Delpini

Delpini: Celebriamo la vita in questo tempo desolato

“Alleluja, celebriamo l’alba del primo giorno, l’inizio del tempo nuovo”: così l’arcivescovo Mario Delpini ha aperto l’omelia della Veglia pasquale celebrata oggi alle 18 nel Duomo di Milano. “E noi, in questo tempo desolato per troppi morti, per troppo soffrire, professiamo non senza strazio la nostra speranza e innalziamo il nostro cantico tragico e grandioso, con lacrime e insieme con esultanza”. Durante la veglia hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana due catecumeni (un terzo è stato bloccato in quarantena). In tutta la Diocesi di Milano sono 84 i catecumeni adulti che in queste ore nelle varie parrocchie sono stati accolti nella comunità cristiana. “L’alba del primo giorno – ha proseguito mons. Delpini – ha questo di originale: c’è una gioia che abita la terra. La gioia, non per ingenua evasione ma per la promessa dell’invincibile speranza: la morte è stata vinta. Se è stata vinta la morte, quando vi deciderete a vincere la disperazione, la divisione, le diseguaglianze, come se ci fossero buone ragioni per essere nemici, mentre ci sono solo buone ragioni per essere fratelli e sorelle?”. “Non diventano facili le cose difficili – ha concluso l’Arcivescovo -. Non sono scacciate per sempre la fame, la guerra, l’ingiustizia, dalla faccia della terra. Non sono state per sempre debellate le malattie e le epidemie. Eppure questo è l’inizio della nuova creazione perché un popolo nuovo percorre la terra”. ANSA

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Delpini: omaggio all’amore e un grido di protesta contro i femminicidi

E’ un omaggio all’amore tra l’uomo e la donna ma anche una denuncia contro i troppi casi di femminicidio che ancora occupano le cronache il messaggio che l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, indirizza idealmente a tutti gli uomini e le donne in occasione dell’imminente Giornata internazionale della donna, il prossimo 8 marzo. “Contro la viltà del prepotente, contro la violenza ottusa che colpisce, contro la pretesa aggressiva di possedere, contro la perfidia dell’umiliare, alzerò il grido della protesta», scrive l’Arcivescovo. “Alzerò il grido della protesta contro ogni uomo che percuote una donna, contro ogni uomo che disprezza una sorella – prosegue Delpini – Alzerò il grido della protesta per ogni casa corrotta a prigione, per ogni bellezza ridotta a spettacolo, per ogni sogno trasformato in incubo, per ogni donna usata come oggetto”. Il testo – dal titolo Quale cantico canterai oggi, Sposa dell’Agnello? – si conclude con un invito al “popolo immenso di donne e di uomini” a scrivere insieme un nuovo patto, una “sinfonia dei mondi” capace di raccogliere e custodire “tutte le voci e tutte le speranze”. Perché “L’uomo senza la donna, la donna senza l’uomo cantano la malinconica elegia dell’incompiuto”. ANSA

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Delpini: dare più attenzioni ai giovani

Anche a seguito dei drammatici fatti di cronaca che hanno recentemente coinvolto alcuni adolescenti e giovani, e in sintonia con l’appello di papa Francesco, che l’8 febbraio scorso – nel discorso al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede – ha chiesto di non rimanere inerti di fronte alla “catastrofe educativa”, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, invita tutta la Diocesi a una speciale preghiera il 21 febbraio, prima domenica di Quaresima. Lo fa con un’accorata lettera in cui intende “condividere lo strazio dell’impotenza”. Desiderio dell’Arcivescovo è quello di “dare voce a tutti i genitori, gli educatori, gli insegnanti che percepiscono questo momento come una emergenza spirituale ed educativa e si rendono conto che non sono a portata di mano rimedi e soluzioni immediate». Soprattutto, si legge in un comunicato – monsignor Delpini vuole «dare voce a ragazzi e ragazze che sono sconvolti dall’isolamento, dai comportamenti incomprensibili e violenti fino alla morte di coetanei ai quali sono affezionati». “Vorrei – scrive ancora l’Arcivescovo nella lettera che in questi giorni è stata inviata a tutte le parrocchie – che questa voce arrivasse alle istituzioni e che l’alleanza tra le istituzioni si rivelasse con maggior evidenza e incisività. Brucia dover constatare la mia, la nostra impotenza”. Ma, prosegue Delpini, «”ho niente da rimproverare a nessuno, non ho niente da insegnare. Verrà il momento per discorsi più ragionati, per proposte e impegno: la Chiesa c’è, ci sarà, per tutti. Ma in questo momento porto davanti al Signore questi sentimenti, con la certezza che il Signore continua ad amare ciascuno»”. Con queste premesse e intenzioni, l’Arcivescovo conclude la lettera annunciando che domenica 21 febbraio pregherà dalle 20.45 nel santuario di San Pietro in Seveso: “Vorrei sentire che siamo in tanti in ogni parte della Diocesi a pregare in quella sera di inizio Quaresima. Tanti: genitori, adolescenti e giovani appassionati del bene e avvertiti del male che insidia e rovina anche i loro coetanei. Tanti: preti, persone consacrate, insegnanti, educatori, tutti coloro che condividono lo strazio dell’impotenza e continuano a gridare verso Dio. Ogni chiesa, ogni santuario, ogni convento, ogni monastero, può essere aperto, in questo stesso orario, per un tempo di preghiera”. Askanews

