Politica

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Successo per la riunione dell’Unione Patriottica di Milano

Successo per la riunione dell’Unione Patriottica di Milano. Grande successo per la riunione del circolo Unione Patriottica di Milano, alla quale hanno partecipato una sessantina di amici, nonostante altri eventi concomitanti che hanno impossibilitato alcuni dirigenti e militanti a partecipare. Erano presenti: il presidente Stefano Tardugno, il vice presidente avvocato Max Francioli, il commercialista Mauro Rotunno, la psicologa Pilar Rabbai, Rodolfo Knisel e Piero Malatesti. Sono intervenuti: il professore Christian Garavaglia (docente universitario di economia e capogruppo di Fratelli d’Italia in regione Lombardia), Paolo Roccatagliata (storico militante e consigliere di zona della destra milanese). Sono giunti i saluti ufficiali di: Ignazio La Russa (presidente del senato), Beppe Valditara (ministro dell’istruzione) e Gabriele Albertini (sindaco emerito di Milano). Fra i partecipanti anche patrioti romeni, georgiani e russi, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, docenti di liceo e università, imprenditori, professionisti e rappresentanti sindacali. L’Unione Patriottica si pone come cinghia di trasmissione fra le istanze tradizionali della destra storica, del territorio milanese e lombardo, della borghesia produttiva e dei lavoratori italiani, e i rappresentanti istituzionali del centrodestra.

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L’Europa Sacrificata: tra Sanzioni, Bollette e Ipocrisie Geopolitiche

L’Europa Sacrificata: tra Sanzioni, Bollette e Ipocrisie Geopolitiche Dal primo gennaio 2025, gli italiani si svegliano con un’altra stangata: un nuovo aumento delle bollette del gas. Una notizia che non sorprende più nessuno, ma che pesa come un macigno su un paese ormai rassegnato a un futuro di sacrifici senza prospettive. Eppure, ci era stato promesso che questi rincari erano il prezzo da pagare per una vittoria: la sconfitta della Russia, la caduta di Putin e il trionfo dell’Ucraina. Tre anni dopo l’inizio del conflitto, il bilancio è desolante. La Russia è tutt’altro che piegata, Putin è ancora saldo al potere e l’Europa, sotto il peso di una crisi energetica e politica senza precedenti, si trova a raccogliere i cocci di una strategia fallimentare. La crisi dell’Europa: tra politiche sbagliate e governi in difficoltà Le sanzioni contro la Russia, presentate come una misura decisiva per indebolire il Cremlino, si sono rivelate un boomerang devastante per il Vecchio Continente. Germania: Il motore economico d’Europa è sull’orlo del default. Le fabbriche chiudono, le imprese delocalizzano e il cancelliere Olaf Scholz ha perso il controllo della situazione. Il suo governo, ormai privo di maggioranza, è simbolo di un paese in declino. Francia: Emmanuel Macron, un tempo presentato come il leader della rinascita europea, deve fare i conti con proteste incessanti e un’opposizione sempre più forte. La sua autorità è seriamente compromessa. Regno Unito: Dopo tre anni di caos politico, il Regno Unito ha cambiato ben tre Primi Ministri, incapaci di arginare una crisi energetica e sociale che ha colpito duramente le fasce più deboli della popolazione. E mentre l’Europa vacilla, gli Stati Uniti raccolgono i frutti di una guerra che non li ha mai davvero toccati. La vera partita: Stati Uniti contro Russia Gli Stati Uniti, guidati da Joe Biden, hanno sempre avuto chiaro il loro obiettivo: indebolire la Russia per riaffermare la propria egemonia globale. Le dichiarazioni provocatorie di Biden – come quando definì Putin “un macellaio” – hanno dimostrato che questa guerra non era mai stata davvero “nostra”. L’Europa, e con essa il popolo ucraino, è stata solo un mezzo sacrificabile per raggiungere il fine. Il declino del dollaro: La progressiva perdita di centralità del dollaro come valuta di scambio internazionale ha spinto gli Stati Uniti a una politica aggressiva. Con Cina e Russia che promuovono alternative come il rublo e lo yuan, Washington ha visto nel conflitto un’occasione per riaffermare la propria forza. Il caro-gas americano: L’Europa, privatasi del gas russo, si è trovata costretta ad acquistare gas liquefatto dagli Stati Uniti a prezzi esorbitanti. Un affare straordinario per le multinazionali americane, un disastro per i cittadini europei che continuano a pagare bollette sempre più alte. Un sistema ipocrita e a due velocità Non basta. L’Occidente ha dimostrato ancora una volta la sua ipocrisia. Putin e il mandato di cattura: La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di cattura contro Vladimir Putin, un atto dal valore puramente simbolico e politico. Ma la stessa giustizia non si applica a leader come Benjamin Netanyahu, nonostante le accuse di crimini contro i palestinesi. Il servilismo italiano verso Israele: Emblematica la visita del ministro Guido Crosetto, che ha portato un panettone a Netanyahu come gesto di cortesia natalizia. Un’immagine che trasuda servilismo, in netto contrasto con il rigore mostrato verso la Russia. Costi e benefici: un bilancio desolante Dal punto di vista dei costi, il quadro è chiaro: 1. Risorse sprecate: I sequestri di ville, yacht e fondi russi in Europa, simbolo di una politica apparentemente dura, hanno gravato sui bilanci degli stati senza produrre risultati concreti. 2. Cittadini in ginocchio: Le famiglie europee pagano il prezzo più alto, con bollette insostenibili e un’inflazione che erode il potere d’acquisto. 3. Europa marginalizzata: Subordinata alle strategie statunitensi, l’Europa ha perso credibilità internazionale, riducendosi a una periferia di un impero in decadenza. E i benefici? Pochi e insignificanti. La Russia ha consolidato le sue relazioni con Cina, India e altri partner globali, mentre l’Europa si trova isolata e sempre più fragile. Conclusione: cambiare rotta prima che sia troppo tardi Siamo stati sacrificati, insieme al popolo ucraino, per interessi che non ci appartengono. Se non iniziamo a valutare in modo onesto i costi e i benefici di queste scelte, rischiamo di compromettere non solo il nostro presente, ma anche il nostro futuro. L’Europa deve ritrovare la sua voce, rivendicare la sua sovranità e dire basta a una strategia che arricchisce pochi e impoverisce molti. La storia non perdonerà chi è rimasto in silenzio. di Davide Agricola

