28 Luglio 2022

Palmeri: “In regionali 2023 non si perda l’agenda Draghi, Pnrr e Riforma autonomia”

Palmeri: “In regionali 2023 non si perda l’agenda Draghi, Pnrr e Riforma autonomia”. “Nelle elezioni regionali 2023 la prospettiva dell’Agenda Draghi, con le sue riforme e le sue risorse, non deve uscire dai programmi di chi vuole governare la Lombardia. Chi mette questi obiettivi fuori dal proprio percorso e anzi li avversa non può prendere in mano le redini di Palazzo Lombardia perché la nostra Regione sarebbe frenata, penalizzata, ridimensionata. Così come vanno rafforzati anche il processo di declinazione territoriale del PNRR e quello per l’Autonomia voluta dai Lombardi, con una sua concretizzazione che produca una reale utilità per loro dopo questi anni trascorsi invano”. Lo ha detto il Consigliere Manfredi Palmeri, Presidente del Gruppo Consiliare ‘POLO Civico – Lombardia Migliore’, aggiungendo: “Per primi abbiamo dichiarato di essere pronti a discuterne e stiamo iniziando a lavorare proprio su questo. Nel prossimo mandato la nostra Regione deve poter rialzare la testa, riprendersi un ruolo di primazia non solo in Italia, ma anche in Europa, proporsi al mondo come area in cui investire, e continuare a migliorare la vita per le famiglie e le imprese. Per raggiungere questi obiettivi occorrono progetti di amministrazione affidabili e profili di candidature adeguate a una… Lombardia Migliore”. “Con gli effetti negativi derivanti dalla crisi di Governo, con una pandemia non ancora risolta, con una guerra alle porte dell’Europa che porta nel nostro territorio tangibili effetti negativi, con una crisi energetica che aumenta i costi per cittadini e aziende, mettendo in grande difficoltà soprattutto le piccole e medie imprese, con un’inflazione che rischia di colpire la Lombardia in modo maggiore rispetto ad altri territori, il POLO apre a un confronto pure con le altre forze politiche, utilizzando questi mesi per preparare al meglio i prossimi anni” ha concluso il consigliere Manfredi Palmeri.

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Un verso a metà… (in una società sempre più liquida)

