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Commercialisti: crescono iscritti e praticanti

Commercialisti: crescono iscritti e praticanti. Aumenta il tasso della crescita di iscrizioni (+0,4%) spinto dagli Ordini del Nord (+0,9%) ma è nel Sud che cresce maggiormente il reddito medio (+4,5%). Questa la fotografia dei commercialisti italiani scattata dal Rapporto 2021 sulla professione, del Consiglio e della Fondazione Nazionale della Categoria, illustrato oggi nell’ambito di un convegno nazionale tenutosi al Palazzo dei Congressi a Roma. Lo studio evidenzia come l’anno scorso si sia registrata un’inversione di tendenza nella dinamica degli iscritti all’Albo e in quella degli iscritti al Registro praticanti. Nel primo caso, infatti, il tasso di crescita annuale, sceso nel 2019 a +0,1%, nel 2020 è risalito a +0,4% pari a 523 unità rispetto all’anno precedente, mentre nel secondo caso, dopo un lungo periodo di continue flessioni, si rileva un incremento pari a +4,3% equivalente a 532 unità, facendo segnare una netta discontinuità.  In tredici anni gli iscritti all’Albo sono aumentati di 11.799 unità, +11% sul 2007. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è diminuita dello 0,6%, mentre l’occupazione è diminuita del 4,1% e le imprese attive sono aumentate del 2,3%. Ciò ha determinato un calo significativo del rapporto tra la popolazione e gli iscritti, passato in undici anni da 555 a 497 e del rapporto tra le imprese attive e gli iscritti che nello stesso periodo è passato da 50 a 43. A livello geografico maggior dinamismo nella crescita degli iscritti negli Ordini territoriali del Nord Italia, in special modo nel Nordovest che rileva il +1% contro lo 0,7% del Nordest. Al Nord, in pole position è la Lombardia con il +1,5% che si traduce in +299 iscritti pari al 57% della crescita totale. Nel Sud invece, dopo il -0,5% dello scorso anno, gli iscritti riprendono a salire seppure ad un tasso minimo: +0,1%. In particolare, nelle Isole l’incremento è nullo, mentre nelle regioni dell’Italia meridionale si registra un aumento dello 0,1%. Da segnalare, in particolare, il -0,4% della Puglia con un calo di 35 iscritti, mentre il Molise, con una riduzione di 17 iscritti, fa registrare il -3,4%. Maggiori quote rosa negli Ordini del Nord, in particolare nel Nord-est si raggiunge il 36,8% con una punta del 41,5% in Emilia-Romagna, mentre nel Sud vi è una flessione per assestarsi al 30,2% con il valore più basso in Campania (26,3%). Analogamente, anche per i giovani, nel Nord, si registrano livelli più elevati (20,4%) rispetto al Sud (15,9%). Da segnalare come la quota di donne continui ad aumentare di anno in anno (+0,2%), mentre quella dei giovani tende a diminuire progressivamente. La crescita dei praticanti è stata particolarmente elevata nel Centro con il +9,9%, molto più bassa invece nel Sud con il +0,9%. Nelle Isole, invece, gli iscritti al Registro dei praticanti sono diminuiti del 5,8%. La crescita al Nord è pari al 4,7% con un ritmo più sostenuto nel Nordest (+7,9%) rispetto al Nordovest (+3%). Per quanto riguarda Il reddito professionale netto medio, nel 2020 continua ad aumentare anche se a un ritmo decisamente più lento rispetto al 2019. Il tasso di crescita annuale passa, infatti, dal +2,6% al +0,5% e il valore medio sale a 61.237 euro superando in tal modo il livello del 2009 (61.138 euro). Il reddito mediano, invece, cresce, del 2,3% portandosi a 35.255 euro pari al 57,6% di quello medio e recuperando terreno, quindi, rispetto al 56,5% di un anno prima. Il reddito medio cresce a Sud (+4,5%), mentre cala a Nord (-0,3%), sebbene il primo equivalga sostanzialmente al 40,2% delle regioni settentrionali. Il divario a livello regionale è massimo tra Calabria (27.102) e Trentino Alto Adige (113.842): il reddito medio del Trentino è 4,2 volte quello della Calabria.

