campagna elettorale

Dovremmo stare sempre in campagna elettorale

Dovremmo stare sempre in campagna elettorale. Perché nelle settimane prima di un voto come quello previsto per il 12 e 13 febbraio i politici delineano un mondo meraviglioso: diritti e soldi per tutti. Un mondo sicuro e coccoloso allo stesso tempo, dove a ogni angolo c’è qualcuno pronto a proteggerti ma lasciandoti libero. Praticamente la calma del ventre materno, ma senza il fastidio del cordone ombelicale. E non c’è uno, dicasi uno, che avverte su quello che inevitabilmente succederà come le tasse che si alzano, gli stipendi che si abbassano e via dicendo. Pronosticano tutti meraviglie. E fanno a gara per essere migliori gli uni degli altri. Cercano di non sbagliare una parola. Anzi neanche una pausa per prendere fiato. Una magia inevitabilmente rovinata dalla realtà quando vengono eletti: lì sai già che ti aspettano anni in cui nessuno realizza quello che ha promesso, a meno che non sia condito da una lunga serie di “ma” “comunque” “in fondo”, e ricominciano le dichiarazioni ad cazzum su qualunque argomento propongano gli echi dei social network. Ecco perché dovremmo dovremmo stare sempre in campagna elettorale, permanente. Anche perché vista la fatica necessaria non sarebbero poi così tanti a volersi candidare, rimarrebbero solo quelli veramente convinti di avere qualche progetto da portare a termine oltre il fare il meno possibile e arraffare il massimo possibile prima delle manette. Sogni, purtroppo.

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Progetto Arca entra in campagna elettorale

Progetto Arca entra in campagna elettorale. L’associazione che dall’emergenza migranti ha visto schizzare verso l’alto il proprio fatturato, riparte da quella che era la sua missione originaria (cioè occuparsi dei poveri italiani), ma lo ha fatto in stazione Centrale con uno dei rappresentanti della sinistra di potere. Segno che progetto Arca entra in campagna elettorale e comprensibilmente sostenendo chi gli ha permesso di registrare ricchi introiti. Ecco l’annuncio della loro iniziativa: “Questa mattina i volontari di Fondazione Progetto Arca hanno distribuito in piazza Duca D’Aosta anguria, ghiaccioli, gelati e acqua fresca a un centinaio di persone senza dimora, per festeggiare insieme il Ferragosto. Presente il food truck della Cucina Mobile – che ogni sera distribuisce 120 pasti ai senzatetto della città – per assicurare la refrigerazione dei cibi. “È questa una piccola ma significativa iniziativa, per noi importante per testimoniare la nostra vicinanza alle persone in difficoltà. Una delle tante piccole e grandi azioni che abbiamo concretizzato nell’ultimo anno, ancora segnato da emergenza economica, sociale e alimentare” commenta Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca. “Da 27 anni la nostra mission è portare aiuto alle persone povere ed emarginate, come senzatetto e famiglie fragili. Il Covid non è riuscito a fermarci, anche se ci ha messo a dura prova e noi abbiamo reagito ideando nuove forme di sostegno e intervento per continuare a esserci lì dove serviamo, garantendo tutti i servizi di accoglienza, intensificando le Unità di strada e moltiplicando gli aiuti alimentari alle famiglie. Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con i tanti enti e istituzioni, e alla nostra instancabile e meravigliosa squadra dove ogni volontario, operatore e donatore fa la differenza!”.

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Centrodestra: Sala in campagna elettorale complice dei centri sociali

“Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, è un nome che evoca un passato buio e violento e che purtroppo non solo sopravvive a Milano ma addirittura è sponsorizzato dal primo cittadino” lo scrive in una nota Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega, commentando il tampone effettuato dal Sindaco Sala ieri mattina. Un fatto “gravissimo” secondo la leghista, poiché la “Brigata” ha sede in “uno spazio occupato abusivamente in via Volta dove viene fornito supporto agli abusivi e agli irregolari”. “Possibile che il sindaco presti il fianco a questi personaggi? ” si chiede la Sardone, sottolineando che “Gli antagonisti hanno fatto sapere espressamente a Sala che si aspettano fatti concreti”, concludendo,  “Questi radical chic che si divertono a giocare a fare la rivoluzione forse si dimenticano i gravi danni prodotti dall’immigrazione di massa voluta da Pd e compagni a Milano”. Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia, ha invece reso noto di essersi recato a fare visita al “gazebo organizzato da P.AS.MIL, Onlus che si occupa di pubblico soccorso”, spiegando “Le iniziative sul territorio sono le sole che i giovani volontari del P.AS.MIL. possono organizzare perché da anni il Comune non vuole affidargli una sede municipale da eleggere loro sede legale – prosegue la nota – Per poter far girare la propria ambulanza in soccorso ai milanesi”. Evidentemente a Milano “chi vuole fare le cose in regola viene ignorato dalle Istituzioni e chi invece se ne frega delle leggi e della cosa pubblica ottiene sempre più visibilità – continua De Chirico – L’azione del sindaco rivoluzionario è molto grave perché così facendo legittima sempre di più chi non aspetta altro per avere un salvacondotto e magari l’assegnazione dell’immobile demaniale che da un paio di anni occupa abusivamente. – concludendo – Purtroppo Sala non è il sindaco di tutti”. “Il sindaco Sala dovrebbe capire che fare campagna elettorale sul Covid 19 è davvero di pessimo gusto” commenta invece Riccardo De Corato, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia, aggiungendo, “Ancora una volta, Sala ha voluto lanciare un segnale preciso ai suoi amici dei centri sociali in vista delle elezioni amministrative. D’altra parte, l’atteggiamento di Sala non ci stupisce visto che in giunta c’è un assessore come Limonta, vicino al mondo degli antagonisti, e che tra i suoi consulenti ci sia l’avvocato Mazzali noto alle cronache come ‘l’avvocato dei centri sociali’” conclude De Corato.

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Bravi: una campagna senza insulti sarebbe bellissima

Bravi: una campagna senza insulti sarebbe bellissima. Piacerebbe a tutti e sarebbe una gradevole sorpresa perché potrebbe accadere di parlare più di cosa fare. Quali sono i progetti dei candidati (quando ce ne saranno due), dove vogliono portare la città nei cinque anni che abbiamo davanti. Cosa e perché saranno più importanti di altri aspetti come la bellezza delle fotografie o dei post, perché davanti la sfida è quella di chi sta sul filo: da una parte l’abisso, dall’altra un nuovo slancio verso il futuro di tutti. Se Milano fallisce il prossimo quinquennio rischia di perdersi in 20 anni di depressione prima di risalire la china. Se invece ci sarà capacità di visione, di concludere i progetti avviati e immaginarne di nuovi, Milano potrebbe trasformarsi in meglio. Per questo diciamo bravi: una campagna senza insulti sarebbe bellissima. Per non perdere l’occasione storica che abbiamo davanti, bisogna stare concentrati. Anche perché la Lombardia ha davvero un suo NextgenerationEU: il piano da 3,5 miliardi messo in campo da Regione e che dispiegherà la sua forza proprio da quest’anno in poi. In un contesto come quello garantito dal piano di ripresa e resilienza europeo Milano e la Lombardia possono ripartire alla grande, anche perché c’è la prospettiva delle Olimpiadi 2026. Un evento interregionale e internazionale dedicato allo sport. Meglio, molto meglio di quella vecchia storia del cibo che ci vedeva tutti come ristoratori o camerieri. Iniziamo dai piccoli passi, evitando insulti e improperi inutili in una competizione sulle capacità e sulle prospettive.

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