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Bastoni (Lega) querela Formigli

“Ho deciso di querelare Corrado Formigli per avermi attribuito frasi mai pronunciate con il solo obiettivo di falsificare la realtà e istigare gli haters da tastiera che non hanno tardato a palesarsi sul mio profilo Facebook con insulti e minacce”. Lo ha scritto in una nota Max Bastoni, consigliere regionale lombardo della Lega, dopo la messa in onda ieri sera della trasmissione Piazzapulita su La7 con una nuova inchiesta di Fanpage sulle infiltrazioni dell’estrema destra, in questo caso, all’interno della Lega. “Ritengo responsabile anche La7 per non aver vigilato sulla trasmissione Piazzapulita in cui si è di fatto negato deliberatamente il contraddittorio” ha aggiunto l’esponente leghista. “Evidentemente dopo il fallimento del giornalista di Fanpage, Salvatore Garzillo, di farmi accettare finanziamenti illeciti, han deciso di attivare una gogna mediatica nei miei confronti. Gogna mediatica che, come ha ben ricordato il Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione, non è informazione”. askanews    

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Sicurezza, Bastoni (Lega): “Sesso orale in pieno giorno in viale Lunigiana”

Sicurezza, Bastoni (Lega): “Sesso orale in pieno giorno in viale Lunigiana”. A denunciare il caso come esempio della mancanza di sicurezza di Milano è Max Bastoni, consigliere regionale della Lega, che ha pubblicato la foto che accompagna questo articolo con un commento stringato: “Beh c’è altro da aggiungere?”. Ecco il video caricato su Facebook da Bastoni (IMMAGINI NON ADATTE AI MINORI)  

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Bastoni (Lega): Sala elogia il Katanga Strada

Bastoni (Lega): Sala elogia il Katanga Strada. In questi giorni infatti si parla moltissimo di commissari per la regione Calabria. Gli ultimi due scelti dal governo si sono rivelati l’ennesima pessima figura per l’esecutivo. Ma a destra c’è chi ha la memoria lunga, come Max Bastoni: “E Giuseppe Sala da bravo comunicatore si è inserito nel dibattito sostenendo la candidatura di Gino Strada. Il sindaco di Milano Beppe Sala elogia Gino Strada “che nella vita ha fatto cento volte di più di chi ora fa lo spiritoso!” A Milano tra gli anni 60 e 70 Gino Strada era uno dei capi del servizio d’ordine del Movimento Studentesco, i famigerati Katangesi, definito dall’allora Prefetto Mazza “una autentica banda armata che incuteva terrore.” Per chi ha vissuto Milano in quegli anni c’era poco da fare gli spiritosi se non eri di sinistra”. I katanga infatti erano persone piuttosto violente, basti ricordare che cantavano ”Se non ci conoscete guardateci la spranga, noi siamo quelli del Settimo katanga”. I gruppi all’epoca controllavano soprattutto la Statale che aveva importato il nome dalla Sorbona di Parigi, da dove per altro il primo gruppo di katanga (composto da ex mercenari) era stato allontanato. Il nome katanga era infatti stato preso proprio da quel primo nucleo e rievocava i mercenari bianchi all’opera nel Congo Belga. E di ispirazione militare era anche l’organizzazione di quelli milanesi: erano inquadrati in squadre, ognuna con un nome e un responsabile. I responsabili delle varie squadre rispondevano direttamente ad un alto dirigente del Movimento Sudentesco il quale, a sua volta, doveva rendere conto alla Direzione del MS.

