Albertini

Albertini: vice? Se mi vorranno sono disponibile

Se mi vorranno io ho dato la mia disponibilità, poi sono loro che devono decidere”. Così l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto, a margine dell’inaugurazione del nuovo campus di architettura del Politecnico di Milano, se sarà disponibile a fare il vicesindaco se il centrodestra deciderà di candidare a sindaco di Milano, Oscar di Montigny e lui verrà eletto. “Di Montigny lo vedo bene, è una persona con grande motivazione, stava bene dov’era ma vuole spendersi per la città e penso che i valori ideali che lo muovono sono un argomento solido per fare bene. – ha concluso – Se poi potremo aiutarlo per le cose dove servono concretezza e pragmatismo, qualcuno che ha già fatto il sindaco forse può aiutarlo. Dipende però se lo vorranno”. ANSA

Albertini: vice? Se mi vorranno sono disponibile Leggi tutto »

Albertini: pronto a fare il vicesindaco di Fabio Minoli

Gabriele Albertini ha spiegato che non intende candidarsi per il centrodestra a sindaco di Milano, ma è pronto a fare il vicesindaco “di una figura come quella di Fabio Minoli”. L’ex sindaco elenca le qualità di Minoli, attuale capo comunicazione di Bayer Italia, ex direttore relazioni esterne di Confindustria e deputato di Forza Italia dal 2001 al 2006.  “E’ stato coordinatore cittadino di Fi, deputato e fondatore dei club azzurri e quindi ha anche una sensibilità politica. Ma – ha aggiunto – è anche uno che non vive di politica e quindi ha la garanzia di essere in contatto con la realtà”. “Ha dimostrato di poterne fare a meno – ha sottolineato Albertini – e di poter scegliere con indipendenza. Potrebbe essere la persona giusta”. Ai partiti, l’ex sindaco ha già fatto il suo nome, o per lo meno “Giancarlo Giorgetti – ha raccontato – mi ha chiesto un nome. Gli ho fatto quello di Minoli e lui ha apprezzato”. “E’ chiaro che loro volevano che corressi ma oggi il vecchio leone, visto che non può dare il cattivo esempio – ha concluso – può almeno dare dei consigli. come canta De Andrè e per me Minoli è un ottimo candidato. Di lui si può dire quello che Salvini ha detto di me: ‘Sfido chiunque a dirmi di che partito è Albertini”. “Molto lusingato dell’endorsement”: non si sbottona più di tanto Fabio Minoli, l’ex deputato di Forza Italia, direttore comunicazione di Bayer Italia che Gabriele Albertini ha indicato come possibile candidato a sindaco di Milano per il centrodestra.

Albertini: pronto a fare il vicesindaco di Fabio Minoli Leggi tutto »

Chi fugge da Milano e chi costruisce il futuro

Chi fugge da Milano e chi costruisce il futuro. Il secondo no definitivo di Gabriele Albertini alla corsa per la poltrona di sindaco di Milano apre un nuovo scenario: il centrodestra che ha governato per tanto la Lombardia e la locomotiva economica italiana è ormai a pezzi. I suoi esponenti superstiti sono di due generazioni fa, nomi di valore tanto da superare le generazioni, ma non si può pensare che tirino la carretta ancora per molto tempo. La verità è che sono finiti i nomi. L’ultima generazione di giovani che poteva rivitalizzare il centro del centrodestra (Altitonante e gli altri) è stata bruciata dalle inchieste. Forse un giorno finiranno in niente, ma ormai li hanno messi fuori dalla competizione per chi guida il carro. I salviniani in questa fase stanno usando molte energie, quasi tutte pare, per giocare la partita del Parlamento. Chi potrebbe occuparsi di Milano? La risposta è chi costruisce il futuro. Perché ora c’è solo chi fugge da Milano e chi costruisce il futuro, o almeno potrebbe farlo. Allora perché non prendere atto che c’è un lungo lavoro da fare per costruire una classe dirigente nuova e in grado di affrontare le sfide del domani? In fondo Sala lo possono lasciare su un altro giro invece di bruciare qualcuno in una sfida che se anche vinta potrebbe fermare il processo di rinnovamento. Meglio costruire un’opposizione sensata con un’idea di città da portare avanti pezzo per pezzo, iniziando senza l’onere di governare. Tanto i migliori della giunta Sala o se ne sono già andati o se ne stanno per andare. Essere l’opposizione sarebbe “facile” dovendosi confrontare con le seconde linee della sinistra, permettendo così a nuovi volti di crescere e strutturarsi. Perché dopo decenni c’è bisogno di costruttori anche a Milano, come in tutta Italia ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E per costruire ci vuole tempo. Il prossimo obbiettivo reale per il rilancio del Nord sono le Olimpiadi invernali 2026, perché proprio come Expo 2015 di per sé l’importante non è l’evento, ma il percorso per arrivarci. Miliardi di euro per opere ferme da una vita che si sbloccheranno, rivitalizzando alcuni settori economici in crisi e dinamiche sociali paralizzate. Avere una prospettiva sportiva potrebbe essere proprio la chiave per il centrodestra: riassumiamolo come “Obbiettivo 2026”. In visione di una vera competizione c’è bisogno di allenare una squadra che possa confrontarsi con le altre coalizioni. Negli anni la sinistra milanese ha potuto contare su nuovi personaggi come Pierfrancesco Majorino, Pierfrancesco Maran e una piccola folta schiera di gente contestabile, ma in grado di cambiare interi pezzi di città o amministrarli con polso. Ora chi se ne è andato in Europa, chi prende la strada per Roma, insomma lasciano Milano, ma del loro passaggio resta traccia. Per avere una squadra di cui ricordarsi il centrodestra non può affidarsi a chi è sulla scena da sempre, perché persino alcuni degli “anziani” è conosciuto al massimo dai suoi colleghi. Quelli veramente noti sono stanchi. E non condenserebbero abbastanza consensi. Però potrebbero aiutare per l’obbiettivo 2026, crescendo chi sarà chiamato a imprimere domani una svolta alla storia di Milano.

