Maran (Pd): “Spostare gli studenti nell’hinterland”. L’assessore alla Casa del Comune di Milano ha spiegato nella sua newsletter che per quanto riguarda il tema dei costi eccessivi per gli affitti sostenuti dagli studenti fuorisede “Serve lavorare sulla scala metropolitana. Il costo delle case oggi è influenzato prevalentemente dalle scelte dei giovani che son di gran lunga la popolazione che più cresce a Milano. In 10 anni la città ha visto aumentare del 15% di 25-35enni, mentre l’hinterland solo dello 0.3%. Bisogna allargare la città desiderabile sia con infrastrutture efficienti (è il senso della M4 a Segrate, della linea lilla e della M1 verso Monza) ma anche ampliando i poli attrattori”. E nel contempo “abbiamo bisogno di una Società della Casa che torni a costruire case pubbliche perché non possiamo essere solamente gestori di un patrimonio ereditato dalle generazioni passate. Per riuscirci bisogna trovare un equilibrio economico e per questo è importante estendere l’azione pubblica dall’attuale idea di case popolari (rivolte a soggetti particolarmente bisognosi) per tornare a quella originale che pensava ad abitazioni pubbliche aperte a lavoratori. Oggi il Comune di Milano possiede 28mila case e impiega circa 100 milioni per mantenerle, risorse comunque non sufficienti al punto che ci son ben 6mila alloggi sfitti da ristrutturare. Insieme alle case che possiede la Regione Lombardia con Aler, spesso in stato manutentivo peggiore, più dell’11% dei milanesi vive in case popolari”.
Gli annunci non sono finiti: “Stiamo avviando il progetto “case ai lavoratori” per assegnare appartamenti sfitti e da ristrutturare a lavoratori che vengono supportati nel farlo trovando una abitazione più economica del mercato privato e generando risorse pubbliche che riequilibrano il bilancio. L’obiettivo che ci poniamo con la nuova società è di passare da 22mila case popolari usate e 6mila sfitte a 25mila case popolari usate e 10mila case per lavoratori o studenti a reddito un po’ superiore creando nuove condizioni di sostenibilità e sviluppo. Lunedì 22 maggio abbiamo avviato il tavolo per il canone concordato metropolitano. L’obiettivo è che le parti sociali (cioè sindacati e piccoli proprietari immobiliari, che siglano l’accordo che l’amministrazione può solo sollecitare) fissino delle tariffe massime semplici e comprensibili per l’affitto a un canone concordato che consente al proprietario di pagare la cedolare secca il 10% anziché il 21%, incentivandolo all’adesione di uno strumento che in una città con un mercato libero così invitante è a oggi molto poco utilizzato. Se funzionasse, potrebbe ridurre il costo degli affitti del 15% rispetto agli attuali valori di mercato riportandolo ai livelli pre-covid. Tra gli obiettivi del progetto c’è anche quello di identificare una tariffa concordata per le stanze degli studenti nelle fasce che verranno individuate a Milano e nella sua città metropolitana”.
qui il documento sulle strategie complessive sulla casa di Maran
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