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Mozione leghista sulla crisi della Nagorno-Karabakh

Mozione leghista sulla crisi della Nagorno-Karabakh. Una mozione urgente è stata presentata oggi in Consiglio Comunale di Milano dai consiglieri della Lega Gabriele Abbiati e Max Bastoni, che condanna duramente l’aggressione da parte dell’esercito azero della regione separatista di Nagorno-Karabakh. “Sollecitiamo una presa di posizione chiara nei confronti dell’Azerbaigian e dei suoi padrini di Ankara”, hanno spiegato Abbiati e Bastoni. “L’azione criminale rischia di passare inosservata insieme all’imperialismo turco che mira ad annientare la giovane Repubblica dell’Artsakh, storicamente legata all’Armenia e quasi totalmente abitata da armeni. L’invio di volontari jihadisti, fatti confluire dalla Siria via Turchia e finanziati da Erdogan, rischia di far esplodere un conflitto tanto preannunciato quanto drammatico nei suoi effetti destabilizzanti l’intera area.” I consiglieri del Carroccio hanno ricordato come il regime neoislamista di Erdogan sia responsabile di comportamento aggressivo della Turchia anche contro la Grecia e Cipro che va dalle pretese su molte isole dell’Egeo fino alla strumentalizzazione delle masse dei profughi sulla frontiera dell’Evros da parte di Erdogan per destabilizzare la Grecia e l’Europa. Infine hanno sollecitato il Consiglio Comunale affinché si faccia portavoce presso le scuole milanesi perché il genocidio armeno sia finalmente trattato alla pari di tanti altri crimini perpetrati dai totalitarismi. “Molti milanesi di origine armene hanno conservato nelle loro famiglie le ferite di questi orrore. La nostra città è stata una delle prime a ospitare i profughi tra il 1906 e il 1919 fino a divenire culla della comunità armena più numerosa, grazie alle opportunità che la nostra città è sempre stata capace di offrire con la sua intensa vita culturale ed economica.” Un tema ripreso anche da Paolo Guido Bassi, presidente leghista del Municipio 4: “Oggi ho sfogliato i principali quotidiani alla ricerca di aggiornamenti sui venti di #guerra che stanno spirando sulla Repubblica del Nagorno-Karabakh. Ho trovato poco o nulla, quasi non fosse una #notizia. Eppure dal punto di vista geo-politico, non si tratta esattamente di una quisquilia. Non solo per il fatto che un conflitto aperto fra #Armenia e #Azerbaijan potrebbe destabilizzare ulteriormente il già fragile #Caucaso, ma soprattutto per le implicazioni di altri altri Stati a partire dalla #Turchia e dal progetto ‘neo-ottomano’ di #Erdogan. Per non parlare degli interessi economici in ballo. Poi ci si chiede perché la gente non compra più i giornali…”.

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Se sei nero ti tirano le multe

