possono o meno decidere le sorti di gruppi e soggetti economici? In definitiva, vi sono correlazioni, anche lobbistiche, tra produttori di vaccini e OMS e Governi? Tutti questi quesiti sono contenuti nell’esposto epocale, consultabile sul sito www.espostoepocale.it. In esso sono contenute precipue domande, nonché specifici dati tecnici, inerenti il fenomeno SARS-Covid19, che un grande numero di Scienziati e Medici, facenti parte del “Comitato Tecnico Scientifico” voluto ad hoc dal PVU, sottopone alle Istituzioni preposte, mediante la Magistratura. Covid, verità o macchinazione? È un interrogativo che si sono posti milioni di persone in tutto il mondo. Nutrire dubbi e voler far chiarezza non significa certamente essere complottisti. Si tratta, invece, dell’espressione del desiderio di conoscere la verità, che è essa stessa giustizia. È un dovere della scienza medica rispondere agli interrogativi della comunità. Il diritto alla conoscenza non può essere etichettato come complottismo, ma rientra nell’ambito dei diritti che la democrazia riconosce e tutela. Alla Conferenza parteciperanno : 1. Il Comitato Tecnico Scientifico, che, unitamente al Segretario Politico Nazionale del PVU, presenterà l’esposto in oggetto alla Stampa. Nel caso di mancata risposta, il PVU chiederà risarcimenti per un minimo di 50 mila euro per ogni italiano (compresi i bimbi in embrione); 2. Il Referente dei 10.200 Circoli Culturali che partecipano all’Esposto Epocale Chiunque aderirà a questa iniziativa, riceverà al proprio indirizzo email un esposto per la Magistratura, da presentare direttamente il 31 luglio 2020 (“JUSTICE DAY”: giorno, per tutti, del deposito dell’esposto epocale ) presso l’Ufficico di Polizia/Carabinieri/Guardia di Finanza più vicino al proprio domicilio, avente per oggetto l’accertamento delle seguenti circostanze: a) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato quali sono state le cause del Virus/Pandemia/denominato Covid – 19? b) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato da dove è partito questo Virus/Pandemia/ denominato Covid – 19? c) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato come si è diffuso questo Virus/Pandemia/ denominato Covid – 19? d) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato quale è la effettiva origine di questo Virus/Pandemia/ denominato Covid – 19? e) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato è il Corona Virus o Covid – 19, che sia, la causa di tutte le morti che il nostro paese sta piangendo? f) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato è il Corona Virus o Covid – 19, che sia, la causa effettiva e principale della disperazione economica che l’Italia, i cittadini, le persone comuni, i lavoratori, gli imprenditori, i commercianti, gli agricoltori, i professionisti i bambini, gli anziani stanno vivendo? g) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato è’ il Corona Virus o Covid – 19. che sia. la causa del dover essere restati reclusi a casa e dell’essere stati privati delle liberta che l’Italia, i cittadini, le persone comuni, i lavoratori, gli imprenditori, i commercianti, gli agricoltori, i professionisti i bambini, gli anziani hanno tremendamente vissuto? h) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato è il Corona Virus o Covid – 19, che sia, la causa dello stress psicologico e delle paure destinato a poter diventare cronico per tante persone? i) Se di Virus/Pandemia si è effettivamente trattato è il Corona Virus o Covid – 19, che sia, la causa del fatto che ognuno di noi dovrà ormai cambiare le proprie abitudini di vita con un distanziamento sociale che riguarda anche il distanziamento da ogni forma e tipo di manifestazioni di affetto e vicinanza verso i familiari (un nonno che può più abbracciare un nipote, un figlio che non più dare un bacio ai propri genitori e così via)? j) Se vi sono situazioni di conflitto di interesse tra membri dell’OMS rispetto ad altri soggetti collegati che influendo sulle decisioni dell’OMS possono o meno decidere le sorti di Gruppi di interesse economico direttamente collegati con lo scopo dell’OMS stessa? k) Se vi sono correlazioni, anche lobbistiche, tra produttori di vaccini OMS e Governi? Gli accrediti per la Conferenza Stampa e per il successivo lunch che sarà offerto possono essere indirizzati a: ufficiostampa@partitovaloreumano.it

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Advocacy, cos’è e come funziona: intervista a Emanuele Salamone

