Il GIP non archivia l’inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio

Il GIP non archivia l'inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio PM: archiviare inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio Al Trivulzio si torna alla normalitàl gip di Milano Alessandra Cecchelli non ha accolto la richiesta di archiviazione dell’inchiesta sugli anziani morti al Pio Albergo Trivulzio, storica ‘baggina’, nella prima ondata Covid del 2020, e ha disposto una perizia nel contradditorio tra le parti. I pm avevano chiesto l’archiviazione del dg Giuseppe Calicchio, indagato per omicidio e epidemia colposi e violazione delle regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, e della struttura. Si era opposta l’associazione Felicita che rappresenta i familiari degli anziani, coi legali Luigi Santangelo e Luca Santa Maria.

Cita anche la “raccomandazione” da parte del Dg Giuseppe Calicchio di “far rimuovere dal Pio Albergo Trivulzio”, a fine marzo 2020, un “cartello” sulla “corretta gestione dell’emergenza Covid”, il gip Alessandra Cecchelli che, rigettando la richiesta di archiviare il caso delle circa 400 morti di anziani, parla di “omissioni” e “colpose negligenze” della dirigenza sanitaria. Omissioni che negli atti dell’indagine, tra cui testimonianze, acquisizioni di documenti e chat, si rivelano “in tutta la loro gravità anche nel periodo successivo quando ormai erano noti gli effetti pandemici”. Tra l’altro, il giudice nel disporre nuove indagini, anche per “individuare tutti i soggetti coinvolti”, indica ai pm di effettuare altri due passaggi prima della nuova perizia.

Dovranno essere sentiti ancora i “familiari dei soggetti deceduti” per verificare il ricovero al Pat di persone dimesse con diagnosi di polmonite da altre strutture, la “eventuale compresenza, nella medesima stanza, di soggetti sani” e persone con “sintomatologia sospetta”, le “attività di trasferimento di pazienti tra reparti”, la “commistione del personale”. E gli inquirenti dovranno anche “acquisire in tal senso ulteriore documentazione informativa dal Pat”. Poi, la perizia dovrà superare “i limiti” della consulenza affidata dai pm ad esperti, i quali, come scrive il gip, hanno lamentato anche di aver avuto poco tempo a disposizione. Per il gip, comunque, gli stessi consulenti avevano evidenziato dei “fatti” accaduti, elencati ad uno ad uno nel provvedimento, mentre i pm hanno parlato solo di “suggestive circostanze”.