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Manifestazione per il 25 aprile. Sala: contestazione alla Nato è assolutamente folle

Milano torna a celebrare l’anniversario della Festa della Liberazione con il consueto corteo nazionale dopo lo stop imposto dalla pandemia, ma che quest’anno è preceduto da molte polemiche per le posizioni dell’Anpi nazionale sul conflitto in Ucraina. Dal palco della manifestazione oltre al sindaco, Giuseppe Sala, il presidente di Anpi nazionale Gianfranco Pagliarulo, il presidente di Aned Dario Venegoni, il segretario della Cgil Maurizio Landini, interverranno anche due donne ucraine, Tetyana Bandelyuk, da tempo in Italia, e Iryna Yarmolenko, profuga e consigliere comunale di Bucha, una delle città dove sono stati massacrati i civili. Questa mattina, a Palazzo Marino, si è svolta la cerimonia di deposizione della corona commemorativa sotto la lapide che ricorda l’attribuzione a Milano della medaglia d’oro al valore Militare, a margine della quale il Sindaco Sala ha dichiarato: “Per me la contestazione alla Nato è assolutamente folle. Non capisco tutti quelli che cercano un distinguo come se i 70 anni di storia del nostro Paese non dimostrassero che ci riconosciamo nei valori dell’Occidente dell’Alleanza Atlantica e che gli apparteniamo”, riferendosi anche allo striscione “No Nato, No Draghi, No Pd, Guerra agli oppressori”, comparso questa mattina in corso Venezia, da dove partirà la manifestazione. Episodio sul quale il Sindaco ha aggiunto. “Bisogna anche accettare che non tutti la vedano in questo modo e che ci sia dissenso, purché sia limitato. Poi ognuno va avanti con la sua coscienza. Non bisogna neanche strumentalizzare determinate posizioni perché ci sono sempre state, anche se è spiacevole che sia così”. Il corteo partirà alle 14:30 per concludersi, come da tradizione, in piazza del Duomo dove si terranno i discorsi ufficiali. A dividere e a provocare tensioni è la guerra in Ucraina, in particolare dopo le polemiche scatenate dalla parole del presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, sulle responsabilità dei russi nella strage di civili a Bucha e sull’opportunità di armare gli ucraini contro la Russia, posizione poi ammorbidita raccogliendo la soddisfazione del Sindaco Sala: ” “Sono felice che Pagliarulo nei giorni scorsi abbia chiarito le sue posizioni sulla guerra in Ucraina e le responsabilità russe”. A sfilare per le vie del centro città ci sarà l’Anpi, con i suoi rappresenti nazionali e locali, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, i sindacati con il segretario della Cgil Maurizio Landini, la Brigata Ebraica, che in polemica con l’Anpi aveva proposto di sfilare con le bandiere della Nato, l’Aned, i partiti politici come il Pd, a rischio contestazioni per il suo appoggio all’invio di armi, il Movimento 5 Stelle e Articolo Uno, con il suo segretario appena riconfermato Roberto Speranza. In piazza ci saranno poi i centri sociali e le realtà antagoniste riunite nel gruppo ‘Milano contro la guerra’, che hanno proposto di sfilare con le bandiere della pace e le bandiere bianche.

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Piazza Fontana: Sala contestato dai sindacati

