Cultura e spettacoli

Eventi, cinema, teatro, concerti, spettacoli, innaugurazioni, musei, mostre, Scala, fuori salone, fiera, musica, commemorazioni, Milano

ChiareScure, torna il festival della birra artigianale a San Siro

Ritorna dopo un anno ChiareScure, il primo festival milanese di birra artigianale organizzato direttamente dal Consorzio Dei Birrifici Lombardi, in una veste rinnovata e in una nuova location, il “Mare Culturale Urbano”, la cascina alle porte di San Siro. Il festival mette al centro le birre, prima dei birrifici stessi. Ognuna di esse è concepita come il racconto di una storia custodita gelosamente tra le mura dei birrifici e che gli organizzatori proveranno a raccontare tra un brindisi e l’altro. All’evento parteciperanno 15 birrifici artigianali lombardi; ognuno di essi porterà 5 birre diverse, per un totale di 75 birre in contemporanea. Non mancherà cibo di qualità, la musica con gli artisti di strada, attività extra come mostre, tour guidati con i mastro birrai, laboratori gratuiti e tanto altro. “ChiareScure è il primo festival voluto e realizzato dai birrifici artigianali – spiega Agostino Airoli, Mastro birraio del Birrificio italiano e portavoce del Consorzio dei Birrifici Lombardi – Sola protagonista è la birra artigianale, il linguaggio è semplice e il contenuto è sublime nella qualità e rivoluzionario nella sostanza. I colori della birre e il loro grado alcolico sono la chiave per arrivare a spiegare a tutti cos’è e che sapore ha la vera birra artigianale italiana”. “ChiareScure Festival – prosegue Airoli – celebra un prodotto che oggi come non mai rischia la diluizione in un mare di prodotti che a forza di pubblicità sembrano più artigianali di tutti, ma che in realtà non lo sono affatto. Il destinatario è del Festival è il pubblico, in particolare quel pubblico che ancora non conosce il mondo artigianale”. Nella prima edizione, allestita negli spazi di Fabbrica Orobia 15, ChiareScure ha fatto registrare quasi 6mila presenze. ChiareScure celebra una tradizione birraia avviata in Lombardia ormai 22 anni fa. I visitatori ricevono all’ingresso il bicchiere celebrativo, la guida all’evento con la descrizione delle birre e una mappa con i pub di birra artigianale in Lombardia.

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Apre oggi la mostra su Margherita Sarfatti

Il Museo del Novecento di Milano e il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, inaugurano in contemporanea due diverse mostre dedicate alla figura di Margherita Sarfatti, frutto di un progetto unitario tra le due istituzioni, con un unico catalogo edito da Electa. Le due esposizioni a Milano e a Rovereto, autonome a complementari, permettono di analizzare la complessa personalità di Margherita Sarfatti: al Museo di Novecento con un affondo sull’arte degli anni Venti a Milano, al Mart con una prospettiva sul ruolo di Margherita ambasciatrice dell’arte italiana nel mondo. L’esposizione milanese, aperta nelle nuove sale espositive del Museo del Novecento dal 21 settembre al 24 febbraio 2019, è curata da Anna Maria Montaldo e Danka Giacon con la collaborazione di Antonello Negri, ed è allestita con la regia dello Studio Mario Bellini Architects. Promosso e prodotto da Comune di Milano|Cultura con Electa, il progetto nasce con l’intento di raccontare come e quanto Margherita Sarfatti, con le sue scelte, i suoi scritti e la sua attività politica, abbia avuto un ruolo determinate nell’affermazione di quel gusto “novecentesco” che tanto ha influenzato la cultura italiana degli anni Venti, e nella creazione di un movimento artistico che ambiva all’affermazione internazionale. Margherita Grassini (Venezia, 8 aprile 1880 – Cavallasca, 30 ottobre 1961) nasce a Venezia in una importante famiglia ebrea, ma è con il cognome del marito Cesare Sarfatti, con il quale si trasferì a Milano nel 1902, che si affermerà come una delle figure chiave del sistema culturale italiano. Nonostante la vicinanza agli ambienti politici e intellettuali internazionali, Sarfatti fu costretta a fuggire dall’Italia in seguito alla promulgazione delle leggi razziali (1938), per farvi ritorno dieci anni dopo in un contesto culturale radicalmente mutato e a lei ormai estraneo. L’esposizione al Novecento invita il visitatore a seguire un racconto che ripercorre la vita di Margherita Sarfatti e allo stesso tempo propone un ritratto dell’ambiente in cui vive. Il percorso si svolge attraverso 90 opere realizzate dai protagonisti di due decenni di arte italiana, in particolare del movimento “Novecento” di cui la Sarfatti è l’anima critica. Dipinti e sculture di 40 artisti, tra cui Boccioni, Borra, Bucci, Carrà, Casorati, de Chirico, Dudreville, Funi, Malerba, Marini, La mostra nasce anche dalla volontà di presentare al pubblico il patrimonio artistico e storico del Comune di Milano che proprio negli anni contestuali a quelli affrontati ha acquisito opere importanti della propria collezione: attraverso le scelte dei direttori del tempo è stata così documentata, in modo puntuale, una vicenda artistica fortemente legata all’identità di Milano in quegli anni.

