Comitato

Il dibattito su San Siro è anti democratico

Il dibattito su San Siro è anti democratico. Sembra una sparata? Già perché in questi tempi di delirio mentale ormai va tutto bene, basta urlare forte qualcosa e tutti si devono adeguare. Altrimenti sei un nemico pubblico. Da queste pagine avevamo già avvertito i lettori del pericolo di aggredire anche solo verbalmente la “categoria novax”. Perché in democrazia dissentire è concesso, anzi: è salutare che ci sia sempre  qualcuno contrario alla linea comune, perché aiuta a vedere i limiti delle scelte collettive. Scelte che, pure se giuste, hanno certamente limiti o difetti da correggere. Non è possibile dunque decidere di scaricare l’odio su altri, come non è possibile nascondere la verità semplicemente rubando certi concetti alla loro giusta collocazione per i propri scopi: come un novax resta un cittadino come gli altri col diritto di manifestare, allo stesso tempo un dibattito pubblico non può avere valenza amministrativa. Altrimenti questa non è una città democratica, ma un soviet gestito da persone che nessuno ha eletto. Personaggi spesso oscuri, sia nei curricula che negli scopi. I tanto bistrattati politici almeno devono sottoporre la propria vita allo screening di giornalisti e votanti prima di essere eletti. Invece i “comitati” non li ha eletti nessuno. Poche decine o centinaia di persone si arrogano il diritto di decidere del futuro della città. Eppure noi eravamo rimasti che il popolo esercita la sovranità nei limiti previsti dalla Costituzione, dunque nelle forme democratiche come i Consigli comunali o municipali. O, in caso di guai, pure nei tribunali. Insomma ci si confronta con chi ha titolo per parlare per tutti. Perché i collettivi alla fine si risolvono in un magma di persone non identificate se non vagamente per i propri interessi personali che contribuiscono più o meno consapevolmente agli interessi di un ristrettissima élite. Cioè tutto il contrario della democrazia che ha sviluppato forme chiare e aperte a tutti per garantire i diritti di tutti. Detto in altre parole: se alle persone che stanno animando i comitati contro il nuovo stadio (o ennesimo progetto di gentrificazione che sia) non piace l’agire di Sala, forse dovevano pensarci prima di sostenere che fosse un grande sindaco (visto che a quanto dice senza l’aiuto del governo non è nemmeno capace di chiudere un bilancio). E invece di riproporre alle elezioni le stesse posizioni che si ripetono dalla metà del Novecento, cercare di votare qualcuno più in linea con la propria idea di città. Certo è molto più semplice autonominarsi “comitato” e pretendere che il Comune si pieghi a ogni capriccio di pochi, perché proporre una revisione della macchina amministrativa è cosa lunga, faticosa e per la quale servono competenze. Invece un comitato non necessita nemmeno di uno statuto, può auto eleggersi a protettore del popolo e rivolgere l’odio collettivo verso chi dissente come fosse un novax qualunque.

Il dibattito su San Siro è anti democratico Leggi tutto »