Un verso a metà… (in una società sempre più liquida). “META Platforms” o più semplicemente “META”. Cosi Mark Zuckerberg ha cambiato il nome dell’azienda capofila del suo impero, Facebook, Instagram, WhatApp, Messanger, Oculus Rift, Mapillary e Jio Platform. Ma non è solo un semplice cambio di denominazione o un ricercato restyling di marketing ma qualcosa di più, infiltrare sempre più nel tessuto sociale, a partire dai più giovani, un nuovo modus operandi di vivere, dare corpo, pardon vitalità, ad una second life, ricordate? Già oggi la forma più simile a questi futuri mondi virtuali sono i vari e tanti videogame, dove per poter giocare contemporaneamente e collegarsi in tutto il mondo è necessario creare una propria identità ed entrare in “altro” ambiente. Ora il principale obiettivo è quello di arrivare, sfruttando la IA in modo esponenziale, prima degli altri in un mondo fatto di umani che interagiscono in uno spazio digitale, il Metaverso, utilizzando degli avatar, per sfuggire a una realtà distopica, come viene definita. Colonizzare un mondo nuovo e, chiaramente, monetizzare ancora il più possibile. Innanzitutto, cosa è il Metaverso? È la promessa, appunto, di passare in un mondo digitale a tre dimensioni dove immergersi e avere esperienze che coinvolgono anche il nostro corpo. Di fatto una tecnologia trasformativa che modifica anche la percezione del nostro mondo. Tutto questo è di una potenza abissale che deve quindi essere compresa a fondo e regolata. L’oggetto non esiste ancora ma lo stesso Zuckerberg parla di massimo 5 anni ma già ora di intravede a cosa aspira e cosa vuole da tutto ciò, il metaverso di Facebook sarà uno spazio virtuale in cui, come da romanzo, gli utenti di Facebook potranno interagire utilizzando degli avatar. Pensavamo fosse fantascienza se pensiamo alle atmosfere di “Ready Player One”, o al cyberspazio di “Neuromante” o a “Snow Crash” il romanzo di Neal Stephenson del 1992 o altri romanzi o film. Invece qualcosa sta accadendo nel mondo del digitale e del virtuale. In un interessantissimo articolo Daniele Manca, fa un’analisi, a mio avviso, consona e veritiera “Guai a prenderlo sottogamba, come facemmo con Internet alla fine degli anni Novanta noi tutti che già c’eravamo. E che forse consideravamo soltanto un bel gadget quel telefonino presentato da Steve Jobs nel 2007. Pretendeva di farci abbandonare la mini tastiera del Blackberry a favore di uno schermo da toccare. E cioè senza la fisicità confortante di quei tasti reali che riuscivamo a usare non solo grazie alla vista ma anche grazie al tatto. Quindici anni dopo abbiamo capito che potevamo quasi fare a meno del tatto e, scivolando su un duro vetro, riusciamo persino a comporre complicati testi. Già ma il Metaverso promette addirittura di ridarci tutte le sensazioni che proviamo con il nostro corpo. Interamente.” Certo Manca ricorda che non sia già così ma la possibilità che in un futuro non molto lontano dobbiamo ricrederci e quella che oggi sembra un qualcosa di fantascientifico posso arrivare e da mezza realtà divenga realtà, virtuale, ma realtà. Quindi è cosa buona iniziare a parlarne, ragionare, occuparcene e a preoccuparcene. Perché qui non si tratta di liquidare la cosa con un banale “è il progresso ragazzi” no, già, aggiungo io, la splendida introduzione dei social si è rilevata oramai con percentuali inimmaginabili, uno strumento dannoso e anche pericoloso con la deformazione della realtà vera e del senso stesso del pensiero autonomo e consapevole, questa non sarà una eguale a qualsiasi altra rivoluzione hi-tech che l’ha preceduta. Chi ben mi conosce sa che odio citarmi ma, se serve, ho già avuto modo di scrivere nel, diciamo cosi, “lontano” 2016, qualcosa che andava controcorrente “….dieci anni fa il WEB era già presente abbondantemente nella nostra quotidianità ma da geniale intuizione, da opportunità di conoscenza e sviluppo tecnologico, di diffusione e rapidità delle notizie, oggi, possiamo affermare, senza tema di smentita, che gran parte di esso, riguardante innanzitutto i “ social”, è divenuto ormai un mondo a parte, identico a se stesso, una miscellanea uniforme dove ogni cosa ha eguale valore, il basso e l’alto, il bene e il male, il vero e il falso, dove si erge prepotente l’invidia morbo dell’incultura. Si sta pian piano disintegrando il concetto di competenza, molti, nel web, diventano tuttologi ed è ormai divenuto, anche, foriero delle peggiori pulsioni umane che sfociano, a dir poco, nella più pericolosa superficialità sino ad alimentare le azioni più pericolose. Si creano e diffondono notizie “tossiche” al fine di creare una convinzione generale su una NON verità. Un luogo dove, purtroppo “l’ignoranza e la prepotenza lottano tra loro e… vincono entrambe”, e fui tacciato, da alcuni , di catastrofismo o, peggio, rifiuto del progresso o di timore. Sciocche baggianate, ma anche in questo caso, la superficialità di chi criticava, la faceva da padrona. Ho sempre ripetuto e oggi dinanzi al “fenomeno” Metaverso, lo ripeto con più convinzione, nulla può, vuole o deve bloccare lo sviluppo tecnologico, la scienza, il progresso e il futuro, ma bisogna assolutamente regolamentare gli sviluppi degli stessi, non sottovalutare e vivere le novità con l’ansia da prestazione tipica di chi non vuole ragionare e ha in sé il pensiero che latita, anche quello basico, ovvero fare una semplice analisi di visione, non del contingente, ma proiettata nel futuro. Oggi ne parlano tutti e fiumi di inchiostro, speciali in Tv e talk show a gogò, a discettare del pericolo “social”, delle fake news, di infodemia, di immersioni e manipolazioni collettive sul web, sulla pericolosità , per esempio del cyberbullismo, etc, etc, etc. Non dimentichiamoci che il tutto è accresciuto con l’emergenza sanitaria mondiale che ha imposto un cambio epocale e generalizzato di approccio anche al lavoro con il telecommuting per milioni di persone e riducendo a zero le opportunità di interazione sociale. Quindi, si pensa, in un mondo diverso post pandemico, potremmo aver bisogno più che mai di avatar pixelati. Vi è anche da considerare questo attivismo sia solo un motivo per dar slancio in un momento di difficolta dove Facebook non ha più l’appeal di una volta, e

