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Municipio 3 – riqualificazione Via Benedetto Marcello

Succede nel municipio tre. Qualche settimana fa, esce sui giornali la notizia con l’impegno da parte del nostro comune, di prendersi in carico la tanto attesa riqualificazione di Via Benedetto Marcello. Impegno che dal 2006 si è preso. Via Benedetto Marcello, forse non tutti lo sanno, ma è una via vincolata dalle belle arti. Sono 40 anni che ospita abusivamente un mercato rionale, che in primis era stato adibito a progetto sociale di recupero. Da 20 banchi siamo arrivati negli anni a più di 200. Quindi, capiamo bene : una via vincolata che non potrebbe ospitare il mercato, ma che invece da più di 40 anni vige in tutta la via. Nulla contro il mercato o chi ci lavora ovviamente, anche perché svolge anche un’azione sociale. Ma permettetemi di chiedere: possibile che si possa contravvenire così da tanti anni ad una legge che vige dal 1969? Ebbene si. I fatti sono purtroppo questi. Un’azione fatta dagli abitanti della via, tanti anni fa per aiutare ex carcerati a reintrodursi nel mondo del lavoro, è diventato un abuso. Il pave’ pian piano si è rovinato dai continui passaggi dei mezzi pesanti. Si è rovinato anche grazie alla pulizia necessaria, dopo ben due giorni di mercato alla settimana, con le lance del comune. I getti forti tolgono la terra che tiene adese le piastre di pave’, ecco perché. Le vie limitrofe sono state anch’esse disastrate nel tempo. Basti pensare, che in Via Mercadante, via collegata a Benedetto Marcello, addirittura han dovuto togliere i porfiri decorati, proprio perché si stavano rovinando col passare dei mezzi dei venditori del mercato. Che peccato no? Anch’essa è una via vincolata. Insomma, il perché sia stata vincolata dalla soprintendenza è più che evidente. Un po’ per i bellissimi palazzi liberty che la abitano ed un po’ anche ovviamente per le strade lastricate del 1800. Anch’esse hanno un valore storico artistico. Un’altra parte che è vincolata, è il parterre che ospita, anche qui abusivamente, un parcheggio d’auto. Vi chiederete voi, perché abusivamente? Perché sia I carabinieri forestali che la soprintendenza di Milano, l’hanno dichiarato vincolato a verde. Ma questo cosa vuol dire? Come mai l’hanno asfaltato e non abbiamo il verde come richiesto? Verde che oltre ad abbassare la temperatura della via, dovrebbe essere uno spazio pubblico usufruibile liberamente dai cittadini. L’ultimo ritocco, anch’esso non a norma è stato fatto due anni fa spendendo €450.000. Un intervento che secondo i documenti scritti dalla soprintendenza e dai carabinieri forestali, mettevano un punto ben diverso. Recitano quanto segue: “Il primo che metterà mano al parterre asfaltato abusivamente, dovrà necessariamente ripristinare il parterre com’era in origine.” E com’era? Aveva ben 7 filari d’alberi che lo abitavano e che facevano respirare la via. Basti pensare che, insieme alla gemella via Morgagni, era considerato uno dei polmoni che collegano Loreto al centro città. Vi chiederete, ma come è potuto succedere che nessuno sia andato contro a quest’abuso edilizio? Perché di questo si parla. Vi basti pensare che anche la corte dei conti ci sta indagando. Ma questa è per altri motivi ovviamente. I documenti parlano chiaro. Recitano testualmente: “… Un tecnico del comune si è dimenticato di avvisare il comune che avrebbero asfaltato il parterre nella via che accoglie una parte dei banchi del mercato”. Tutto questo dalla sera alla mattina. Gli alberi che vivevano sul parterre sono stati fatti morire antecedentemente, perché non sono stati nel tempo innaffiati e perché ormai erano stati strozzati dai recinti che li avrebbero dovuti proteggere. Ma si sa, purtroppo gli alberi non vanno molto d’accordo con i continui urti dei camioncini. Il 26/11/2019 esattamente alle 18.30, si tiene una commissione d’urgenza in municipio 3, proprio per far attuare la riqualificazione decisa con la delibera già firmata nel 2006. Perché vi racconto questo? Perché dopo finalmente anni di battaglie da parte dei residenti e da quasi tre anni dal comitato Salviamo Benedetto Marcello, due settimane fa vediamo che il Comune finalmente s’impegnerà a ripristinare il decoro nella via. Una riqualificazione che vedrà come principe il parterre che dovrà necessariamente avere il ripristino di 140 alberi. Inutile dire che fino ad ora, questo non è avvenuto. La soprintendenza sta aspettando il progetto da giugno 2020. OK il Covid, ma I progetti in città stanno andando avanti. Come mai qui, non esiste ancora invece un progetto? Sarà vero l’impegno? Sarà mica una mera propaganda comunale? I cittadini non scordano, ora più che mai. Direi che hanno ragione. Vediamo di dare seguito ai fatti e non recitare solo parole, ahimè temo di puro #greenwashing. Anche il nostro attuale Sindaco Beppe Sala, si era preso l’impegno di ripristinare e ridare splendore e dignità a questa bellissima via. Indovinate un po’? Nemmeno questo è mai avvenuto.

