Roma – Cronaca

Mancò la fortuna, non il valore!

Mancò la fortuna, non il valore! Un’idea della ferocia e dell’importanza di questa battaglia. La storia della battaglia di Tel El Alamein, un episodio fondamentale della Seconda Guerra Mondiale che ha avuto un impatto enorme sul corso degli eventi a venire. Questa battaglia ha visto scontrarsi il genio militare di Erwin Rommel, comandante delle forze dell’Asse, e le abilità organizzative e logistiche degli Alleati. Il risultato è stato un misto di strategia e coraggio che ha cambiato le sorti della guerra nel Nord Africa. Le forze in campo Da una parte, le forze dell’Asse erano guidate dal maresciallo tedesco Erwin Rommel, il leggendario “Volpe del Deserto”, che aveva sotto il suo comando l’armata italo-tedesca di circa 100.000 uomini. Dall’altra, gli Alleati, con una forza di circa 330.000 soldati, tra britannici, australiani, neozelandesi e sudafricani, supportati da una superiorità aerea e navale schiacciante. La battaglia La battaglia ebbe inizio il 23 ottobre 1942, quando le forze dell’Asse lanciarono un attacco a sorpresa contro le posizioni degli Alleati a Tel El Alamein, in Egitto. L’offensiva fu un successo iniziale, con le forze di Rommel che riuscirono a sfondare le linee nemiche e a spingersi in profondità nel territorio nemico. Tuttavia, la superiorità numerica e di risorse degli Alleati alla fine si rivelò decisiva. Le forze dell’Asse, nonostante la loro accanita resistenza, furono gradualmente respinte. La battaglia divenne una guerra di logoramento, con entrambi gli eserciti che subivano pesanti perdite. Ma gli Alleati avevano una riserva strategica, l’operazione “Supercharge”, che coinvolgeva un attacco notturno a tenaglia che colse di sorpresa le forze dell’Asse. Il 4 novembre 1942, gli Alleati ottennero una vittoria decisiva. Le forze dell’Asse furono sconfitte e si ritirarono verso ovest, ponendo fine alla loro avanzata in Egitto. Questa battaglia dimostrò che la macchina da guerra tedesca poteva essere sconfitta e fu un importante boost per il morale degli Alleati in tutto il mondo. Le conseguenze Le conseguenze di Tel El Alamein furono di vasta portata. La vittoria degli Alleati fermò l’avanzata delle forze dell’Asse in Nord Africa e fu un passo fondamentale per la successiva invasione dell’Italia e lo sbarco in Normandia. La reputazione di invincibilità della Germania nazista ne uscì gravemente compromessa, mentre la fiducia degli Alleati nella propria superiorità militare crebbe significativamente. La battaglia di Tel El Alamein resta un esempio di determinazione e coraggio di entrambi gli eserciti. Nonostante la superiorità numerica e di risorse degli Alleati, le forze dell’Asse guidate da Rommel dimostrarono un’abile strategia e un’incredibile resistenza. Alla fine, fu forse la fortuna a mancare alle forze dell’Asse, ma sicuramente non il valore dei loro soldati. Massimo Blandini

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Emilio Simonetta premiato per il miglior Lounge Wine Bar d’Italia

Emilio Simonetta premiato per il miglior Lounge Wine Bar d’Italia. Il 5 maggio 2024, è stato premiato Emilio Simonetta (Botica American bar) per il miglior Lounge Wine Bar d’Italia ricevendo la targa dalle mani del primo cittadino di Pietrelcina, Salvatore Mazzone. La meritata gratificazione è stata commissionata da una cerchia di manager che opera in tutto il territorio nazionale nella ricerca costante e continua di imprese culinarie: Saporiamo Italia. Questi analizzano cinque fattori importanti: qualità, location, menù, conto e servizio. Il nome dell’azienda vincitrice per l’anno 2024 è Il Salotto di Emilio Simonetta in P.zza SS. Annunziata, Pietrelcina (BN). Auguri e che tanti possano portare avanti la tua stessa passione in Italia e in tutto il Mondo: l’eccellenza è innata dentro di Te. Veramente bravo. Forse un giorno inizierai a formare tuoi cloni per un futuro più brillante e attento ai particolari come il tuo “Salotto”. Ancora Auguri. Che San Pio e la Madonna SS. della Libera siano sempre con Te e la tua Famiglia. Massimo Blandini

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Municipio VII, Scurria (FdI): “Tempestivo intervento delle forze dell’ordine contro il degrado al tuscolano”

