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Cocaina: arrestato il rapper Nuflex

Gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato a Milano tre italiani, tra i quali un rapper di 24 anni noto sulla scena milanese come Nuflex, durante una compravendita di 380 grammi di cocaina.  Gli agenti della 6/a Sezione della Squadra Mobile, impegnati in controlli a Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano, hanno notato due uomini fermi in strada davanti a uno stabile, in evidente attesa di qualcuno. Poco dopo è giunta un’autovettura guidata da un uomo che si è fermato ed è stato avvicinato da uno dei due, risultato poi essere Nuflex, il quale è salito a bordo e ha ricevuto dal conducente un pacco. E’ sceso e ha consegnato il pacco all’uomo che era con lui e insieme sono entrati nel palazzo. Dopo alcuni minuti, il rapper è sceso con in mano una busta che ha consegnato al conducente dell’utilitaria. I poliziotti li hanno controllati e nella macchina, sotto il sedile, è stata trovata la busta con oltre 8 mila euro mentre lo spacciatore aveva circa 2 mila euro nella tasca del giubbotto. Nella cantina dello stabile, dietro a un materasso sono stati trovati 380 grammi di cocaina, bilancini di precisione e buste. Il 24enne Nuflex, che fa parte della scena del quartiere di Baggio e di professione è cameriere, il conducente dell’auto, suo coetaneo, e l’uomo che aveva nella sua disponibilità la casa, un 44enne, sono quindi stati arrestati e sono ora in carcere. ANSA

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Spacciatore arrestato con 23 grammi di cocaina

Gli agenti della polizia ferroviaria hanno arrestato per spaccio un 30enne pregiudicato italiano dopo averlo sorpreso con circa 23,6 grammi di cocaina in via Copernico. Secondo quanto riferito dalla questura del capoluogo lombardo, i poliziotti lo hanno notato parcheggiare l’auto e iniziare a maneggiare all’interno dell’abitacolo. Una volta intervenuti, gli agenti hanno trovato le dosi di stupefacente all’interno di un’intercapedine del tettuccio, che sono state sequestrate insieme con materiale per il confezionamento delle dosi e 2.805 euro in contanti ritenuti provento dello spaccio.    

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Tarffico di cocaina in taxi: 5 arresti

La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano – D.D.A. – Sost. Proc. Dr.ssa S. Bonardi, coordinata dal Procuratore Agg.to dr.ssa A. Dolci – a carico di 5 cittadini italiani e uno albanese, ritenuti a vario titolo partecipi o comunque collegati ad un gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti tra nella zona sud-ovest di Milano. L’operazione di polizia giudiziaria, condotta dagli agenti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile, ha consentito di disarticolare il gruppo criminale, facente capo ai fratelli L. e M. P. che gestiva lo spaccio di cocaina tra Cesano Boscone (MI) e il Giambellino. Ruoli ben definiti dei partecipi, luoghi di stoccaggio dello stupefacente, modus operandi ben collaudato per le consegne di cocaina ai vari acquirenti, le caratteristiche di un’organizzazione che, si ritiene, distribuisse almeno 5 kg di cocaina al mese. Il 2 aprile 2021, in riscontro alle attività investigative, è stato arrestato T. P., uno dei partecipi al gruppo criminale, perché trovato dai poliziotti in possesso di 750 grammi di cocaina, ancora da tagliare, evidentemente staccati da un panetto più grande. L’uomo, in quella circostanza, è stato controllato dagli agenti mentre si stava recando nei pressi di un bar di Cesano Boscone, a bordo di un taxi, il cui conducente si ritiene essere stato un complice, ad effettuare una cessione di cocaina in favore di un abituale acquirente. Nel corso dell’indagine sono state acquisite prove per ritenere che la compagine criminale avesse un’ampia gestione delle forniture di cocaina ai soggetti che gestivano le varie piazze di spaccio tra il quartiere “Giambellino” e il Comune di Cesano Boscone. Per non destare sospetti nelle forze di polizia, il gruppo criminale si serviva dell’ausilio di un tassista per raggiungere i luoghi per le consegne dello stupefacente. Nei confronti di quattro persone è stata emessa la misura della custodia cautelare in carcere, nei confronti di una persona, il tassista, gli arresti domiciliari ed un’altra è stata destinataria dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari sono state eseguite perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati che hanno consentito di sequestrare 30 grammi di cocaina e 5000 euro ad uno dei destinatari della misura cautelare.