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Commercialisti: “Dalla UE 5 miliardi per l’occupazione e i bisognosi”

Commercialisti: “Dalla UE 5 miliardi per l’occupazione e i bisognosi”. Il nuovo finanziamento è il risultato della modifica di due programmi operativi del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Il programma nazionale FSE dell’Italia dedicato alle “Politiche attive per l’occupazione” riceverà 4,5 miliardi di euro per sostenere l’occupazione nelle zone più colpite dalla pandemia. I fondi supplementari contribuiranno ad aumentare le assunzioni di giovani e donne, consentiranno ai lavoratori di partecipare alla formazione e sosterranno servizi su misura per le persone in cerca di lavoro. Contribuiranno inoltre a proteggere i posti di lavoro nelle piccole imprese delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica “Attività Internazionale”, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia. Con la quarta emissione di obbligazione per finanziare Next Generation EU, sono stati raccolti altri 9 miliardi di euro, la Commissione europea potrà così mantenere un flusso dei finanziamenti costante, utile all’economia e sostenere il rilancio di un’Europa più verde, resiliente e digitale. Inoltre con l’obiettivo di favorire una risposta più incisiva del nostro paese alla crisi e una ripresa socioeconomica sostenibile, la Commissione europea ha concesso all’Italia 4,7 miliardi di euro, a titolo di REACT-EU, il programma di Next Generation EU, che integra con 50,6 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi i programmi della politica di coesione, concentrandosi sul sostegno alla resilienza del mercato del lavoro, all’occupazione, alle piccole e medie imprese e alle famiglie a basso reddito. Il nuovo finanziamento è il risultato della modifica di due programmi operativi del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Il programma nazionale FSE dell’Italia dedicato alle “Politiche attive per l’occupazione” riceverà 4,5 miliardi di euro per sostenere l’occupazione nelle zone più colpite dalla pandemia. I fondi supplementari contribuiranno ad aumentare le assunzioni di giovani e donne, consentiranno ai lavoratori di partecipare alla formazione e sosterranno servizi su misura per le persone in cerca di lavoro. Contribuiranno inoltre a proteggere i posti di lavoro nelle piccole imprese delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Molti i temi affrontati dall’informativa. Sempre a sostegno del mercato del lavoro, nell’ambito del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, la Commissione ha approvato un regime di aiuti da 1,24 miliardi di euro notificati dallo Stato italiano per sostenere le imprese che nel 2021 effettueranno nuove assunzioni di giovani a tempo indeterminato, esonerandole dal pagamento dei contributi previdenziali. La Commissione europea ha inviato nei giorni scorsi un parere motivato all’Italia per non aver notificato le misure di recepimento nel diritto nazionale della direttiva “soluzioni rapide” in materia di imposta sul valore aggiunto, che armonizza e migliora alcune norme sull’IVA, fornisce chiarimenti per arrivare ad una soluzione rapida di quelle situazioni che gli Stati membri trattano in modo diverso, al fine di evitare possibili doppie imposizioni o non imposizioni e migliorare la certezza del diritto per le imprese, l’Italia ha due mesi di tempo per attivarsi. Infine l’informativa analizza gli ultimi dati dell’Euobarometro. L’atteggiamento nei confronti dell’UE, misurato a giugno e luglio, resta sostanzialmente stabile e positivo. L’ottimismo sul futuro dell’UE ha raggiunto il livello più alto dal 2009 e la fiducia nell’UE rimane ai livelli più alti dal 2008. Il sostegno all’euro resta stabile al livello più alto dal 2004. L’indagine indica inoltre un significativo miglioramento della percezione dello stato delle economie nazionali. Per i cittadini europei la situazione economica è la principale preoccupazione a livello dell’UE, seguita dall’ambiente, dai cambiamenti climatici e dall’immigrazione. La salute costituisce ancora il problema principale a livello nazionale, leggermente al di sopra della situazione economica del paese. La maggioranza degli europei è soddisfatta delle misure adottate dall’UE e dai governi nazionali contro la pandemia di coronavirus e ritiene che il piano di ripresa Next Generation EU sarà efficace per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia. Quasi due terzi confidano che l’UE in futuro prenderà le decisioni giuste per rispondere alla pandemia. L’ottimismo sul futuro dell’UE è notevolmente aumentato dall’estate del 2020, con due terzi degli intervistati che esprimono ora un parere positivo (66%, +6 punti percentuali).

