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Milano: Rt a 1.16, preoccupano i contagi fra studenti

La situazione di Milano “desta un po’ di preoccupazioni, di fatto abbiamo un indice Rt che è passato a 1.16, in costante crescita ormai da diversi giorni, con una situazione soprattutto all’interno delle scuole preoccupante. Nelle scuole abbiamo il 33% di casi in aumento in una settimana”. Lo ha detto a SkyTg24, il direttore generale dell’Ats Milano Walter Bergamaschi. “Le scuole – ha aggiunto – hanno sempre un po’ anticipato l’epidemia all’interno della popolazione generale, oggi il 13% dei casi sono casi scolastici e quindi stiamo intervenendo per monitorare questa situazione e tenerla sotto controllo. Certamente serve uno sforzo ancora importante di responsabilizzazione di tutti i cittadini”. ANSA

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Ats: contagi mentre si è in coda per il tampone

“Una delle cose che abbiamo visto anche in questa ultima stagione è che l’eccessiva fiducia nel tampone provoca dei paradossi. Le persone si fanno il tampone e poi continuano a uscire prima dell’esito, le persone paradossalmente si contaminano facendo la coda per avere il tampone”. Lo ha sottolineato Vittorio De Micheli, direttore dell’Ats di Milano, alla trasmissione Prisma di Radio Popolare. Parlando della secondo ondata dell’epidemia De Micheli ha sottolineato come “la prima cosa da ricordare a tutti è che questa volta non è un problema solo milanese. Quando l’epidemia è partita lo ha fatto in Lombardia, ci siamo fermati, poi quando abbiamo ripreso le attività il contagio si è diffuso in tutto il Paese – ha aggiunto -. Durante il momento di minima questa estate le attività di prevenzione erano al massimo della loro potenza, ad agosto abbiamo tamponato centinaia di migliaia di viaggiatori in Italia, a Milano quasi 100 mila rientrati dalle vacanze. L’attività di prevenzione è stata espletata al massimo della sua potenzialità ma le attività che sono riprese evidentemente sono state più importanti di questo tentativo di contenimento”.

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Sala: vigilerò sui nuovi contagi

Milano si avvicina alla prima parziale riapertura dopo il lockdown a partire da lunedì. “Vi posso solo garantire che la mia vigilanza sarà attenta, continuerò a chiamare i medici degli ospedali, dei pronto soccorso, i nostri medici di famiglia e analizzerò con estrema attenzione i pochi ma speriamo significativi numeri che abbiamo a disposizione“, ha spiegato il sindaco, Giuseppe Sala, parlando ai cittadini nel consueto video sulle sue pagine social. Questa “prima parziale riapertura, necessaria, è sostanziata da un giudizio della sanità che ci dice che ad oggi la situazione è sufficientemente sotto controllo. Ciò nondimeno molti di voi mi esprimono preoccupazione e mi chiedono cosa succederà – ha aggiunto -. Non lo so cosa succederà, onestamente, lo vedremo e molto dipenderà anche dai nostri comportamenti ma quello che so è che cercherò di misurare con attenzione una eventuale ripresa della crescita dei contagi“. ANSA

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Crescono i tamponi, crescono i contagi

Crescono i tamponi, crescono i contagi. I dati non mentono, più aumentano i controlli, più si amplia la forbice tra contagiati e morti e più scende la mortalità del Covid-19. Potrebbe essere normale, ma in questo momento di isteria generale è difficile trovare la normalità. Lo stesso governatore lombardo Attilio Fontana ormai appare come un pugile suonato da un avversario troppo duro e si dice “preoccupato” ma senza specificare perché ai giornalisti già in paranoia e preda del riflesso di pubblicare notizie false (sì lo ha fatto anche il Corriere). Ora forse proprio quelli come Fontana, a cui va riconosciuto l’impegno, devono prendersi una pausa. Dormire qualche giorno e lasciare ad altri guidare la barca. Non è il momento di dare informazioni confuse o di agitare ancora le acque mentre crescono i tamponi e crescono i contagi. Negli ospedali lombardi si sta combattendo duramente, e stanno partendo studi amplissimi per capire quali farmaci possano davvero contrastare al meglio il virus in attesa di un vaccino che sembra ad oggi un miraggio. La lotta è dura e l’Italia, al netto dei soliti traditori e voltagabbana, sta reagendo con una forza umana impensabile fino a pochissimo tempo fa. Legioni di volontari e personale sanitario si sono unite sotto una bandiera che è quasi un nuovo Tricolore. Curano tutti, anche chi oggettivamente meriterebbe di essere messo in fondo alla lista. Non guardano il colore, il credo religioso o politico. Nulla se non i dati e tentano di salvare la vita a tutti. Intanto cambiano tutti i giorni i dati e le regole per muoversi, sia in Italia per altro che all’estero. Ma la sfida non è fare dei dati la nuova religione: un errore qualunque di interpretazione può causare moltissimi danni. Allora prendiamo atto dei vari passaggi di questa crisi, passo passo ne usciremo. Non tutti, perché in tanti moriranno ancora, ma in tanti.

