delibera

Comitati: la delibera sulla GFU Bovisa-Goccia viola la legislazione italiana

Il 10 febbraio scorso la Giunta Comunale, con delibera n. 105, ha approvato le “Linee di indirizzo per la stipulazione della convenzione quadro tra il Comune di Milano e il Politecnico di Milano avente ad oggetto la disciplina dell’intervento di attuazione della GFU sottoambito Bovisa-Goccia”. Adottando tale procedura, l’attuazione degli interventi sull’area risulterà di fatto frammentata e svincolata dalla presentazione di un piano urbanistico e infrastrutturale per l’intera area. Il che preclude la trasparenza del disegno urbano complessivo e dunque la partecipazione dei cittadini alla formazione dello stesso, ovvero il fondamentale meccanismo di previa partecipazione procedimentale dei cittadini interessati, previsto per tutte le scelte di pianificazione del territorio, con la conseguente sostanziale estromissione della collettività. A ciò si aggiunge l’assenza di ogni preventiva Valutazione Ambientale Strategica, pur necessariamente prevista dalle norme europee. Tra le conseguenze dell’adozione di questa procedura vi è anche la non possibilità di verificare il rispetto delle funzioni pubbliche e di interesse generale, che saranno solo successivamente definite dal soggetto al quale vengono cedute le aree, ovvero il Politecnico di Milano. Inoltre, non vi è possibilità di verificare la reale porzione di territorio che rimarrà destinata a verde, in quanto tutte le superfici di nuova edificazione o di recupero edilizio, ospitanti anche parzialmente servizi, pubblici o privati, saranno scomputate dal limite sull’indice di edificabilità territoriale posto a 0,35 mq/mq. Infine non vi è alcuna garanzia di contemporaneità tra l’attuazione delle costruzioni relative alla GFU e la sistemazione del grande parco della Goccia che rischia di rimanere sulla carta a tempo indeterminato. Per questi motivi la Rete dei comitati della Città metropolitana di Milano ha inviato al Sindaco e agli Assessori all’Urbanistica e alla Partecipazione del Comune di Milano, nonché al Segretario Generale, una lettera con cui si chiede di rivedere in autotutela la Delibera in questione, che, oltre a contraddire i principi di trasparenza e partecipazione, appare in evidente violazione della legislazione urbanistica italiana fondamentale. La Rete dei comitati della Città metropolitana di Milano

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Approvata delibera per il conferimento della cittadinanza a Patrick Zaki

All’unanimità il Consiglio comunale ha votato la delibera di conferimento della cittadinanza onoraria di Milano a Patrick George Zaki, studente egiziano all’Alma Mater studiorum di Bologna e attivista per i diritti umani, detenuto dal 7 febbraio 2020 nelle carceri egiziane. Già con un ordine del giorno del 6 luglio il Consiglio comunale si era espresso per conferire la cittadinanza a Zaki e per sollecitare la Giunta ad intervenire sul Governo italiano a sostegno della scarcerazione dello studente ventisettenne. “Il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki – si legge nella delibera consiliare – oltre a essere un importante attestato di vicinanza a un giovane ricercatore dell’Università di Bologna, impegnato in importanti iniziative a favore dei diritti umani, è anche un forte segnale di solidarietà e vicinanza della città di Milano nei confronti di tutti coloro che, in molte Nazioni con governi dittatoriali e antidemocratici, vengono ingiustamente detenuti e condannati in quanto anche solo semplicemente sospettati di far parte di associazioni e movimenti che si battono per i diritti civili e politici”.

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Il Municipio 7 delibera contro la dichiarazione antifascista

