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Nuova iniziativa per la distribuzione di cibo a oltre 12.000 persone

Continua l’azione di sostegno alimentare alle persone in difficoltà grazie alla collaborazione tra Fondazione AVSI, Comitato di Milano della Croce rossa italiana e Comune di Milano, nell’ambito di un’iniziativa che raggiungerà, entro la fine di gennaio, oltre 12.000 persone (4.500 famiglie) in difficoltà economiche a causa della pandemia da Covid-19. L’Amministrazione ha infatti approvato la concessione di patrocinio al progetto “Building hope: emergency support for hospitals and vulnerable families in Italy affected by Covid-19”, promosso dalla Fondazione AVSI, organizzato in collaborazione con la Croce rossa italiana – Comitato di Milano e finanziato dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) con un contributo di 225mila euro. “Un altro tassello si aggiunge all’azione del Comune di Milano in favore delle persone che maggiormente stanno subendo le conseguenze economiche derivanti dal prolungarsi della pandemia – dichiara la vicesindaco con delega alla Food policy Anna Scavuzzo –. Questa azione ben si integra con il nuovo Dispositivo di aiuto alimentare, andando a rafforzare, grazie anche a nuovi partner, il quadro di interventi dedicati al contrasto della povertà alimentare e a garantire l’accesso al cibo sano a più persone possibile: una delle priorità anche in questa fase per l’attuazione della Food policy di Milano”. L’iniziativa prevede l’acquisto e la distribuzione di un rifornimento straordinario di derrate alimentari a 42 enti del Terzo settore attivi a Milano nell’ambito degli aiuti alimentari; tale rifornimento andrà ad integrarsi con le normali fonti di approvvigionamento e permetterà un rapido incremento della disponibilità di risorse alimentari per le famiglie. “Con questo progetto – sottolinea Giampaolo Silvestri, Segretario generale di Fondazione AVSI – attingendo alla sua esperienza di quasi cinquant’anni di interventi in situazioni di emergenza nel mondo, AVSI lavora per farsi vicina ai più vulnerabili, stremati da questa crisi dal punto di vista materiale e psicologico. In collaborazione con il Comune di Milano e altre realtà locali si è creata una rete che vuole rispondere ai bisogni più urgenti, ma in una prospettiva di ripartenza”. Grazie alla partecipazione di Croce rossa italiana – Comitato di Milano, già partner del Comune nel primo Dispositivo di aiuto alimentare insieme a tante altre organizzazioni private e del Terzo settore, è stato possibile acquistare con questo finanziamento ulteriori 68 tonnellate di cibo, che verranno distribuite agli enti entro la fine di gennaio 2021. “Gli effetti di questa pandemia dureranno anni, – commenta Luigi Maraghini Garrone, Presidente della Croce rossa di Milano – ma i prossimi mesi saranno forse i più difficili dal punto di vista sociale ed economico. Di fronte a questo scenario, Milano dimostra ancora una volta la sua capacità di reagire facendo squadra. Solo grazie alla stretta cooperazione tra istituzioni, organizzazioni del Terzo settore e privati sarà possibile infatti trovare soluzioni capaci di guardare al futuro senza lasciare indietro nessuno”.

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Municipio 5: mascherine dal sarto di quartiere

Municipio 5: mascherine dal sarto di quartiere. Nei Municipi continua l’opera di diffusione capillare sul territorio di mascherine per intercettare i bisogni rimasti fuori dai canali principali di distribuzione. Anche il Municipio 5 ha intrapreso questa strada grazie a un sarto di quartiere che ha iniziato a produrre mascherine per la protezione di base. Piccoli passi avanti che dimostrano come chiunque in questa fase può offrire una mano. Ecco come ha presentato l’attività il presidente municipale Alessandro Bramati (Milano Popolare): Continua la nostra attenzione per fornire le mascherine, visto che il Sindaco si é dimenticato dei Municipi nel coinvolgerli per la distribuzione di quelle che riceve. Nelle scorse settimane ne abbiamo già distribuite oltre 6000 a volontari e chi gestisce i servizi alle persone fragili, alle forze dell’ordine, nelle RSA ed ai commercianti dei mercati comunali. Grazie alla fornitura che abbiamo ricevuto di tessuto/nontessuto ed alla grande disponibilità di @Mahinda, un amico sarto che ha messo in campo la sua professionalità per crearle, sono in produzione come protezioni di base per i cittadini e che cercheremo di distribuire intercettando i bisogni del territorio per la loro diffusione”. Dunque un messaggio positivo dal Municipio 5: mascherine dal sarto di quartiere. Gesti che lasciano un barlume di speranza, mentre nel frattempo in tanti continuano a dire che siamo destinati a una macelleria sociale mai vista prima. Forse, una speranza c’è ancora. 

