dati sbagliati

La trascrizione dell’incomprensibile spiegazione sui dati sbagliati lombardi e alcune risposte

La trascrizione dell’incomprensibile spiegazione sui dati sbagliati lombardi e alcune risposte. Abbiamo provato a capirci qualcosa e vi proponiamo una sintesi per punti, ma abbiamo anche preferito scrivervi la trascrizione dell’incomprensibile spiegazione sui dati sbagliati lombardi perché le spiegazioni fornite dal dirigente regionale Marco Trivelli lasciano molti punti interrogativi aperti. E perchè volevamo spezzare una lancia a favore di chi quotidianamente cerca di estrapolare informazioni comprensibili da questo tipo di comunicazione: quindi sì, errori sovrapposizioni etc sono tutti originali. La sintesi ve la proponiamo per punti: di chi è l’errore sui dati? Per Regione Lombardia è dell’algoritmo usato dall’Istituto superiore di sanità che avrebbe sbagliato i calcoli. La Lombardia ha segnalato l’errore e l’Iss lo ha corretto chiedendo alla Lombardia di correggere l’algoritmo mettendo nel calcolo un dato più dettagliato. Chiarimento: tecnicamente non ci sarebbe niente di strano, gli algoritmi molto complessi possono avere bisogno di aggiustamenti perché sono sempre in evoluzione (si precisano processi, si scoprono nuovi modi per studiare i dati, c’è un errore temporaneo nel flusso, ecc). l’errore quindi vale solo per la “settimana rossa”? Sì, a quanto si capisce dalle comunicazioni di Trivelli, sì. E’ proprio un errore temporaneo. qual è il dato che ha fatto sballare tutto? Di preciso non lo sanno, perché l’algoritmo non è pubblico. Cioè la macchina che decide quali regioni vanno in zona rossa o gialla funziona in base a un meccanismo che conosce solo l’Istituto superiore di sanità, quindi è impossibile saperlo. Quello che si sa è che per aggiustare l’errore rilevato l’Iss ha chiesto di inserire un parametro più preciso sul 3% delle cartelle sanitarie lombarde. qual è il parametro? Piccola premessa: per calcolare l’rt tutte le regione compilano un foglio elettronico, come per la tessera punti del supermercato o iscrivervi a Facebook. In uno dei “campi”, cioè gli spazi bianchi, bisognerebbe inserire lo “stato clinico”. Senza che fosse un problema, è rimasto sempre bianco (o blank) per 35 settimane, ma per correggere l’errore rilevato dalla Lombardia l’Iss ha chiesto di precisare nel 3% delle cartelle se lo stato clinico era asintomatico o pauci sintomatico (con pochi sintomi ndr). In questo modo l’algoritmo Iss ha dato il risultato corretto. Come ha fatto la Lombardia ad accorgersi dell’errore? La Lombardia compila i moduli richiesti da Roma, ma poi esegue anche i calcoli per conto suo senza aspettare l’algoritmo dell’Iss per avere un’idea in anticipo della situazione, ma per la settimana 35 i dati non corrispondevano: a partire cioè dagli stessi calcoli, Milano e Roma davano risultati diversi. Ma in Lombardia erano sicuri di aver usato gli stessi identici dati inviati a Roma e con le stesse identiche operazioni matematiche, quindi hanno segnalato l’anomalia come si faceva al compagno di banco. E, sempre stando alle parole di Trivelli, l’errore c’era, tanto è vero che l’Iss ha chiesto di precisare meglio il parametro di cui sopra e riallineare l’algoritmo che aveva sbandato. Ecco la trascrizione fedele dell’intervento di Trivelli. Le domande sono dei giornalisti in sala. Se la nostra traduzione avesse degli errori, crediamo si possa capire il perché non c’é dolo da parte nostra: E’ il dato dei guariti ad essere sbagliato? L’informazione dei guariti non è un’informazione corretta. E’ una fake new, non è questo l’elemento che ha creato un’anomalia del rapporto numero 35.il.. L’allineamento dei dati per rt ospedaliero e rt per sintomi come anche per gli altri informazioni che emergono dai report dell’Istituto superiore sanità sono sempre stati coerenti, l’anomalia si è creata nella settimana 35 e proprio per questo è stato chiesto un approfondimento tecnico che quando è avvenuto al di là del fatto che non è stata concessa la sospensione dell’ordinanza per quanto riguarda l’inquadramento in zona rossa ha consentito di comprendere che i flussi di Regione Lombardia sono sempre stati costanti per 35 settimane sempre accettati, sempre in qualche modo anche confermati da noi come risultato che, come evidenza del contagio che l’istituto superiore di sanità dava della nostra situazione regionale, in questo caso è avvenuto qualche cosa nell’ambito dell’operatività dell’istituto superiore di sanità che non ci è noto perché il meccanismo di calcolo complessivo dell’rt non è noto, non è trasparente. Però per questo motivo c’è stato suggerito di introdurre per alcuni campi una variabile solo allo scopo di eliminare l’ostacolo temporaneo che ha impedito per il report numero 35 di poter avere un dato corretto dell’rt come anche a noi risultava con gli stessi dati trasmessi, con i medesimi dati trasmessi all’istituto superiore di sanità le nostre simulazioni davano da subito un rt, anche sintomi, molto simile a quello ospedaliero. Cosa ha fatto sballare tutto? L’elemento è un elemento molto semplice: non comprendiamo, intuiamo, abbiamo intuito quale sia il problema, però c’è un approfondimento tecnico, soprattutto vorremmo un confronto trasparente con l’istituto superiore di sanità per poter anche supportare l’evoluzione dello strumento perché sicuramente anche il loro strumento evolve quindi può avere qualche problema di sviluppo. C’è stato chiesto una soluzione che noi riteniamo scorretta perché riteniamo che dover inserire forzatamente un dato che non è presente nel flusso originario, noi abbiamo sempre tenuto una grandissima fedeltà ai dati originari così come escono dai nostri ospedali, dai nostri laboratori, delle nostre pronti soccorso, non c’è nessuna alterazione di ciò che proviene dalla base dall’alimentazione, dal database dei contagi di Regione Lombardia, una trasmissione assolutamente fedele. Il fatto di dover necessariamente, per questa sola occasione, inserire un valore che permettesse di superare un bias che per noi è sconosciuto, ripeto, intuiamo quale sia possiamo intuirlo, ma non possiamo esserne sicuri proprio per la non trasparenza del meccanismo, questa soluzione è stata chiesta dall’istituto superiore di sanità e accettata da noi sia allo scopo di aiutarli a sviluppare il meccanismo a migliorarlo come tutto ciò che in tempo di Covid deve essere fatto è tutta una grande evoluzione, sia per poter avere un dato rapido subito, non attende una settimana, due settimane per aspettare un’evoluzione tecnica dello strumento Iss e poter consentire a Regione Lombardia di veder riconosciuto anche retrospettivamente la situazione di arancione. Qual è il