Con il foto favorevole dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Milano Popolare, il Consiglio di Municipio 7 è stata approvata un mozione contenente la richiesta di modificare della procedura per la concessione di spazi comunali e di contributi alle Associazioni, attualmente vincolati alla sottoscrizione della cosidetta “dichiarazione antifascista”. I gruppi consiliari di centrodestra attraverso un comunicato diffuso dal Presidente Marco Bestetti, “rivendicano con assoluta convinzione la ragionevolezza del documento proposto“. “Riteniamo infatti – spiegano – che la sottoscrizione della “dichiarazione antifascista”, imposta dal Comune di Milano a tutti coloro che richiedono la concessione di uno spazio pubblico, sia solo una ridondante forzatura ideologica, perché il rispetto delle leggi e della Costituzione italiana è prerequisito implicito per chiunque, che non necessita certo di autocertificazioni in carta bollata“. “Peraltro – continuano i consiglieri – vista la risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre scorso che ha condannato con fermezza le violazioni dei diritti umani commessi da tutti i regimi totalitari, compresi quelli comunisti, non si comprende il motivo per cui a Milano si dovrebbe dichiarare il rifiuto della sola ideologia fascista, fingendo che i crimini commessi dai regimi comunisti non siano mai esistiti”, concludendo, “A pochi giorni dal 30° anniversario del Giorno della Libertà, che celebra la caduta dell’odioso muro di Berlino e la fine del comunismo in Europa, consigliamo quindi al Partito Democratico di rassegnarsi alla storia e di non aggrapparsi ad inutili scartoffie burocratiche per cercare di riscrivere il corso degli eventi“.  

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Daspo, approvata la delibera, maggioranza divisa, opposizione critica

Con 27 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astenuti, in Consiglio Comunale è stata approvata la delibera sugli ordini di allontanamento che la Giunta ha portato ieri in aula. Un voto che ha visto la maggioranza di Palazzo Marino spaccarsi per la prima volta su una delibera di Giunta, con l’ala sinistra dello schieramento rappresentata da Milano Porgressista, che ha votato contro il provvedimento. Assieme ai quattro consiglieri di Milano Progressista, il quinto voto contrario è stato quello del rappresentante di Milano in Comune, Basilio Rizzo. Ad astenersi, il consigliere del Partito Democratico, Carlo Monguzzi, il consigliere di Forza Italia, Alessandro De Chirico, Manfredi Palmeri della Lista Civica Parisi e Matteo Forte di Milano Popolare. I voti favorevoli hanno quindi visto una quasi inedita formazione composta daPartito Democratico, M5S, Lega, Forza Italia e Lista civica Beppe Sala. Alla delibera sono stati presentati 182 emendamenti, ma solo due hanno passato il vaglio dell’Aula: uno del Partito Democratico per stralciare la dicitura sull’accattonaggio molesto e eliminare ambiguità su possibili allontanamenti nei confronti di chi chiede elemosina, e uno più generico di presa di posizione contro lo spaccio, proposto dalla consigliera leghista Laura Molteni. Con il passaggio della delibera, si ampliano le aree in cui la Polizia Locale potrà elevare ordini di allontanamento nei confronti di persone che abbiano atteggiamenti molesti che impediscano ai cittadini la fruizione di determinate aree. Oltre a 11 zone specifiche della città in cui sono stati individuati con maggiore frequenza, anche sulla base di un dialogo con il territorio da parte della Giunta, comportamenti molesti, vengono ora inserite nel Regolamento della Polizia Locale anche delle linee guida slegate dalla toponomastica: le zone individuate sono infatti quelle nel raggio di 100 metri da scuole di ogni ordine e grado, universitè, aree destinate a fiere e mercati, verde pubblico, ospedali, case di cura e cliniche e luoghi della cultura. “Speravo di non dover fare questa dichiarazione di voto – ha detto in aula la capogruppo di Milano Progressista Anita Pirovano – perché è la prima volta che votiamo contro una delibera. Dietro al nostro dissenso non c’è tattica politica, ma nel merito questa delibera non ci convince da punto di vista dell’efficacia amministrativa“. Oltre a questo, ha proseguito Pirovano, “noi esprimiamo una contrarietà politica: noi crediamo che in questa fase storica in cui la sfiducia prevale sulla fiducia, continuare a sottolineare la differenza culturale e anche antropologica, non solo con la destra, ma con la Lega del ministro Salvini sia una cifra importantissima. Non pensiamo che il problema del Paese sino le Ong o un buonismo che noi non riusciamo a vedere, ma un cattivismo contro il quale dobbiamo essere un argine solido“. Per Basilio Rizzo, l’altro voto contrario dell’Aula, “con questa delibera si decide di intervenire nelle zone centrali e non nelle periferie. E’ un cedimento culturale che indirizza verso soluzioni contrarie a quelle che io avevo sperato“, ha spiegato definendolo “un errore politico molto profondo“. Tra lo schieramento dei voti favorevoli, anche la Lega del capogruppo Alessandro Morelli, che non ha risparmiato comunque le sue stoccate al sindaco Sala: “Le zone rosse sono state inserite solo nel centro della cittù ed espunte dalle periferie per colpa del Pd, così come l’accattonaggio molesto che è fastidioso e a volte minaccioso – ha ricordato il leghista -. Nella delibera non vengono inseriti i tossicodipendenti, né le strade e le vie dove ci sono carovane rom. Nonostante lo stesso sindaco Beppe Sala avesse parlato a suo tempo di daspo per i Rom“, ha concluso Morelli, sottolineando la spaccatura interna alla maggioranza. “Questo dibattito è stato una seduta di psicoanalisi della sinistra“, ha invece detto il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, che ha spiegato come “questo timidissimo provvedimento sia però un primo passo a nostro avviso utile. Certo quando un governo di centro destra mettera’ più uomini in campo sarà ancora più efficace“. L’azzurro Alessandro De Chirico ha invece motivato la sua astensione spiegando “La delibera sul DASPO urbano approvata a Palazzo Marino è strutturata male e scritta peggio, al punto di essere contestata dall’estrema sinistra e sgradita al sindaco stesso” la maggioranza ha gestito il provvedimento “come fosse un fastidio necessario da sopportare giusto per dare un contentino ai milanesi“. “Una presa in giro ai cittadini che da anni chiedono maggiore sicurezza” secondo De Chirico che ha concluso . “Mi sono astenuto per rispetto dei milanesi che meritano più sicurezza e non questo provvedimento indegno”. Tra i voti favorevoli anche il Pd, con il capogruppo Filippo Barberis che ha accusato l’opposizione di “dire menzogne” quando afferma che “non ci sono zone periferiche. Non è vero. C’è una rete capillare che non lascia scoperto nessun Municipio o area della città. Inoltre la delibera non persegue il disagio personale, ma alcuni tipi di condotte“. “Con il via libera dato dal Consiglio Comunale possiamo adeguare il Regolamento di Polizia Urbana – ha detto Anna Scavuzzo, vicesindaco e assessore alla Sicurezza alla fine del dibattimento in Aula – e fornire indicazioni chiare agli Agenti di Polizia Locale. Non cambiano le tipologie di comportamenti che potranno essere oggetto di ordine di allontanamento, ma l’estensione a molte aree e contesti della città verrà spiegata con apposita comunicazione. Alla Prefettura invieremo il dispositivo e così anche alla Questura. Potremo quindi rafforzare gli strumenti già a disposizione della Polizia Locale e delle Forze dell’ordine per promuovere sicurezza in tutta la citta’. Ringrazio il Consiglio per il dibattito e per talune proposte di modifica che non rientrano oggi nell’elenco delle aree, ma che verranno monitorate con ancora maggiore attenzione“.  