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Comune e Airbnb: accordo per promuovere il canone concordato

Sono sempre più numerose le persone che hanno necessità di soggiornare a Milano per un periodo lungo, ma comunque a termine. Non turisti, ma veri e propri ‘cittadini temporanei’ che per qualche mese o qualche anno scelgono di abitare nella città-laboratorio d’Italia. Intercettando questo fenomeno, il Comune di Milano e Airbnb hanno siglato un accordo di collaborazione con il quale la piattaforma si impegna a promuovere gli affitti a canone concordato. Le prime iniziative riguarderanno i contratti di affitto transitorio – con durata compresa fra 1 e 18 mesi – e quelli per studenti. L’annuncio è stato dato dagli assessori Gabriele Rabaiotti (Politiche sociali e abitative) e Pierfrancesco Maran (Urbanistica) insieme alla Head of public policy di Airbnb Valentina Reino nel corso di un webinar dedicato al tema. L’accordo Il patto è il risultato di un Avviso pubblico di manifestazione di interesse in capo alla direzione Casa del Comune di Milano, cui aveva già risposto diversi mesi fa anche immobiliare.it. Ora il nuovo accordo con Airbnb. Il progetto presentato dalla piattaforma prevede la creazione di una pagina dedicata dove gli host troveranno due template di contratti affitto a canone concordato (1÷18 mesi e studentesco 6÷36 mesi). La pagina verrà promossa attraverso una campagna su diversi canali: seminari in collaborazione con l’Associazione dei proprietari OspitaMI, email informative agli host Airbnb e una campagna sui social network. Saranno inoltre disponibili sulla pagina tutte le informazioni relative alle agevolazioni del Comune per la promozione del canone concordato attraverso l’Agenzia sociale per la locazione Milano Abitare, costola di Fondazione Welfare e convenzionata con l’Amministrazione, oltre alle forme di garanzia per la regolare esecuzione dei contratti di locazione a favore di proprietari e inquilini. Il Comune di Milano lavora da tempo per la diffusione dell’affitto a canone concordato, soprattutto attraverso Milano abitare che negli ultimi anni ha favorito la sottoscrizione di oltre 1.600 contratti. Obiettivi sono la promozione del risparmio per le famiglie, con la garanzia agli inquilini di canoni al di sotto dei valori di mercato di circa il 30% e ai proprietari di profitti adeguati insieme a incentivi e agevolazioni fiscali e tributarie (tra questi, oltre alla riduzione dell’IMU e della cedolare secca al 10%, un contributo una tantum variabile tra i 1.200 e i 2.000 euro, un altro per la risistemazione dell’appartamento fino a 4.000 euro, un fondo di garanzia in caso di morosità dell’inquilino fino a un importo pari a 18 mesi di locazione). Importanti anche il potenziamento della connessione tra le diverse soluzioni abitative in locazione, l’aumento della capacità attrattiva della città soprattutto rispetto a chi, come i giovani soprattutto, ha una modesta capacità reddituale, l’interazione stretta con i soggetti che operano nel campo dell’housing sociale, anche per definire modelli operativi integrati nei piani urbanistici con quote di alloggi dedicati alla locazione accessibile in edilizia convenzionata. Di recente, è stato anche firmato l’accordo integrativo per il concordato tra la Cooperativa Abitare, Assoedilizia Associazione milanese, il sindacato inquilini Sunia e il Comune come  soggetto garante, con cui Abitare metterà a disposizione dell’affitto a canone concordato una parte del suo patrimonio abitativo. “L’obiettivo del nostro Avviso – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – che peraltro è ancora aperto, è quello di riuscire a collegare la politica pubblica del canone concordato con le reti di offerta commerciale presenti nella città che intervengono sulla locazione privata. Siamo quindi soddisfatti del fatto che, dopo l’accordo con immobiliare.it, anche Airbnb si sia resa disponibile a partecipare a questa sfida. Se la locazione nelle città è garanzia di vivacità e mobilità sociale, il calmieramento dei prezzi dell’affitto attraverso il canone concordato è garanzia di maggiore accessibilità universale, in modo che tutti abbiano la possibilità di accedere alle opportunità che la città offre”. “La pandemia ha cambiato le dinamiche di domanda e offerta abitativa a livello mondiale, creando l’esigenza di pensare a nuove strategie attraverso il dialogo tra pubblico e privato – dichiara Pierfrancesco Maran, Assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura  – Le istituzioni devono essere più dinamiche, le piattaforme che hanno rappresentato l’innovazione dello scorso decennio possono implementare i propri servizi adattandoli al prossimo. Questo accordo nasce proprio con questo obiettivo, e dalla consapevolezza che il tema dell’abitare sarà centrale nei prossimi anni in una città che vuole accogliere tutti”. L’identikit del milanese ‘temporaneo’ Chi arriva in città e si affida ad Airbnb per una prenotazione oltre i 28 giorni è single (circa il 70% delle prenotazioni). Sceglie di trasferirsi a Milano in prevalenza nei mesi di gennaio, settembre e ottobre e i suoi quartieri preferiti sono Centrale, Sarpi, Magenta-Sant’Ambrogio, porta Romana e porta Venezia-Dateo. A riprova della crescente mobilità, oltre una ricerca su due per un soggiorno transitorio viene effettuata con l’obiettivo di essere a Milano entro il mese successivo. La maggior parte delle ricerche riguarda soggiorni di almeno 1 o 2 mesi. Oltre il 70% delle ricerche è effettuata da italiani, il restante da stranieri che, nonostante le difficoltà di spostamento legate alla pandemia, sono alla ricerca di una sistemazione ‘lunga’ a Milano. “Ci sono numerose ragioni  personali e professionali che portano una persona a cercare una sistemazione transitoria e a chiamarla comunque casa – afferma Valentina Reino, Head of public policy di Airbnb Italia. La collaborazione con il Comune va nella direzione di immaginare un futuro di ospitalità sostenibile, che speriamo di poter replicare in altre città. Gli host stanno dimostrando molta attenzione all’affitto a lungo termine con l’80% accetta già soggiorni superiori ai 28 giorni 50% degli annunci prevede una tariffa scontata sul lungo periodo”. Maggiori informazioni sono disponibili alla pagina dell’iniziativa.