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Commercialisti: analisi delle proposte antiriciclaggio della Commissione UE

Commercialisti: analisi delle proposte antiriciclaggio della Commissione UE. World Economic Outlook: per l’Italia il PIL quest’anno dovrebbe aumentare del 4,9%, quindi 0,7 punti percentuali in più rispetto al +4,2% previsto ad aprile. Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica “Attività Internazionale”, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia. Nel documento ci si focalizza su alcune proposte legislative presentate dalla Commissione europea, finalizzate al consolidamento della normativa UE per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, con l’obiettivo di facilitare l’individuazione di operazioni e attività sospette e colmare le lacune che i criminali sfruttano per riciclare proventi illeciti o finanziare attività terroristiche utilizzando il sistema finanziario. I ministri dell’economia e delle finanze dell’UE hanno adottato il primo pacchetto di decisioni di esecuzione del Consiglio sull’approvazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza di 12 paesi, tra cui l’Italia, che hanno così ottenuto il via libera all’utilizzo dei fondi per la ripresa e la resilienza e potranno concludere convenzioni di sovvenzione e accordi di prestito e ottenere un prefinanziamento fino al 13% dell’importo totale. In merito agli aiuti di Stato, il 14 luglio, la Commissione europea ha approvato un regime da 2,5 miliardi di euro dello Stato italiano a sostegno dei lavoratori autonomi e di determinati operatori sanitari, che nel contesto della pandemia di coronavirus saranno parzialmente esentati dal versamento dei contributi previdenziali, fino a un massimo di 3.000 euro pro capite l’anno. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza della Covid-19. La Commissione europea ed il Servizio Europeo per l’Azione Esterna hanno inoltre pubblicato una guida alla due diligence per aiutare le imprese europee ad affrontare e contestualmente diminuire i rischi legati al lavoro forzato e allo sfruttamento nelle rispettive catene di approvvigionamento, siano esse interne o esterne all’Unione. L’azione rientra negli sforzi profusi per promulgare a breve una legislazione europea sulla governance sostenibile che introduca per le imprese l’obbligo di diligenza aziendale. Infine Il World Economic Outlook pubblicato nei giorni scorsi dal Fondo Monetario Internazionale conferma le previsioni dello scorso aprile con la crescita globale per il 2021 stimata al 6%, ma avverte sul rischio di frenata per la ripresa economica, qualora le vaccinazioni non dovessero riprendere a pieno ritmo. Per l’Italia le previsioni sono incoraggianti con un PIL che, dopo il crollo del 2020, quest’anno dovrebbe aumentare del 4,9%, quindi 0,7 punti percentuali in più rispetto al +4,2% previsto ad aprile. Ecco il report2021_08_01_International update n. 14_2021

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Commercialisti: ricognizione sulle novità legislative sull’insolvenza transnazionale

Commercialisti: ricognizione sulle novità legislative sull’insolvenza transnazionale. Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il 2021_07_27_Osservatorio internazionale crisi che segnala le novità legislative e giurisprudenziali relative all’insolvenza in ambito transnazionale. Spazio alle rilevanti pronunce, emanate in questo ultimi quattro mesi, in relazione all’insolvenza di società e grandi gruppi, accentuata o provocata dalla pandemia, che, in molti casi, evidenziano profonde e sistemiche crisi di alcuni settori e attività di impresa.  Attenzione focalizzata sulle più recenti novità normative inerenti al varo di procedure di ristrutturazione, a volte semplificate rispetto alle tradizionali e, a volte, con efficacia temporanea: è il caso dei provvedimenti adottati in Brasile, Belgio, Francia, Irlanda, Norvegia e Regno Unito. In particolare evidenza la pronuncia della Corte d’appello di Perugia sull’automatico riconoscimento nell’ordinamento italiano delle decisioni emesse in procedure concorsuali da autorità straniere. Approfondimento anche sulla sentenza del Tribunale UE nella causa promossa da Ryanair avente ad oggetto la conformità comunitaria dei fondi stanziati per l’emergenza Covid-19 dal governo spagnolo a favore delle imprese strategiche, tra cui le compagnie aeree spagnole. Il fondo stanziato è stato riconosciuto quale misura di aiuto di stato conforme al diritto comunitario, essendo proporzionata e non discriminatoria. Nella sezione relativa agli approfondimenti, oltre al monitoraggio dell’evoluzione normativa e delle prassi in uso in Cina, sono ospitati i contributi di illustri esperti stranieri con riguardo, sia all’ambito di applicazione della legge quadro di stabilizzazione e ristrutturazione delle imprese (StaRUG), adottata in Germania il 22 dicembre 2020 e vigente dal 1° gennaio 2021, sia al fallimento del consumatore in Giappone. Completano l’Osservatorio, le sezioni dedicate a convegni e webinar, e alle pubblicazioni di istituzioni ed enti, affiancate da una rassegna delle ultime novità editoriali in materia.

