Il mercato dei domini internet in Italia vale 100 milioni
Il mercato dei domini internet in Italia vale 100 milioni. Ad affermarlo Gianluca Stamerra, Director for Italy, Spain and France di GoDaddy, uno dei principali gruppi che si occupano di questo commercio. Di seguito l’intervista per l’Osservatore in cui spiega che il mercato dei domini internet in Italia vale 100 milioni: Quanti utenti ha GoDaddy in Italia e di che tipo sono (società o privati)? GoDaddy offre un ventaglio di soluzioni calibrate a rispondere alle esigenze delle migliaia di piccole aziende, liberi professionisti, partite IVA e privati che rappresentano, soprattutto in Italia, la spina dorsale dell’economia del Paese. A livello Globale GoDaddy serve oltre 20 milioni di clienti (ultimo dato disponibile al 30/06) e l’Italia è oggettivamente un mercato con grande potenziale di sviluppo sia perché PMI e le piccole aziende da 0 a 9 dipendenti rappresentano l’97 percento delle aziende italiane (fonte https://www.istat.it/it/files/2019/12/C14.pdf pagina 509) sia perché lo storico gap digitale dell’Italia rappresenta una opportunità di sviluppo a tuttotondo. Quanto vale il mercato dei domini internet in Italia? Quello dei domini rappresenta solo una porzione del mercato dell’hosting dei servizi di rete: una parte rilevante del valore dell’intera industry è dato da servizi offerti on top alla registrazione di un dominio come ad esempio l’hosting, ssl, email e molti altri. Andando dunque ad analizzare il solo mercato dei domini in Italia, che rappresentano il prodotto più accessibile e diffuso, il valore è nell’ordine di grandezza dei 100 milioni. È bene precisare che da questo dato escludiamo la rivendita di domini premium che avviene attraverso il meccanismo di asta e che dunque può far oscillare il valore del mercato complessivo. In questo periodo tra lockdown e crisi pandemica avete subito delle variazioni in meglio o in peggio dei vostri business? La crisi pandemica ha impattato e sta impattando in maniera rilevante su molteplici mercati. Vivendo in un’economia interconnessa è prematuro fare un bilancio complessivo e lo è ancora di più ora che stiamo vivendo gli effetti della seconda ondata. È altrettanto vero che restrizioni alla circolazione di persone e merci hanno avuto ricadute positive sulla domanda di servizi digitali. Andando ad analizzare il primo periodo di lockdown e le successive fasi abbiamo notato una crescita dell’ecommerce e vari servizi che hanno consentito di creare ibridi digitali permettendo agli esercenti di avere una continuità di business. Avendo ben presente l’alto livello di connessione fra business “fisici” e digitali già a marzo abbiamo cercato di supportare le piccole aziende attraverso la creazione del movimento Open We Stand: un’iniziativa di sostegno concreto a favore delle micro imprese e delle saracinesche alla quale si sono unite moltissime aziende e multinazionali come LinkedIn PayPal, American Express (https://www.openwestand.org/partners/), potenziando l’aiuto alle imprese in varie forme come l’accesso a servizi in forma gratuita. Non da ultimo come GoDaddy Abbiamo donato 500 mila dollari al fondo Small Business Relief Initiative di GoFundMe. Qui i dettagli https://aboutus.godaddy.net/newsroom/news-releases/press-release-details/2020/GoDaddy-Joins-the-GoFundMe-Small-Business-Relief-Initiative-to-Bolster-Its-Support-of-Everyday-Entrepreneurs-Affected-by-COVID-19/default.aspx Pensate che l’economia digitale italiana possa svilupparsi ancora e nel caso quali sono gli ostacoli? Come accennato, vediamo un ampio margine di miglioramento del livello di maturità digitale: quest’anno abbiamo presentato la seconda edizione del nostro PMI Digital Index, una ricerca molto approfondita che attraverso parametri quantitativi e qualitativi tasta il polso della digitalizzazione della piccola impresa e che ha rilevato un livello di maturitá digitale di 56 punti su 100. Sebbene rileviamo un complessivo miglioramento anno su anno (nell’anno precedente era 54), l’Italia presenta un livello di digitalizzazione a macchia di leopardo con regioni in decisa crescita e altre ancora troppo lente. Gli ostacoli sono di vario genere, sia culturali che, a volte, strutturali e legati all’infrastruttura: è indubbio che questo periodo storico abbia reso evidente quanto possa essere importante una presenza digitale per attutire l’impatto di restrizioni e distanza dai clienti finali ma anche quanto il digitale possa essere una chiave per una ripresa più veloce e solida, soprattutto in ottica di ampliamento della platea di clienti e apertura a una clientela internazionale. Avete dei progetti di investimenti sul mercato italiano? L’Italia è un mercato strategico: la bellezza del territorio e l’arte, l’ingegno dei suoi abitanti e l’inventiva che caratterizza questo Paese possono e devono viaggiare nel mondo attraverso la rete. Come GoDaddy stiamo puntando su questo mercato in maniera significativa da quasi due anni: abbiamo fatto rilevanti investimenti marketing andando a toccare una moltitudine di canali – Social, Campagne Out of Home e digital – ma anche investimenti che puntano alla formazione digitale delle PMI come la Go Daddy School of Digital e gli incontri virtuali con imprenditori che hanno trovato il loro successo tramite la spinta del digitale, i GoDaddy Talks. Questo è il momento di sostenere l’impresa e il Paese, ecco perchè abbiamo intenzione di proseguire a investire nel 2021 mantenendo la stessa linea.
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