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Autonomia Differenziata: un punto di vista diverso

Giovedì 24 ottobre, alle 18,30, presso l’Ambrosianeum in via delle Ore 3, si terrà un interessante convegno sul tema dell’Autonomia Differenziata. Introdotto da Leonardo Salvemini, Presidente Associazione Mirasole, e da Mattia Ferrero, Presidente Unione Giuristi Cattolici, sarà coordinato da Carmelo Ferraro, Presidente di Mi’mpegno e vedrà la partecipazione del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e Fabio Pizzul, Presidente Fondazione Ambrosianeum. Parteciperanno all’incontro, dando un sicuro contributo di spiegazione, due autorevoli docenti di Diritto Costituzionale: Lorenza Violini (Un. Studi di Milano) e Silvio Troilo (Un. Studi di Bergamo). “Tra le polemiche politiche che animano il dibattito nell’inevitabile contrapposizione tra maggioranza e opposizione, l’incontro vuole approfondire i contenuti effettivi della riforma, per capire le opportunità e cogliere le criticità” così spiega Carmelo Ferraro. “L’obiettivo è dare a ciascuno la possibilità di capire per poter esprimere un giudizio in modo compiuto”. Il tema è, naturalmente, di stretta attualità e anche nel mondo cattolico ha sollevato obiezioni di una durezza finora riservata alle sole questioni etiche, bio e non. C’è, però, da porsi una domanda: è stato davvero approfondito ogni aspetto della questione? Nell’ottica del Bene Comune, infatti, non è scontato che togliere a chi produce per darlo a chi non lo fa porti prosperità. Anzi. Come dice il Presidente di MI’mpegno Carmelo Ferraro: “Se è vero che l’Italia non può avere venti politiche estere diverse (come non le hanno gli Stati che compongono gli USA), è altrettanto vero che la richiesta dell’Autonomia Differenziata non nasce dal nulla. E non si radica nell’egoismo. Nasce dopo l’esplosione della spesa pubblica, degli scandali per la sua gestione e della constatazione che un’Italia dei Campanili è difficile da governarsi da un ministero a Roma. Ecco, dunque, che il Popolarismo di Don Sturzo ci indica la via: la Sussidiarietà, che prevede sempre due sensi di marcia. Da un lato accentra ciò che le periferie non riescono a gestire, dall’altro localizza ciò che il Centro non riesce a gestire con efficienza”. “Fatte salve, dunque, le esigenze degli ultimi che mai vanno dimenticati, se la scuola o altre materie di pari importanza, in Lombardia funzionano perché negare la possibilità di governarle dal basso? Affronteremo questo e altri problemi concreti di applicazione con giuristi, istituzioni civili e con l’autorità che dovrà poi mettere a terra concretamente questa riforma. Sarà un confronto non scontato tra sensibilità diverse, tutte in ogni caso guidate dall’aspirazione di unire e non di dividere”. Insiste anche il prof. Leonardo Salvemini, altro organizzatore di questo evento: “Autonomia non è indipendenza . Autonomia per realizzare al meglio il benessere degli individui. Autonomia e’ evitare sprechi. Autonomia e’ responsabilità. Autonomia e’ solidarietà. Questi i temi in discussione che vogliamo affrontare senza superficialità e pregiudizi ma con profondità”. Concludiamo ricordando l’esigenza di iscriversi inviando una mail a info@mimpegno.com L’ingresso è libero.

