attilio fontana

Il pericolo dell’orgoglio e della superbia

Il pericolo dell’orgoglio e della superbia. Lo stiamo vivendo tutti in questi giorni. Duole sottolinearlo ancora una volta, ma la classe dirigente sta dimostrando tutti i suoi limiti. Mentre dai tempi di Roma a quelli attuali i popoli seri nei momenti di crisi si sono sempre messi dietro ai loro capi fino oltre la tempesta. Perché se la nave affronta i marosi con dieci che pretendono di dare la direzione tutti insieme, è inevitabile l’affondamento di tutta la barca. Il nostro governo acquisisce ogni giorno pezzetti della stima internazionale ormai smarrita da tempo, ma nel suo stesso interno ci sono personaggi piccoli piccoli come Francesco Boccia. Ministro alle varie ed eventuali (in realtà è agli Affari Regionali), nel senso che pare che il suo ruolo sia essenzialmente aver sposato la De Girolamo di Forza Italia, ha avuto la brillante idea di innescare la polemica con le regioni perché “da sole non ce l’avrebbero fatta”. Spendiamo due righe per precisare perché è un’idiozia sesquipedale: primo, lo Stato è lì non solo per chiedere soldi e diritti ai cittadini, ma chiede risorse (e diritti) proprio per tutelare i cittadini. Quindi ci aspettiamo tutti, e pare il minimo, che mentre si muore lo Stato faccia qualcosa. Secondo, a livello umano e politico esordire con una frase completamente inutile non può che creare danni. L’esempio è proprio quello della barca: se qualcuno discute di chi sta facendo di più mentre si tira dritto tutti vicini per uscire dalla tempesta facile che qualcuno si distragga e finisca in mare senza che ce ne si accorga. Quindi, l’intervento di Boccia lo riteniamo sia inutile a livello teorico che pericoloso a livello pratico. E il pericolo dell’orgoglio e della superbia è un pericolo mortale in questa fase. Attilio Fontana ha dovuto replicare a quest’uomo sposato bene. E già parliamo di Fontana che negli ultimi giorni sembra sempre più bisognoso di un gran riposo. Le sue crisi nervose in diretta iniziano a crepare l’immagine di serietà trasmessa dalla Regione nelle prime settimane. Per affrontare il pericolo dell’orgoglio e della superbia servono energie, serve coraggio, perché purtroppo il mondo è ancora pieno di Boccia.

Il pericolo dell’orgoglio e della superbia Leggi tutto »

Fontana: l’ordinanza regionale dura dieci giorni

Fontana: l’ordinanza regionale dura dieci giorni. I cittadini lombardi si devono dunque attenere alle indicazioni più restrittive imposte dalla norma regionale. I dieci giorni, ha specificato il governatore lombardo, partono da domenica scorsa. L’unica svolta può avvenire se il governo confermerà o smentirà le misure attuate in autonomia dalla Lombardia. Per il resto la conferenza stampa quotidiana è stata più breve del solito. C’è stato giusto il tempo di confermare che i lavori sull’ospedale in Fiera non ci sono ancora certezze: “Stiamo proseguendo con la massima determinazione, poi giorno più giorno meno” la nuova struttura sarà completata. Tutto dipende da talmente tanti fattori che ancora è prematuro fissare date che poi magari verrebbero spostate. Macchinari, personale, le questioni in dubbio sono ancora tante. Compreso il ruolo e lo stato di salute del commissario Guido “un Euro” Bertolaso. Bertolaso? Pare stia bene, seppure ammalato, conferma Fontana. “L’ho sentito ieri brevemente e la voce era squillante”. Quindi pare che il delegato al progetto Fiera stia svolgendo il suo ruolo nonostante l’infezione. Fontana ha poi tirato dritto, chiosando con poche parole la conferenza stampa. L’unica notizia data da Fontana è che l’ordinanza regionale dura dieci giorni. A partire da domenica.