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Lo scandalo di Piazza Duomo

Domenica 2 maggio Succede a Milano, una metropoli, non un paesino sperduto su una montagna dove la condivisione è pari al vecchietto che parla al bar davanti ad un aperitivo. I tifosi dell’Inter, ma non solo, avvolgono e travolgono p.zza Duomo e zone limitrofe. Sembrano tante formichine ma in realtà sono persone , persone magari asintomatiche, che in un 30% non sanno di contagiare, di essere vettori del virus. Il cittadino già in se stesso dovrebbe pensarci da se, ma no perché privarsi? Perché non fare i cittadini consapevoli e responsabili a discapito di un festeggiamento? È vero, caspita …era lo scudetto …però, davvero vogliamo passare sopra a tutto , a tutti gli sforzi per uno scudetto? Ci sono persone che non arrivano a fine mese. Ci sono persone che hanno dovuto chiudere le proprie attività, magari proprio quella di famiglia, che già tra le tasse, resistevano a stento. Ed invece no. Noi andiamo a festeggiare! Ma mica in modo consapevole. No, tutti attaccati, adesi e contigui. Ma come si fa? OK i tifosi, ma il Comune? Possibile che nessuno in amministrazione comunale ci abbia pensato? Non sarà mica che come per la ristrutturazione, se non si buttera’ giu’ lo stadio di San Siro, anche qui comandano le squadre? Sarebbe veramente scandaloso mettere al primo posto gli interessi di una squadra a discapito dei cittadini e degli sforzi che abbiamo dovuto sostenere e superare in questo anno di Covid. Ma come? Per i tifosi soprassediamo e se vogliamo invece andare a teatro non possiamo. Lo spettacolo e migliaia di persone sono in balia del Covid, ma per festeggiare ci si passa sopra…che ipocrisia. Questa non è cura, è non curanza della sfera economica sociale della città e delle persone. Abbiamo un’amministrazione assente in fattore sicurezza al cittadino. La nostra vicesindaco Scavuzzo a cosa pensa? Si gira dall’altra parte? Strano che ai piani alti non ci sia stato un terremoto dopo questo avvenimento veramente imbarazzante agli occhi di tutti. E ora che dovremmo finalmente riacquisire un po’ di libertà, come faremo se i contagi si rialzeranno? 15 giorni e ne vedremo l’effetto. Vi lascio con una riflessione di sole quattro parole: “ma come si fa?” A voi il giudizio.

