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Maltrattamenti in Rsa, Pallavicini (Confcommercio): “Solidarietà a pazienti e famiglie”

Maltrattamenti in Rsa, Pallavicini (Confcommercio): “Solidarietà a pazienti e famiglie”. “Amarezza per quanto accaduto e solidarietà verso pazienti e famiglie vittime dei maltrattamenti”. E’ la dura presa di posizione di Luca Pallavicini, presidente nazionale di Confcommercio Salute, Sanità e Cura e Responsabile del Dipartimento lombardo, dopo il recente grave fatto di cronaca in Lombardia con l’arresto di 5 persone per gli episodi in una Rsa del Pavese. “Sono fatti gravi e inaccettabili – commenta Pallavicini – anche per l’effetto di screditare un settore che svolge quotidianamente un ruolo cruciale nella presa in carico dei cittadini anziani e con fragilità: spesso, in alcuni territori, sostituendosi allo Stato”. Per Paolo Uniti, Direttore del Dipartimento lombardo Salute Sanità e Cura occorre intervenire con urgenza puntando prima di tutto su severi audit condotti con regolarità da una task force coordinata da Regione Lombardia ed istituendo una premialità per le imprese che investono in formazione e sicurezza, due pilastri fondamentali per definire una struttura di qualità. “Il cambio di marcia non può più essere posticipato – conclude il presidente di Confcommercio Salute, Sanità e Cura Luca Pallavicini – Parliamo di un settore destinato a diventare un vero e proprio pilastro della Silver Economy. Una sfida che potrà essere vinta solo con un deciso cambio di paradigma nell’approccio culturale e operativo verso i LEA, in cui strutture e operatori possano essere parte integrante di un processo di crescita efficace ed efficiente. Tra le priorità c’è senz’altro la valorizzazione del personale, attraverso la garanzia di un compenso equo, lo sviluppo della formazione continua e del welfare aziendale. Muove in questa direzione il recente Contratto Collettivo Nazionale da noi siglato a settembre con Fisascat Cisl, Uiltucs e l’assistenza di Confcommercio. Un documento dalla forte matrice valoriale, sociale e solidale a tutela di ogni attore coinvolto”.

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Scandalo molestie in Confcommercio: un’altra mazzata al teorema Sangalli

Scandalo molestie in Confcommercio: un’altra mazzata al teorema Sangalli. Perché in sordina sui giornali è passata un’altra notizia: la versione di Sangalli sui 200mila euro che ha versato alla sua ex collaboratrice non sarebbero il risultato di un’estorsione come sostenuto dal capo di Confcommercio, ma il giusto risarcimento per una donna che ha dovuto subire le attenzioni non richieste del boss dei commercianti. Il titolo del Corriere di ieri è una vera mazzata: “Le accuse di Sangalli? Inattendibili e fantasiose, voleva coprire la realtà”. L’ex assistente è stata infatti assolta, come riporta il sempre ottimo Guastella sul Corriere. Lei è un ex dirigente non erano in combutta per ricattare il potentissimo Sangalli, anzi più si va avanti e più appare chiaro che Sangalli sembra scaduto nella più classica situazione da manager/politico: ha pensato di potersi “fare” la segretaria senza conseguenze, quasi fossimo in un film sugli anni Cinquanta del Novecento. Per poi, una volta denunciato, descriverla come una donna avida e truffatrice. Ma il suo teorema sta crollando: prima lo ha colpito la testimonianza di Guzzetti che ha di fatto confermato le accuse della donna, poi la sentenza sulla presunta truffa. In tutto questo resta da capire come Sangalli possa rimanere al suo posto: il codice etico di Confcommercio sembra molto lontano da un dirigente che paga centinaia di migliaia di euro per chiudere una storia di molestie. L’Osservatore ha provato a chiedere un commento o la conferma di possibili dimissioni al capo dei commercianti, ma non è arrivata risposta. Attendiamo fiduciosi. Intanto va sottolineato ancora come la famosa società civile che spesso bastona la politica e i costumi altrui sembri ogni giorno più incivile.

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Confcommercio: no all’obbligo di porte chiuse

“Il 2 luglio cominciano i saldi ed è utile riflettere bene cosa significa, in una città come Milano, obbligare i negozi dotati di lama d’aria a chiudere le porte per supposti risparmi energetici”. Lo ha scritto sulle sue pagine social il segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri, commentando l’obbligo di tenere le porte chiuse nei negozi per favorire il risparmio energetico, scattato in seguito all’ordinanza del Comune per far fronte all’emergenza siccità. “La lama d’aria” che molti negozi usano al posto delle porte, “è progettata per ridurre il consumo di energia: il costo medio di consumo di energia di una lama d’aria in una giornata è di 40 centesimi – ha proseguito -. Con un ingresso, in molti esercizi commerciali, di 15 persone al minuto, la porta in una giornata sarebbe di fatto sempre aperta con un aggravio del consumo elettrico per la climatizzazione, a 27 gradi, del 40%. Con un costo medio giornaliero di climatizzazione, a prezzi correnti per un negozio di 80 mq, di 12 euro, si aggiungerebbero altri 5 euro. Inoltre, aumenterebbe del 40% l’emissione di CO2. Nessun risparmio energetico, insomma, e nessun beneficio ambientale” L’uso delle lame d’aria inoltre “è stato inserito all’interno del regolamento comunale dell’aria che ne ha riconosciuto l’utilità e la validità. Oltretutto i casi di Covid in aumento continuano ad imporre un frequente ricambio d’aria in tutti gli spazi, privati, pubblici e commerciali – ha concluso -. Meno consumo energetico, meno rischio di blackout e di contagi e soprattutto meno danni all’ambiente. Non è una battaglia ideologica o di parte ma una scelta di buonsenso e attenzione”. ANSA

