Cooperativa Comin: siamo stati lasciati soli dal Comune
“Siamo stati lasciati soli”. A denunciarlo è il Presidente della cooperativa sociale Comin, che a Milano realizza interventi educativi a favore di bambini e famiglie in difficoltà, spiegando che “durante lo scorso lockdown abbiamo messo in sicurezza i nostri soci e lavoratori e i nostri servizi, continuando ad occuparci delle persone e delle nuove fragilità, non ci siamo fermati nemmeno un giorno”. Ma ora “per mantenere questi standard di sicurezza, siamo costretti ad occuparci di questioni che la Costituzione ha affidato alla Sanità Pubblica: tracciamenti dei contatti stretti, tamponi per il rientro al lavoro, salute di comunità”. Dall’inizio della pandemia la cooperativa spiega di aver speso più di 50.000 euro per acquistare i dpi necessari per lavorare con persone disabili “che paghiamo noi, nonostante la funzione che svolge la cooperativa sia “pubblica”. Dal punto di vista della sicurezza, poi, denuncia Comin, “non esiste alcun tipo di iter facilitato per sottoporre a tampone gli educatori di comunità che entrano in contatto con persone positive, e che devono quindi rispettare, nonostante non abbiano sintomi, la quarantena dei 14 giorni, astenendosi dal lavoro”. Tutto questo – spiegano dalla cooperativa – crea una gestione organizzativa più complessa e l’esposizione dei bambini e dei ragazzi ad un turn over che li destabilizza. ANSA
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