Fontana: l’ordinanza regionale dura dieci giorni Leggi tutto »

Fontana sul Coronavirus: la progressione non è più esponenziale

Fontana sul Coronovirus: la progressione non è più esponenziale. La comunicazione l’ha data il presidente di Regione Lombardia nella conferenza stampa di pochi minuti fa. “Oggi credo che  la notizia che bisogna continuare a far girare è rispettare le misure. Se continueremo questo rigoroso isolamento la cosa si risolverà, i numeri possono iniziare a darci ragione. Insistiamo perché crediamo che sia l’unico modo e l’unica azione fondamentale”. Poi su richiesta dei cronisti Fontana ha anche annunciato le nuove misure per i dipendenti di Regione Lombardia: “In giunta sono stati stanziati 4,5 milioni per favorire lo smartworking dei dipendenti di Regione Lombardia – e poi ha aggiunto – stiamo cercando di realizzare il nuovo ospedale alla Fiera di Milano e stiamo cercando anche questi “benedetti respiratori”. A cercare la notizia positiva, Fontana sul Coronavirus ha detto che la progressione non è più esponenziale: “Si potrebbe cominciare a dire che forse non c’è più la progressione violenta dei giorni scorsi, è ancora una progressione ma non più esponenziale”. Forse un piccolo segnale, ma un segnale positivo di cui in questi giorni si avverte un grande bisogno in tutte le fasce sociali che iniziano a sentire l’effetto delle misure restrittive difese però da Fontana: “Più le misure sono restrittive, più ci sono possibilità di accelerare i tempi di circolazione del virus, per questo lo dico dal primo giorno”. Intanto si agisce in tutte le direzioni, compresa l’ipotesi dell’ospedale in Fiera su cui sta lavorando l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso.

Fontana sul Coronavirus: la progressione non è più esponenziale Leggi tutto »

La Milano di Expo si schianta sul virus

La Milano di Expo si schianta sul virus. Non è un modo di dire, ma quello che è successo: se c’è tanta ansia nel capoluogo lombardo è perché il corona virus ha messo in ginocchio uno storytelling e uno story doing che ci portiamo dietro da dieci anni. Milano è stata la città del lavoro, poi le fabbriche del Novecento hanno chiuso col loro carico di tumori e terreni compromessi, lasciando la città senza identità.Identità che è tornata con grande carica grazie a Expo 2015, un evento mondiale pompato da tutto il sistema Paese. Persino le critiche di chi vedeva limiti nel modello di futuro riassumibile in clienti e camerieri furono tacitate come anti progressiste. Milano ha ripreso in pieno la sua vitalità, scoprendo che a  trecentomila operai si erano sostituiti trecentomila studenti. Nuova linfa per le casse pubbliche, nuove energie da incanalare  in eventi sempre più mondiale e alla moda. Musica, cibo, una sorta di perenne sagra di paese o festa del santo patrono ma in versione chic. Ma ecco la vera apoteosi: il virus così facile da diffondere che rischia seriamente di mettere a dura prova il sistema sanitario. Lo stesso sindaco Giuseppe Sala, promotore della nuova Milano da Bere, ha dovuto chiedere ai milanesi di ridurre la vita sociale. State in case, pare l’ordine generale. Regione Lombardia ha spinto perché si chiudessero i bar in anticipo e moltissimi uffici calano le serrande. Ecco dunque che la Milano di Expo si schianta sul virus: la città della vitalità, unica per altro di una nazione perennemente depressa, si deve fermare. Non è la peste bubbonica, ma a livello psicologico è un dramma sociale per Milano che forse potrebbe cambiare il modo di raccontarsi e di viversi. Da città del mattone e dello sballo a città della cura, forse solo un sogno che svanirà passata l’emergenza. Forse.

La Milano di Expo si schianta sul virus Leggi tutto »

What do you like about this page?

0 / 400