criminalità organizzata

Trovati in un muro 15 milioni in contanti della criminalità organizzata

Quindici milioni di euro in contanti, suddivisi in ventotto scatoloni contenenti banconote di vario taglio dai 500 ai 20 euro, un vero e proprio ‘tesoro’ a disposizione della criminalità, sono stati trovati in un’abitazione, all’interno di un’intercapedine ricavata in un muro. Ne ha dato notizia la Polizia di Stato, che ha fatto la scoperta nel corso di una serie di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di narcotrafficanti stanziali in Lombardia, ritenuti partecipi a vario titolo di un ingente traffico internazionale di hashish gestito nel territorio milanese e in tutto il centro-nord Italia. Tre gli arresti.  

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Revocati i domiciliari a esponente della criminalità organizzata

Ieri gli agenti della Squadra Mobile, in collaborazione con la Divisione Anticrimine ed il Commissariato Monforte Vittoria, hanno eseguito il decreto di revoca dell’ammissione alla misura della detenzione domiciliare, emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Milano, con conseguente traduzione presso la Casa Circondariale di Torino, nei confronti di Vincenzo Guida, pregiudicato per associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati societari e tributari, reati in materia di stupefacenti ed altro. Guida aveva ottenuto la detenzione domiciliare per differimento pena, che scontava nella sua abitazione a Milano, dal 2 aprile 2020, a seguito delle recenti disposizioni di legge per contenere la diffusione del virus Covid-19 tra detenuti. Il destinatario del provvedimento, che presso il carcere di Torino potrà ricevere assistenza sanitaria intensificata, era stato arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile di Milano il 13 novembre del 2015, in esecuzione del fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano Direzione Distrettuale Antimafia, per esercizio abusivo del credito aggravato dal c.d. “metodo mafioso” e per l’impiego di denaro di provenienza illecita, usura ed estorsione; provvedimento successivamente convalidato dal GIP nel novembre del 2015 con l’applicazione della misura cautelare in carcere, unitamente al pluripregiudicato Alberto Fiorentino, entrambi ritenuti storici rappresentanti della criminalità organizzata campana operanti sul territorio di Milano.  

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