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Imbottiva orologi di cocaina. Arrestato marocchino

Ieri sera, in via Clusone, la Polizia di Stato ha arrestato un 40enne cittadino marocchino, per detenzione e spaccio di stupefacenti. Gli agenti della Squadra Mobile di Milano, impegnati in un servizio antispaccio, lo hanno riconosciuto, in quanto già arrestato per lo stesso reato lo scorso dicembre, mentre, a bordo della sua auto transitava su viale Monte Nero. Fermato nei pressi di via Clusone, e sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di una dose di 0,5 grammi, alcuni contanti e le chiavi di un’abitazione. Le indagini della Sesta Sezione della Squadra Mobile hanno permesso ai poliziotti di risalire all’abitazione del 40enne, proprio in via Clusone. All’interno dell’aspirapolvere gli agenti hanno trovato 77 grammi di cocaina suddivisa in 4 involucri. Nel mobile del soggiorno poi, sono stati rinvenuti 4 orologi, le cui casse erano state svuotate di ogni meccanismo e riempite con 25 dosi di cocaina per un totale di 13 grammi pronti per essere smerciati. Nella tasca di un giubbotto, infine, l’uomo deteneva la somma di 2650 euro contanti provento dello spaccio. Droga e contanti sono stati sequestrati, il 40enne arrestato.

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Nascondeva la cocaina in lampadina e caricabatterie

Sospettavano spacciasse per via dei suoi strani movimenti. Gli agenti della Squadra Mobile di Milano hanno deciso di controllarlo e poi andare a casa sua dove, nascosti nel caricabatteria del cellulare e in una lampadina, sopra il frigorifero, hanno trovato oltre dieci grammi di cocaina. E’ così stato arrestato un 46enne che abita in via Gran San Bernardo. Con lui è finito nei guai un amico, coetaneo, che era in sua compagnia. L’uomo aveva le chiavi di un’auto di cui non ha saputo spiegare la provenienza. Scesi in strada, dopo alcuni accertamenti, i poliziotti hanno scoperto che erano di una vettura rubata nel 2020. L’uomo è quindi stato denunciato per ricettazione.

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Otto albanesi gestivano il call center della cocaina