Il sindaco Giuseppe Sala, è stato contestato da una parte dei manifestanti presenti in piazza Fontana per commemorare i caduti della strage del 12 dicembre 1969. A scatenare la reazione e fischi di una parte della piazza, una frase del primo cittadino sullo sciopero indetto per il prossimo 16 dicembre da Cgil e UIL. “Lo sciopero è probabilmente sbagliato, ma è un diritto” ha iniziato a dire Sala, il quale però non è inizialmente riuscito a terminare il suo discorso a causa dei fischi, dei cori e delle interruzioni di alcune persone. Dopo una serie di battibecchi, in cui il sindaco ha anche perso la pazienza invitando un interlocutore “a non dire cazzate”, il primo cittadino di Milano è riuscito a concludere il suo discorso. Al termine dell’intervento del sindaco Sala, salutato da un tiepido applauso da parte delle tante persone presenti alla commemorazione, ha preso la parola Paolo Silva, vice presidente dell’Associazione Famigliari delle Vittime di Piazza Fontana, il quale ha voluto lanciare un appello ai pochi che continuavano a contestare le parole del primo cittadino di Milano: “Chiedo la cortesia di non interrompere questa manifestazione che per noi è sacra, siamo qui per ricordare i nostri morti. Vergognatevi” ha detto. Al termine della manifestazione, avvicinato dai giornalisti presenti, il sindaco Sala ha voluto chiarire il senso delle parole che hanno provocato la reazione di una parte della piazza. “Stavo dicendo probabilmente il contrario del motivo per cui sono stato interrotto – ha detto -, cioè che in questo momento in cui il lavoro lo si perde attraverso un whatsapp, la difesa del lavoro a volte avviene anche attraverso uno sciopero. Per cui io non so se sia giusto o sbagliato lo sciopero, ma so che ho sentito molti giudizi superficiali di persone che ne sapevano non tanto e che non erano al tavolo di quelle trattative, per cui ribadisco che in questo momento c’è bisogno di grande, grande equilibrio”. ANSA

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Manifestazione per l’ambiente. Contestato anche Sala: non è abbastanza ecologista

Milano presente, è in piazza per l’ambiente. Scandendo questo coro, da piazza Cairoli, è partito il corteo del movimento dei giovani per il clima ‘Fridays For Future’, ispirato dall’attivismo di Greta Thunberg. A questo nuovo ‘sciopero’ globale per sollecitare politiche contro i cambiamenti climatici stanno partecipando studenti di ogni età, dalle elementari all’università, da Milano e dalla provincia, ma anche bambini più piccoli accompagnati da genitori o nonni. In testa al corteo anche gli studenti del Politecnico, con un grandissimo lenzuolo su cui hanno stampato i risultati di una ricerca svolta con i docenti sulla curva del cambiamento climatico dal pleistocene a oggi e con lo scenario futuro. “Potremmo essere più dei 100mila del 15 marzo – ha spiegato Miriam Martinelli, considerata la “Greta italiana” fra un coro e l’altro urlato al megafono -. Questa estate qualcosa è cambiato, c’è più consapevolezza“. In realtà, secondo gli organizzatori, alla fine del corteo a cui hanno continuato ad unirsi ragazzi, alla fine hanno partecipato oltre 200 mila persone. Il governo “è complice del riscaldamento globale“. L’accusa dei giovani del Fridays for Future è stata lanciata davanti alla sede dell’Agenzia delle entrate a Milano, dove il corteo per fermare i cambiamenti climatici ha effettuato la sua seconda sosta, stendendo due striscioni. ‘Basta incentivi al fossile! Giustizia climatica: chi si è arricchito inquinando deve pagare la riconversione‘, e ‘Il governo finanzia il fossile per 18 miliardi l’anno. Investiamoli in istruzione, salute, trasporti, territorio‘, sono i messaggi esposti dai manifestanti, mentre lo speaker invitava scandiva slogan contro il premier Giuseppe Conte e i politici: “È troppo comodo essere dalla parte dei giovani con quattro post su Facebook e qualche dichiarazione“.  Alla notizia che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si sarebbe unito al corteo la Martinelli ha detto “E cosa ci importa“. “Se scende in piazza ci deve dimostrare di fare qualcosa sennò nessuno gli darà mai retta” ha spiegato la ragazzina, in testa al corteo che ha contestato a più riprese il sindaco e in generale i politici “in cerca di passerelle“. “Comunque non lo fischieremo, non vogliamo che ci sia violenza verbale” ha aggiunto. Al termine della manifestazione è stato incendiato un pianeta di cartapesta di un paio di metri, che ha generato nell’aria fumo e cenere, “Abbiamo inquinato un po’ ma nulla rispetto a governi e multinazionali” ha sorriso Miriam Martinelli, proseguendo “Questo è il simbolo del nostro mondo che sta bruciando, la nostra casa è in fiamme e noi la vogliamo salvare, nel mentre gli speaker urlavano nel microfono, “Non c’è un pianeta B, salviamo questo qui”. Poco prima della fine, al passaggio davanti al Comune, è stato esposto lo striscione ‘basta parole‘, mentre uno speaker, in polemica con il sindaco Sala, urlava che “non ha fatto nulla se non distribuire quattro borracce“. ANSA  

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