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Le elezioni e il problema pecunia

Le elezioni e il problema pecunia. Perché questo è un tema centrale per le prossime consultazioni del 25 settembre. Da una parte c’è sicuramente il tema della poltrona: ogni chiappa sistemata sono introiti certi per chi si siede, ma pure per il suo partito. E moltiplicato per decine e decine di eletti, si parla pure sempre di milioni. Ma ancora prima di questo aspetto c’è il costo della democrazia, quello che secondo alcuni con problemi di realismo non dovrebbe esistere: ma fare una campagna elettorale costa. I volantini, le giornata in giro, la presenza su internet e sui cartelloni pubblicitari. Tutte questioni che prevedono costi, perché le persone mangiano, bevono, dormono e lavorano. Dunque vanno pagate. Checché ne pensino le persone che vivono di stipendi fissi, magari presi quando venivano dati a chiunque. E allora adesso i partiti si trovano con questa scomoda situazione da gestire. Perché la Lega ha i conti monitorati dai prelievi imposti dalla magistratura. Forza Italia non può più contare sul Berlusconi che spendeva e spandeva. Il Partito Democratico è stato devastato dalle continue scissioni che si sono portate via voti e risorse e ora ha i conti traballanti. II Movimento 5 Stelle non sa nemmeno chi si può candidare e chi no, dunque quasi potrebbe desiderare di dover discutere di pecunia. Ma tutti gli altri partiti e movimenti non sono messi molto meglio, anche perché i capi politici di solito sono bravi a spendere i soldi pubblici, non quelli che guadagnano. Ecco dunque che le elezioni e il problema pecunia si fanno più vividi: senza non si vince, ma il popolo italiano ha preferito cancellare i finanziamenti pubblici ai partiti, così ora si presentano solo formazioni politiche che devono piegarsi agli interessi degli investitori. Un colpo di genio, verrebbe da dire. Perché a meno di miracoli il problema delle elezioni e della pecunia per vincerle non potrà risolversi che così.

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De Corato: Comune tratta con gli abusivi di Ri-Make

“Gli anarchici del centro sociale Ri-Make annunciano sui social di lasciare l’ex liceo Omero di via del Volga 4, perché il Comune ha deciso di abbattere gli spazi nei quali stanno abusivamente da oltre 4 anni. Lo annunciano con estrema tranquillità, perché tanto sanno di avere dalla loro parte Comune e Municipio 9”, commenta così l’assessore di Regione Lombardia alla sicurezza, Riccardo De Corato, l’annuncio del collettivo Ri-Make riguardo l’abbandono degli spazi occupati dell’ex Liceo Omero. “Non bastava, infatti, che Palazzo Marino chiudesse gli occhi, come fa da anni, sugli almeno 22 stabili occupati abusivamente dai centri sociali, adesso avanza loro anche proposte e instaura interlocuzione. Li tratta come se non fossero lì dentro illegalmente, ma anzi, come se fossero proprietari degli spazi ai quali vuole concederne altri. Il collettivo precisa, inoltre, che continuerà le sue attività in uno spazio nuovo, “uno spazio che continueremo a rivendicare come Bene comune e che pensiamo di poter costruire anche continuando l’interlocuzione con l’amministrazione e il municipio” e annuncia che a settembre ci sarà una prima riunione di quartiere proposta proprio dai suoi interlocutori, nella quale si discuterà anche del percorso proposto nella comunicazione che hanno ricevuto dall’amministrazione. Eppure, sembrava quasi che, qualche mese fa, l’assessore comunale alla casa, Pierfrancesco Maran, si fosse accorto del fatto che occupare abusivamente va contro la legge. Evidentemente valeva solo in quel momento e solo per gli immigrati clandestini abusivi negli ex bagni pubblici di via Esterle che adesso l’Amministrazione ha destinato, tramite bando, a moschea”, conclude De Corato.

