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Gli autonomi di “Corvetto Odia”, odiano Sala e la Polizia

Questa notte sui muri del Corvetto sono state tracciate delle scritte ingiuriose rivolte anche al Sindaco Sala, oltre che alle Forze dell’ordine. Un’azione attribuita agli autonomi di “Corvetto odia”, evidentemente insoddisfatti del trattamento ricevuto negli ultimi tempi dalla Giunta comunale. E quando gli autonomi non sono soddisfatti non ci pensano due volte a rivoltarsi anche contro chi in passato ha sempre assecondato le loro pretese.  Probabile motivo per cui la sinistra milanese ci pensa su più volte prima di parlare di sgomberi e ancora di più a insistere perché siano messi in atto quelle rare volte che avviene. Evidentemente un atteggiamento bonario che non basta per evitare di farsi mordere la mano. A denunciare i fatti Francesco Rocca, Capogruppo di Fratelli d’Italia nel Municipio 4: “Nuovo atto vandalico ad opera degli anarcoidi che si muovono sotto la sigla ‘Corvetto Odia’”, denuncia Rocca, spiegando,  “I muri del quartiere Mazzini e in particolare quelli del mercato comunale di piazzale Ferrara sono stati ricoperti da deliranti e ignobili scritte contro le Forze dell’Ordine, gli sgomberi e il Sindaco Sala”. “Non è possibile lasciare indisturbato e a piede libero questo manipolo di balordi senza arte né parte che riempiono il proprio vuoto esistenziale con atti vandalici, disturbo alla quiete pubblica e occupazioni abusive in tutto il quartiere Mazzini. – aggiunge Rocca – Ricordo le infami scritte contro il 41 BIS o quelle che elogiavano le Brigate Rosse, gli slogan che puzzano di mafia e i danni al Patrimonio Pubblico (comprese le aree gioco per i bambini)”. L’esponente del partito di Giorgia Meloni , sottolinea che “Oggi il Sindaco di Milano sarà in piazzale Ferrara, mi auguro che ci sia un significativo cambio di rotta da parte sua e da parte della sua Giunta progressista, nei confronti dei centri a-sociali e dei vari gruppetti più o meno organizzati di anarcoidi fino ad oggi tollerati e coccolati a Milano”. Concludendo, “La misura è colma, occorrono seri provvedimenti per i seminatori di odio! Noi continueremo a denunciare i comportamenti intimidatori e illegali di questi loschi personaggi, ma il Comune deve darsi una svegliata!”.  

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La battaglia social di Fratelli d’Italia contro Corvetto Odia

La battaglia social di Fratelli d’Italia contro Corvetto Odia. Francesco Rocca, FdI, ha intrapreso una battaglia social contro la pagina Corvetto Odia, un ritrovo di anarchici dediti ad appelli a favore della scarcerazione di personaggi pericolosi. Come di video decisamente poco moderati come quello dal titolo “fuoco ai CPR“. Una pagina che rispetta il suo nome, nei post infatti si sparge odio in ogni modo e su diverse tematiche. Il rappresentate di Fratelli d’Italia aveva chiesto ai suoi contatti su Facebook di segnalare la pagina al social network, diversi utenti però hanno ricevuto una risposta sorprendente: “La pagina non viola gli standard della comunità”. Al massimo è chi si è sentito offeso che può smettere di seguire Corvetto Odia. Ma la battaglia social di Fratelli d’Italia contro Corvetto Odia non si è fermata lì. Rocca ha continuato a segnalare contenuti sgradevoli ed è riuscito ad ottenere intanto una piccola soddisfazione: la rimozione di una foto particolarmente offensiva anche per gli standard di Facebook. Un piccolo passo, ma almeno è un passo in direzione di una vita digitale meno astiosa. Per chiarire quanto questa pagina sia un punto di riferimento per la galassia degli anarchici pericolosi (perché attivi non solo con comunicati, scritti e idee) basta leggere il resoconto di una delle loro ultime attività. Nel dettaglio si parla di una visita ai loro compagni in carcere: “Sono accusati di attentato con finalità di terrorismo per l’invio di 3 pacchi esplosivi a Roberto Maria Sparagna e Antonio Rinaudo, pubblici ministeri torinesi da anni dediti alla persecuzione di anarchici, e Santi Consolo, ex direttore del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria). Due di loro, Robert e Giuseppe, sono stati rinchiusi a Opera, confermando una recente tendenza: portare in carceri con sezioni di 41bis compagni non classificabili per quel regime, ma ai quali evidentemente vogliono farlo avvertire”.

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