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La Curia crea un servizio di ascolto per le vittime di abusi

Un servizio di ascolto a cui si possono rivolgere le vittime di abusi, attuali e passati, ma anche persone che sono a conoscenza di possibili abusi in ambito ecclesiale è stato creato dall’arcidiocesi di Milano. L’arcivescovo Mario Delpini ha firmato il decreto che lo istituisce oggi, nella prima Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi promossa dalla Cei. Il servizio di ascolto si aggiunge alla Commissione e al Referente diocesano per la tutela dei minori creato nel febbraio 2019 dalla Curia. con la nomina a referente dell’ex presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, che oggi ha assistito alla messa celebrata da monsignor Delpini. “L’abuso sui piccoli, sui minori, sui fragili è un dramma che lascia ferite profonde, forse inguaribili; le vittime di abusi sono ferite nella loro più profonda intimità, nella stima di sé, nella fiducia nella vita, nella spontanea aspettativa di ricevere bene dagli adulti che stanno vicini” ha sottolineato nell’omelia in cui ha auspicato che coloro che hanno fatto del male “si rendano conto del male compiuto, perché se ne pentano e facciano penitenza, perché sentano il dovere di riparare, di risarcire”. “Invochiamo lo Spirito che illumini la nostra Chiesa. Ci insegni – ha aggiunto – le vie per prenderci cura delle vittime degli abusi perché nessuno si senta abbandonato. Ci ispiri a rendere sempre più adeguati gli strumenti di formazione e prevenzione che nella nostra Diocesi prendono forma più precisa e articolata, come oggi rendiamo noto con il comunicato pubblicato dal nostro Ufficio comunicazioni sociali”. ANSA

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Il sistema Milano sta crollando?

Il sistema Milano sta crollando? Perché gli scricchiolii si sentivano anche prima del Sars-Cov-2, ma oggi sembrano arrivati al punto di rottura. Perché la classe politica aveva poche idee innovative prima, dopo il Covid sembra ancora più in bambola. Tant’è che la sinistra ha accettato un Sala che non aveva voglia di candidarsi e a destra dopo aver archiviato l’improbabile candidatura di Rasia Dal Polo prova con l’usato sicuro Gabriele Albertini. Perché anche da quel lato pare non ci sia nessuno di valido. Non abbastanza per sfidare un Sala condannato in tribunale per le carte truccate e nella realtà dalle molteplici magre figure collezionate anche solo nel 2020. Per non parlare degli anni precedenti. Però sono riemersi casi come quello di Antonio Barbato e Carmine Curia che gettano diverse ombre sull’operato degli ultimi due sindaci di Milano. Oscurità che Sala non ha voluto dirimere in prima persona, ma prima ha mandato avanti Anna Scavuzzo per provare a replicare alle accuse dell’ex comandante. Una pezza peggiore del buco perché la donna non sembra in grado di avere la delega alla sicurezza. Poi ha imposto ai dipendenti di non parlare con la stampa. Infine ha deciso che l’Amministrazione comunale avrebbe querelato tutti gli organi di stampa che si sono occupati della questione. Il caso Curia è simile: prima un dipendente è stato incoraggiato a denunciare il malcostume, poi lo hanno triturato lavorativamente e umanamente. Perché la risposta dell’Amministrazione è sempre carente o rabbiosa. Se lo avesse fatto un sindaco di centro destra avremmo le molotov nelle strade, invece no perché Brera è sempre Brera. Ma ora il sistema Milano sta crollando? Perché Sala può zittire con la violenza di cause legale che manco si paga da solo, ma se le formiche si incazzano nemmeno un elefante come lui può stare tranquillo. La sua stessa famiglia è meno potente di prima con Bazoli senior che ha perso la sfida con Intesa e ora ha vissuto anche l’umiliazione di una richiesta di condanna perché, questa la tesi dei pm confermata dai fatti, insieme a un gruppo di “gentiluomini” barava sulle regole del sistema bancario. Come ha barato Sala sulle carte Expo per altro. Ora sono una famiglia di condannati e con qualche soldo in meno di prima, almeno che si sappia. E anche in tribunale Greco sta andando in pensione con il turbinio dello scandola sulla presunta loggia di magistrati “Ungheria”, spostando tutti gli equilibri tra poteri cittadini

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Tra Barbato e l’ex talpa MM Sala ha un problema con gli ex dipendenti

Tra Barbato e l’ex talpa MM Sala ha un problema con gli ex dipendenti. Perché il caso Barbato è appena riesploso tra le mani dell’Amministrazione Sala, tanto che il sindaco è stato messo in grave imbarazzo da un servizio delle Iene di Mediaset e ha deciso di spingere il Comune a querelare la stampa. Secondo l’interpretazione della delibera con cui si decide di pagare gli avvocati per punire i giornalisti che hanno parlato dello scandalo, Palazzo Marino può agire così. Anche se in molti hanno trovato politicamente improprio usare i soldi di tutti per regolare i conti del sindaco, ma queste sono opinioni. E’ invece un fatto che tra Barbato e l’ex talpa MM Sala ha un problema con gli ex dipendenti: Carmine Curia è l’ex responsabile della security di Metropolitana milanese che sollevò lo scandalo dei suoi colleghi che prendevano i mobili e oggetti personali dalle case MM sgomberate. La squadra voluta dall’Amministrazione Pisapia per proteggere la sicurezza delle case per i poveri di Milano invece le saccheggiava secondo le accuse di Curia. La sua denuncia creò una marea che ha investito soprattutto lui: in breve si è trovato senza lavoro e con l’accusa di aver picchiato una donna. Accusa però poi ritirata dalla donna. Tre consiglieri comunali si sono presi la briga di scrivere proprio a Metropolitana milanese chiedendo perché a questo punto non assumono nuovamente Curia, visto che il motivo ufficiale del licenziamento era l’accusa di aggressione. Ma MM resta in silenzio. Invece non è rimasto in silenzio l’ex comandante della Polizia locale: dopo essere stato a sua volta querelato dal Comune, ha deciso di pubblicare un comunicato stampa in cui rivendica le proprie azioni e dichiarazioni (compreso un articolo di critica ai monopattini pubblicato sull’Osservatore). Perché l’ex Martinitt non ha intenzione di mollare la presa: vuole proseguire la sua lotta contro quella che reputa un’ingiustizia. Le due vicende si intrecciano perché mettono Sala in grave imbarazzo perché mettono in discussione la trasparenza del suo operato, non tanto dell’Amministrazione in sé, ma proprio quella del sindaco. Se il primo cittadino milanese lo accetterà e risponderà alle critiche e al problema in maniera urbana lo si vedrà, per ora ha imposto il silenzio a tutti i dipendenti comunali e usato la giunta per querelare chi lo critica. Dunque la strada sembra  difficile.

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