Mercati scoperti, Milano dice ancora no

Mercati scoperti, Milano dice ancora no. Mentre Regione Lombardia ha deciso di dare la possibilità di ricominciare a organizzare gli appuntamenti con gli ambulanti secondo nuove regole, da Palazzo Marino si tentenna. Al momento sono in corso “valutazioni” secondo l’Amministrazione comunale per capire se e come aprire. L’unica certezza che trapela è che in ogni caso saranno concessi permessi solo a bancarelle che vendono generi alimentari. Però non si sa quando, un dato comune a molti settori della società: la sinistra al governo nazionale e milanese non sta dando informazioni precise e certe a tantissimi italiani. Si viaggia nell’incertezza mentre i soldi sui conti correnti continuano a scendere anche a causa dei tributi locali e non, come delle spese normali per non morire di fame. Nicola Zarrella aveva provato con diversi appelli a convincere prima Attilio Fontana e poi Giuseppe Sala. Insieme a lui anche Andrea Pellegrini, consigliere e ex assessore leghista in Municipio 9, aveva proposto diverse soluzioni che avrebbero garantito la sicurezza degli utenti. Alla fine il governatore leghista ha prestato orecchio alle richieste di chi chiedeva di applicare il buon senso per permettere anche di alleggerire la pressione sulla grande distribuzione organizzata. Alcuni comuni si sono subito adattati alle nuove disposizioni di Palazzo Lombardia, mentre Milano ancora tentenna. Stanno valutando se e come farlo. E quando. Una scelta che molti ambulanti non comprendono visto che il resto della Lombardia non vive una situazione molto diversa dal capoluogo.  Ma per ora sui mercati scoperti, Milano dice ancora no.