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“Mi chiamo Corvetto” una mostra per riscoprire l’identità di un quartiere

Un quartiere che si presenta attraverso una mostra. ‘Mi Chiamo Corvetto’ è infatti il titolo dell’evento che si terrà da domenica 23 settembre fino al 30 settembre presso la chiesa di San Vittore e 40 martiri di viale Lucania 18. “Una chiesa sconsacrata che torna a essere ‘luogo’ di ‘comunità’. Un quartiere che si racconta, per ritrovare la sua identità, creando o rinsaldando legami sociali. Un evento unico nel suo genere, che svelerà ai milanesi l’anima di questo territorio”. Così il Presidente del Municipio 4 di Milano Paolo Guido Bassi (Lega), ha presentato la mostra fotografica, composta da più di centocinquanta scatti, rappresenta i quartieri Corvetto e Grigioni attraverso l’occhio artistico di cinque fotografi professionisti dell’Istituto Italiano di Fotografia, una eccellenza artistica con sede in via Enrico Caviglia, proprio nel territorio oggetto del racconto fotografico che raccontano i luoghi del quartiere e i volti delle persone che li abitano. Agli scatti dei fotografi professionisti dell’IIF si aggiungono una ventina di fotografie dei ragazzini del campus estivo del Museo del Novecento, aventi come oggetto sempre il quartiere Corvetto. “Il progetto – ha spiegato il curatore dell’iniziativa, il giovane architetto Daniel Romano – muove da due aspetti che si riscontrano nel territorio di Corvetto e Grigioni: il primo è l’abbondanza di spazi in disuso che costituiscono un pericolo strutturale per territori socialmente fragili come le periferie, facili preda di occupazioni abusive e in ogni caso soggetti a degrado materico e strutturale, e il secondo è la percezione estremamente negativa che si ha del Corvetto da parte del resto della città, che supera di gran lunga la realtà dei fatti, tenendo ancorato il territorio in una dimensione percettiva di degrado generalizzato”. “La proposta progettuale – spiegano Bassi e Romano – cerca di rispondere ad entrambi i problemi rilevati, iniziando con un intervento di sensibilizzazione: il racconto fotografico in chiave artistica del Corvetto e dintorni si oppone alla comunicazione negativa che ne macchia l’immagine, e l’allestimento della mostra fotografica in uno spazio in disuso (la Chiesetta di San Vittore e 40 Martiri di Viale Lucania) punta l’attenzione sul problema degli spazi in abbandono, potenziali fonti di disordini urbani, e in ogni caso occasioni mancate per lo sviluppo territoriale di questo brano di città”. “Con la consapevolezza che serve molto più di una mostra fotografica per rigenerare un quartiere o anche solo uno spazio – sottolinea il Presidente Bassi  – l’iniziativa proposta ha l’obbiettivo di sensibilizzare e rafforzare ulteriormente il discorso più che attuale in merito al ruolo delle periferie: luoghi in grado di accogliere la sperimentazione e i nuovi paradigmi che si vanno definendo in materia di urbanistica ed innovazione in campo economico e sociale. Così non si parla più di rigenerazione, ma di ripensamento”.

