30 Maggio 2021

E’ scoppiata la bolla delle crypto?

E’ scoppiata la bolla delle crypto? Dopo giorni e giorni di crisi sembra lecito chiederselo, perché non ci sono all’orizzonte dei veri cambiamenti a quanto pare. Bitcoin, Ethereum, Doge, Comp, qualunque valuta si guardi, i valori sono in discesa libera. Potrebbe essere solo una mossa degli speculatori per ottenere maggiori guadagni nei futuri rimbalzi? Forse, ma se invece fosse che è scoppiata la bolla delle crypto? Le valute principali stanno rapidamente tornando ai valori dell’autunno, un picco negativo che sembrava quasi impossibile perché sebbene ci siano sempre alti e bassi, quando vengono superate certe soglie psicologiche di solito poi non si torna indietro. Magari ci sono assestamenti. Anche crolli, ma così pesanti se ne vedono pochi. Magari invece no, non è scoppiata la bolla delle crypto. E’ solo il momento di capire quando tornare a comprare per un mega rimbalzo verso l’alto.

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Conclusa l’esperienza presso l’Ospedale Fiera Milano del team della ASST Monza

Ieri, venerdì 28 maggio, si è conclusa l’esperienza presso l’Ospedale Fiera Milano del team della ASST Monza. Il Modulo N (questo il nome operativo del modulo da 14 posti letto gestito da ASST Monza in Fiera Milano) è stato, fra tutti, quello che meglio ha rappresentato l’idea di collaborazione interaziendale di istituti sia pubblici che privati. Guidati dalla dott.ssa Egle Rondelli (Responsabile Medico) e della dott.ssa Simona Vimercati (Coordinatore Infermieristico) si sono infatti alternati medici anestesisti ed Infermieri di Area Critica provenienti da Ospedale San Gerardo di Monza, Ospedale di Desio, Ospedale di Vimercate, Policlinico San Matteo Pavia, ICS Maugeri, Clinica Città Studi e Casa di Cura Villa Igea. Insieme, nel periodo compreso tra il 2 novembre 2020 ed il 28 maggio 2021, hanno trattato 92 pazienti molto gravi, tutti intubati e ventilati provenienti da tutta la Lombardia. La mortalità rilevata è stata del 20%, un numero straordinariamente basso comunque lo si consideri. Solo 3 pazienti hanno richiesto il ricovero in un ECMO Center, tutti gli altri sono stati gestiti all’interno dell’Ospedale in Fiera che ha dunque mostrato le caratteristiche di un vero Ospedale di I livello. “Hanno dovuto affrontare – spiega il prof. Giuseppe Foti, Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza della ASST Monza – oltre alla pandemia Covid anche l’epidemia di germi aggressivi resistenti a tutti gli antibiotici e questo ha comportato la necessità di aggiungere isolamento all’isolamento, ridurre la capacità ricettiva ed affrontare infezioni difficilmente governabili. Nonostante ciò l’esito clinico è stato straordinariamente positivo. Non tutto il personale aveva la stessa esperienza nel gestire pazienti così complessi ma lo straordinario entusiasmo, la cooperazione fra pari, lo spirito di squadra e lo scambio di esperienze diverse immediatamente applicate nel contesto operativo hanno fatto la differenza. Un grande grazie a tutti loro”. “La struttura della Fiera – sottolinea il Direttore Generale della ASST Monza Mario Alparone – ha rappresentato un aiuto fondamentale per il sistema sanitario Lombardo. Senza il supporto aggiuntivo del modulo da 14 posti letto in fiera, l’occupazione nei nostri ospedali avrebbe raggiunto livelli non sostenibili: 43 il picco di posti letto per malati di terapia intensiva in un solo giorno raggiunto durante la seconda ondata e 37 quello durante la terza ondata che si aggiungono a quello di 71 pazienti della prima ondata al San Gerardo. Un plauso quindi alla iniziativa dell’Ospedale in Fiera e ha chi ha saputo gestire così bene ambedue i fronti su cui siamo stati impegnati”.