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Società di affitti Spotahome: Milano è una città poco sicura

“Anche la società spagnola di affitto case a breve e lungo termine, Spotahome,  con una propria ricerca, ha sentenziato che Milano è una città poco sicura”, commenta così l’assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, la ricerca condotta da Astraricerche per conto della piattaforma online affitti.“E’ evidente che chi fa business con il turismo abbia l’interesse di offrire soggiorni che siano, per prima cosa, sicuri e sereni. A Milano questo non può essere garantito e a dirlo non sono i politici ma i 1.000 intervistati. Siamo una città internazionale rispetto a Roma e Torino, ma le persone temono per la propria incolumità. I dati della ricerca ricalcano quelle del Sole 24 ore e i dati del Ministero. Il Sindaco Sala commenta solo gli aspetti positivi, coprendo l’aspetto a cui tengono di più i milanesi, ovvero la sicurezza. Risse, rapine, stupri e accoltellamenti sembrano non esistere per Sala e la sua giunta, come se vivessero in un altro mondo. L’ambrogino d’oro del sindaco, l’influencer Chiara Ferragni, i partigiani di Anpi e i sindacati hanno già denunciato l’insicurezza, ma a Palazzo Marino,  come le tre scimmiette, non vedono, non sentono e non parlano di questo aspetto della città. Mi chiedo: cosa deve ancora accadere perché questa maggioranza ammetta che esiste un problema e chieda l’utilizzo dei militari nelle strade?”, conclude De Corato.

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Piscina (LEGA): Via Sammartini imbarazzante. Assessore peggiore di Granelli non si è mai visto

“Milano sta vivendo una situazione imbarazzante e spaventosa, tra criminalità insicurezza e degrado”, interviene Samuele Piscina, Consigliere comunale di Milano e vicecommissario cittadino della Lega. “Nonostante la condizione conclamata, non un’azione è stata portata avanti e neanche una parola è uscita dalla bocca dell’assenteista assessore Granelli”. “L’ennesima dimostrazione è la condizione di degrado costante che si ripresenta in via Sammartini. Tra il naviglio Martesana e i ponti della Centrale sono numerosi i bivacchi dei clandestini fintamente accolti dalla Giunta Sala. La situazione, conclamata, viene segnalata da circa un anno all’Assessore Granelli e prima di lui ai suoi predecessori. Dopo le polemiche dello scorso anno, Granelli aveva assicurato interventi costanti e attenzione alla tematica. Purtroppo, però, a parte un primo intervento sporadico di allontanamento, non sono state realizzate ulteriori azioni da parte della Polizia Locale, portando così ad un ulteriore degenero della situazione. Intanto i cittadini non solo non possono più passare sui marciapiedi, costantemente occupati da materassi, ma vengono inseguiti da ubriaconi e drogati molesti. Dobbiamo attendere che avvenga un nuovo tentato stupro prima di ottenere un intervento?”. “Abbiamo l’Assessore peggiore della storia del Comune di Milano. Granelli non ha avuto neanche il coraggio di metterci la faccia presentandosi in Consiglio Comunale dopo i gravi fatti apparsi sulla cronaca negli scorsi giorni”, conclude Piscina. “Milano merita di meglio, ancora una vota chiedo con fermezza le dimissioni dell’Assessore all’INsicurezza”.

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