Chi fugge da Milano e chi costruisce il futuro Leggi tutto »

Albertini rifiuta definitivamente la candidatura

Gabriele Albertini non ha accettato la candidatura a sindaco di Milano per il centrodestra. Lo ha annunciato sul suo sito www.gabrielealbertini.com dopo giorni di voci, indiscrezioni e richieste dei partiti che compongono la coalizione. “Purtroppo – ha scritto oggi – devo comunicare che per un insieme di ragioni personali non posso accettare questa generosa opportunità offertami.” Albertini è stato sindaco di Milano per due mandati, dal 1997 al 2006. Sulla scelta di oggi l’ex sindaco aveva detto nei giorni scorsi che avrebbe sciolto le riserve proprio il 15 maggio, “il giorno dell’anniversario del mio primo giuramento da sindaco”. “In questo giorno a me caro – ha scritto Albertini -, che coincide con la data in cui nel 1997 ho giurato da sindaco per la prima volta, mi rivolgo ai concittadini milanesi, agli amici e sostenitori, ai leader del centrodestra: Matteo Salvini , Giorgia Meloni, e Silvio Berlusconi, al quale (ricoverato al San Raffaele. ndr) rivolgo con affetto un augurio di pronta guarigione”. “Vi devo una risposta dopo settimane in cui ho sentito l’affetto e il sostegno di voi tutti – ha proseguito -. Alcuni sondaggi m’avevano indicato come possibile candidato vincente nella imminente consultazione elettorale per la scelta del sindaco di Milano. Purtroppo devo comunicare che per un insieme di ragioni personali non posso accettare questa generosa opportunità offertami. Né voglio mantenere questa incertezza che potrebbe danneggiare il corso della campagna”. Albertini ha confermato la “disponibilità nel corso della futura campagna ad accompagnare il candidato sindaco, sia nei contenuti, sia nella definizione e nella partecipazione ad una lista civica, fattore, secondo me, fondamentale per la vittoria elettorale”. Inoltre ha spiegato che “per le sfide che aspettano Milano, il candidato o la candidata debba essere giovane (il 15 maggio 1997 avevo 46 anni), rappresentare le categorie produttive in vista della imminente ripresa, e conoscere tutte le realtà di questa multiforme ed articolata città, anche quelle rese più fragili dalla pandemia”.

Albertini rifiuta definitivamente la candidatura Leggi tutto »