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Fashon week, esposte le creazioni di quattro giovani stiliste

In questi giorni di Fashion week e fino al 30 settembre va in scena in 4 store di moda di Milano e area metropolitana il trunk show “N1 – NiceOne”, con la possibilità per gli appassionati di shopping e nuove tendenze di vedere ed acquistare le 4 capsule collection firmate dalle giovani stiliste vincitrici di RMI – Ricerca Moda Innovazione e realizzate da selezionati produttori. L’iniziativa è il risultato del progetto di promozione e crescita professionale di giovani stilisti, realizzato dal salone internazionale del prêt-à-porter d’alta gamma THE ONE MILANO con CNA Federmoda e Federazione Moda Italia-Confcommercio, rispettivamente in rappresentanza delle manifestazioni fieristiche – marketplace, della produzione artigianale e della distribuzione della moda. “Siamo molto contenti nel vedere realizzata, proprio in occasione della Fashion Week milanese, una lodevole iniziativa a tutela del Made in Italy e della nostra cultura del bello e dello stile che ha coinvolto l’intera filiera della moda”, ha commentato Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e FederModaMilano (Confcommercio Milano) aggiungendo “C’è grande soddisfazione quando sono tangibili i risultati di un complesso ed ambizioso progetto di orientamento ed accompagnamento dei giovani stilisti al sistema e al mercato della Moda. Ed è altrettanto bello vedere realizzati i sogni delle giovani e talentuose promesse stiliste Giorgia Mura, Federica Paternelj, Sara Pavani, Federica Polli che, dopo aver avuto l’opportunità di esporre al TheOneMilano i propri prodotti e trovato riscontri nel mondo della produzione e della distribuzione, hanno visto produrre le loro capsule collection e presentarle in boutique selezionate agli amanti della moda e dello shopping”.

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Palazzina Liberty presentata la stagione concertistica 2018/19

È stata presentata oggi a Palazzo Marino la stagione concertistica 2018/19 di Palazzina Liberty in Musica, il palinsesto dedicato alla musica da camera in ogni suo genere e forma che dal febbraio 2016 anima la Palazzina Liberty nel cuore del Parco Formentano in Largo Marinai d’Italia. Si conferma con questa terza edizione la vocazione polifonica del progetto PLIM, “un cartellone molteplice e plurale – ha affermato l’Assessore Filippo Del Corno – in cui convivono generi e linguaggi diversi, stili e pratiche apparentemente distanti, come testimonia l’omaggio al compianto Luigi Pestalozza, scomparso un anno fa, a cui l’Associazione Amici di Musica / Realtà dedica due performance sulla canzone d’autore in collaborazione con il Club Tenco di Sanremo”. Sono 117 gli appuntamenti in stagione dal 20 settembre 2018 al 30 giugno 2019, inaugurati da “Vette di latte”, spettacolo-concerto con il soprano Silvia Lorenzi; di questi, il ciclo di sei date a cura della Civica Orchestra di Fiati di Milano – COF, ensemble in residenza dal 1991, e una sezione didattica di 21 matinée per le scuole con i concerti dell’Orchestra da camera Milano Classica e gli spettacoli di teatro musicale de La Sala dei Tanti, accompagnati dalla COF. Numerosi e di pregio gli interpreti in cartellone: da Roberto Plano (21/10/18) a Enrico Bronzi (13/1/19), da Marcello Scandelli e Marina De Liso (24/2/19) a Bruno Canino (26/5/19), fra i protagonisti della XXVII stagione di Milano Classica, “Geni italiani”; il duo pianistico Cabassi-Larionova con il tenore Mirko Guadagnini e voci soliste nei “Liedebeslieder Walzer” di J. Brahms, un classico del Festival Liederìadi per la sua XIII edizione (25/11/18); il basso Renato Dolcini ne “La Resurrezione”, capolavoro di G.F. Händel per la IV stagione de “La Risonanza in Palazzina” (9/10/18), e molti altri. Cammei del repertorio cameristico sono i due omaggi di Milano Classica a Clara Wieck Schumann (1819 – 1896) nel bicentenario della nascita con Le Cameriste Ambrosiane (10/3/19) e il Quartetto Indaco (14/4/19).

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Memoriale della shoa, al via l’evento: “Premesso che non sono razzista”

