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La nuova Dc parte con una zuffa

Doveva essere un incontro felice per rilanciare un passato recente, ma già mitologico. Invece l’incontro per rifondare la Democrazia Cristiana col nome di Partito del Popolo Italiano è iniziato con una baruffa. Lorenzo Cesa, grande tessitore dell’incontro svoltosi a Roma in via del lungo Tevere in Assia, è dovuto intervenire in prima persona. Il rappresentante di una delle tante associazioni presenti voleva infatti parlare, visto che c’era una lista di interventi prevista, e ha provato a rivendicare l’opportunità che gli era stata offerta salendo sul palco. Dopo pochi minuti però è stato costretto a scendere senza aver potuto portare a compimento il suo intervento. Ecco il video esclusivo dell’Osservatore: Nonostante questo politici come Gianfranco Rotondi hanno espresso fiducia per quanto riguarda la nuova proposta politica. Ecco le sue posizioni espresse in un’intervista a Gianfranco Rotondi: Intervista all’Onorevole Gianfranco Rotondi da parte dell’Agenzia giornalistica Agenpress.it   di Biagio Maimone Ritorna la DC e nasce il Partito Popolare. Rotondi: “La questione meridionale dei Sudisti sarà uno dei temi fondamentali del nuovo Partito” Domanda:  Onorevole Gianfranco Rotondi, oggi è nata la Federazione dei Democratici Cristiani o meglio è nato il Partito Popolare  al cui interno vi sono diverse sigle, tra cui i Sudisti Italiani. Quale ruolo  ricopriranno i Sudisti all’interno della nuova formazione politica? Risposta:   L’unica delegazione estera presenta è stata quella della Csu, e questo dice molto:come il partito bavarese, il Ppi può rappresentare  una forza di massa nel mezzogiorno se rilancia la questione meridionale. Domanda: Nuove idee, nuovi progetti saranno il vettore dell’azione politica del Partito Popolare, senza tralasciare i valori democratici ed universali  che hanno guidato l’impegno di De Gasperi e e di Don Sturzo che ha fatto rifiorire la nazione italiana stremata dalla seconda guerra italiana. Condivide la tesi secondo cui il Partito debba qualificarsi, innanzitutto,  come promotore di quel progresso di cui la nostra nazione oggi sente vitale bisogno per rinascere sul piano sociale e politico.  Un Suo parere in merito; Risposta: La Dc era il partito italiano,secondo la felice definizione di Agostino Giovagnoli.   Ed era il partito dello sviluppo, della sussidiarietà, dell’interclassismo. Questa definizione può riferirsi anche al nuovo partito popolare. Domanda: Si intende porre in essere un progetto politico che ponga le fondamenta per una  “Politica dal volto umano”,  come i Sudisti  auspicano che sia la politica, che dia corso ad un’economia dal volto umano, in quanto pone al centro la persona ed i suoi bisogni vitali, i suoi diritti fondamentali, quali il diritto al lavoro, il diritto alla tutela della salute, alla sicurezza, ad un  livello di vita dignitoso, alla tutela della salute, alla cultura. Si tratta di un progetto democratico ambizioso ed alternativo ad altri progetti che non garantiscono la parità tra i cittadini. Quali saranno le azioni che il Partito Popolare porrà in essere per attuare tale progetto di equità sociale? Risposta: Non bisogna promuovere un partito generalista, con un programma da partito di governo quale era la Dc.  Oggi partiamo da quote basse, dobbiamo renderci riconoscibili con proposte serrate, incalzanti. Se sposiamo la questione meridionale, quello è il tema caratterizzante del partito. Domanda: Il centro politico non potrà  eludere la  necessità della  mediazione delle  istanze e,pertanto,dovrà fornire risposte alle istanze  di tutte le classi sociali, riscattare il cosiddetto ceto medio , la cui  messa ai margini  ha determinato  l’impoverimento della nazione italiana, dovrà far vivere i diritti delle fasce più  povere, dire no al razzismo e all’esclusione ,dire si alla politica dell’inclusione di ogni cittadino nel contesto sociale ed economico, far vivere le diversità sia sociali, sia di pensiero, sia di fede, rieducare alla condivisione e alla cooperazione , alla tutela dei diritti e al rispetto dei doveri, dovrà essere fautore di una nuova pedagogia sociale. Ritiene che tale progetto democratico possa aprire nuovamente  le porte agli ideali e alla speranza ne contesto dell’attuale società? Risposta:  E’una domanda che contiene una risposta, sono considerazioni che condivido e  che tratteggiano con efficacia il profilo augurabile del nuovo partito popolare. Domanda: Si afferma che, con la nascita del partito popolare e, quindi, del centro politico, i cittadini italiani ritorneranno al  centro dell’interesse della vita politica e parteciperanno attivamente al suo processo. La partecipazione popolare alla  vita politica, come nel passato recente, segnerà l’identità del nuovo centro o rimarrà pura enunciazione? Risposta:  La partecipazione politica non va separata dal principio di rappresentanza,che il populismo tende a ribaltare.  Non si può sostituire la partecipazione alla rappresentanza, è quest’ultima semmai a nascere dalla partecipazione.