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DASPO, l’opposizione prova a migliorare la delibera

“Con 8 anni di ritardo, l’amministrazione comunale guidata dal centrosinistra affronta il tema della sicurezza. – Commenta Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia – Era ora! Per presentarci allo storico appuntamento ho elaborato 30 emendamenti, che farò sottoscrivere ai miei colleghi di FI e del centrodestra, per migliorare la delibera del “Voglio, ma non posso”. “Se il PD vuole i voti dell’opposizione deve guadagnarseli. – prosegue De Chirico – Ai milanesi piacerebbe che non si facessero distinzioni di luogo, ma che i provvedimenti venissero applicati in tutto il territorio cittadino. Siamo certi che questa proposta contenuta nei primi due emendamenti verrà bocciata. Per sopperire alle molte lacune chiediamo che il DASPO urbano venga applicato all’esterno delle stazioni ferroviarie, dei bus a lunga percorrenza e delle metropolitane; dei cimiteri; delle riciclerie e delle isole ecologiche; degli impianti sportivi pubblici e privati (gli ultras violenti non ci sono solo al Meazza); dei luoghi di culto; dei centri commerciali; nei cosiddetti mercatini dell’illegalità di piazzale Cuoco; nelle vie della “movida soft” (via Ravizza, via Muratori, via Filzi, via Tirano, piazza Risorgimento). Inoltre, ho predisposto degli emendamenti ad hoc per i quartieri più caldi ostaggio di antagonisti, rom, delinquenti e occupanti abusivi (via Imbonati, via Padova, viale Monza, via Bolla, Corvetto, Lorenteggio, Giambellino, San Siro)“. “Anche se purtroppo il decreto sicurezza, con i successivi aggiornamenti, non contiene il DASPO urbano per chi commette reati contro il patrimonio immobiliare pubblico e privato – sottolinea De Chirico –  Auspico  che il ministro Salvini ponga presto rimedio per rendere le periferie milanesi e italiane dei luoghi in cui viverci possa essere più piacevole. L’ODG è una proposta molto liberale dall’effetto sorpresa. Personalmente – conclude – voterò favorevolmente la delibera in discussione in aula oggi e domani solo se il Sindaco Sala e quello che resta della sua maggioranza accetteranno le mie proposte”.  