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Abusi edilizi: il tribunale da ragione al Comune

Dopo sei anni e 26 pronunciamenti da parte dei tribunali, il Comune ha avuto nuovamente ragione nella lunga e travagliata vicenda giudiziaria riguardante gli abusi edilizi dell’immobile di via Isimbardi 31. Nell’ambito del processo penale in cui l’Amministrazione si è costituita parte civile, il Tribunale di Milano ha condannato in primo grado la proprietà a procedere alla demolizione delle opere illecite ancora esistenti e a risarcire il Comune per i danni patrimoniali e non, oltre allo sconto di sei mesi di reclusione. Lo stabile, un tempo adibito a laboratorio, era stato trasformato attraverso interventi illeciti in piccoli appartamenti privi dei requisiti di abitabilità affittati prevalentemente a studenti ed era stato ampliato con opere che avevano compromesso l’utilizzo dei parcheggi sotterranei. Per bloccare l’attività abusiva, dal 2015 il Comune ha emesso 9 provvedimenti – ordinanze di ripristino e di sgombero e annullamenti dei titoli edilizi – sistematicamente disattesi dalla proprietà. A fronte di questo, l’Amministrazione nel 2018 aveva esercitato i poteri sostitutivi e avviato le opere di demolizione delle opere abusive. Interventi sospesi in seguito a una lunga serie di ricorsi fatti dalla proprietà, cui sono seguiti da ben 26 pronunciamenti: 15 da parte del TAR (di cui 4 sentenze tutte favorevoli al Comune, 7 ordinanze e 4 decreti cautelari), 9 del Consiglio di Stato (una sentenza favorevole al Comune e 8 provvedimenti cautelari), un’ordinanza del Tribunale civile e una sentenza del Tribunale penale. L’unica sentenza emessa dal Consiglio di Stato nel 2020 ha confermato il pronunciamento del TAR, riconoscendo la legittimità del provvedimento comunale di diniego di condono. Contro questa sentenza la proprietà ha proposto un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato per chiederne la revocazione. Infine, la proprietà ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per chiedere la condanna dell’Italia al risarcimento del danno in relazione alla vicenda di via Isimbardi 31 e una serie di esposti alla Procura della Repubblica contro alcuni dipendenti e rappresentanti del Comune. “Ancora una volta è stata dimostrata la correttezza dell’operato del Comune – dichiara l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran –. Ringrazio l’avvocatura, da anni impegnata con determinazione su più fronti rispetto a questa incredibile vicenda. Incredibile perché non è ammissibile ci vogliano più di tre anni, ricorsi e sentenze, per ripristinare la legalità di uno stabile abusivo, nell’interesse della collettività. È assolutamente necessaria una riforma a livello nazionale che semplifichi un iter che finisce per scoraggiare le amministrazioni pubbliche a intervenire e per tutelare oltre misura i privati che commettono irregolarità”. La recente condanna del Tribunale di Milano, il ventiseiesimo pronunciamento sulla vicenda, riguarda l’aver realizzato opere edilizie in totale difformità rispetto a quanto rappresentato nel progetto depositato, aver destinato l’immobile alla locazione per uso residenziale invece che al previsto uso produttivo e per aver attestato falsamente la conformità del progetto, nonché la veridicità di fatto dei luoghi. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.