Se sei rosso invece no. O almeno così sembrerebbe, visto che non è giunta notizia di sanzioni comminate ai militanti di sinistra che il 25 aprile, in via Torricelli e nei pressi di viale Padova, si sono  radunati per ricordare i loro caduti. Verificheremo. Diversa sorte è invece toccata ai tre rappresentanti di CasaPound, Forza Nuova e Lealtà Azione che ieri, rispettando tutte le prescrizioni di sicurezza richieste dall’emergenza coronavirus, si sono recati in via Paladini per deporre una corona sotto il murales dedicato alla Memoria di Sergio Ramelli. Ad attenderli c’erano alcuni funzionari de la DIGOS che li hanno denunciati, multandoli di 400 euro a testa (280 se pagati subito) per per aver contravvenuto alle disposizioni per il contenimento del contagio del covid19. Multato anche il fotografo che li aveva accompagnati per fare qualche scatto della cerimonia. Unanime la condanna di quanto avvenuto da parte di tutte le forze del centrodestra milanese. L’europarlamentare di Fdi, Carlo Fidanza, ha infatti definito l’azione, “Un’applicazione ottusa delle normative anti-Covid che evidentemente valgono a senso unico, poiché non ci risulta che lo stesso zelo sia stato applicato a chi ha celebrato il 25 aprile, in qualche caso con violenza”. Alessandro De Chirico, consigliere Comunale di Forza Italia, ha invece sottolineato, “Le prescrizioni governative vanno rispettate sempre: il 25, come il 29 o il primo maggio. Mi auguro che da domani ci siano rigidi controlli anche nelle vie di quartieri dimenticati dalle Istituzioni dove quotidianamente ci sono scorribande di gruppi rom e di varie etnie, per non parlare di spaccio e di assembramenti incontrollati. Questo per dire che ci sono cose ben più gravi della deposizione di una corona in memoria di un ragazzo barbaramente massacrato“. Per la Lega si è invece espresso il Consigliere Comunale e Regionale Max Bastoni, dichiarando, “Se tre persone che portano una corona di fiori alla lapide di Sergio Ramelli vengono sanzionati dalla Digos, appostata dietro l’angolo, vuol dire che Milano ha raggiunto livelli persecutori inimmaginabili verso la memoria di questo ragazzo che a distanza di decenni fa ancora paura“. Anche Casa Pound Milano, Forza Nuova Milano e Lealtà Azione Milano hanno in seguito emesso una nota dichiarando: “Nonostante i nostri militanti abbiano rispettato a pieno le indicazioni per il contenimento dell’epidemia da coronavirus, con distanziamento sociale e mascherina, i 3 delegati e il fotografo sono stati multati per violazione delle prescrizioni atte al contenimento del rischio epidemiologico. Il giusto rispetto per le tante vittime del virus in Lombardia e in tutta Italia non può far passare sotto silenzio che, ancora una volta, in Italia esistono morti di serie A, per i quali è lecito svolgere cortei in tutta Italia in spregio a qualsiasi normativa, e morti di serie B, per i quali non è consentita nemmeno la posa di una corona“. Le tre formazioni politiche hanno quindi annunciato che presenteranno ricorso contro le sanzioni elevate ai loro militanti.  

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Bastoni (Lega) appende un Crocifisso in aula e scoppia la polemica

La polemica sul crocifisso nelle scuole ieri pomeriggio ha coinvolto anche il Consiglio Comunale. In opposizione alle affermazioni del Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che settimana scorsa ha sostenuto di credere nella laicità della scuola e di non ritenere opportuna l’esposizione di un solo simbolo religioso, il consigliere comunale della Lega, Massimiliano Bastoni, nel corso della seduta del Consiglio di questo pomeriggio, ha esposto in aula un crocifisso dorato, appendendolo al termine del proprio intervento al muro dietro il suo posto. “Di Fioramonti nessuno si ricorderà, mentre il crocifisso ancora oggi rappresenta la nostra storia e la nostra identità” ha detto Bastoni nel suo intervento, spiegando che “la nostra posizione è quella di difesa del crocifisso e per questo non lo toglierà per tutta la durata della seduta. La nostra è una battaglia culturale e di difesa di un’identità. Noi crediamo in quello che abbiamo fatto e crediamo che il crocifisso vada difeso“. Il gesto del consigliere leghista ha scatenato le polemiche della maggioranza di centrosinistra. “Dico a questi signori che nella mia classe non c’è e non ci sarà mai un crocifisso perché l’Italia è paese laico – ha replicato Paolo Limonta di Milano Progressista -. Non ho bisogno di esibire simboli religiosi per crescere i miei bambini nel segno del rispetto“. Per Carlo Monguzzi (Pd) invece, “usare il crocifisso per questioni politiche è vergognoso. Chi lo fa, se è cattolico, deve vergognarsi perché lo sta utilizzando come una clava, per demagogia. Per me il crocifisso può stare dappertutto, ma penso che in un’aula istituzionale non ci devono essere simboli se non quelli delle istituzioni”. Secondo il capogruppo del Pd, Filippo Barberis, il gesto di Bastoni non è altro che “disgustoso marketing politico che offende chiunque si professa cattolico“. Al termine degli interventi liberi, il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertole’ è intervenuto per chiedere al consigliere leghista di togliere il crocifisso dall’aula: “Non si utilizzano i simboli religiosi per fare polemica politica in questa aula“, ma Bastoni si è rifiutato di toglierlo dalla parete e ha spiegato che lo rimetterà ad ogni seduta del Consiglio comunale.  

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