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La Mazzata di Fine 2023: Tra Tasse, Assicurazioni e Connessioni Oscure

La Mazzata di Fine 2023: Tra Tasse, Assicurazioni e Connessioni Oscure. L’affrontare tasse e aumenti derivati da guerre non previste è solo l’inizio di una serie di sfide che il cittadino medio si trova ad affrontare. L’obbligo di assicurare ogni oggetto con ruote é un’ulteriore mazzata da parte del governo europeo e quello italiano, che solleva interrogativi sulla loro equità: chi realmente ne beneficia? Mentre il settore assicurativo sembra essere il primo ad approfittare di questa nuova normativa, la situazione rivela una connessione oscura con il mondo bancario. Le banche, apparentemente estranee a questo obbligo, saranno coloro che guadagneranno di più? Una riflessione sulla tanto discussa “tassa sugli extraprofitti” fa emergere dubbi sulla sua vera natura e sull’efficacia nel proteggere i cittadini. La modifica della tassa, trasformata in una misura di ristrutturazione sotto la pressione delle banche, pone l’accento sulle scelte difficili che le istituzioni finanziarie devono compiere. Ma chi ne soffrirà veramente? L’utente, costretto a pagare il prezzo di una ristrutturazione che sembra privilegiare le banche piuttosto che il bene comune. La stretta connessione tra banche e assicurazioni emerge chiaramente, con le prime che estendono i loro servizi in modo pervasivo. L’obbligo di tracciabilità, una diretta conseguenza di questi accordi, sembra portare profitti considerevoli alle banche. Una situazione che solleva domande sulla trasparenza e l’equità dietro le decisioni governative. Il tentativo passato di Matteo Renzi di detassare o abbassare la soglia a 100 euro per agevolare le piccole attività ha suscitato perplessità. Il suo misterioso declino di supporto all’interno del partito ha lasciato un chiaro messaggio: le banche rimangono intoccabili, ma a quale costo per il bene pubblico? L’idea che una breve inattività o blocco delle transazioni possa destabilizzare l’intero settore bancario è intrigante. Sarebbe sufficiente un breve periodo di 48 ore per far perdere miliardi al settore, spingendo governi e banche a una profonda riflessione. Cosa succederebbe se tutti decidessero di agire in modo coordinato per far valere le proprie preoccupazioni? Con l’entrata in vigore della nuova normativa il 23 dicembre 2023, ci prepariamo a una fine d’anno che eroderà ulteriormente il tesoretto italiano. Cosa ci riserverà il 2024? Una domanda che rimane sospesa nell’aria, mentre i cittadini si preparano ad affrontare le incertezze di un futuro sempre più legato alle decisioni delle istituzioni finanziarie. Buon 2024

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Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, approvata la semestrale 2023

Crescita in solidità e sostegno del territorio, con un aumento del credito e della raccolta. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate chiude il primo semestre 2023 con tutti i principali indicatori in aumento, confermandosi “un punto di riferimento per i territori dell’Altomilanese e del Varesotto”, sottolinea il presidente dell’istituto di credito Roberto Scazzosi. “Nonostante un contesto macro economico complesso, la nostra Bcc ha proseguito lungo il proprio percorso di sviluppo e aumentando notevolmente il proprio sostegno a favore delle comunità locali e del terzo settore. Nei primi sei mesi del 2023, infatti, tra sponsorizzazioni, contributi e liberalità abbiamo erogato oltre 229mila euro, con un netto incremento del 61,99% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il solido andamento economico e patrimoniale di questi primi sei mesi dell’anno, che ha generato un utile importante e di tutto rispetto, ovvero 6 milioni e 767mila euro, si traduce in una significativa creazione di valore per i nostri stakeholder e rimarca la nostra chiara volontà di proseguire con gli interventi a supporto del rilancio economico del territorio e della crescita socio culturale delle comunità. E questo perché siamo fortemente decisi a svolgere fino in fondo il nostro ruolo di banca di prossimità, sostenendo l’economia dei territori e restando un solido e sicuro punto di riferimento per famiglie e imprese, secondo i valori e i principi distintivi del credito cooperativo”. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate si è presentata al giro di boa del 2023 ancora più solida rispetto all’anno scorso. “Il rafforzamento del patrimonio è lo strumento fondamentale per assicurare una stabilità di lungo periodo e per garantire vantaggi ai soci e alle nostre comunità locali dell’Altomilanese e del Varesotto”, spiega il direttore generale Roberto Solbiati. “Assume un valore di grande rilievo il fatto che nel primo semestre dell’anno il nostro patrimonio di vigilanza si attesta a oltre 123,5 milioni di euro, in crescita del 5,5% rispetto allo stesso dato del 2022. Anche i due principali coefficienti di riferimento per la solidità dell’istituto sono in decisa crescita: il Cet1, che indica il grado di patrimonializzazione delle banche, si attesta al 20,69%, con un incremento del + 5,08% rispetto al già importante 19,69% di giugno 2022. E il TCR, ovvero il Total Capital Ratio, che valuta quanto la banca è sicura nel restituire il denaro ai propri clienti considerando la possibilità che i crediti che ha concesso possano non essere restituiti, arriva al 21,5%, dimostrandosi in crescita del 4,88% rispetto al giugno 2022″. Cresce anche la raccolta: il dato complessivo (diretta e indiretta), che al primo semestre si attesta sopra i 2 miliardi e 191 milioni di euro, supera di mezzo punto percentuale il dato dello scorso anno. Crescono anche gli impieghi. “Sul fronte dei crediti – prosegue il direttore generale Solbiati – al 30 giugno di quest’anno il totale è di 860 milioni e 617mila, in crescita di oltre due punti in percentuale rispetto al primo semestre dello scorso anno. In un momento in cui si assiste a una generalizzata riduzione dei prestiti verso famiglie e imprese, questo dato dimostra la propensione al credito della nostra Bcc, che non ha fatto mancare il proprio sostegno a famiglie e imprese. Nella raccolta, da segnalare è la crescita di quella indiretta: +15,2%”. Infine, segnali positivi arrivano dal valore delle commissioni nette, che “sfiora gli 8 milioni di euro, con un incremento del 5,23%, portando così la Bcc a una quota del 98% di copertura del costo del personale”, continua. “E dal margine di intermediazione, che si attesta sopra i 24 milioni, con una crescita dello 0,48% rispetto al primo semestre 2022”. Conclude il presidente Scazzosi: “La nostra Bcc si presenta così proiettata verso il futuro con una grande attenzione, come del resto tutto il Gruppo Iccrea, ai temi della sostenibilità e dei cosiddetti principi ESG. È un impegno che riteniamo di fondamentale importanza per lanciare la banca in un domani fatto di qualità, in termini ambientali, sociali ed etici”.