Municipio VII, Scurria (FdI): “Tempestivo intervento delle forze dell’ordine contro il degrado al tuscolano”. “ Le forze dell’ordine nelle ultime ore hanno effettuato uno straordinario servizio di controllo del territorio, con bonifica e messa in sicurezza nell’area del Municipio VII di Roma. Da tempo ormai la situazione era diventata preoccupante a causa di abusivi che ogni giorno alimentavano sempre più l’allarmante degrado che aveva sviluppato un clima di insicurezza e paura”, lo dichiara il Senatore di Fratelli d’Italia Marco Scurria. Il senatore continua: “ Il tempestivo intervento delle forze dell’ordine, con al seguito unità cinofile antidroga, con l’ausilio di personale dell’Ama, del Dipartimento Tutela Ambientale, dell’Ufficio N.a.e., della Sala Operativa Sociale, dell’ASL Roma 2, di R.F.I. e del VII Municipio, è stato frutto delle numerose segnalazioni da parte dei cittadini stessi, ormai esasperati, e da parte delle istituzioni. Infatti, con un’interrogazione parlamentare il Vice Presidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, ai ministri Piantedosi e Fratin ha voluto porre l’attenzione sul degrado e la non sicurezza in particolare delle periferie, come il quartiere Tuscolano nel VII Municipio della Capitale”. “Voglio ringraziare il Prefetto di Roma Dr. Lamberto Giannini, che ho incontrato, quattro giorni fa, unitamente al Corresponsabile del Dipartimento Pensionati d’Italia in FdI per il Municipio IX Dr. Massimo Blandini, alla consigliera Municipio VII Dr.ssa Cristina De Simone, e l’avv. Cassazionista Dr.ssa Tiziana Siano, il quale ha preso immediatamente in considerazione la situazione, per ripristinare l’equilibrio e la sicurezza nel quartiere. È necessario mantenere ancora alta l’attenzione, per continuare a tutelare il quartiere e i suoi cittadini”, conclude il senatore. A cura di Massimo Blandini

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Il 20 febbraio 2024, doppio appuntamento all’insegna della legalità e della lotta alla criminalità

Il 20 febbraio 2024, doppio appuntamento all’insegna della legalità e della lotta alla criminalità. Alle 9,30 presso “Anchecinema” gli studenti del Liceo Scientifico Sportivo Abbrescia Di Cagno di Bari e dell’Istituto Professionale “L. Santarella – De Lilla” di Bari parteciperanno alla proiezione del docufilm del regista Ambrogio Crespi, “Generale Mori – Un’Italia a testa alta”. Al termine si svolgerà un dibattito moderato dal giornalista Alessandro Cucciolla con la presenza del regista, del Generale Mario Mori e del Colonello Giuseppe De Donno. Gli stessi ospiti saranno protagonisti, alle ore 19:00, della conferenza che si terrà nell’Auditorium della Parrocchia a San Sabino di Bari organizzata da Don Angelo Cassano, parroco antimafia alla guida dell’Associazione Libera in Puglia, attraverso la quale si ripercorreranno gli ultimi sessant’anni della storia d’Italia impegnata nella lotta alla mafia e si proverà ad approfondire, insieme alla cittadinanza, il tema della legalità anche prendendo spunto dal libro “M.M. Nome in codice UNICO” a cura del Gen. Mario Mori e dell’avvocato Fabio Ghiberti. “È fondamentale – ha dichiarato il regista Ambrogio Crespi – che si parli costantemente di legalità e lotta alla mafia e che lo si faccia attraverso le voci di chi, a questa lotta, ha dedicato tutta la propria vita. Ancora più importante è farlo agli studenti e ai giovani che sono il nostro futuro e che hanno quanto mai bisogno di esempi chiari e positivi. Raccontare il vissuto del Generale Mori e dei suoi uomini è stato per me un onore e avere, ancora oggi, l’opportunità di far conoscere questa storia alle nuove generazioni è una grande soddisfazione”.

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Israele-Hamas, Maimone: “Il messaggio cristiano di Papa Francesco con la Casa della Famiglia Abramitica sia veicolo di Pace”