In occasione dell’80° anniversario delle leggi razziali in Italia, il Memoriale della Shoah di Milano dà il via a “Premesso che non sono razzista – come nasce il pregiudizio e come combatterlo”, il primo palinsesto di eventi del Memoriale dedicato a indagare – per meglio comprendere – pregiudizi e razzismi del passato e del presente. In un contesto storico sempre più sensibile alla necessità di celebrare la diversità e incoraggiare l’inclusività per la prima volta la Fondazione del Memoriale della Shoah ha scelto di organizzare e proporre alla cittadinanza una serie di eventi legati da tematiche comuni per stimolare nei cittadini la riflessione e il dibattito. Il progetto vede coinvolti protagonisti d’eccezione di diversi ambiti culturali: voci del teatro, della letteratura, del diritto, della psicologia, dell’arte danno vita a riflessioni, proposte, idee, per riflettere, insieme al pubblico, sulle origini del pregiudizio, alla base di ogni razzismo, e sui rimedi per contrastarlo. Ad aprire la stagione lo scrittore Paolo Rumiz, che terrà questa sera, alle ore 21, la lecture “Memoria oltre il rito”. Tra gli appuntamenti della prima parte della stagione, che si estende da settembre a dicembre 2018, sono previsti incontri con lo psicanalista Massimo Recalcati (14 ottobre), il drammaturgo Stefano Massini (30 ottobre), lo storico Adriano Prosperi (18 novembre, all’interno della cornice di Bookcity), il magistrato Gherardo Colombo (25 novembre) e il giornalista Corrado Augias (10 dicembre). In concomitanza con Bookcity, inoltre, al Memoriale si terrà la presentazione di “M. ll figlio del secolo” (Bompiani), romanzo di Antonio Scurati incentrato sulla figura di Mussolini. Ciascuno degli interventi affronterà le tematiche della rassegna da una diversa prospettiva, con l’obiettivo di fornire spunti di riflessione nuovi e complementari. Accanto a conferenze, dibattiti e presentazione di libri, il palinsesto di “Premesso che non sono razzista” prevede anche spettacoli e mostre. In particolare, nelle serate del 30 settembre e del 1° ottobre, andrà in scena, in collaborazione con il Piccolo Teatro, la IV edizione dello spettacolo teatrale itinerante “I luoghi della Memoria”. Inoltre, dal 15 novembre, a pochi giorni dalla chiusura del percorso fotografico “1915-1918 Ebrei per l’Italia”, il Memoriale ospiterà la mostra d’arte contemporanea “Ricordi futuri 4.0. Cosa c’è in fondo al Binario”, curata da Ermanno Tedeschi, che si propone di raccontare come nel presente e nel futuro sia cruciale richiamare i Ricordi, affinché, comprendendoli, non si ripetano gli errori del passato. Tra gli artisti che contribuiranno alla mostra, Emilio Isgrò, Edoardo Schapira, Bruna Biamino, Vardi Kahana, Francesca Leone, Riccardo Codero, Orna Ben-Ami, Aldo Mondino e Alberto Burri. A chiudere la prima parte della rassegna saranno le iniziative, in corso di definizione, previste per la Giornata della Memoria, che quest’anno, come avvenuto già nel 2014, vedrà la partecipazione di alcuni “Ciceroni d’eccezione”, volti noti che, per la giornata del 27 gennaio 2019, accompagneranno a sorpresa i visitatori all’interno degli spazi che, tra il 1943 e il 1944, furono teatro delle deportazioni. “Abbiamo voluto ricordare l’80° anniversario delle leggi razziali invitando la città a riflettere e a confrontarsi con tematiche più che mai attuali, come il pregiudizio, l’indifferenza e la discriminazione – ha dichiarato Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano – Con la decisione di realizzare questo progetto per la stagione 2018/2019, la Fondazione tiene a ribadire la propria responsabilità nel rivestire e interpretare un ruolo attivo nel promuovere e incoraggiare il dialogo e l’inclusività nel contesto storico attuale, perché si possa imparare dal passato, operare nel presente e progettare un futuro migliore per tutti”. “Il pregiudizio – ha proseguito – è la forma perfetta della semplificazione, ma non è semplice né capirlo in tutte le sue implicazioni né smontarlo. Per questo abbiamo chiesto a diversi intellettuali (parola nobile quando si accompagna a un vero esercizio del pensiero) di aiutarci a sondarne i vari risvolti: storico, sociale, giuridico, psicologico, linguistico. Tutti hanno risposto entusiasticamente al nostro invito: segno sì che il pregiudizio è in crescita, ma anche che è fortemente sentita l’urgenza di combatterlo.  Perché è sul pregiudizio che attecchisce il razzismo, la discriminazione e, in ultimo, la degradazione dell’altro fino alla sua eliminazione. Come ha detto Albert Einstein ‘È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio’. Proviamoci, però”. “Premesso che non sono razzista” proseguirà anche nella seconda parte dell’anno, tra gennaio e aprile, con un secondo palinsesto, attualmente in via di definizione. Hanno presentato il progetto, insieme allo scrittore Paolo Rumiz, Roberto Jarach e Marco Vigevani, rispettivamente Presidente e Responsabile Eventi della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano ONLUS. È intervenuto Lorenzo Lipparini, Assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data del Comune di Milano.

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