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Fondi Lega: Comune e LFC si costituiscono parte civile

Il Comune di Milano e Fondazione Lombardia Film Commission sono parti civili al processo con rito abbreviato nei confronti dei due revisori contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, imputati per la vicenda della compravendita del capannone di Cormano, nel milanese, con la quale sarebbero stati drenati, per l’accusa, 800mila euro di fondi pubblici. Lo ha deciso il gup Guido Salvini che ha rigettato un’eccezione avanzata dal difensore, l’avvocato Piermaria Corso, sulla richiesta avanzata da Palazzo Marino. Da quanto si è saputo, il Comune nel suo atto di costituzione ha quantificato i danni in 117 mila euro (80 mila di risarcimento patrimoniale e 37 mila non patrimoniale), mentre Lfc li deve ancora quantificare ma comunque ammonterebbero a diverse centinaia di migliaia di euro. Il giudice ha poi rinviato al prossimo 4 maggio, giorno dedicato alle discussioni delle parti. Entro la fine del prossimo mese ci dovrebbe essere la sentenza. ANSA

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Transizione ecologica o green marketing?

Ma la vera attenzione all’ecologia non è altra cosa? Noi milanesi ci aspettiamo un cambio di passo immediato per affrontare questi cambiamenti che sono dietro alle nostre porte di casa. Parliamo della transizione ecologica. Le parole da chiunque vengano pronunciate in quest’ultimo periodo si arenano e rimangono lì bloccate quasi senza via d’uscita. Insomma, bello riempire comunicati con la parola più in voga del momento: transazione ecologica. Ma siamo sicuri che tutti sappiano a cosa si riferisce? È il processo di cambiamento su: lavoro, istruzione ed impresa in piena sostenibilità ambientale. Lo sviluppo ecosostenibile è il focus dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, declinato in 17 Sustainable Development Goals – SDGs. E noi a Milano cosa abbiamo intenzione di fare? Anzi, cosa stiamo combinando soprattutto in fattore ambientale? Forse non tutti lo sanno, ma negli ultimi 5 anni abbiamo subito dei danni ambientali che non sono proprio piccoli. In queste ore forse si sta permettendo l’abbattimento di 60 alberi al parco La Goccia sempre per far posto ad altro cemento. Ma perché? Si sta facendo antropizzare il parco agricolo del Ticinello. Ma perché? Si sta facendo costruire una pista d’asfalto che devasterà il parchetto Cividale. Anche qui, ma perché buttare asfalto su un percorso ciclabile già battuto in mezzo alla natura? Perché consumare ancora suolo quando se ne può fare a meno? Perché danneggiare irrimediabilmente la terra senza nessun motivo? Davvero, ce lo stiamo chiedendo un po’ tutti. Perché mettere a posto è una cosa, danneggiare è un’altra e da noi a Milano, il danno purtroppo è sempre dietro l’angolo. Eppure, sarebbe così semplice lasciare andare la natura per il suo corso, senza far intromettere di continuo cantieri e progetti che vengono reputati dalla gran parte di noi cittadini: inutili. Ma poi, che progetti? Sono davvero sostenibili? Proprio no e le motivazioni sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo a Milano ormai anche chi si è assunto gli oneri ma anche i doveri sulle deleghe europee per l’ambiente. Purtroppo nulla è stato fatto. Neppure dopo il patto stilato 2 anni fa, sulle misure urgenti da attuare sui cambiamenti climatici, di cui abbiamo ormai prova giornalmente nel mondo. Ma come? Vi ricorderete bene la manifestazione tenutasi in tutto il pianeta – there’s no planet b. Il nostro Sindaco Giuseppe Sala, aveva accolto i ragazzi dei FFF di Milano, in una riunione straordinaria, dove s’impegnava a non consumare più suolo ed a trovare soluzioni urgenti per Milano. È stato rispettato? Direi più snobbato. Ah ma vero, dimenticavo: ora abbiamo un Green man alle porte delle prossime amministrative che metterà mano ai veri bisogni verdi della nostra città. Più che un Green man, lasciatemelo dire, a noi sembra più un green marketing per portarsi a casa i voti. Siamo un po’ stanchi delle belle parole e stavolta, noi cittadini, saremo più furbi e più informati.

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