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L’Europa rafforza cooperazione e progettualità nel settore difesa

L’Europa rafforza cooperazione e progettualità nel settore difesa di Davide Maniscalco, Coordinatore regionale Aidr per la Sicilia, Privacy Officer e Capo delle relazioni istituzionali Swascan – Tinexta Group L’Europa spinge verso il rafforzamento della PESCO, vale a dire la cooperazione strutturata permanente, nell’ambito della politica di sicurezza e difesa dell’UE, preordinata a favorire lo sviluppo congiunto delle capacità di difesa e di investimento in progetti comuni degli Stati membri, funzionali ad un accrescimento della prontezza operativa delle rispettive forze armate in coerenza con il panorama delle capacità europee. Ed infatti, Il Consiglio Europeo ha recentemente adottato una ulteriore decisione che aggiorna l’elenco dei progetti comuni da avviarsi che, uniti a quelli complessivamente sviluppati sin dal dicembre 2017, sommano ormai sessanta progetti collaborativi nei diversi settori delle strutture di formazione, sistemi di formazione terrestre, sistemi marittimi e aerei, cyber difesa e servizi multipli congiunti di sostegno o spazio. In tale scenario, la cooperazione strutturata, unitamente alla Revisione annuale coordinata sulla difesa (CARD) ed al Fondo europeo per la difesa (FED) continua a creare fondamentali sinergie per lo sviluppo congiunto di capacità efficaci ed efficienti degli Stati membri, anche grazie all’importante supporto strategico della European Defence Agency (EDA). A tal riguardo, la decisone del Consiglio è altresì corredata da due raccomandazioni in cui vengono specificamente declinati gli obiettivi per la seconda fase iniziale della PESCO 2021-2025 ed esortate le valutazioni sugli stati di avanzamento dei progetti e dei progressi compiuti dagli Stati membri. I nuovi progetti, ben quattordici, si propongono di rappresentare una ulteriore evoluzione della collaborazione permanente nello sviluppo di comuni investimenti in materia di difesa con particolare riguardo ai settori aereo e spaziale. I progetti spaziano dallo sviluppo di nuove capacità militari e dall’identificazione di esigenze future in aree quali l’aviazione e la scorta di superficie marittima, al miglioramento dello scambio di immagini governative classificate e all’addestramento congiunto per i principali carri armati. Tra questi, ad esempio, il progetto Trasporto aereo strategico per carichi fuori misura (SATOC) che, sviluppando una soluzione europea per il trasporto di merci pesanti e di grandi dimensioni secondo un approccio graduale, va a colmare una carenza critica. Tra gli altri progetti inclusi vale la pena di evidenziare: – Il progetto Veicolo semiautonomo di superficie di medie dimensioni (M-SASV) svilupperà un veicolo con molteplici moduli di missione, in grado di garantire una maggiore flessibilità operativa e una maggiore protezione dell’equipaggio, che potrà essere utilizzato per operazioni litoranee come pure nell’ambito di gruppi di missioni navali. – Il progetto Piccoli RPAS di prossima generazione (NGSR) che svilupperà la prossima generazione di droni tattici da utilizzare nelle unità militari dei settori marittimo e aereo, nonché per il dual use (civile-difesa), per il contrasto delle emergenze/catastrofi. – Il progetto Difesa delle risorse spaziali (DoSA) che aumenterà l’efficienza operativa dell’UE nel settore spaziale sfruttando al meglio le risorse spaziali attuali e future attraverso funzioni spaziali trasversali di accesso, difesa passiva ed efficienza operativa mediante la formazione. L’elenco dei progetti aggiornati dalla decisione del Consiglio comprende, tra gli altri, anche il Centro di simulazione e prove per carri armati (MBT-SIMTEC) e il Partenariato militare dell’UE (EU MilPart) per il settore dei sistemi terrestri ed il Polo comune per le immagini satellitari dei governi (CoHGI) per il settore spaziale.

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La Rete: difenderemo la statua di Montanelli anche fisicamente

“La richiesta di abbattere la statua dedicata a Indro Montanelli, da molti considerato il più grande giornalista italiano del Novecento, è stata fatta da chi è alla ricerca di ribalta mediatica nella follia causata dalla vicenda Floyd. Una richiesta dettata però anche da un profondo odio razzista verso tutti i simboli della cultura e civiltà europea e occidentale. Odio che abbiamo già visto alla prova negli USA e in Gran Bretagna”. Lo comunica con una nota il movimento politico “La Rete“. “Non siamo mai stati dei fan di Montanelli – spiegano i militanti – ma la richiesta di eliminarne fisicamente la statua posta nei giardini di Porta Venezia è degna dei peggiori epigoni del Grande Fratello Orwelliano citato in apertura. Un incubo che viene inseguito da soggetti che vogliono eliminare ogni forma di cultura identitaria, per poterla sostituire con l’uomo nuovo, senza Dio, Patria e Famiglia, utile solo a produrre e consumare. Ma la richiesta non è ascrivibile solo ad un manipolo di agit-prop – aggiungono – perché questa è stata subito raccolta da una parte della sinistra “istituzionale”, che vorrebbe discuterla in consiglio comunale, alla ricerca di accelerazioni nella distruzione degli avversari attraverso la loro eliminazione dal contesto politico”. “Per questo noi, militanti di Presidio Milano e di Freccia Nera, comunità politiche aderenti alla Rete“, annunciano “saremo sempre a difesa della nostra tradizione e identità e che faremo di tutto per difenderne, anche fisicamente, i simboli. Anche la statua di Indro Montanelli. Se ci sarà bisogno ci frapporremo fisicamente tra la nostra identità e la canea rabbiosa e iconoclasta del Black Lives Matter e dell’antifascismo militante“. “Invitiamo tutti i cittadini – conclude la nota de La Rete – associazioni, movimenti e partiti che vogliono realmente opporsi a questa infamia di unirsi, aldilà delle differenze, in unico blocco nazionale e, qualora ce ne fosse la necessità, di scendere in piazza con noi e dimostrare anche nei fatti di essere disposti a tutto per la Patria e per fermare il caos che sta invadendo le nostre città”.

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