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Contratto sanità pubblica, Giuliano (Ugl): “Ora servono fatti concreti”

Contratto sanità pubblica, Giuliano (Ugl): “Ora servono fatti concreti”. Ancora una volta sembra che per gli operatori sanitari alle parole non debbano seguire fatti concreti. “Si sta discutendo il rinnovo del contratto della sanità pubblica – dichiara il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano – e lo scenario che si prospetta è quello che da tempo si ripete: tanti encomi, medaglie appuntate sul petto di lavoratori chiamati a più riprese eroi, però poi quando arriva il momento di esprimere con i fatti la gratitudine, attraverso adeguamenti economici dovuti, ecco che tutto torna in discussione. C’è certamente modo, e mi rivolgo alle istituzioni, di superare quei cavilli interpretativi che frenano la valorizzazione dei lavoratori delle professioni sanitarie. Il Governo deve intervenire per adeguare le loro retribuzioni che, ad oggi, restano tra le più basse rispetto ai colleghi delle altre nazioni europee. Si tratterebbe di un atto dovuto, di grande giustizia sociale”.  

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Come ti “spia” la Rai con la tecnologia

Come ti “spia” la Rai con la tecnologia. Perché l’economia dei dati è tutto ormai e lo sa pure la Rai che si adattata ai tempi. Almeno in parte. E allora siamo andati a leggerci il contratto stipulato dall’utente medio di una smart tv. Perché è finito il tempo in cui solo i dati Auditel erano la bibbia delle preferenze televisive: ora con le nuove tecnologie è possibile “spiare” gli spettatori. Le virgolette sono d’obbligo perché il verbo spiare si riferisce a un’attività celata perché illegale o immorale. Invece ciò che la Rai fa è perfettamente legale. Se i dettagli sono sconosciuti è perché quasi nessuno si ferma a leggere prima di schiacciare Accetta quando viene avvertito dal sistema automatico. Dunque per essere più precisi si dovrebbe scrivere “studia”. Ma il punto è quello: la televisione ti guarda e registra cosa fai, cioè estrae dati da te. Vuole sapere cosa guardi, quando lo guardi, per quanto. Insomma tutto ciò che ti piace e le condizioni in cui lo guardi. Perché un primo elemento essenziale (lo cita proprio il contratto) è sapere se hai una famiglia. Perché le famiglie sono un’unità produttiva essenziale per le industrie: i clienti. Allora per rispettare le norme la Rai registra il tuo indirizzo IP (il “codice fiscale” della televisione) lo modifica con un calcolo matematico per dargli un numero identificativo casuale e poi inizia a registrare. All’Auditel finiranno con il sentirsi male, perché seppure in Italia le cose cambino con molta molta lentezza, succederà che anche loro si ritroveranno del tutto inutili. Perché lo studio diretto degli utenti è la miniera d’oro per il futuro delle aziende televisive. Conoscere le abitudini del pubblico nel dettaglio permette di programmare al meglio cosa mandare in onda, soprattutto quali pubblicità. Per non parlare di tutte le aziende partner e controllate che possono sviluppare prodotti specifici a segmenti precisi di popolazione. E più ci si immerge nella realtà digitale, più la Rai ti studia: come specifica il contratto, se compili il profilo di RaiPlay, la tua cartella si arricchisce di dettagli come il sesso e l’età. Ed ecco che diventa più chiaro perché sui computer e sui telefoni ci arrivano pubblicità corrispondenti ai nostri desiderata. Perché i dati servono a tutti. Per questo la Rai ti spia, ops, ti studia.

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De Pasquale: inacettabile sospensione del rinnovi nei mezzanini ATM

“Atm ha sospeso il rinnovo di una quarantina di negozi scaduti o in scadenza perché sta pianificando un piano di valorizzazione delle stazioni Mm. Questo è inaccettabile perché si tengono centinaia di persone e molte imprese nel limbo. I bar, i negozi e le edicole nei mezzanini sono un presidio reale ed efficace per le stazioni“. Lo afferma il Consigliere Comunale di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, dopo la commissione consiliare Congiunta Mobilità e Verifica e Controllo Enti Partecipati di Palazzo Marino dedicata alla questione del rinnovo dei contratti dei negozi nei mezzanini ATM. “Il sogno di Atm di collocare nuovi centri commerciali nelle stazioni – prosegue De Pasqueale – si scontra con la saturazione del mercato e con le politiche che Comune e Regione dichiarano di voler seguire a difesa del commercio di vicinato e del lavoro nelle piccole imprese“.

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