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Afol, Sardone assolta: vicenda affrontata a testa alta fidando nella giustizia

A quasi dieci anni di distanza da quando le furono mosse le accuse, l’Eurodeputata della Lega Silvia Sardone, è stata assolta dalla Corte dei Conti della Lombardia per la vicenda legata alla nomina nel 2011 di Luigi Degan a direttore generale di Afol, di cui all’epoca era Presidentessa. Insieme a lei sono stati assolti tutti gli altri componenti del Consiglio di Amministrazione: Claudio Azzolini, Antonio Imperatore, Marzio Nava e Gaetano Truppo e quelli della commissione di valutazione: Fabio Monti, Mario Benaglia, Rodolfo Guiscardo e Stefano Curatti. La vicenda, che dal punto di vista penale si era già chiusa per la Sardone con un decreto di archiviazione del gip, riguardava la scelta di affidare la carica di dg a Luigi Degan, nonostante quest’ultimo, secondo l’accusa, non ne avesse tutti i requisiti. Per questo i magistrati contabili avevano chiesto il risarcimento dei compensi erogati al dg dal 21 febbraio al 26 giugno 2013 (28.883,50 euro) sia ai membri del Cda e ai componenti della commissione (3.610,43 euro a testa) “a titolo di responsabilità sussidiaria” che alla Sardone (la cifra intera) “a titolo di dolo“, in quanto avrebbe “caldeggiando veementemente la nomina di Degan, tanto da indurre alle dimissioni i consiglieri del precedente Cda di Afol“. Per i giudici però il curriculum di Degan riportava dati veritieri anche se in parte “enfatizzati“, mentre delle pressioni della Sardone non sarebbero risultati “sufficiente riscontro probatorio” a fronte invece della convinzione di tutti i componenti del Cda che hanno dichiarato ritenessero Degan il candidato migliore. Di qui l’assoluzione anche dal punto di vista contabile che la Sardone ha commentato con sollievo, “Finalmente dopo 9 anni si conclude questa vicenda  con l’assoluzione da parte della Corte dei Conti“, aggiungendo, “Ho affrontato, a testa alta e con fiducia nella giustizia, questa assurda situazione per anni, dovendo sopportare attacchi politici strumentali, finalizzati a indebolirmi. Ora che si è finalmente chiusa voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno sostenuta credendo sempre in me“.  

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Pipì davanti gazebo FdI, De Corato contesta la sentenza

Fece pipì davanti al gazebo elettorale di Fratelli d’Italia di Riccardo De Corato, ma per il giudice non ha commesso atti osceni in luogo pubblico aggravati, bensì atti contrari alla pubblica decenza, reato depenalizzato e tutt’al più passibile di sanzione amministrativa. Lo ha deciso il gup di Milano Raffaella Mascarino, al termine del processo nei confronti di una donna di 42 anni, con qualche precedente, e un suo amico di 46 e che aveva fatto ‘da palo’ nel tentativo di impedire che i supporter di FdI interrompessero la performance, in cui lei aveva anche alzato il dito medio, e facessero foto. Foto che invece furono scattate e fecero il giro del web. I due protagonisti del blitz avvenuto in piazza Argentina il 27 gennaio 2018 davanti al gazebo per la campagna dell’assessore regionale Riccardo De Corato sono stati però condannati dal giudice a 3 mesi di carcere per lesioni e violenza privata per il parapiglia, qualche spintone e ceffone, nato dopo l’incursione dei due contestatori. “La sentenza di oggi contro gli antagonisti che urinarono e aggredirono un mio collaboratore davanti al mio gazebo elettorale il 27 gennaio 2018, ribadisce che, se ce ne fosse stato bisogno, Milano è fatta su misura per le violenze dei centri sociali. Nella nostra città, apprendiamo oggi, che urinare in una via di passaggio come Corso Buenos Aires in pieno pomeriggio davanti a Mac Donald non costituisce atto osceno, ma, bensì, semplicemente un reato contro la pubblica decenza, guarda caso un reato depenalizzato“. E’ il commento alla sentenza di Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza Regione Lombardia, che poi conclude “Il messaggio di clemenza che ancora oggi esce dal Palazzo di Giustizia non lascia ben sperare. Dopo quel fatto increscioso i miei gazebo furono saccheggiati per altre due volte. Cosa dobbiamo aspettarci da centri sociali alle prossime elezioni?“.

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