Venerdi mattina, al termine di un’articolata e complessa attività di polizia giudiziaria volta al contrasto dello spaccio di droga, la Polizia di Stato di Milano ha eseguito otto provvedimenti restrittivi nei confronti di sette cittadini albanesi e una cittadina marocchina. I provvedimenti, eseguiti nelle province di Milano, Monza, Torino e Cuneo, sono due ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre arresti domiciliari e tre obblighi di dimora con divieto di uscire nelle ore notturne emessi nell’ambito del procedimento penale istituito presso la Procura della Repubblica di Milano con P.M Sostituto Procuratore dr.ssa Crupi e G.I.P. dr.ssa Calabi. L’operazione “Contact Center”, condotta dai poliziotti del Commissariato Centro della Questura milanese, ha permesso di individuare e isolare un ben strutturato e pericoloso sodalizio cui a vario titolo, come ampiamente documentato negli atti d’indaginE, hanno preso parte, con ruoli e funzioni diverse, le 8 persone destinatari delle misure restrittive. Nel corso delle indagini è emerso come gli indagati fossero stabilmente dediti allo spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti a Milano, in particolare cocaina, lungo e a ridosso di via Paolo Sarpi, via Cenisio, piazza Gerusalemme e piazzale Costantino Nigra. Grazie ai numerosi riscontri ottenuti dall’attività tecnica e dinamica, è emerso che i soggetti coinvolti  hanno operato alle dipendenze di un unico individuo, conosciuto con l’appellativo di “Tony”, che, in qualità di titolare del “call center della cocaina”, ha gestito, in collaborazione con la compagna, la distribuzione al dettaglio della droga sulla piazza, servendosi principalmente proprio di tali soggetti in qualità di “corrieri”, solo in determinate occasioni, è intervenuto in prima persona per la cessione materiale dello stupefacente. Le richieste e la consegna dello stupefacente agli acquirenti sono avvenute in orari serali/notturni, dalle ore 19 alle ore 06 del mattino seguente. Tali richieste sono state gestite principalmente tramite la piattaforma WhatsApp e, solo in alcune circostanze, mediante contatti telefonici diretti, utilizzando esclusivamente utenze intestate a soggetti fittizi. I diversi acquirenti (soggetti tossicodipendenti e professionisti di vari settori) erano stati istruiti ad utilizzare espressioni quali “una birra”, “voglio bere una cosa”, “siamo in due/tre”, o in altri casi “ci sei?” per manifestare la volontà di acquistare la cocaina. Per effettuare le consegne, i corrieri hanno utilizzato la bicicletta, un taxi, un’autovettura compendio di furto e, in talune occasioni, hanno raggiunto a piedi il luogo dell’appuntamento. L’indagine ha avuto inizio ai primi di maggio scorso, quando a Milano in viale Gran San Bernardo, la Sezione Investigativa del Commissariato Centro ha sorpreso in flagranza di reato uno dei corrieri mentre cedeva una dose di cocaina a un acquirente. A seguito di perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti ulteriori 24 involucri di cocaina già pronti per essere ceduti. Successivamente, il 26 giugno scorso, in via Boccaccio a Cologno Monzese (MI), è stata individuata un’autovettura Fiat 500 con a bordo cinque persone, tra cui uno dei soggetti pedinati. Dal controllo degli altri occupanti e dell’autovettura, precisamente all’interno dello zaino di proprietà di una delle donne, è stata rinvenuta e sequestrata sostanza stupefacente del tipo hashish, suddivisa in 8 tavolette, ciascuna riportante un adesivo con la dicitura “2020”, per un peso complessivo di 2 kg circa. Inoltre, a seguito di perquisizione personale a carico di uno dei soggetti è stata rinvenuta e sequestrata la somma in denaro di 700 euro, ritenuta provento di attività illecita. Dai successivi accertamenti, è stato possibile individuare il fornitore dello stupefacente a favore dei soggetti controllati a bordo dell’autovettura, in un soggetto residente a Cologno Monzese, persona già indagata per reati inerenti agli stupefacenti. A supporto dell’attività investigativa sono state documentate, con video e fotogrammi, oltre quaranta cessioni di sostanza stupefacente dimostrando, oltre ogni ragionevole dubbio, la responsabilità penale degli stessi nell’attività delittuosa. Durante tutta l’attività investigativa, durata oltre sei mesi in pieno periodo di emergenza sanitaria Covid-19, i poliziotti del Commissariato Centro hanno raccolto indizi di reità a carico degli indagati con il sequestro di oltre due chili di hashish e oltre 50 grammi di cocaina, stupefacente preconfezionato per la diffusione al dettaglio sul territorio milanese. L’attività appena conclusa ha sugellato, una volta di più, anche grazie ai riscontri ottenuti dall’attività tecnica, il ruolo di ciascuno dei soggetti coinvolti nell’attività di spaccio: da quello centrale e “gestionale” del leader S.R., cittadino albanese 34enne, a quello dei diversi “cavallini” che, con tempi e modalità diverse, contattavano i diversi clienti e, quindi, assicuravano concretamente la capillare diffusione dello stupefacente su parte del territorio milanese. Ciò ha garantito l’anonimato agli indagati che ha permesso a S.R. di organizzare e indirizzare l’illecita attività del tutto indisturbato. La capacità criminale del leader, emersa una volta di più quando, con precisa strategia dettava anche i tempi dell’utilizzo dei suoi stessi cavallini, ha protetto questa sorta di alternanza dei soggetti coinvolti nell’attività di spaccio garantendo ancora una volta l’anonimato suo e di tutto il sodalizio.

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