CPR di via Corelli

De Corato (FdI): la sinistra vuole chiudere il CPR di via Corelli

“Durante la Commissione è emerso che dal 28 settembre 2020 al febbraio scorso sono state 449 le persone ospitate (delle quali 355 tunisini) presumibilmente tutte rimpatriate”. Lo ha dichiarato il consigliere comunale di FdI a Milano, Riccardo De Corato, commentando la seduta della Commissione Carceri del Comune che si è svolta oggi. “Il centrosinistra, come era logico aspettarsi, ha indetto oggi la Commissione per sottolineare come la maggioranza a Palazzo Marino voglia la chiusura del Cpr di via Corelli” ha spiegato De Corato, che è anche assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, spiegando che “per loro si tratterebbe di un luogo di detenzione, peggio di un carcere, come hanno fatto intendere più volte i partecipanti e la presidente della Commissione, Anita Pirovano, ha inoltre voluto sottolineare l’ordine del giorno votato nel 2018 che diceva ‘no’ alla riapertura di via Corelli”. De Corato ha aggiunto che quelle della Commissione sono state “due ore di interventi per far intendere che via Corelli è un girone dell’Inferno dantesco, un luogo di privazione della libertà verso persone che dovrebbero, non si capisce come e perché, essere libere”, mentre “nessuno ha parlato di come allontanare i clandestini”. L’esponente di Fratelli d’Italia ha poi affermato che “secondo Orim e Polis sono 110mila i clandestini presenti in Lombardia, 47.400 dei quali solo nella Città Metropolitana di Milano” e che “con questi dati altro che chiudere il Cpr di via Corelli, ne servirebbe uno in ogni provincia!”.

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Corteo contro la riapertura del CPR di via Corelli, Sala: non sarà un centro di detenzione

E’ partito da piazza Piola, il corteo contro l’apertura del Cpr, il Centro per il rimpatrio di via Corelli dove è terminata la marcia. Erano circa un migliaio le persone scese in strada per manifestare la propria opposizione al centro, che sulla pagina Facebook creata per l’evento, è descritto cosi’: “E’ un luogo di tortura, umiliazione e privazione della libertà personale di soggetti colpevoli solo di non avere un documento; un ulteriore porto franco dai diritti fondamentali, inaccessibile ad ogni verifica del rispetto delle garanzie minime di tutela della dignità umana“. Al corteo hanno partecipato militanti dei centri sociali, la confederazione unitaria di base, studenti, la Banda degli ottoni, varie sigle di contestazione, il comitato pro Palestina e la comunità curda di Milano, lungo il percorso sono stati accesi fumogeni e distribuiti volantini, all’altezza della sede Aler in via Alemagna è stato appeso uno striscione di contestazione e una volta sul cavalcavia Buccari i manifestanti hanno esposto la scritta: “Cpr: Minniti crea, Salvini costruisce e Lamorgese inaugura“. “Via Corelli non sara’ un centro di detenzione“, ha commentato il Sindaco Giuseppe Sala. “Domani incontrerò l’ex assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino, e l’attuale assessore, Gabriele Rabaiotti, per capire un po’ cosa possiamo fare. Non ho ancora la soluzione ma certamente è qualcosa su cui dobbiamo intervenire perché è un tema anche simbolicamente importante per la città“.

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