A Niguarda le indagini puntano sull’omessa sorveglianza

A Niguarda le indagini puntano sull’omessa sorveglianza. Le indagini sulla morte del bambino in una scuola di Niguarda sembra si stiano concentrando sull’omessa sorveglianza. Dalle indagini era già emerso che una sedia era uno degli elementi essenziali individuati dagli investigatori: la sedia era appoggiata alla ringhiera da cui è precipitato il bimbo, ma all’arrivo delle forze dell’ordine non era più nello stesso posto ma in uno stanzino. Poi è stata individuata e ciò fa propendere per la buona fede di chi l’aveva rimossa. Intanto è emerso un altro elemento: la non conformità della ringhiere alla normativa comunale. La ringhiera è 104 centimetri, in regola quindi con le normative nazionali, ma in violazione di quelle comunali che prevedono un’altezza minima di 110 centimetri. Un elemento che potrebbe mettere nei guai Palazzo Marino perché il Comune potrebbe essere corresponsabile non avendo provveduto ad adeguarla a quanto stabilito da esso stesso: le normative nazionali di solito prevalgono su quelle locali, ma se le leggi locali possono prevalere se sono più restrittive. Però forse esiste una deroga comunale con cui il Comune si auto esenta dal rispetto del proprio regolamento. Ipotesi non così strana se si pensa a quante sono le scuole milanesi e che versano in condizioni pessime, a ogni pioggia infatti se ne devono chiudere parecchie: è facile dunque che non ci siano i fondi o le condizioni burocratiche per mettere a norma ogni singolo aspetto della sicurezza degli edifici scolastici. Nonostante questo, gli elementi raccolti fino ad ora dicono che a Niguarda le indagini puntano sull’omessa sorveglianza. Quel momento in cui la maestra avrebbe rimandato il bambino in classe da solo per riuscire a badare agli altri.  Dall’estrema sinistra milanese era già arrivato l’invito a stringersi intorno alle maestre: Paolo Limonta, a sua volta insegnante ma molto impegnato in politica, aveva diffuso un appello a tutto il quartiere per stringersi intorno alle maestre. Una difesa preventiva che a qualcuno aveva smosso un sopracciglio: di solito, notavano alcuni, si dà appoggio incondizionato alle famiglie. Ma sulla questione c’è, salvo qualche eccezione, molto rispetto sia per la piccola vittima che per maestre e le altri parti coinvolte: “In tanti mi hanno sollecitato ad intervenire sul caso del povero bambino morto cadendo a scuola …….. scusate ma non riesco e non voglio strumentalizzare questa immane tragedia” ha scritto Paola Frassinetti, deputata di Fratelli d’Italia.

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