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Iniziata la distribuzione delle mascherine nelle case popolari

Avviata ieri la distribuzione di mascherine nei quartieri popolari della città. Si tratta di 300mila pezzi che il Comune ha ricevuto in donazione dalla Comunità cinese, e che a sua volta ha deciso di mettere a disposizione dei suoi abitanti più in difficoltà, stimando di raggiungere circa 60mila nuclei familiari tra residenti nelle case popolari di ALER e in quelle comunali in gestione a MM. “Con questa prima donazione fatta al Comune abbiamo deciso di partire dalle famiglie delle case popolari – dice l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. Ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato per rendere realizzabile questo obiettivo, e in particolare i gruppi di volontariato che ci stanno aiutando in tutte queste importanti operazioni di cura dei cittadini. Per prepararci alla riapertura progressiva di Milano ci auguriamo che la Regione ci fornisca presto un numero sufficiente di mascherine per arrivare a distribuirle a tutte le famiglie della città”. “Sono tantissimi gli uomini e le donne, volontari e dipendenti, della Protezione civile comunale e della Polizia locale che stanno lavorando quotidianamente per garantire assistenza ai cittadini – commenta la vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo -. A loro va tutta la nostra riconoscenza per l’impegno e la costanza con cui operano per la città”. La distribuzione è coordinata dal Comune di Milano e vede coinvolte oltre 100 persone, tra operatori della Protezione civile (che nei giorni scorsi, con i suoi dipendenti e volontari, ha anche provveduto a imbustarle), pattuglie della Polizia locale e una sessantina di volontari afferenti a tre diverse organizzazioni, ARCI Milano, Emergency ed Energiesociali Jesurum. Per facilitare le operazioni, ad ogni organizzazione sono stati affidati tre diversi municipi e, al loro interno, i vari quartieri popolari in cui effettuare le consegne. I volontari, muniti a loro volta di tutti i dispositivi di sicurezza, saranno coloro che andranno “fisicamente” dentro i palazzi, per le scale delle case ERP, e suoneranno alle porte per consegnare le buste. Le mascherine vengono infatti distribuite di porta in porta in diversi formati: uno contenente tre mascherine per nuclei fino a due persone, uno con cinque mascherine per famiglie fino a cinque componenti e il terzo con dieci mascherine per le famiglie più numerose. Dato il numero importante di alloggi da raggiungere, per portare a termine l’operazione occorreranno alcuni giorni.  

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I Municipi: “Sala non ci dà le mascherine”

I Municipi: “Sala non ci dà le mascherine”. I novecentomila pezzi consegnati da Regione al Comune non sono stati consegnati al Municipio 4 e la politica di zona ha alzato la voce tornando a chiedere a Palazzo Marino un gesto di buon senso: i Municipi hanno infatti contatti diretti con una larga parte della cittadinanza e possono sapere come distribuire al meglio le mascherine. La distribuzione però essere ancora poco fluida: nei giorni scorsi abbiamo intervistato un responsabile di Confesercenti che raccontava come agli edicolanti aperti siano state date 50 mascherine ciascuno da distribuire ai clienti. Poche, meglio di niente, ma sempre poche. Oggi i Municipi dicono “Sala non ci dà le mascherine: “Oggi insieme al mio Presidente del Consiglio di Municipio Oscar Strano e al consigliere di Municipio 4 Alfonso di Matteo siamo andati a consegnare delle mascherine che verranno distribuite gratuitamente ai cittadini del quartiere di Rogoredo”. Lo fa sapere il Presidente del Municipio 4 di Milano, Paolo Guido Bassi. “I dispositivi – spiega l’esponente della Lega – ci sono stati regalati dalla Fondazione Eris, che ringrazio, importante realtà nel mondo delle comunità terapeutiche per il recupero delle persone con tossicodipendenze con la quale collaboriamo ormai da anni, soprattutto in zona Rogoredo. Le mascherine sono prodotte proprio da loro ragazzi e ciò rende il gesto di solidarietà ancora più bello. Per la distribuzione, in forma assolutamente gratuita – prosegue Bassi – ci danno una mano alcuni cittadini del quartiere che si sono subito attivati. E’ una vera – sottolinea il Presidente – iniziativa ‘dal basso’, nata dalla voglia di fare qualcosa a beneficio della cittadinanza. La settimana scorsa – fa sapere il Presidente Bassi – quando Regione Lombardia ha distribuito le prime 900.000 mila mascherine gratuite al Comune di Milano, ho scritto al sindaco per proporre che una quota di esse, anche piccola, venisse assegnata ai Municipi così da poter rispondere direttamente e rapidamente alle tante richieste che arrivano dal territorio. Ad oggi, purtroppo, non ho ricevuto alcuna risposta da Beppe Sala. Mi spiace molto, perché è una proposta di buon senso. L’iniziativa di oggi – osserva Bassi – è la dimostrazione che esistono delle micro-reti territoriali che magari non hanno forza e capacità di relazionarsi con le strutture centrali cittadine, ma che invece hanno uno stretto rapporto con il Municipio, l’istituzione loro più vicina. Noi ci attiviamo in tutti i modi, ma certo, se anche Palazzo Marino ci desse una mano, non sarebbe male. In fondo si tratta solo di dare una risposta concreta a delle esigenze dei cittadini”