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La Fabbrica dell’Aria, Condividere intelligenza verde

La Fabbrica dell’Aria, Condividere intelligenza verde. Si può vivere in simbiosi con le piante? Instaurare con il mondo vegetale una specie di economia circolare? Fare di radici, fusti e foglie i nostri co-worker e coinquilini? La Fabbrica dell’Aria®, progetto dello scienziato Stefano Mancuso e di Pnat, è un laboratorio di innovazione scientifica e tecnologica che purifica l’aria indoor. Ora è anche una foresta viva all’interno di un luogo di lavoro e di progetto da sempre votato alla sperimentazione come Lombardini22. Il mondo vegetale è un sistema da cui abbiamo molto da imparare. Le piante hanno un’organizzazione diffusa e senza centri di comando, capace di rispondere in fretta ai cambiamenti. Possono sopravvivere solo se hanno un ecosistema completo e per questo la loro evoluzione è basata sul mutuo appoggio, la simbiosi e la comunità. La Fabbrica dell’Aria® è uno spazio che propone questo nuovo sapere, è un esempio di come un sistema non gerarchico e basato sulla cooperazione può produrre innovazione, benessere reale e anche bellezza. La Fabbrica dell’Aria® di Lombardini22 ha trovato posto nei nuovi spazi in cui si sono trasferite le Business Unit più direttamente legate alla sostenibilità energetica e alle qualità atmosferiche dell’ambiente: L22 Engineering & Sustainability, CAP DC, Atmos. Dopo aver visitato il primo prototipo, allora appena realizzato, presso la Manifattura Tabacchi di Firenze, la decisione fu immediata: anche Lombardini22 doveva avere la sua Fabbrica dell’Aria®. “È un progetto talmente bello che il desiderio di averne uno nei nostri uffici è stato un riflesso immediato, anche perché è un modello scalabile e replicabile in altri contesti: si trattava solo di capire dove realizzare la nostra ‘fabbrica’. Ma le buone cose non vengono mai sole, e l’occasione è arrivata con l’ampliamento della nostra sede, un grande spazio dotato di un patio interno. La decisione è stata istantanea: la faremo, e la faremo qui!” Elda Bianchi, Partner Lombardini22. Come funziona la Fabbrica dell’Aria® La serra di 35 metri quadrati è dotata di un sistema di filtrazione botanica (Stomata™, brevettato da Pnat) che amplifica la naturale capacità delle piante di trattenere e degradare gli inquinanti trasformandoli in nutrienti per le piante. L’aria non è prelevata dall’esterno dell’edificio ma è un ricircolo di aria indoor: aspirata e forzata attraverso il letto di crescita delle piante, fatta fluire a contatto con le foglie e infine reimmessa purificata nell’ambiente stesso. Ciò garantisce anche un risparmio energetico ed economico rispetto ai costi di gestione e manutenzione tradizionali, non essendo l’aria riscaldata o raffreddata ma fornita, pura, alla temperatura di comfort. Mentre radici e foglie lavorano come filtri sempre efficienti, un sistema di sensori permette di misurare e restituire in tempo reale il miglioramento della qualità dell’aria in entrata e uscita, i cui valori sono visibili su uno schermo. La selezione delle piante predilige quelle con un’ampia superficie fogliare poiché la capacità filtrante è proporzionale. La Fabbrica dell’Aria® di Lombardini22 ospita piante alte come il Ficus, la Kentia, la Strelitzia Nicolai; piante medie come la Chamadorea e la Strelitzia Reginae; piante piccole come l’Aspidistra e il Filodendrum. Inoltre, su una rete di supporto crescono i rampicanti Cissus rotundifolia e Tetrastigma voinieranum. Infine, l’illuminazione artificiale gioca un doppio ruolo: una luce bianca indiretta diffusa a servizio dello spazio architettonico e una luce con lunghezze d’onda variabili a servizio della fisiologia delle piante accompagna le fasi di fioritura e vegetativa con adeguate frequenze cromatiche. La visione di Lombardini22 per l’architettura e il real estate. L’evoluto dispositivo tecnologico di depurazione dell’aria è potenzialmente implementabile in ogni sviluppo immobiliare. Con la Fabbrica dell’Aria® Lombardini22 vuole infatti rappresentare un modo non convenzionale di intendere l’atmosfera non solo degli spazi di lavoro ma anche dell’hospitality, del retail, dell’abitare. È un luogo per i collaboratori dello studio, ma anche una vetrina site-specific a disposizione di tutti i players del settore immobiliare con i quali costruire concretamente una cultura della sostenibilità fondata su un benessere reale. “Speriamo di convincere i nostri clienti a mettere nei loro uffici, centri commerciali, alberghi e anche – perché no? – in qualche data center, una Fabbrica dell’Aria® che aiuti a vivere meglio”, dichiara Franco Guidi, CEO Lombardini22.