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Commercialisti, nel 2022 in grave difficoltà 371.500 imprese non fallibili

Commercialisti, nel 2022 in grave difficoltà 371.500 imprese non fallibili. Circa 371.500 imprese non fallibili, pari al 29,3% del totale di questa tipologia di imprese, potrebbero trovarsi in grave difficoltà economica nel corso del 2022. Si tratta di piccole imprese che danno però lavoro a oltre 445 mila dipendenti. E’ la stima effettuata dalla Fondazione nazionale dei commercialisti sulla base di un sondaggio realizzato su un campione significativo di iscritti alla categoria professionale, finalizzato a valutare l’impatto della crisi pandemica su questa realtà. I commercialisti stimano anche che i soggetti non fallibili in attività, con esclusione dei professionisti e degli enti non commerciali, siano circa 1,27 milioni a cui fanno riferimento oltre 1,5 milioni di addetti. Dal sondaggio emerge l’importanza dell’effetto “bolla” generato su queste realtà imprenditoriali dalle misure di sostegno pubblico: se da un lato non si è ancora registrata un’esplosione di insolvenze aziendali, dall’altro lato, considerata la temporaneità degli interventi medesimi, appare altamente probabile che si concretizzi un aumento del rischio di solvibilità legato alla progressiva riduzione dei sostegni economici. È accertato, infatti, che un elevato campione di imprese versava in situazioni di crisi già prima di essere travolta dall’ondata pandemica, il che rende ancor più verosimile ipotizzare un incremento delle insolvenze una volta che le misure di sostegno – tramite le quali, realtà già deteriorate sono rimaste in vita – verranno allentate. IL SONDAGGIO  Dalle risposte fornite dagli intervistati risulta come, a poco più di un anno dall’inizio della pandemia, solo poche imprese non fallibili hanno cessato l’attività e pochissime hanno fatto ricorso a procedure di sovraindebitamento o a soluzioni stragiudiziali. Sono invece molte le imprese che hanno rinegoziato il canone di locazione dell’immobile commerciale o che hanno fatto ricorso ad ammortizzatori sociali o che hanno subito un calo di fatturato significativo ed anche quelle che hanno fatto ricorso a prestiti garantiti. Considerando gli intervistati che hanno dichiarato che l’impatto negativo della pandemia ha riguardato più del 25% delle loro imprese clienti, la percentuale più alta si registra per il calo di fatturato superiore al 30% nel 2020, seguita dal ricorso a prestiti garantiti dallo Stato e dal ricorso ad ammortizzatori sociali. In tutti e tre i casi le percentuali sono abbastanza vicine e si collocano poco al di sopra o poco al di sotto del 60%. Più bassa, invece, la percentuale di chi ha ottenuto la rinegoziazione del canone di locazione. In particolare, i Commercialisti del campione per i quali il 25% e più delle loro imprese clienti ha subito una perdita di fatturato superiore al 30% nel 2020 sono il 61,7%. Per il 46,8%, invece, più di un’impresa su quattro versa in uno stato di grave difficoltà economica, mentre per il 46,6%, più di un’impresa su quattro tra quelle loro clienti nel 2022 si troverà ancora in uno stato di grave difficoltà economica. Il confronto territoriale mostra differenze significative solo nel caso del calo di fatturato. Mentre, infatti, chi dichiara questo tipo di impatto per il 25% ed oltre delle imprese non fallibili loro clienti è pari al 61,7%, lo stesso dato scende al 57,2% al Centro-nord e sale al 70,5% al Sud con un divario di 13,3 punti percentuali. Per il 46,8% del campione, poi, la situazione patrimoniale, economico e finanziaria attuale delle imprese non fallibili è definita “grave” per il 25% e oltre della clientela. La stessa percentuale, però, scende al 39,5% nel Centro-nord e sale al 61,7% nel Sud con una differenza di 22,2 punti percentuali. Interrogati, invece, sulla possibilità che le imprese non fallibili loro clienti debbano far ricorso al sovraindebitamento e risultino, quindi, insolventi entro la fine dell’anno, l’8,8% dichiara il 25% e oltre. Percentuale, questa che sale al 13,1% nel Sud contro il 6,5% nel Centro-nord. La stessa percentuale risulta pari al 46,6% laddove il campione viene interrogato sullo stato di difficoltà economica atteso per il prossimo anno (42,2% nel Centro-nord e 56% nel Sud).   Commercialisti del campione per i quali il 25% e più delle loro imprese clienti ha subito l’impatto negativo della pandemia  Modalità di risposta  Italia  Centro-Nord  Sud  Ricorso a sovraindebitamento  2,4% 1,4% 4,1% Ricorso a soluzioni stragiudiziali  2,8% 2,5% 3,4% Rinegoziazione canone di locazione  26,7% 28,9% 22,8% Calo di fatturato 2020 > 30%  61,7% 57,2% 70,5% Ricorso a prestiti garantiti  59,7% 60,5% 57,4% Ricorso ad ammortizzatori sociali  57,5% 58,3% 55,6% Imprese attualmente in stato di grave difficoltà economica  46,8% 39,5% 61,7% Stima imprese in sovraindebitamento entro il 2021  8,8% 6,5% 13,1% Stima imprese in stato di grave difficoltà economica nel 2022  46,6% 42,2% 56,0% PROMUOVERE LA CONOSCENZA DEGLI ISTITUTI DI COMPOSIZIONE DELLA CRISI  “Il sondaggio – commenta Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti – mostra come, sebbene attualmente la situazione di difficoltà sia ancora sotto controllo, una prima, ancora abbastanza contenuta, ondata di insolvenze potrebbe generarsi nella seconda metà del 2021, per poi dilagare nel corso del 2022 e negli anni seguenti. Quando la “bolla” degli aiuti governativi esploderà la situazione potrebbe degenerare con conseguenze economicamente disastrose”. Miani ricorda come nell’ultimo anno il Consiglio Nazionale dei Commercialisti abbia “profuso grande impegno per instaurare una collaborazione sinergica con le istituzioni volta a sostenere le difficoltà economiche e finanziarie anche dei piccoli imprenditori e a offrire loro soluzioni utili per affrontare la crisi prima che questa diventi irreversibile”.   Valeria Giancola, consigliere nazionale della categoria delegata al sovraindebitamento, sottolinea come dal sondaggio emerga anche “la necessità di insistere nell’attività di promozione, conoscenza e diffusione delle potenzialità, in termini di esdebitazione, che la legge n. 3/2012 può offrire ai soggetti in stato di sovraindebitamento tramite l’ausilio degli Organismi di composizione della crisi. L’accesso agli istituti di composizione della crisi presso gli OCC costituiti negli Ordini locali dei commercialisti, dimostrano, infatti, un utilizzo contenuto di tali procedure durante la fase pandemica. Bisogna promuovere la conoscenza di questi istituti e degli aiuti antiracket e antiusura per sbarrare la strada alla criminalità organizzata e risolvere la crisi di cittadini, piccole aziende e professionisti”. “I procedimenti destinati a risolvere le crisi dei soggetti non fallibili devono essere considerati come un’importante risorsa per la ripartenza del Paese ed è necessario lavorare affinché gli istituti previsti dalla normativa sul sovraindebitamento vengano fortemente semplificati per favorirne il concreto utilizzo”, conclude Giancola. QUALI SONO LE IMPRESE NON FALLIBILI  Per imprese non fallibili si intendono le imprese agricole e le imprese commerciali che non sono soggette alle disposizioni sul fallimento. Con riguardo a queste ultime non sono soggetti alle disposizioni del fallimento e del concordato preventivo gli imprenditori che esercitano un’attività commerciale, i quali dimostrino il possesso congiunto dei seguenti requisiti: a) aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad

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DL sostegni, dai commercialisti un’analisi del contributo a fondo perduto

DL sostegni, dai commercialisti un’analisi del contributo a fondo perduto. “Il contributo a fondo perduto del Dl N. 41/2021 (C.D. D.L. “Sostegni”) è il titolo di un documento appena pubblicato da Consiglio e Fondazione nazionale dei commercialisti che esamina le caratteristiche principali del contributo a fondo perduto introdotto dall’articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2021 n. 41 (il c.d. Decreto “Sostegni”), convertito con modificazioni dalla legge n. 69 del 21 maggio 2021. Il lavoro dei commercialisti dedica particolare attenzione ai presupposti per la fruizione del beneficio, alle indicazioni di prassi amministrativa relative alla corretta quantificazione del contributo, nonché alle modalità di predisposizione e di trasmissione della relativa istanza. Il contributo a fondo perduto introdotto dal Decreto “Sostegni”, come già i precedenti contributi di analoga natura, è finalizzato ad aiutare le attività economiche danneggiate dall’emergenza da Coronavirus ed è riconosciuto ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione e a quanti producono reddito agrario, titolari di partita IVA, a condizione che abbiano subito una riduzione non inferiore al 30 per cento dell’ammontare medio mensile del fatturato dell’anno 2020 rispetto a quello dell’anno 2019. Il documento dei commercialisti esamina l’ambito soggettivo e i requisiti di accesso al beneficio, le modalità di calcolo del contributo e la sua natura e il trattamento e i suoi profili applicativi. Riflettori puntati anche su attività di controllo e regime sanzionatorio e contributo a fondo perduto per le start-up.  26.05.2021 fondo perduto sostegni documento cndcec – fnc

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