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Area C: più ideologia che ecologia

“Area C sta diventando sempre più l’affermazione di un’ideologia piuttosto che un’azione politica concreta volta a risolvere i problemi dei cittadini. Se da un lato è comprensibile l’intento di ridurre il traffico e le emissioni inquinanti, dall’altro è evidente che il Comune di Milano deve ascoltare le voci di chi vive e lavora in questa città. L’estensione dell’Area C anche nel weekend rende ancora più stringente la necessità di affrontare il problema in modo più inclusivo. La recente lettera aperta del presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, indirizzata al sindaco Beppe Sala, ha sottolineato il disagio degli operatori sanitari, in particolare medici (e anche dei fisioterapisti), che spesso si vedono multati mentre svolgono visite domiciliari a causa di sistemi digitali che non riconoscono i pass cartacei dell’Ordine. Questo è solo uno dei tanti esempi che mostrano come queste normative sembrino pensate senza considerare le esigenze di categorie professionali essenziali. Anche i commercianti, già fortemente penalizzati, vedono in queste misure un ulteriore ostacolo alla loro attività quotidiana. Il Comune deve impegnarsi a trovare soluzioni che tengano conto di tutte le esigenze, senza penalizzare chi, come medici, fisioterapisti, commercianti e tanti altri, offre un servizio fondamentale alla comunità. È tempo che Milano ritrovi un equilibrio tra le necessità ambientali e quelle sociali, senza cadere nella trappola di una politica che rischia di diventare cieca alle reali esigenze dei suoi abitanti.”   Carmelo Ferraro

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Le fazioni interne a Fratelli d’Italia