Il grande giorno di Albertini

Il grande giorno di Albertini. In ogni caso sarà il grande giorno di Albertini perché l’ex sindaco ha stabilito che oggi sarà l’ultimo giorno per sciogliere la riserva sulla sua corsa contro Giuseppe Sala. Dopo aver dichiarato pubblicamente di non voler correre per una serie di motivi personali, pare che ci stia ripensando. O almeno ci riflette perché dopo aver detto no, ha puntualizzato che l’unica cosa definitiva è la morte. Dunque potrebbe tornare in campo, per la felicità di un centrodestra milanese in crisi di identità e di candidati. Albertini potrebbe essere la persona giusta, perché ha almeno tanti appoggi quanti Sala nella Milano che conta e in più sa suscitare le simpatie di chi non conta nulla. E, in ultimo non per importanza, ha dimostrato di saper immaginare e organizzare un nuovo modello di città. La stessa che ha fatto le fortune delle ultime due giunte di sinistra che si sono intestate tutto ciò che era stato fatto dai predecessori di centrodestra. Persino le politiche ambientali come AreaC sono state avviate da Letizia Moratti. L’unica eredità delle ultime due Amministrazioni sono piste ciclabili spesso molto discutibili per l’utilità, i costi o i metodi di realizzazione. Perché per ora l’unico effetto delle politiche di sinistra è stato impedire ai poveri di entrare nelle zone centrali della città, come se il sushi a 20 euro a rotolino potesse arrivare in bici direttamente dal mare. O come se tutti i quartieri dovessero essere isole dedicate unicamente a chi ci vive. Politiche che uccidono le libertà personali in nome di un supposto ambientalismo. Perché la libertà non è avere tutti i servizi possibili immaginabili sotto casa in Foro Bonoparte, quelle sono le pretese di chi ha i soldi e non vuole rischiare di incontrare poveri. A meno che non siano quelli che gli puliscono il cesso, quelli da sottopagare e trattare come la servitù di un tempo con la convinzione che in fondo devono ringraziare perché mangiano grazie alle Boldrini di questo mondo. Persone troppo prese per prenotarsi il parrucchiere da sole, perché sono impegnate a firmare appelli “umanitari”. Albertini potrebbe sconfiggere questa ideologia classista dei “progressisti” ristabilendo la libertà di milanesi, lombardi e italiani tutti, di vivere dove preferiscono. Perché se anche ho un ristorante sotto casa, perché dovrei andare per forza lì per non farmi dare del killer dell’atmosfera? Forse sarebbe meglio se tutti i mezzi pubblici fossero meno inquinanti. Se ci fossero vere politiche per rendere gli edifici non inquinanti. Se insomma si favorisse la libertà delle persone, senza vendergli la decurtazione dei propri diritti come qualcosa di positivo. Invece è più facile impedire alle persone di frequentare altre zone di città, sul modello del 20121. Così i ricchi staranno con i ricchi e i poveri con i poveri. Il tutto appoggiato da qualche editorialista compiacente con la casa in Brera e la casa a Capalbio o Forte dei Marmi. Allora speriamo tutti che sia il grande giorno di Albertini veramente. Il giorno in cui si potrà tornare a sperare nell’inversione di marcia. Dalle idee anti libertarie degli ultimi dieci anni, a una visione di libertà per tutti. Perché i marmi del Senato sono pagati anche dal sudore e dalle tasse della plebe che ha tutto il diritto di spostarsi come crede, quando crede, senza dover chiedere il permesso.

Il grande giorno di Albertini Leggi tutto »

De Corato (FdI): Sala lavori invce di vaneggiare su Albertini

“Una cosa sensata, alla fine, ma proprio alla fine, Sala l’ha detta: “è meglio che non commenti nulla finché non ci sarà un candidato”. Più commenta, invece, con dichiarazioni ridicole come sta continuando a fare, più è chiara la paura che ha della situazione che gli si potrebbe presentare da sabato”, afferma così il Consigliere Comunale di FdI, Riccardo De Corato, già vice Sindaco del capoluogo lombardo in merito alle dichiarazioni del Sindaco Sala a proposito di Gabriele Albertini, ancora in corsa come suo possibile sfidante di centrodestra alle prossime elezioni comunali. “Da quando si è prospettata la possibilità di Albertini come candidato del centrodestra, il verde Sala ha perso la ragione. Prima di vaneggiare sull’ex primo cittadino di Milano, si ricordi che lui non è solo il candidato sindaco, ma che, attualmente, ricopre già questa carica. E allora pensi prima a fare il Sindaco ed ai problemi della città, come ad esempio, quello riguardante la sicurezza, specialmente nelle periferie, ampiamente sottovalutato dalla sua Giunta. E pensi anche ad essere più partecipe ai lavori del Consiglio Comunale visto che, con il 39% delle presenze, è il più assente di tutti i 49 consiglieri in Aula. Dal mio primo Consiglio dell’11 gennaio u.s. ad oggi, infatti, ho avuto occasione di vederlo partecipare ad una sola seduta. Su 353 sedute che si sono svolte fino al 3 maggio u.s., lui ha partecipato solo a 141 di queste”, conclude De Corato.

De Corato (FdI): Sala lavori invce di vaneggiare su Albertini Leggi tutto »