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Crolla il teorema del complotto contro Sangalli

Crolla il teorema del complotto contro Sangalli. Perché l’anziano e potente presidente dei commercianti sembrava poter uscire indenne dalle accuse di aver molestato la propria segretaria: con un ribaltamento di fronte aveva denunciato tutto come un tentativo di estorsione ai suoi danni. Ed ecco che da possibile colpevole (perché in Italia si è presunti colpevoli, non presunti innocenti) era passato a vittima di losche trame. Così tutto era passato in secondo piano, anche perché dopo decenni la Confcommercio di Sangalli ha molti amici pure nella stampa. Dunque c’è garantismo, come sempre per i potenti. Specie se son di quelli che denunciano. In realtà c’era stata qualche crepa nella retorica del complotto costruita a colpi di denunce, perché Guzzetti, un ex presidente di Fondazione Cariplo aveva confermato di fatto le accuse della donna proprio di fronte ai giudici che lo interrogavano come testimone. E lì Sangalli aveva preferito non denunciare, almeno a quanto si sa. Gli unici a parlare sono stati quelli di via Solferino. Perché fare giornalismo in Italia è esporsi. E gli unici che sul tema sembrano riuscirci sono quelli del Corriere, testata che pur tra mille difficoltà, riesce a tenere a galla il giornalismo italiano: e infatti oggi sono usciti con una lunga intervista a una delle poche donne che non ha goduto dell’appoggio dell’onda meetoo. Perché anche in caso di molestie devi essere fortunata in Italia: se ti molesta quello sbagliato, le paladine se ne sbattono. E con loro la grancassa mediatica che le segue. La domanda vera è: cosa farà Confcommercio ora? Davvero Sangalli deve restare ancora al suo posto? Perché se crollano le sue accuse e vengono confermate definitivamente le accuse contro di lui, come minimo ci si aspetterebbe un passo indietro. Magari delle scuse. Perché come all’epoca gli fu chiesto un chiarimento dai vertici di Fondazione Cariplo per evitare di infangare l’istituzione di cui era parte, nel caso di Confcommercio è pure presidente. E allora che messaggio si manda a tutte le donne che tengono in piedi il commercio italiano e il bilancio della stessa Confcommercio?

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Società incivile?

Società incivile? La domanda se permettete è lecita: in Lombardia ci sono moltissime delle famose piccole e medie imprese rappresentate da ricche associazioni del commercio. E fin qui sarebbe una buona notizia. Perché è il sintomo di una società viva e di un’economia che può distribuire benessere. C’è un però grosso come una casa mentre si spegne l’ennesima ondata di disprezzo per la politica: i politici infatti vengono bastonati giustamente da decenni secondo il mantra che sono tutti ladri, corrotti ed egoisti, però nessuno ha mai sollevato una dubbio sulla così detta società civile. Perché in Lombardia questa “società civile” ha prodotto molti ottimi politici, professionisti e altri personaggi importanti per la nostra comunità. E oggi è ancora più importante perché c’è il noto PNRR, cioè un fiume di soldi prestati dagli europei che saranno gestiti in buona parte dalla succitata “società civile”. Ma in questi giorni proprio questa parte della comunità lombarda sembra avere problemi nei suoi vertici: il caso Sangalli è tornato al disonore della cronaca poco tempo fa perché è al centro di un processo scaturito da una sordida vicenda di presunte molestie, ricatti e altre questioni poco edificanti. Mentre Confartigianato è stata travolta pure lei da una questione di pignoramenti ai vertici. Dunque la domanda è: è una Società incivile? Ma soprattutto: possono queste persone rilanciare la Lombardia e l’Italia? Sono domande aperte, ma che forse vale la pena di porsi vista la situazione particolare che stiamo vivendo. Quale che sia la risposta.

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Sala: d’accordo con Confcommercio ma evitiamo contrapposizioni

“Sull’appello sono senz’altro d’accordo “: Così il sindaco di Milano Beppe Sala, a margine dell’iscrizione di milanesi illustri al Famedio del cimitero monumentale, ha risposto a chi gli ha chiesto se condivide l’appello di Confcommercio contro i cortei no green pass. “Tanti segnalano anche la possibilità di fare una contromanifestazione su cui – ha aggiunto – ho più perplessità, evitiamo ulteriori tensioni, non mi sembra il caso in questo momento “. Per quanto riguarda Confcommercio, “ho parlato con alcuni rappresentanti e sono molto preoccupati perché si avvicina il Natale che per i loro associati è il momento più propizio, li capisco”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “Condivido l’appello perché, se sicuramente è giusto il diritto ad esprimere il proprio parere, credo non si possa penalizzare la vita e le attività economiche di un comparto che in questo periodo ha sofferto in modo particolare”, ha spiegato Fontana a margine di un appuntamento a Palazzo Pirelli. Quanto a possibili ‘contromanifestazioni’, “credo che le contrapposizioni non facciano mai bene”, ha risposto Fontana. Per il governatore “anche una contromanifestazione contribuirebbe a impedire e rallentare le attività commerciali” quindi “credo non valga la pena in questo momento creare ulteriori tensioni”, ha concluso. ANSA

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