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Gallera: aumentano i contagi, ma anche i posti in terapia intensiva e il personale disponibile

Nell’odierna conferenza stampa dall’Unità di Crisi di Regione Lombardia, l’Assessore Gallera ha esordito elogiando per l’impegno tutto il personale medico impiegato nell’emergenza coronavirus, per poi spiegare che proprio grazie a questo i “posti in terapia intensiva Da 220 a 321”, mentre molti altri sono in corso di allestimento. “E’ una grande battaglia che stiamo combattendo e fronteggiando con grande professionalità” ha detto Gallera, per poi aggiornare i numeri dell’emergenza, “Il numero dei contagiati continua a crescere, sono 2251, 1169 ricoverati, di cui 244 in terapia intensiva, 364 in isolamento domiciliare, quindi si riducono rispetto ad ieri. Crescono anche i dimessi: sono 376, in un solo giorno 126 in più. I morti sono 98“ Gallera ha quindi ribadito che “il problema rimane il personale medico“, però “nell’arco di due giorni sono stati assunti 136 medici” per quanto riguarda Milano, mentre nelle altre province sono entrati in servizio “39 medici, 78 infermieri e 18 os” fra personale civile e militare. L’assessore ha quindi sottolineato che “la cosa bella è solidarietà del sistema” con personale che si sposta dai presidi ospedalieri meno impegnati, in particolare quelli di Milano, verso altri che sono in crisi, un “messaggio importante” secondo Gallera perché dimostra che “in questo momento il sistema regge” anche se i pronto soccorso periferici sono messi a dura prova.  

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Epidemia in espansione. Gallera rassicura sulla tenuta del sistema sanitario

Nel corso dell’odierna conferenza stampa sull’emergenza coronavirus, l’Assessore Giulio Gallera è apparso meno tirato dei giorni precedenti e pur dovendo elencare i numeri di un’epidemia ancora in espansione, ha assunto toni rassicuranti quando si è trattato di parlare della tenuta del sistema sanitario lombardo, costantemente rinforzato e modulato sul territorio grazie agli interventi e alla regia di Regione Lombardia. I numeri parlano di 1820 le persone positive in Lombardia, il 12% dei quali facenti parte del personale sanitario. Sono 877 quelli ricoverati, 209 dei quali in terapia intensiva, 411 ai domiciliari e 250 i dimessi, mentre sono saliti a 73 i decessi. “E’ un’emergenza crescente – non ha negato Gallera, spiegando – che riusciremo a rallentare e sconfiggere solo se gli stili di vita corretti saranno metro della nostra quotidianità“. L’assessore ha però anche sottolineato “Lo straordinario sforzo che stiamo facendo ci vede riuscire a fronteggiare l’emergenza“, elencando “cresce il numero delle terapie intensive che abbiamo a disposizione, anche oggi ne abbiamo recuperate altre 30“, “per allestire nuovi posti di terapia intensiva e subintensiva, abbiamo già ordinato 68 ventilatori polmonari da terapia intensiva, 27 ventilatori da subintensiva, 12 ventilatori da trasporto” , “507 sistemi di cheer up ad alto flusso“, “63 letti da terapia intensiva“, “26 monitoraggi per intensiva e 96 per subintensiva“, “147 saturimetri“, “3 portali digitali per radiografi a letto e 9 defibrillatori“. Gallera ha parlato anche del personale disponibile, in questo momento carente anche a causa dei contagi fra i sanitari stimando “in 500 il numero di medici di cui abbiamo bisogno e mille gli infermieri qualificati“, problema al quale la Regione sta cercando di fare fronte acquisendo nuovo personale e gestendo al meglio quello disponibile. Al termine, interrogato sull’intenzione del Governo di aumentare del 50% le terapie intensive e del 100% le pneumologie, Gallera è sembrato indispettirsi, precisando che il Governo non sta provvedendo, ma ha bensì “scritto alle Regioni” di farlo, ma che per riuscirci “servono personale e risorse“, non ancora fornite, così che a fronte di “una richiesta del governo e uno sforzo straordinario della Lombardia” e delle altre regioni.  

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