Advocacy, cos’è e come funziona: intervista a Emanuele Salamone. Sicilia a Roma e Milano, Emanuele Salamone porta la sua esperienza di “advocacy” in giro per il mondo. Il Palazzo Salamone di Mistretta e i moti carbonari del 1820 nelle Due Sicilie Sono passati duecento anni esatti da quando Giuseppe Salamone, prete carbonaro e primogenito di numerosissimi fratelli, nel 1820 prese parte ai moti insurrezionali antiborbonici. La soppressione formale del Regno di Sicilia, unificato pochi anni prima con quello di Napoli dai Borboni, fece nascere in tutta l’isola un movimento di protesta composto da baroni come i Salamone, ma anche dai ceti popolari. Nel giugno 1820 gli indipendentisti guidati da Giuseppe Alliata di Villafranca istituirono un governo a Palermo, presieduto da Giovanni Luigi Moncada, principe di Paternò. Durò poco: già in novembre il gen. Pietro Colletta restituì la Sicilia ai Borboni. Questo è solo uno degli episodi più noti avvenuti nei circa cinque secoli nei quali la famiglia Salamone ha operato attivamente nel comprensorio dei Nebrodi (Messina). La solida dimora gentilizia, che rispecchia i canoni tipici dell’architettura del territorio, risale a quel periodo. Dall’aspetto severo e di massiccia composizione, con le sue 52 stanze è un intreccio di vari ambienti vissuti dalla famiglia, rievocativi di epoche a cavallo tra due secoli ben differenti tra loro: un primo corpo fu completato nel XVII° sec. mentre un secondo corpo più interno risale al XIX° sec. Intervista a Emanuele Salamone Siciliano d’origine, come il riferimento storico delle giornate rivoluzionarie della sua famiglia nel 1820 fa ben comprendere, oggi però per i suoi impegni professionali, cui Palazzo Salamone a Mistretta accenneremo fra poco, vive fra Roma e Milano con frequenti puntate su Bruxelles e negli Stati Uniti. Dott. Salamone, sono veri i riferimenti alla storia sua famiglia, cui abbiamo accennato più sopra? In certo senso sì, anche se per essere precisi l’episodio ottocentesco cui vi siete ispirati è relativo a un altro ramo della famiglia. Ma è storia passata, preferisco parlare di ciò che vorrei fare nel terzo millennio … Ha ragione, cerchiamo di essere più attuali. Mi sembra di poter affermare che lei ha un profondo background economico ed umanistico, quali sono state le sue esperienze formative? Dopo essermi laureato in economia ho approfondito i miei saperi conseguendo un master in gestione d’impresa ed uno in finanza. Ho una vera passione per la letteratura ereditata probabilmente dagli studi classici e mi ritengo un divoratore seriale della carta stampata. Sulla mia scrivania non devono mai mancare i principali quotidiani nazionali. Ho frequentato per diverso tempo Londra e Parigi. dove ho avuto modo di accedere a delle masterclass esclusive nel campo della politica, dei public affairs, delle relazioni istituzionali.                                                                           Che cosa ci può dire invece delle sue esperienze lavorative e professionali?  Proprio le relazioni personali e istituzionali, che ho creato negli anni, restano sempre molto valide e hanno portato allo sviluppo di un forte networking, nel quale io stesso penso di avere un certo peso e una buona influenza sulle decisioni più significative. Ecco perché negli anni ho incrementato un network molto ampio che mi porta spesso a lavorare anche fuori dai confini italiani. Mi sono sempre occupato di comunicazione in tutte le sue forme, specializzandomi poi in alcuni settori che ho ritenuto più affini alle mie caratteristiche. Posso dirle che ho ricoperto e ricopro tuttora incarichi in board di aziende che spaziano dal settore bancario, alla multinazionale del farmaco, alle società di consulenza, alle multinazionali del food. Inoltre mi occupo anche delle relazioni istituzionali di importanti studi legali internazionali. In effetti sono abbastanza eclettico e per questo vengo probabilmente cooptato da aziende che tra loro sono eterogenee. Per le policy che condivido, non posso descrivere con maggiori dettagli le aziende con le quali ho stipulato un contratto. Posso però dire di essere molto attivo con le camere di commercio estere come quella americana, svizzera e tedesca e che, per via della mia conoscenza approfondita delle dinamiche politiche e di questo tipo di marketing, mi è capitato spesso di assistere e condurre delle attività per alcuni degli associati. Di sovente mi faccio promotore di incontri ad alto impatto di valore per promuovere la buona politica, la sostenibilità, l’internazionalizzazione e spiegare ahimè cosa sia la lobby e quale sia il mio lavoro. Il concetto di “lobby” Ah, sì, il tema delle lobbies. Tempo fa parlavo con lei della Commissione Europea e dei suoi contatti con le lobbies politiche che sono l’ossatura positiva e costruttiva delle nuove normative emanate a livello europeo: ma in Italia ancora il concetto non è tanto chiaro. Sì, il termine “lobby” è molto male interpretato in Italia, mentre i legislatori in nazioni come gli Stati Uniti, o i membri della Commissione Europea cui lei accennava adesso, ne fanno un punto d’orgoglio. In Italia “lobby” sembra voglia riferirsi a fenomeni di interesse privato o addirittura ai disegni criminosi dei cosiddetti “faccendieri”. Ma in tutto il mondo non è così. Come definirebbe allora meglio la sua specializzazione? Oggi si preferisce il termine “advocacy” (versione finalmente accettata anche in Italia invece di “lobby”). Questo è il ruolo che meglio mi descrive. Infatti mi occupo prevalentemente di public  & government affairs, relazioni istituzionali, marketing politico. Del resto sono spesso coinvolto nei tavoli di lavoro più influenti, sia come libero professionista, sia in veste di vice-presidente di varie associazioni in Italia, tra le quali Select Milano, Milano Vapore, Italia in movimento. E, come accennavo prima, sono spesso cooptato all’interno di CDA o Board di aziende. Ma io l’ho vista spesso anche a Bruxelles, per i lavori della Commissione. Sì, mi capita sempre di più di svolgere i miei compiti anche al di fuori dei confini italiani: sono responsabile dei pubblic affairs di Italia Atlantica, ad esempio, il che mi porta ad avere relazioni internazionali, come quelle che lei citava a Bruxelles. In campo finanziario quali

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