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Approvata delibera sulle agevolazioni per i passeggeri ATM

Dopo nove sedute consecutive appositamente dedicate, il Consiglio Comunale ha approvato la delibera che stabilisce le agevolazioni per i passeggeri del trasporto pubblico, dopo che l’Agenzia di Bacino ha approvato l’aumento del biglietto Atm da 1,50 a 2 euro. Un’estenuante battaglia a suon di emendamenti che l’opposizione ha condotto tenendo la maggioranza in aula per oltre 14 ore consecutive. Ma alla fine i 27 voti di Pd, Milano Progressista e lista civica Beppe Sala hanno portato a casa il risultato, contro i 6 voti contrari espressi da Forza Italia (solo il capogruppo Fabrizio De Pasquale era presente in aula), M5S, lista civica Io corro per Milano e Milano in Comune. Le altre forze di opposizione sono uscite dall’aula, senza partecipare al voto. Il passaggio in aula ha comunque lasciato il segno, con diversi emendamenti da segnalare: dalla tessera sul modello della Oyster Card londinese all’abbonamento pluriennale, entrambi proposte da Milano Progressista, fino al biglietto breve, un titolo dedicato a chi usa i mezzi solo per un tempo o un numero di fermate limitato. Per l’opposizione, che ha fatto cadere sulla maggioranza una pioggia da 576 emendamenti, allungando il dibattito con un’ulteriore girandola di subemendamenti, sono state settimane sulle barricate, ma i frutti sono arrivati ugualmente: i prezzi degli abbonamenti annuali, gli unici ad essere rimasti invariati e, da quest’anno, rateizzabili, rimarranno invariati per tre anni, come richiesto da Forza Italia, mentre la Lega ha ottenuto che gli animali abbiano accesso gratuito ai mezzi, che i costi della rateizzazione degli abbonamenti annuali non venga pagato dai cittadini e che il 10% di quanto verra’ generato dall’aumento del biglietto sarà investito in sicurezza di passeggeri e dipendenti Atm. Quest’ultimo, nello specifico, è un Ordine del Giorno del capogruppo del Carroccio, Alessandro Morelli, che verrà votato nel corso della prossima seduta. Il Movimento 5 Stelle porta a casa la propria battaglia per il biglietto gratuito agli insegnanti che accompagnano gli alunni in gita, mentre Silvia Sardone, del Gruppo Misto, con oltre 300 emendamenti depositati, vede approvato, tra le altre cose, l’allargamento delle scontistiche per gli over65 a tutti i residenti nella Città Metropolitana e non solo a Milano. Tornando alla maggioranza, Milano Progressista strappa all’aula un si sulla proposta di riduzione del prezzo per detenuti in permesso di lavoro, volontariato o studio, mentre il PD risponde con due emendamenti: il primo che abbassa da 36 a 24 mesi il periodo di disoccupazione necessario per accedere agli sconti, e contestualmente aumenta l’Isee necessario da 16.000 a 16.900 euro. Il secondo riguarda invece le famiglie numerose, che da oggi saranno quelle con 3 figli a carico. Almeno per Atm che, fino ad oggi garantiva sconti a nuclei con almeno 4 figli. Italpress  

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