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Ventennale Craxi: intervista a Gianfranco Rotondi

Ventennale Craxi: intervista a Gianfranco Rotondi. Per l’occasione rilanciamo l’articolo di Agenpress. Ventennale morte di Craxi. Intervista esclusiva a Gianfranco Rotondi, vicepresidente dei deputati di Forza Italia e presidente della fondazione Democrazia Cristiana. Domanda. On. Rotondi in una recente intervista a La 7 Matteo Renzi ha dichiarato: “rispetto ai politici di oggi Craxi era un gigante”. Lei cosa ne pensa? Risposta. Non è un complimento straordinario: Craxi è un gigante a prescindere dal paragone coi protagonisti di oggi. Domanda. Craxi nei libri di Storia verrà ricordato come un grande statista europeo, oppure come un politico che preferì sottrarsi alla giustizia? Risposta. La storia la scrivono i vincitori, e la partita è ancora aperta. Domanda. Craxi fu costretto a dimettersi da segretario, perse nel ’94 l’immunità parlamentare e prima che potesse essere arrestato fuggì ad Hammamet, da esule secondo i suoi sostenitori, da latitante secondo i suoi persecutori. Secondo Lei? Risposta. Craxi fece una scelta politica, reagì a quello che riteneva un colpo di stato;non si sottrasse alla reclusione, si diede da solo gli arresti domiciliari (che avrebbe avuto tranquillamente anche in Italia). Craxi era un animale metropolitano, immedesimato nella sua Milano, il soggiorno obbligato ad Hammamet fu come il carcere. Domanda. Perché oggi su Craxi molti hanno cambiato parere: i calunniatori sono diventati adulatori. Questo vuol dire che in politica nel bene e nel male non esiste nessuna riconoscenza? Risposta. Sono passati venti anni, il degrado della politica è sotto gli occhi di tutti. Le conversioni si spiegano così. Domanda. Lei onorevole nella sua lunga carriera politica serba qualche aneddoto o qualche episodio che possa far meglio delineare la figura politica di Craxi? Risposta. Ho conosciuto Craxi solo telefonicamente. Da direttore del “Popolo”, quotidiano del Ppi, lo chiamai ad Hammamet per intervistarlo. Fu gentilissimo, l’intervista scatenò un putiferio, la Bindi chiese le mie dimissioni, io per tutta risposta offrii a Craxi una rubrica fissa; gli altri giornali lo ospitavano con pseudonimo, io pubblicavo la sua firma e lui mi era molto grato di questo gesto. Ci sentivamo tutte le settimane, ogni telefonata era una lezione. Ho trasferito ai figli l’affetto che non ho avuto il tempo di dimostrare al padre. Domanda. Cosa provò nel vedere Craxi quando sera del 30 aprile 1993, uscito dall’Hotel Raphael, alcune contestatori gli lanciarono delle monetine? E come mai chi allora agitò il cappio si è trovato negli anni successivi di fronte a responsabilità peggiori, non ha subito la stessa gogna mediatico-giudiziaria? Risposta. Dell’episodio ho un ricordo televisivo. In realtà una trappola mediatica del pds. Domanda. Craxi è stato Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987. Negli anni Ottanta l’Italia ha rimontato la china della regressione, della stagnazione e dell’inflazione, uscì dalla crisi economica e produttiva per entrare in un ciclo di espansione e di sviluppo senza precedenti toccando le punte di sviluppo più alte tra i paesi dell’Europa industrializzata. E’ il caso di riconoscere che ciò è stato anche merito suo? Risposta. In politica nessuno riconosce i meriti se non la storia. Domanda. Onorevole Rotondi è d’accordo con questa dichiarazione di Craxi? “…Non credo che questo nostro Paese costruirà il futuro che si merita coltivando un clima di odio nei confronti della classe politica, i cui limiti sono noti ma che pure ha fatto dell’Italia uno dei Paesi più liberi…” Risposta. L’odio verso la classe politica è aumentato, e gli effetti si vedono: il populismo è al governo, e all’opposizione riprendono cittadinanza pulsioni di estrema destra. Domanda. Come veniva giudicato Craxi all’interno della Democrazia Cristiana. E come erano i rapporti tra De Mita e Craxi. E’ vero che tra loro vi fu una collaborazione difficilissima. Essi diffidavano reciprocamente della loro furbizia e forza di carattere. Risposta. Craxi ha diviso la Dc in vita almeno quanto l’ha unita in morte. Non c’è un leader della Dc in cui i democristiani si riconoscano unitariamente. Su Craxi oggi c’è un unanime giudizio positivo dei democristiani. Domanda. Onorevole Rotondi è d’accordo con la figlia di Craxi che sostiene che suo padre avrebbe fatto certamente degli errori, ma ha agito sempre nell’interesse degli italiani. Non esistono spiegazioni, tranne quella di aver svelato il paradosso e l’ipocrisia della cultura comunista. Di quei comunisti che invocavano quell’uguaglianza che spesso vuol dire povertà per tutti tranne che per loro. Risposta. Craxi era un anticonformista nel paese del politicamente corretto, ha pagato anche questo. Domanda. Nella vicenda Sigonella Craxi disse a Reagan “Siamo alleati, non servitori” e dopo alcune settimane di inevitabili tensioni tra i due Paesi, il Presidente americano inviò una lettera che iniziava con un “Dear Bettino”. Molti dissero che Craxi rese l’Italia un Paese sovrano. Lei è uno di quelli? E possiamo sperare che l’Italia riconquisti nella politica estera credibilità e rispetto? Risposta. Non aderisco alla vulgata che vuole Sigonella alla base della condanna a morte di Craxi.

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