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Distribuzione delle mascherine ancora a rilento

Distribuzione delle mascherine ancora a rilento. Da diverse parti di Milano si segnalano ritardi nella consegna dei dispositivi di protezione, ma fatto ben più grave: i numeri sono bassi. Ieri abbiamo intervistato Giovanni Lorenzetti di Confesercenti che ci ha informato della distribuzione di 50 mascherine a edicola. Moltiplicati per le 400 edicole milanesi si arriva a ventimila pezzi. Su un milione e quattrocentomila persone è oggettivamente una goccia nel mare. Meglio di niente, ma neanche un numero che permette di dire che non ci sia un problema. La distribuzione delle mascherine ancora rilento si vede anche in altri casi: nei giorni scorsi il giornalista Riccardo Bonacina ha pubblicato un commento molto duro su Twitter per il metodo di rilascio in farmacia: Ragazzi è ufficale #Gallera e #Fontana sono inutili e pericolose comparse. Oggi in Farmacia, le mascherine della Reagione? Una (1) a chi dimostra di avere patologie gravi e reddito inferiore ai 30mila. Ma si può??? In Toscana, per dire, le distribuiscono a domicilio. A tutti Ora senza dover arrivare a ispirarsi a modelli esterni, Regione Lombardia inizia a rendersi conto che la distribuzione delle mascherine ancora a rilento non è l’unico passaggio della macchina burocratica che sta riscontrando dei problemi. Anche l’ospedale in Fiera procede veloce, ma sembra che nessuno abbia seriamente pensato a come usarlo negli anni a venire, dunque è difficile reclutare medici e infermieri. L’unica accelerazione vera pare dunque essere stata quella delle misure restrittive e qualche iniziativa isolata. Ma mentre si riempono i titoli dei giornali con conferenze e dichiarazioni la macchina operativa va ancora a rilento.

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Piscina e Bassi: “Grazie a Regione per le mascherine”

Piscina e Bassi: “Grazie a Regione per le mascherine“.  I due presidenti di Municipio, rispettivamente 2 e 4, hanno ringraziato, ma anche sottolineato il tema della distribuzione delle mascherine gratuite. I Municipi potrebbero infatti svolgere una funzione utile in questa operazione. “Il ringraziamento più sentito da parte dei Municipi di Milano è rivolto a Regione Lombardia che con un grande sforzo si è autoprodotta le mascherine e le sta distribuendo a tutti i cittadini lombardi e milanesi”, intervengono Samuele Piscina e Paolo Bassi, Presidenti dei Municipi 2 e 4 di Milano. “Già ieri il Comune di Milano ha ricevuto le prime protezioni totalmente gratuite dalla Regione e, come il Sindaco ben sa, molte altre ne arriveranno mano a mano che saranno prodotte”. “Si apre quindi il tema della distribuzione dei presidi sanitari. Gli assessori regionali, a più riprese, hanno infatti dato il via libera a ogni Comune di stabilire i criteri di ripartizione. È evidente che Milano abbia un’articolazione cittadina più complessa dei paesini di provincia e pertanto abbia la necessità di adottare modalità diverse”. “Come Municipi riscontriamo molte esigenze sul territorio e siamo l’Ente più vicino ai cittadini. Per tale motivo chiediamo al Sindaco di coinvolgerci nella distribuzione delle mascherine, condividendo la scelta sui criteri cittadini e affidandocene una quota per poter rispondere in maniera veloce alle richieste che arrivano dal territorio”. “Il virus corre veloce e la città esige che le istituzioni lavorino insieme al meglio per poterlo arginare e sconfiggere. A Milano, purtroppo, abbiamo riscontrato – concludono i due esponenti leghisti – troppe inutili polemiche da parte di Palazzo Marino e pochi fatti. È il momento giusto per cambiare registro”.

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