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Bonus edilizi, commercialisti: “Le banche acquisiscano il credito di chiunque”

Bonus edilizi, commercialisti: “Le banche acquisiscano il credito di chiunque”. “Per preservare un meccanismo normativo prezioso come quello della monetizzazione dei bonus edilizi, senza nel contempo sacrificare le esigenze di contrasto all’utilizzo indebito, nonché per evitare che l’intero comparto dell’edilizia subisca conseguenze irreparabili, chiediamo un intervento normativo che ripristini per le banche la possibilità di cedere liberamente i crediti acquisiti, indipendentemente dalla natura soggettiva del cessionario. Ciò, nell’attuale contesto normativo, non presenta profili di rischio di frodi, in quanto, oltre ai controlli preventivi come visto di conformità e attestazione di congruità dei costi e ai presìdi antiriciclaggio già previsti dal D.L. Antifrodi, il sistema bancario offre ampie ed ulteriori garanzie, avendo fin dall’origine implementato procedure subordinate a rigorose e selettive due diligence che, seppur non previste normativamente, sono divenute ormai prassi consolidata”. E’ questa la proposta avanzata dal Consiglio nazionale dei commercialisti per uscire dallo stallo “dovuto all’incertezza normativa che ha innescato un effetto domino partito dalle banche, costrette a bloccare l’acquisto dei crediti avendo esaurito la capienza per la compensazione, che si è poi riversato sulla filiera delle costruzioni, mettendo a rischio cantieri già avviati e interventi pianificati da tempo a causa della drammatica carenza di liquidità conseguente all’impossibilità di monetizzare i crediti acquisiti”. La posizione della categoria è contenuta in una lettera inviata oggi dal presidente nazionale Elbano de Nuccio, al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, al Presidente della commissione finanze della Camera, Luigi Marattin e al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Secondo de Nuccio “assumono interesse anche le proposte di accordare un maggior termine per la compensazione da parte dei soggetti cessionari dei crediti di imposta, il cui utilizzo in compensazione è attualmente previsto con le stesse modalità con le quali sarebbero stati utilizzati dal soggetto beneficiario-primo cedente”. “Per ripristinare un clima di fiducia per i soggetti interessati all’acquisto dei crediti e di sbloccare un meccanismo ormai inceppato – aggiunge il numero uno dei commercialisti – suggeriamo poi di ribadire ulteriormente, in via normativa o interpretativa, che i cessionari dei crediti d’imposta non possono essere considerati responsabili, salvo i casi di concorso, della mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d’imposta e rispondono dunque solo per l’eventuale utilizzo dei crediti medesimi in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta ricevuto”. Queste proposte darebbero, secondo la categoria, “un nuovo impulso per innescare un meccanismo virtuoso, oltre che sicuro sul piano del contrasto ad eventuali condotte fraudolente, di smobilizzo dei crediti da parte delle banche che potrebbero quindi riprendere l’acquisto dai beneficiari delle detrazioni o dai soggetti che hanno accordato lo sconto in fattura evitando che misure adottate nel pieno dell’emergenza Covid-19 per sostenere e rilanciare l’economia, e per le quali lo Stato ha allocato rilevanti risorse, si trasformino in un micidiale boomerang economico e sociale”.  

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