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Cassazione: assolti per il saluto romano al Cimitero

Sono stati assolti dalla Cassazione, perché il “fatto non sussiste”, i quattro imputati appartenenti all’associazione Lealtà e Azione accusati di aver fatto il saluto ‘romano’ la mattina del 25 aprile del 2016 al Cimitero Maggiore di Milano durante una commemorazione dei caduti della Repubblica di Salò. Le motivazioni della decisione – emessa dalla Prima sezione penale nella tarda serata del 12 ottobre – saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, tra circa un mese. In primo grado gli imputati sono stati assolti dal giudice che ha applicato la legge Scelba, previa riqualificazione del fatto, mentre in appello erano stati condannati a due mesi e 10 giorni di reclusione tornando ad applicare la legge Mancino come originariamente contestato dall’accusa. Già in altri casi la Suprema Corte aveva ritenuto che la legge non punisce “tutte le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, ma solo quelle che possono determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste”, e i gesti e le espressioni “idonei a provocare adesioni e consensi”. ANSA

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Tutti assolti per il saluto alla commemorazione di Ramelli

Durante la commemorazione di Sergio Ramelli, Carlo Borsani ed Enrico Pedenovi, il 29 aprile 2016, alzarono il braccio destro per il saluto romano. Oggi gli otto militanti di destra, imputati nel processo con le accuse di aver risposto alla chiamata del “Presente”, violando l’art. 2 del decreto legge 122/1993 avendo “compiuto manifestazioni esteriori proprie e usuali di organizzazioni e movimenti tra cui anche il Partito Nazionale Fascista”, sono stati assolti. Luca Alberto Cassani, Marco Giuseppe Carucci (che nell’ultima udienza ha reso spontanee dichiarazioni) Marco Clemente, Massimo Egidio Trefiletti, Stefano Del Miglio, Fausto Marchetti, Duilio Canu, Angelo Balletta sono stati assolti oggi in I grado dal giudice Teresa Ferrari Da Passano, della VI sezione penale del tribunale di Milano “perché il fatto non costituisce reato”. “Vista la piega che aveva preso il processo, e considerati gli ultimi orientamenti della Corte d’appello di Milano non eravamo sereni – commenta all’Adnkronos l’avvocato Antonio Radaelli che difende Stefano Del Miglio e Fausto Marchetti – Il giudice deve aver seguito la linea della nostra discussione, le testimonianze dei reparti della Digos, l’ispettore presente e l’agente della Scientifica che materialmente ha analizzato i filmati. Il pm Piero Basilone aveva chiesto 5 mesi per tutti gli imputati, aspettiamo le motivazioni, ma intanto per noi oggi è una bella soddisfazione”.

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Saluti romani al corteo per Ramelli, tutti assolti in appello

“Un’altra assoluzione, due su due. La dedico al mio amico Fiano, perché è venuto il tempo di distinguere il grano dal loglio: una cosa è il rispetto e la tutela dell’ordine democratico e un’altra inseguire fantasmi che non esistono“. Ad affermarlo all’Adnkronos è il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, che, da avvocato, è parte del collegio legale che ha difeso davanti alla Corte d’Appello di Milano i 16 militanti di destra radicale accusati di apologia di fascismo per aver partecipato, nel 2013, alla commemorazione di Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù morto, a soli 18 anni, il 29 aprile 1975, dopo essere stato brutalmente aggredito a colpi di chiave inglese da militanti di Avanguardia Operaia a Milano. La decisione è della IV Sezione della Corte d’Appello di Milano, che ha ribaltato la decisione presa in primo grado dal Tribunale, che aveva condannato gli imputati, tra cui diversi esponenti di Forza nuova e CasaPound (oltre al cantante e scrittore Federico Goglio, in arte Skoll), a un mese di reclusione, 250 euro di multa e un risarcimento di 12mila euro all’Anpi. Ai 16 era contestata la violazione dell’articolo 5 della legge Scelba per aver fatto il saluto romano in seguito alla ‘chiamata del presente’ in ricordo di Sergio Ramelli e di altri due esponenti di destra, Enrico Pedenovi, ucciso il 29 aprile 1976 a Milano da un commando di Prima Linea, e Carlo Borsani, assassinato dai partigiani il 29 aprile 1945. Il pm aveva chiesto la conferma delle condanne, ma la Corte di Appello, dopo oltre due ore di camera di consiglio, ha deciso per l’assoluzione di tutti gli imputati. AdnKronos  

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Lume, assolti gli occupanti, scontro Mazzali – De Chirico

I due attivisti del collettivo LUME sotto processo per l’occupazione, nel novembre 2017, dell’ex magazzino del verde pubblico in viale Vittorio Veneto sono stati assolti. Secondo il gip dell’ottava sezione del Tribunale “la condotta non ha rilevanza penale in quanto ha avuto scopo dimostrativo con la finalità di stimolare gli enti pubblici a una più proficua utilizzazione degli spazi per finalità connesse con il godimento della collettività e della cittadinanza“. “Davanti a queste parole di assoluzione rimango sbalordito, – commenta Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia – ancor di più nel leggere il comunicato del LUME che sbeffeggia l’amministrazione comunale “amica”. Infatti, come se non bastasse la ben nota amicizia tra il lupetto (ex-boyscout) Tommaso Proverbio e la vicesindaco Scavuzzo, apprendiamo che tra il pool di avvocati difensori compare l’avvocato Guido Guella, agli onori della ribalta per aver difeso in vari processi una serie di antagonisti, e ben più preoccupante l’avvocato Mirko Mazzali, già consigliere comunale oggi consigliere del Municipio 1 e delegato dal sindaco Sala alle periferie“. “Nessuno critica il lavoro di penalista, – precisa De Chirico – ma è gravissimo che Mazzali difenda degli imputati in un processo contro l’amministrazione che rappresenta. Un palese conflitto d’interessi per cui auspico – conclude – che Sala prenda dei provvedimenti immediati e rimuova Mirko Mazzali, avvocato anche del Leonkavallo, da un così importante incarico“. La precisazione di De Chirico, non deve essere stata sufficiente per Mirko Mazzali, delegato del sindaco alle Periferie che, dopo poco gli risponde, “La questione posta dal Consigliere De Chirico è molto semplice. L’avvocato difende tecnicamente gli imputati da un reato , non difende le idee degli imputati” richiamandolo ai suoi valori,  “Un liberale come ritiene di essere De Chirico dovrebbe essere d’accordo“. “Peraltro negli anni ho difeso imputati di Forza Italia e anche di altri partiti senza che ovviamente ne abbia approvato gli eventuali motivi del reato. – continua Mazzali – De Chirico incorre nell’errore di confondere l’avvocato con gli imputati, non sarà il primo non sarà l’ultimo. Peraltro nel caso in oggetto gli imputati sono anche stati ritenuti innocenti e il Comune non era parte civile” conclude.

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