Proviamo i dehors condivisi
Proviamo i dehors condivisi. L’idea è stata lanciata proprio da un ristoratore di Mortara, Davide Maltese. Ha compiuto un gesto semplice e intelligente: ha proposto al suo vicino di condividere i dehors. E lo ha fatto dall’ipotetica posizione di forza di chi il dehors lo ha. Davide poteva approfittare della decisione del governo di penalizzare il concorrente per toglierlo di mezzo, invece gli ha aperto una porta. Anche se gli costa, perché se la legge è ingiusta è giusto stringersi agli altri e non cercare di salirgli in testa per non affogare. Recuperare quei legami oltre l’economia che sono stati spazzati via da decenni di pace e benessere sempre più egoistico. La società è sfilacciata, debole e in balia degli eventi e dei governi mondiali. L’unica soluzione è stringersi a coorte, come canta Mameli. Se come Davide tanti altri decidessero di avere fiducia, di trovare nell’avversario di ieri l’alleato di oggi, anche questa crisi passerà. Passerà davvero. L’unica strada è ritrovare il cuore strappato via dal periodo della cocaina e del sogno delle palme caraibiche. Anni ruggenti e divertenti che però hanno massacrato ciò che si indica come società civile. Ora i cocci sono pesanti perché se ciascuno pensa a sé stesso, alla prima buriana la barca affonda portando tutti in fondo al mare. Abbiamo ancora speranza a Gondor, perché ci sono persone come Davide Maltese da Mortara. Luci forse più sbiadite di chi invece apre falle in un naviglio già danneggiato, ma ci sono ancora. Perché con migliaia di Davide Maltese si possono ricostruire le nazioni trasformatesi in spa. La libertà la ritroveremo su questa strada, avvicinandoci agli altri. Un po’ come un esercito di pinguini che deve opporsi alla tormenta, oggi proviamo i dehors condivisi.
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