Le fazioni interne a Fratelli d’Italia Fratelli d’Italia, un partito politico italiano che ha guadagnato visibilità e consensi negli ultimi anni, si trova al centro di un’analisi approfondita sulle sue fazioni interne e sul ruolo chiave di due figure di spicco: Fabio Rampelli e Giorgia Meloni. Questo articolo si propone di esplorare le dinamiche all’interno di Fratelli d’Italia, delineando i profili di Rampelli e Meloni, analizzando le correnti di pensiero all’interno del partito, esaminando la leadership di Rampelli e il ruolo di Meloni nell’unità del partito, e scrutando le tensioni esistenti tra le fazioni. Infine, saranno valutate le prospettive future per Fratelli d’Italia sotto la guida di queste due influenti personalità politiche. Fratelli d’Italia, il partito politico italiano fondato nel 2012 da Giorgia Meloni, si è affermato come un attore significativo nella scena politica nazionale. Con una marcata impronta conservatrice e nazionalista, il partito si distingue per le sue posizioni nette su questioni come immigrazione, sicurezza e sovranità nazionale. Fabio Rampelli, politico e architetto italiano nato a Roma, ha iniziato la sua carriera politica nel Movimento Sociale Italiano per poi entrare a far parte di Fratelli d’Italia. Apprezzato per la sua dialettica brillante e per il suo impegno nei temi culturali e sociali, Rampelli si è affermato come figura autorevole all’interno del partito. Le posizioni politiche di Fabio Rampelli riflettono la linea conservatrice e sovranista di Fratelli d’Italia, con un focus particolare su temi come la difesa della tradizione, la valorizzazione dell’identità nazionale e la tutela della famiglia. All’interno del partito, Rampelli ricopre un ruolo di rilievo e contribuisce attivamente alla definizione delle strategie politiche. Giorgia Meloni, figura di spicco di Fratelli d’Italia, ha una biografia politica ricca e variegata. Cresciuta nell’ambiente politico di destra, ha ricoperto incarichi di responsabilità sin da giovane età. Con determinazione e carisma, Meloni si è imposta come una delle figure più influenti della scena politica italiana contemporanea. La visione politica di Giorgia Meloni si caratterizza per una forte difesa dei valori tradizionali e un deciso rifiuto del politicamente corretto. Con un approccio diretto e combattivo, Meloni si distingue per la sua leadership assertiva e per la capacità di mobilitare consensi attorno alla sua persona e alle idee del partito. All’interno di Fratelli d’Italia emergono diverse fazioni, rappresentanti correnti di pensiero e strategie politiche diverse. Le dinamiche interne al partito riflettono scontri e convergenze tra i vari gruppi, con una costante ricerca di equilibri e alleanze tattiche. Tra le principali fazioni interne a Fratelli d’Italia si distinguono correnti più moderate e pragmatiche e altre più radicali e intransigenti. I principali attori politici all’interno del partito si confrontano su temi cruciali come l’orientamento europeista, la gestione dell’immigrazione e la promozione di politiche sociali. Fabio Rampelli, noto per la sua eloquenza e determinazione, ha guadagnato una posizione di rilievo all’interno di Fratelli d’Italia grazie alla sua capacità di coinvolgere e ispirare i membri del partito. Le sue idee conservatrici e il suo carisma lo hanno reso una figura di spicco, con un’influenza significativa sulle decisioni interne. Rampelli si distingue per il suo approccio inclusivo e pragmatico nella gestione delle fazioni interne del partito. Con abilità diplomatiche, cerca di mediare tra le diverse correnti ideologiche, promuovendo un clima di collaborazione e coesione. Giorgia Meloni, carismatica e determinata, svolge un ruolo centrale nel mantenere l’unità all’interno di Fratelli d’Italia. Grazie alla sua leadership carismatica e alla sua capacità di ispirare fiducia, Meloni è vista come una figura unificante che incarna i valori e gli ideali del partito. Meloni adotta varie iniziative e strategie per promuovere l’unità all’interno di Fratelli d’Italia, tra cui incontri regolari con i membri del partito, comunicazione trasparente e promozione di valori condivisi. La sua leadership empatica e decisa aiuta a mitigare le divisioni interne e a mantenere coesa la base del partito. Nonostante gli sforzi di Rampelli e Meloni, Fratelli d’Italia non è immune da tensioni interne e divergenze ideologiche. Alcune fazioni del partito possono manifestare posizioni contrastanti su questioni chiave, creando conflitti che possono mettere a rischio l’unità del partito. Le divisioni interne e le divergenze ideologiche possono indebolire la coesione e la capacità del partito di presentarsi come un’alternativa credibile. È fondamentale affrontare queste tensioni in modo costruttivo per evitare danni all’immagine e all’efficacia di Fratelli d’Italia. Il futuro di Fratelli d’Italia dipenderà dalla capacità di Rampelli e Meloni di gestire con saggezza le tensioni interne e di capitalizzare sulle opportunità emergenti. Sfide come mantenere l’unità e la coerenza ideologica saranno cruciali per il successo del partito. Diverse ipotesi di sviluppo si profilano per Fratelli d’Italia, da una maggiore coesione e crescita a fronte delle sfide, fino a possibili scissioni o perdite di consenso. La capacità del partito di adattarsi alle mutevoli dinamiche politiche determinerà il suo percorso futuro. In conclusione, l’analisi delle fazioni interne a Fratelli d’Italia e i ruoli di Fabio Rampelli e Giorgia Meloni all’interno del partito evidenziano le complessità e le sfide di mantenere l’unità e la coesione all’interno di un movimento politico in evoluzione. Con prospettive future ancora incerte, ma ricche di possibilità, sarà fondamentale monitorare attentamente come Rampelli e Meloni affronteranno le dinamiche interne e guideranno Fratelli d’Italia verso nuovi orizzonti politici. Massimo Blandini

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Ciocca (Lega): “Milano città più insicura d’Italia”

Ciocca (Lega): “Milano città più insicura d’Italia”. In questa intervista all’europarlamentare Angelo Ciocca abbiamo affrontato alcuni temi relativi a Milano e alla Lombardia. Il capoluogo lombardo è la città più insicura d’Italia secondo l’europarlamentare leghista, ma non solo: nelle posizioni francesi e tedesche sulla guerra il deputato europeo intravede un interesse economico nell’economia di guerra. Perché la Germania ha avviato la più grande fabbrica di proiettili del mondo, mentre il presidente Macron continua a cercare di mandare i giovani al fronte. Forse, aggiungiamo noi, perché è più semplice che creare lavoro in patria con un sistema sociale che garantisca una società equa per i cittadini.  

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