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Delpini alla Mangiagalli: no alla mentalità abortista

La giornata nazionale per la Vita viene celebrata “per dire il nostro impegno a contrastare gli ostacoli, gli impedimenti, le avversità che rendono difficile vivere e generare vita: le condizioni sociali, la mentalità abortista, la paura delle responsabilità, l’insofferenza di fronte alla fatica di vivere e di prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto”. E’ questo il messaggio che l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha deciso di portare oggi, alla vigilia della giornata, nella sua visita al Centro di Aiuto alla Vita (CAV) che si trova alla clinica Mangiagalli. Un messaggio che ha messo nero su bianco in una lettera rivolte alle mamme e ai papà, ai volontari e agli operatori “per invocare la libertà di vivere, la libertà di generare vita per gli uomini e le donne che si amano”.  “Ci dedichiamo, là dove possiamo, all’impresa di aggiustare il mondo: tocca noi tutti insieme!” ha aggiunto monsignor Delpini, che oltre a celebrare la messa nella cappella Santi Innocenti con don Giuseppe Scalvini, ha deciso di benedire le primule, simbolo della vita nascente, e assistere alla scopertura della targa in ricordo di Paola Chiara Marozzi Bonzi, fondatrice del CAV Mangiagalli, scomparsa nell’agosto 2019. “Celebriamo questa Giornata per far pervenire un messaggio di gratitudine alle mamme e ai papà che offrono alla loro famiglia e alla nostra società un futuro, con la loro gioia, con la loro generosità e perciò affrontano di buon animo anche prove e tribolazioni. Per questo – ha concluso – offriamo le primule che annunciano la nuova primavera”. ANSA

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Delpini ringrazia i giornalisti per il servizio svolto

“Desidero in primo luogo esprimere la mia ammirazione e gratitudine, perché in questo tempo tribolato voi siete rimasti al vostro posto, come tante altre categorie di persone. Siete rimasti al vostro posto: per un senso del dovere, per una concezione del lavoro come servizio di pubblica utilità, per una vivacità culturale animata dal desiderio di vedere, di comprendere, di comunicare”: inizia con queste parole la ‘lettera al direttore’ che l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha inviato in occasione del giorno dedicato a San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e rivolta a tutta la categoria. Nella lettera l’arcivescovo annuncia che il consueto incontro, quest’anno fissato per il 21 gennaio, è stato rinviato a quando sarà possibile farlo in presenza e apre a una riflessione sul ruolo dell’informazione in questo momento. “Questo servizio alla comunicazione si è rivelato particolarmente prezioso in questi momenti in cui altre forme di esperienza sono state precluse” ha spiegato, sottolineando però che “quest’opera di mediazione può essere un aiuto costruttivo o una manipolazione interessata”. ANSA

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Delpini: Natale occasione di rinascita

Si è concentrato sulle “domande intelligenti” che il mistero dell’Incarnazione suscita l’omelia dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini durante la messa di Natale. “Questo mondo è un mondo di tenebra o un mondo di luce? Questa nostra vita è un bene o un male? Che senso ha il trascorrere del tempo? Chi sono io? Dove vado a finire?”, si è chiesto Delpini, proseguendo: “Alla domanda intelligente risponde la notte di Natale. La risposta di Paolo, la rivelazione offerta dal mistero dell’Incarnazione è che io sono figlio, quindi posso avere confidenza con Dio come Gesù, avere speranza nella potenza di Dio di salvarmi come ha liberato dalla morte Gesù suo Figlio, posso avere la grazia di vivere come Gesù”. L’omelia della Messa pontificale di ieri mattina si è maggiormente focalizzata sul tempo di pandemia che sta vivendo l’umanità: “Mentre molte situazioni sembrano dirci che “quest’anno non sarà Natale”, ha osservato l’arcivescovo, “mentre si è deciso che tutto sia sospeso, rimandato, e si è fatto di tutto per ingombrare la mente e le parole di ogni minuzia e di ogni apprensione, gli angeli si presentano in ogni parte della terra per lodare Dio e annunciare: poiché in quella notte è nato Gesù, oggi puoi rinascere tu”. ANSA

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