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Se questa è arte

Se questa è arte. Ci siamo interrogati molto su questa domanda, perché nell’epoca in cui c’è chi pretende di essere chiamato al plurale senza essere diventato re, tutto può essere. E ci siamo risposti di no. L’opera di Palombo ci ricorda proprio un noto personaggio/a/i riemerso su molte prime pagine perché sostiene che tutti devono dargli del voi in quanto non avrebbe deciso se essere uomo donna o una del “n” identità sessuali riconosciute oggi. In tempi normali gli avrebbero dato una carezza in testa e/o due pillole. Invece ecco le interviste, gli approfondimenti e la consueta formazione di schieramenti a favore e contrari dell’ultima idiozia partorita da un dibattito pubblico sempre più sterile. Quanto fosse morta l’intelligenza europea bisognava capirlo da una delle ultime tornate elettorali in Germania, una volta terra di alcuni dei più grandi pensatori europei come Hegel: pur di trovare qualcosa di cui parlare il direttore di un giornale propose il tema dell’incesto, perché sul resto dopo decenni di Merkel di fatto tutti erano abbastanza d’accordo su tutto. Insomma: La certificazione della morte celebrale europea, stretta nel paradosso di non aver più tabù o definizioni adatte alla realtà. Ecco allora che l’arte ha subito lo stesso processo, iniziando a definite arte persino una sedia appesa al soffitto e colorata di blu. Così mentre Canova cercava di suicidarsi nella tomba, qualunque sciocchezza diventava arte. E se questa è arte noi siamo contrari all’arte. Come siamo contrari a definire dibattito una qualunque parola esca di bocca alle persone. Altrimenti il rischio è arrivare al punto che il vero dibattito, la vera riscoperta del linguaggio, saranno le gare di rutti perché simbolo di una comunicazione più essenziale e legata alle nostre radici ancestrali. A quel punto tanto varrebbe tornare a vivere sugli alberi, cosa per altro attuata burocraticamente dall’Onorevole Lello Ciampolillo. Ma sono avanguardie. Probabilmente come Palumbo, di cui condividiamo il giudizio dato da Otello Ruggeri, presidente del circolo Almerigo Grilz:  “Alexsandro Palombo, autore di questa “opera d’arte”, che potete ammirare in piazza San Babila sostiene che: “per affrontare le disuguaglianze sociali e le disparità di genere bisogna passare anche dall’equità mestruale”. Secondo me invece si tratta di una minchiata. Volgarità gratuita visibile da tutti i bambini che passano, realizzata nascondendosi dietro al paravento di “disuguaglianze” che esistono solo nella testa di chi le paventa. Uno scempio che meriterebbe di essere cancellato immediatamente e che invece rimarrà dov’è grazie alla compiacenza della giunta Sala”.

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Il Prefetto Saccone precetta la polizia locale per il Giro d’Italia

Il Prefetto Saccone precetta la polizia locale per il Giro d’Italia. Il Prefetto di Milano, Renato Saccone, sentito il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, esperito con esito negativo il tentativo di conciliazione previsto dalla legge 146/90, ha disposto la precettazione dei lavoratori della Polizia Locale di Sesto San Giovanni che hanno proclamato uno sciopero per domenica 30 maggio in concomitanza del passaggio della 21° tappa del “Giro d’Italia”. Le lamentele dei vigili sestesi sono state riportate dal quotidiano ilGiorno. Strumentazione obsoleta, carichi di lavoro aumentati, dotazione organica non sufficiente nonostante i nuovi ingressi nel corpo sestese, servizi ridotti davanti alle scuole, sistema di videosorveglianza e centrale operativa ridotta all’osso: sono queste le criticità lamentate dalle sigle, che rappresentano quasi la totalità dei lavoratori del comando. “Senza dimenticare il completo disinteresse dell’amministrazione a risolvere le questioni irrisolte: da tempo il sindaco non si presenta davanti al personale e non convoca un tavolo sulla polizia locale”. Ma non c’è stato niente da fare, Saccone ha preferito tutelare il Giro e la sicurezza pubblica anche perché i poliziotti avevano avuto già il loro momento di visibilità per rivendicare il diritto a protestare.

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