Sala travolto dalla proteste verdi

Sala travolto dalla proteste verdi. Nelle scorse settimane la giunta di Giuseppe Sala, detto Beppe, è stata travolta da un’onda di proteste verdi. Città Studi, Baiamonti e molti altri pezzi di città stanno scoprendo il lato negativo dello sviluppo costante e travolgente della Milano odierna: un esempio è proprio il politecnico, il cervello dello sviluppo urbano meneghino degli ultimi anni. Per allargare ancora le proprie sedi e offrire agli studenti di tutto il mondo corsi e opportunità sempre più accattivanti l’ateneo guidato da Ferruccio Resta ha avviato la costruzione di un nuovo edificio. L’immobile andrà a sostituire un boschetto che aveva anche la funzione di alleggerire l’impatto ambientale di Città Studi, ma non rientrava nei piani quindi il comitato apposito (ne nasce sempre uno, ma ai giornali piacciono solo quelli anti destra) se ne è dovuto fare una ragione. Anzi, ha visto che sono state schierate persino le forze dell’ordine per difendere i lavori dai “pericolosissimi” difensori degli alberi di quartiere. Insieme ai delusi di Città Studi noi abbiamo anche raccontato i delusi di piazza Baiamonti. Anche lì storia simile: un piccolo spazio verde tra le vie e i palazzi del centro è stato sacrificato alla seconda “porta” della nuova linea di Bastioni pensata e progettata dal Comune insieme a Feltrinelli. I cittadini, anche loro fedeli elettori dei “giusti di centrosinistra”, pensavano che bastasse insistere e battere i piedi forte, invece da Palazzo Marino se ne sono sbattuti alla grande. Il parchetto a misura di quartiere per la Milano degli anni 2000 è uno spreco di spazio, meglio convertire tutto in “parchi lineari” (una, a nostro parere, porcata urbanistica che merita un approfondimento in un altro articolo). E anche la protesta è un fattore secondario perché dopo averla cavalcata alla grande per far eleggere Pisapia oggi i potenti di sinistra la sanno silenziare. Infatti Pierfrancesco Maran ha gestito l’emergenza politica con un colpo di genio: nel nuovo stabile andrà il museo della resistenza, ha annunciato. Un tabù di fronte al quale nessuno di sinistra può dire nulla senza rischiare l’accusa di essere come minimo fascista e come massimo renziano. Maran d’altronde è lo stesso dell’annuncio sui “tre milioni di alberi” per Milano: insomma di comunicazione ne sa, soprattutto se verde. Eppure qualcosa inizia a scricchiolare: Sala non può ignorare che nell’ultimo anno di mandato potrebbe essere un problema avere comitati verdi in ogni zona che lo vedono come una Moratti con spruzzata di Evo Morales. A maggior ragione dopo che i dati sull’inquinamento meneghino confermano quanto le politiche green  della giunta abbiano molto marketing e poco ambiente al loro interno: se nei giorni in cui moltissimi milanesi si godono le piste da sci l’inquinamento va alle stelle, forse il problema non era il traffico privato. E quindi una grossa fiche viene posta su Area C e Area B. Già è discutibile che si debba pagare per entrare in una città quando il Medioevo è finito da tempo, ma ancora più strano è se il motivo sembra venire meno: quei soldi dovevano essere spesi per l’ambiente, ma nessuna giunta si è presa il disturbo di informare nel dettaglio su come sta utilizzando i fondi riscossi con le “aree”. Perché? Noi pensiamo male, lo ammettiamo: quando entrano tanti milioni non previsti dalle normali leggi, perché dettagliare le spese? E se poi ti tornano utili per altro? Il quadro insomma è quello: Sala travolto dalle proteste verdi. Le politiche ambientali non funzionano se non per spremere denaro agli automobilisti. I comitati ora sono risentiti perché vedono sparire gli alberi dai quartieri. All’orizzonte non si vedono grandi interventi se non quelli degli immobiliaristi. Ora Sala travolto dalle proteste verdi potrebbe scoprire che l’ambientalismo non è di sinistra: a destra infatti in tanti si stanno muovendo per coprire l’oggettiva mancanza di una sinistra ambientalista nei fatti e non nelle dichiarazioni, Andrea Mascaretti di Fratelli d’Italia ne è un esempio meneghino. La prossima giunta dunque potrebbe avere un carattere ambientale forte pur essendo di destra. E l’ambiente, in cui per la destra sono compresi davvero i cittadini (e non solo quelli che vivono di rendita) non avrebbe che da guadagnarci.  

Sala travolto dalla proteste verdi Leggi tutto »

Nasce il Comitato per la ristrutturazione del Meazza

Sul futuro dello stadio Meazza nel quartiere di San Siro, che le squadre di Inter e Milan, vorrebbero fosse abbattuto per far posto a una nuova e più moderna struttura, fanno squadra i cittadini della zona, che hanno dato vita al Comitato di coordinamento San Siro, favorevole alla ristrutturazione del vecchio stadio e alla riqualificazione dell’area secondo i criteri ispirati da Fridays for Future, contrari a nuove cementificazioni e consumo di suolo, per una mobilità che non ingeneri traffico e inquinamento. Il Comitato di Coordinamento San Siro è “apartitico – si legge in una nota – e si propone di raccogliere tutti i cittadini, associazioni, gruppi che vedono nella ristrutturazione dello stadio Meazza un’alternativa possibile e più vicina all’identità del quartiere e ai diritti dei cittadini. Certamente l’area intorno al Meazza va rivista e ristrutturata. Ma siamo convinti – scrivono – che la strada giusta non sia necessariamente quella costruire un nuovo stadio, cementificare ancora, creare nuovi centri commerciali e grattacieli. Siamo per il si a spazi dedicati ai giovani, allo sport, al verde comune, alla conservazione dell’identità del quartiere“. ‘Si’convinto del Comitato San Siro alla tutela di tutta l’area ovest di Milano – non solo quella vicina allo stadio – che comprende Monte Stella, l’Ippodromo, ex-Trotto, Parco di Tenno, Parco delle Cave, ex-piazza d’Armi – un comprensorio che è un polmone verde per la città e che va preservato“. E si’ “all’attenzione per i risvolti finanziari di tutto il progetto“. Da parte del Comitato anche alcune perplessità e domande circa il futuro dell’area: “quando i fondi, proprietari oggi delle due squadre usciranno dall’investimento nel giro di 3-5 anni, che cosa sara’ dei lavori in corso? Non lasceranno i cantieri aperti per anni? Quali sono i veri interessi finanziari oltre allo stadio? Che cosa succederà all’investimento ex-trotto una volta abbattuto il Meazza? E all’Ippodromo? Quali sono i veri partner finanziari? Quali speculazioni finanziarie ci sono?“. “Vogliamo fare tutto il possibile per conservare l’identità del quartiere ippico/sportivo/residenziale” ha detto Gabriella Bruschi presidente del Comitato coordinamento San Siro. “In questa direzione va – in prima istanza – la nostra indagine per appurare se è vero che non si possa ristrutturare il Meazza. Detto ciò è chiaro che la zona va riqualificata ma non nel senso di una nuova cementificazione, ma della tutela del suolo, del verde, dei criteri ecologici e dei diritti dei cittadini“.  