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Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”

Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”. Prima ha parlato Fontana: “Indignato per le ricostruzioni sulla trasmissione dei dati”. L’intervento chiarificatore di Attilio Fontana è partito con una dura contestazione del governatore lombardo da parte delle ricostruzioni sul presunto errore di trasmissione dei dati. Nessun errore, rivendica Fontana, semmai la risposta a una richiesta di aggiornamento partita da Roma. Poi è intervenuta Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare regionale: “Mi sono accorta da subito che c’erano dei dati che non erano coerenti con quelli che dovevano essere considerati, diventava necessario avere un confronto su questi dati, per questo motivo avevo chiesto una sospensione di 48 ore per non entrare in zona rossa. Dal ministro non abbiamo avuto nessuna risposta anzi la conferma della zona rossa”. “Se siamo diventati zona arancione è perché abbiamo sollevato noi un problema installando un dialogo tecnico con lealtà e correttezza: il ministro pretendeva che dicessimo che è stato un errore nostro, ma non abbiamo potuto accettare per dignità della Regione e per l’impatto che ha comportato per la regione e le nostre famiglie la zona rossa, quindi andremo avanti con tutte le azioni necessarie per dimostrare la ragione che abbiamo, mi dispiace perché sarebbero bastate 48 ore per confrontarci”. “E’ stato chiesto di indicare lo stato clinico, cioè la data dal sintomo, ma non dello stato sintomatico. Un asintomatico e un pauci sintomatico hanno lo stesso peso sull’rt. Noi non vogliamo inserire un campo preordinato, lasciamo fedeltà al dato per come nasce dalle cartelle cliniche” ha specificato Trivelli. “La nostra richiesta a livello tecnico è quello di ampliare il campo di indicatori per definire una situazione pandemica, l’rt non basta in questa fase, abbiamo chiesto di affiancare alle reti sintomi altri indicatori”. Il dirigente del settore Welfare ha ribadito che l’intervento della Lombardia era per avere dati più completi e affidabili, migliorando “l’impostazione posticcia” del sistema attuale.    

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