detenuti

Un protocollo per progetti di volontariato per detenuti

Coinvolgere i detenuti che ne facciano richiesta in attività di tutela e valorizzazione del patrimonio pubblico, verde in particolare, come occasione di reinserimento sociale, opportunità di formazione e recupero rieducativo, anche in una prospettiva di avvicinamento al mondo del lavoro. Queste le finalità del Protocollo d’intesa che verrà stipulato01 a breve tra il Comune di Milano e il Ministero della giustizia – Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – e di cui l’Amministrazione ha approvato le linee guida. Un percorso in linea con le finalità rieducative della pena sancite dalla Costituzione, volto anche a ridurre il rischio di recidiva per le persone detenute consentendo, in sinergia con la magistratura e con gli enti territoriali, l’individuazione di progetti di più ampia riabilitazione e reinserimento sociale. Si partirà con il coinvolgimento diretto di 20 detenuti all’anno (il Protocollo avrà durata triennale) nelle attività di associazioni di volontariato e del Terzo settore che già operano nelle zone individuate per potenziare interventi di gestione ordinaria e straordinaria di aree pubbliche verdi, a partire dal parco di Porto di mare, nel quartiere di Rogoredo e Santa Giulia. Prima di iniziare il lavoro, i volontari verranno inseriti in un percorso formativo e di orientamento volto a sviluppare le competenze necessarie per poter svolgere la mansione di operatore del verde, attraverso una parte di formazione teorica e una successiva di tirocinio. Il coinvolgimento di soggetti volontari per la tutela del parco di Porto di mare fino a questo momento ha fatto conseguire risultati apprezzabili nel recupero di ampie aree, oggi pienamente fruibili dai cittadini in modo sicuro. Nel tempo, si è consolidato un rapporto di collaborazione molto virtuoso tra il Comune e diverse associazioni particolarmente attive nella cura del verde e in contesti di rigenerazione urbana (come il CFU – Centro di riforestazione urbana di Italia nostra e Associazione Giacche verdi), che contribuiscono in modo efficace a organizzare e promuovere attività di coesione sociale, volontariato e di educazione civica.

Un protocollo per progetti di volontariato per detenuti Leggi tutto »

Controlli esterni per i nuovi detenuti prima di entrare in carcere

“La Protezione civile ha iniziato ad installare delle tende pneumatiche all’interno del perimetro dei 18 istituti penitenziari lombardi. L’obiettivo è quello di poter effettuare il triage sanitario dei nuovi detenuti prima del loro ingresso in carcere”. Lo ha fatto sapere l’assessore regionale alla Protezione civile, Pietro Foroni, che sta coordinando i lavori. “A seguito degli accordi intercorsi tra il nostro Dipartimento e quello nazionale – ha spiegato -, questa mattina (ieri ndr) abbiamo cominciato i lavori per giungere ad eseguire il triage sanitario ai detenuti a Opera, Bollate, Pavia, Vigevano e Voghera. Domani si proseguirà a Lodi, al carcere minorile Beccaria di Milano e a Monza. A partire dal 3 marzo e fino alla fine della settimana continueremo a Cremona, Bergamo, Brescia (Verziano e Canton Mombello), Busto Arsizio, Como e Varese”. Le tende per il triage sanitario dei detenuti vengono fornite dal Dipartimento di Protezione civile: 11 sono già state consegnate alla Regione, altre 7 arriveranno nei prossimi giorni. “L’attività – ha concluso Foroni – è stata affidata a una squadra logistica della Colonna mobile regionale, composta da 10 volontari e 3 mezzi dell’Associazione nazionale Alpini. Ancora una volta voglio ringraziare i nostri uomini per il lavoro preziosissimo che svolgono quotidianamente e in modo particolare nei momenti di particolare emergenza”.  

Controlli esterni per i nuovi detenuti prima di entrare in carcere Leggi tutto »

De Corato (FdI): il 43% dei detenuti sono stranieri, primi i tunisini

Commentando l’arresto di un 16enne tunisino, fermato dai carabinieri in corso di Porta Ticinese per avere rapinato una donna di 30 anni. l’Assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato, ha elencato anche qualche numero sulla popolazione carceraria lombarda, “L’episodio va ad aggiungersi al lungo elenco di crimini commessi da tunisini: dallo spaccio di droga ai furti nei supermercati, dalle violenze domestiche alla maxirissa in piazza Mercanti. Mi chiedo cosa ci facessero a Milano, visto che la Tunisia non è un Paese in guerra e nemmeno vessato dalla dittatura” si chiede De Corato. “I tunisini presenti in città non scappano dalla violenza – prosegue – ma probabilmente dalla legge visto che in molto casi risultano avere precedenti penali e una volta arrivati in Italia non fanno altro che proseguire loro attività criminali. Lo confermano i dati pubblicati a settembre dal Ministero della Giustizia: nelle carceri lombarde, dove su 8.645 detenuti ben 3.736 (ossia il 43% del totale) sono stranieri, per presenza i tunisini (269) sono al quarto posto dopo marocchini (948), albanesi (498) e rumeni (311). Una volta presi – conclude – perché non li si espelle con accompagnamento?”.  

De Corato (FdI): il 43% dei detenuti sono stranieri, primi i tunisini Leggi tutto »

Nasce Malnatt la birra dei detenuti

Per la prima volta i tre istituti penitenziari milanesi, di Bollate, Opera e San Vittore, insieme per dare una concreta opportunità di formazione e lavoro a detenuti ed ex detenuti. Il prodotto di questo lavoro sarà una birra, anzi tre, una per ogni istituto, dal nome dialettale milanese: Malnatt, nato male. Il progetto, presentato a Palazzo Marino alla presenza dell’assessore alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, del Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria, Pietro Buffa, e dell’ideatore del progetto Massimo Barboni, è nato dalla collaborazione tra i direttori dei tre istituti penitenziari e un gruppo di imprenditori ed esercenti del territorio milanese e punta a due anni dal lancio a reinserire 10 detenuti o ex detenuti nelle attività di produzione presso l’azienda agricola La Morosina, nel parco del Ticino, e di distribuzione della società Pesce. Attualmente si è aperta un’opportunità di inserimento per tre persone che verranno selezionate all’interno delle tre carceri meneghine. Le birre Malnatt sono birre agricole, prodotte cioè con materie prime coltivate presso La Morosina, ad alta fermentazione, non pastorizzate, non filtrate e rifermentate in bottiglie da 33 o in fusto. In commercio ce ne saranno di tre tipi: la Malnatt San Vittore, chiara non filtrata di solo malto d’orzo, la Bollate, birra di frumento e l’Opera che è una rossa. “Ci siamo dati l’obiettivo di arrivare a vendere tra due anni 1.000 ettolitri, pari a 300mila bottiglie – ha spiegato il coordinatore del progetto Massimo Barboni – il 5% del fatturato andrà poi a finanziare i progetti che il provveditore segnalerà all’amministrazione penitenziaria della Lombardia“.  

Nasce Malnatt la birra dei detenuti Leggi tutto »