Guerra Israele-Hamas, Maimone (Ass. Bambino Gesù del Cairo): “Il messaggio cristiano diffuso da Papa Francesco mediante la Casa della Famiglia Abramitica sia veicolo di Pace”. Grazie a Papa Francesco a Abu Dhabi è sorta la Casa della Famiglia Abramitica, che racchiude in un unico sito una Moschea, una Chiesa e una Sinagoga,  edificate per vivere accanto, nel rispetto reciproco delle proprie differenze religiose, e che pertanto rappresenta un simbolo di Pace. “Nessuno può uccidere indisturbato, qualsiasi motivo lo animi. Niente giustifica l’odio fratricida. Non vi sono ideali che possono giustificare il massacro di esseri umani, seppur rivolti a fini sublimi. La vita è un dono di Dio. E’ una verità che non può essere compresa dai terroristi, perché offuscati dalla ‘non verità’ rigida, schematica e perentoria, mai pronta al confronto. Assistiamo nuovamente allo sterminio di vite innocenti nei luoghi in cui è nato e vissuto Gesù, in cui Egli ha predicato l’Amore. Una nuova strage di vite innocenti. La storia si ripete? No, è l’odio fratricida che si rinnova e semina morte. Il pianto di Dio accompagna il pianto di coloro che vedono morire i propri affetti per il folle egoismo legato alla sete di  affermazione politica e, pertanto, per il potere che ne scaturisce. Il fondamentalismo dimostra che è vivo, che vuole governare la vita del popolo islamico.  Non accetta confronti con altre concezioni della vita e della religione, non ascolta la voce di nessuno. L’Islam aspira fortemente a dimostrare di non essere fondamentalista ed  afferma vigorosamente di essere aperto al dialogo” ha dichiarato Biagio Maimone, Corrispondente dall’Italia per il quotidiano America Oggi e Direttore della Comunicazione dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Gaid Yoannis Lahzi, già Segretario di personale di Sua Santità Papa Francesco, il quale ha aggiunto: “Una parte dell’islam rimarca di voler  essere fondamentalista, non aperto al confronto con altre religioni, con altre filosfie della vita, con chi vuole un mondo governato dall’amore e non dalla viòlenza, con chi vuole un mondo goverrnato dallo stato di diritto e non dalla legge che nega la libertà di pensiero, che nega il valore della persona e i suoi diritti fondamentali. Scende la notte sulle terre afflitte e spaventate di Israele e della Palestina,ritorna la barbarie. Non c’è pace sotto gli ulivi. In qualità di membro dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo ho avuto modo di seguire, sotto il profilo giornalistico, l’impegno del Documento ‘Sulla Fratellanza Umana per la Pace  Mondiale e la Convivenza Comune’ e la realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica a cui esso ha dato vita, che mi ha consentito di verificare come realmente e fattivamente Papa Francesco sia il ‘Papa della Pace’. Il Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottoscritto da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb , il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, ha sancito un’alleanza tra tre religioni il cui Dio è unico, che sono la religione islamica sunnita, la religione ebraica e la religione cattolica. E’ sorta la Casa della Famiglia Abramitica in seguito a tale sottoscrizione, che può dirsi un suo frutto prezioso, che racchiude in un unico sito una Moschea, una Chiesa e una Sinagoga, edificate per vivere accanto, nel rispetto reciproco delle proprie differenze religiose.  Essa dimostra come tre religioni diverse, pur mantenendo il loro credo religioso e, pertanto, la propria identità, possano vivere su un unico spazio, ossia su un unico territorio, facendo del dialogo il fulcro della loro coesistenza pacifica. La Casa della Famiglia Abramitica rappresenta un simbolo di pace, con cui Papa Francesco ha voluto dimostrare al mondo intero la coesistenza pacifica delle differenze, le quali hanno la possibilità di interagire, in modo costruttivo, attraverso il dialogo. La Casa della Famiglia Abramitica insegna, altresì, che i territori le cui differenze saranno valorizzate e valorizzabili mediante il dialogo incessante, aprono orizzonti  insospettabili per il miglioramento della condizione umana, sociale e politica dei popoli, in quanto pervasi dalla pace e dal l’armonia. Lo strazio del popolo di Isreale e del popolo palestinese, colpiti dal fondamentalismo di Hamas, non impedirà al Documento ‘Sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’ di diffondere il suo messaggio per le strade del mondo. Non si lascerà certo scoraggiare da chi non sa amare. Odiano il dialogo coloro che hanno fatto del fondamentalismo religioso la ragione della propria affermazione politica. Ma soprattutto essi non hanno compreso cosa significa la parola ‘essere umano’. Nel cuore della persona pulsa un’anima che lo fa essere una creatura divina. In nome di Dio non si può uccidere la sua creatura. I fondamentalisti dimostrano di  rinnegare la più sublime verità divina. Essi dimostrano di credere unicamente  solo nel potere fine a se stesso. Il Cattolicesimo e il Cristianesimo insegnano che il dialogo costruisce accordi che non moriranno mai perché condivisi pienamente in quanto guidati dal principio dell’amore fraterno. L’idea di sottomettere attraverso la violenza è radicata nelle menti di coloro che sono accecati dall’odio fratricida, dal desiderio di sopraffazione. Il fine non giustifica il mezzo. La logica della violenza ha dominato la storia umana e continua a dominarla. Fino a quando? E’ noto che i dittatori sono soggetti al tribunale della storia. La storia è foriera di verità e giustizia. Siamo di nuovo di fronte a molteplici conflitti che non creeranno certo ordine, ma solo disordine, in quanto sorretti dalla menzogna e dall’istinto di morte. Dare attuazione concreta all’anelito alla libertà non può significare in alcun modo uccidere la libertà degli altri, ma significa far ricorso agli strumenti del dialogo che le menti veramente evolute sono in grado di realizzare. La libertà è figlia della verità e non della crudeltà che il cieco fondamentalismo fa vivere, chiuso nel buio del pregiudizio. Gli insegnamenti del Cristianesimo e del pacifismo costituiscono il vero  cammino da percorrere per ridare dignità ai popoli ai quali essa non è riconosciuta. Nella terra in cui è nato Gesù deve rinascere la pace attraverso l’instaurazione di una relazione fondata sulla fratellanza umana, come chiede, con

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