Politica

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Consiglio Comunale, approvate mozioni su periferie e locali storici

Il Consiglio comunale di Milano con 25 voti favorevoli su 29 votanti ha approvato la mozione presentata dal Pd sul provvedimento del decreto Milleproroghe, che rinvia la liquidazione agli enti locali dei fondi previsti dal Piano periferie. Si tratta, per il capoluogo lombardo, di 18 milioni di euro, destinati al quartiere Adriano. Al testo, che sottolinea la contrarietà del Comune al provvedimento, è stato aggiunto un emendamento del consigliere di Milano Popolare, Matteo Forte, che impegna la giunta “ad assicurare al quartiere Adriano il mantenimento delle risorse per la parte comunale”. Bocciati invece gli emendamenti di Forza Italia, che ha votato contro la mozione. La Lega era assente al voto e i consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno lasciato l’aula. “Non volevamo che il nostro voto contrario venisse strumentalizzato: noi non siamo contro Milano, ma questa mozione è una buffonata fatta per prendere in giro i cittadini“, ha spiegato Gianluca Corrado (M5S). “Vogliamo fare un regolamento per la gestione e l’assegnazione degli immobili di pregio, principalmente la Galleria. Siamo molto contenti che finalmente l’assessore Tasca abbia anche lui accolto l’idea che, anziché decidere caso per caso i rinnovi in Galleria, sia opportuno dotare il Comune di un regolamento che, con principi generali, disciplini questa materia“, ha spiegato Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, a margine del voto per la mozione per disciplinare le assegnazioni dei locali in Galleria Vittorio Emanuele. “Se bisogna fare gare o rinnovo, è meglio che lo decida un Regolamento e non un assessore pro tempore, anche perché – ha aggiunto il capogruppo – secondo quanto diceva Anac, si può derogare al criterio generale delle gare solo qualora i Comuni si siano dati delle loro regole per la gestione degli immobili storici“.

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Taxiblu: Centrale indecorosa e insicura

Stefano Salzani responsabile commerciale di Taxiblu 02.4040 in una nota sottolinea che, oltre alla lotta agli abusivi, il settore ha bisogno di un ripristino del decoro in zone sensibili, come quella intorno alla Stazione Centrale. “In periodo elettorale sono state molte e anche convincenti le promesse inerenti a quello che sarebbe stato il futuro legato al nostro lavoro, alle sue regole e molto banalmente a dove lo esercitiamo, la nostra città”, esordisce Salzani. “Sembrerà forse scontato – prosegue – ma prima ancora che le grandi riforme di settore credo sia fondamentale il ripristino della legalità in questa città. Molto semplicemente oltre che alla lotta agli abusivi, punto fondamentale per noi, credo sia prioritario il ripristino di una situazione di decoro e civiltà di alcune zone della nostra città, dalla Stazione Centrale sino alle zone un po’ più periferiche ma che non per questo debbono diventare ‘zone di nessuno’”. “Urgono – prosegue – non solo controlli e pulizia, una tantum, ma va ripristinata una situazione che riesca a permanere stabilmente nei limiti della civiltà. Negli anni oltre al progressivo peggioramento della situazione abbiamo assistito a vari tentativi, durati un giorno o poco più per riportare la situazione ad un livello quantomeno civile, tentativi falliti dopo poco tempo”. “Credo sia il momento per questo Governo e per tutte le istituzioni coinvolte, di dare seguito a quelle promesse nelle quali una categoria e una parte della città continuano ancora a credere ma che vorrebbero veder realizzate quanto prima”, conclude Salzani.

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Navigli, Biscardini ai Consigleri Comunali: il progetto del Sindaco è inutile

Alla ripresa dei lavori del Consiglio Comunale e chiusa la fase del Dibattito pubblico, Roberto Biscardini presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli si rivolge ai consiglieri comunali e in particolare al Pd, con questa nota: “Non commettete l’errore di confondere il grande progetto per la riapertura dei Navigli con la realizzazione di cinque piccoli tratti, talmente insignificanti che tutti ormai chiamano  “vasche”. Inoltre non permettete che sia confusa la realizzazione di un canale navigabile (diversamente non è un Naviglio), con la realizzazione di un “tubo” sotterraneo, fatto apposta e soltanto per portare acqua alle cosiddette “vasche”. Un insulto all’intelligenza, un intervento costoso, che sfiora il ridicolo. In particolare il Pd, per il peso che ha in Consiglio, non rinneghi se stesso, e faccia valere le ragioni della coerenza e del coraggio. Quelle che portarono il Consiglio comunale nel 2012 a inserire la riapertura dei Navigli come opera strategica nel Piano di Governo del Territorio, sulla spinta di molti di noi, ma soprattutto sulla spinta dei 450.000 cittadini che votarono Sì al referendum del 2011. Non a caso, dopo quella decisone, si diede incarico al Politecnico di Milano di avviare uno studio di fattibilità che confermò le nostre indicazioni: la riapertura integrale è fattibile da ogni punto di vista. Quei cittadini che votarono Sì non possono essere presi in giro oggi. La riapertura del Naviglio deve essere “integrale” sulla base in un progetto complessivo che non c’è ancora. Si può certamente realizzare per lotti, ma per lotti coerenti e da realizzarsi nel tempo, sulla base di un programma di lavori da definire oggi a garanzia  che l’opera sia conclusa integralmente entro una data certa. Infine, dovete capire, che il “tubo” è uno spreco (30 milioni buttati via) che, se realizzato, sarà usato dai detrattori come “cavallo di troia” per far fallire il progetto complessivo.” Alle minoranza Biscardini si rivolge così: “Evitate di guardare alle pagliuzze, nel momento in cui gli errori che potrebbero essere commessi sono grandi come una trave.”

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Periferie: Osnato (FdI) non risparmia Critiche a nessuno

Il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Osnato, commentando l’abbandono delle periferie milanesi, non ha risparmiato critiche a nessuno, accusando da un lato il Governo per gli effetti del decreto Milleproroghe e dall’altra dell’aumento di tasse e delle tariffe ATM da parte dell’amministrazione comunale. “Da una parte il governo, con il clamoroso taglio ai fondi per la riqualificazione delle periferie e dall’altra il Sindaco Sala e la sua maggioranza PD con i continui aumenti di tasse e tariffe, ultimi quelli previsti per biglietti e abbonamenti ATM che variano dal 10 al 33 % e in mezzo i milanesi che, come del resto tutti gli italiani, sono vittime del dilettantismo e della faciloneria della politica degli annunci sui social”, ha attaccato Osnato. “I nostri concittadini – ha quindi aggiunto il deputato di Fratelli d’Italia – vedono oramai lontani i tempi in cui le giunte di centrodestra a Milano toglievano l’ICI, non applicavano l’addizionale IRPEF, contenevano la TARSU, proponevano le tariffe dell’acqua più basse d’Europa, alzavano la soglia di esenzione per asili e mense, concedevano la gratuità per i libri di testo fino alle medie e non aumentavano biglietti e abbonamenti dell’autobus (addirittura gratuiti per gli anziani) assicurando i migliori servizi e investimenti possibili. Oramai il bilancio del Comune di Milano è una plastica rappresentazione del concetto “tassa e spendi” senza che i milanesi ne abbiano alcun giovamento. Contestualmente anche il governo Lega-5 Stelle toglie ogni residuo di speranza ai milanesi che vivono nelle sempre più abbandonate periferie i quali, dai tempi di Albertini e della Moratti, non vedono più progetti concreti e realizzati di riqualificazione, e si vedono sottrarre anche quei pochi finanziamenti previsti per le zone disagiate delle città”.

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