Nasce il Comitato per la ristrutturazione del Meazza Leggi tutto »

Nasce comitato per salvare San Siro

Raccogliere in tempi brevi le firme necessarie per indire il referendum sulle sorti del Meazza. Nasce con questo obiettivo il comitato ‘No demolizione San Siro’. L’iniziativa lanciata da Forza Italia Milano ha già raccolto adesioni bipartisan e alla presentazione a Palazzo Marino con gli azzurri, Fabrizio De Pasquale, Pietro Tatarella, Luigi Amicone e il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti, erano presenti anche i consiglieri comunali Luigi Abbiati (Lega), Matteo Forte (MP) ed Enrico Marcora (Lista Sala). Tra le adesioni, inoltre, è stato riferito, anche quella di Basilio Rizzo. “Iniziamo a raccogliere le prime mille firme per proporre il quesito contro la demolizione al garante“, ha spiegato Tatarella, “poi per il referendum serviranno 15 mila firme e pensiamo di riuscire a raccoglierle nel giro di 30 giorni“. “Se qualcuno della società civile vuole unirsi siamo lieti di portare avanti insieme questa battaglia“. Ad esempio, ha detto Tatarella “ci piacerebbe coinvolgere un tifoso come Diego Abatantuono”. Oltre alla raccolta delle firme per il referendum, ha spiegato Tatarella “faremo anche un’ osservazione al Pgt in modo che ci sia una discussione in Aula, noi siamo a favore dello sviluppo di spazi commerciali, ma la struttura dello stadio resti quella“. E De Pasquale ha chiarito “vogliamo che tra i paletti che il Comune mette ci sia il mantenimento della sagoma dell’ edificio storico di San Siro“. Per il presidente del Municipio 7, Marco Bestetti l’area di San Siro “ha rilevanza nazionale” e “stupisce che su un tema così rilevante ci sia apparente indifferenza da parte del sindaco“. “Sembra che si parli di area privata – ha detto – invece è area comunale e vorremmo che il sindaco esprimesse un’ idea chiara“. Luigi Abbiati (Lega) ha poi sottolineato che la demolizione di San Siro sarebbe “poco funzionale alla città” e secondo a Matteo Forte (Mp) sulla questione “manca totalmente il progetto del Comune“. Luigi Amicone (Forza Italia) ha infine denunciato che “sembra indifferente il rapporto con la storia e con il tifo della città“.

Nasce comitato per salvare San Siro Leggi tutto »

Il Comitato Darsena-Navigli contro gli eccessi della movida

Ricorsi al Tar, esposti alla procura e la richiesta di “soluzioni serie e negoziate che portino ad una civile convivenza nell’interesse collettivo”. Il Comitato spontaneo Darsena-Navigli rilancia, anche annunciando nuove azioni legali, la ‘battaglia’ contro la “movida eccessiva” perché “le condizioni di vita per i residenti di Darsena-Navigli sono diventate insostenibili“. Con un comunicato sulla pagina Facebook ‘Svendesi in Darsena’, il comitato annuncia che il 24 gennaio si terrà la prima udienza contro la piattaforma galleggiante alla Darsena e contro il regolamento comunale. Intanto, il comitato spiega come i residenti “si stanno aggregando sempre più numerosi” per avviare altre azioni legali, “la difesa è stata affidata agli avvocati Luca Pavanetto, Fabio Lena e Federico Trevisiol, dello studio legale Pavanetto“.

Il Comitato Darsena-Navigli contro gli eccessi della movida Leggi tutto »