In ricordo di Don Antonio Anastasio

“In una piccola casa nel cuore della città, c’è un giardino nascosto che nessuno si può immaginare […] Devi dirmi dov’è questa casa dei fiori: è da sempre che cerco la casa dove posso tornare”. (Canzone del Melograno di Claudio Chieffo). Milano, Largo Rapallo n. 5, Parrocchia di San Carlo alla Cà Granda. Questo è l’indirizzo di “una piccola casa nel cuore della città” che ha portato una vera e propria esperienza di vita nuova all’interno del quartiere popolare di Niguarda. La Chiesa, circondata dalle case di edilizia residenziale pubblica, è stata letteralmente presa in mano dai missionari della Fraternità San Carlo. Sacerdoti missionari la cui vocazione è ispirata dal carisma di Don Luigi Giussani. A Milano sono arrivati nel 2013, dopo che la parrocchia era stata chiusa in via precauzionale a causa delle continue minacce da parte di chi svolgeva attività illegale e spaccio di droga nei giardini davanti alla chiesa. Una situazione molto difficile. I nuovi sacerdoti hanno riaperto tutto, accogliendo le famiglie e i bambini del quartiere anche tramite le tante attività proposte dall’oratorio, dall’aiuto allo studio, al catechismo, alla messa della domenica, all’aiuto alimentare per le tante persone anziane e bisognose. Spesse volte si pensa che i territori di missione siano luoghi lontani invece la nostra Italia, la nostra Milano, il mio quartiere sono terra di missione. Ma missione di cosa? Loro la riassumono così: “Passione per la gloria di Cristo”. La prova della malattia del Covid non li ha risparmiati. Tutti i sacerdoti si sono ammalati insieme e Don Antonio Anastasio (Anas per gli amici) il 9 marzo scorso ha salutato questa terra, dopo più di due mesi di lotta, ricoverato in terapia intensiva all’Ospedale di Niguarda. Don Antonio faceva il cappellano alla Bovisa nella sede distaccata del Politecnico di Milano. “I giovani sono stati la sua passione. Rivelare Cristo ai giovani è stato l’anelito continuo della sua vita” Queste sono le parole del Vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca, fondatore della fraternità San Carlo, al funerale celebrato nella Basilica di Sant’Ambrogio. In questi mesi in cui abbiamo accompagnato Anas nella sua prova, dice Camisasca, “Abbiamo chiesto un miracolo e un miracolo c’è stato: quello di tante persone radunate via internet per pregare assieme ogni sera, segno di un affetto straordinario e della fede implorante di un popolo intero.” Infatti, ogni sera migliaia di persone collegate da tutto il mondo si trovavano alle 21 per la recita del Rosario. Don Jacques, parroco della Chiesa di San Carlo, scrive così sul loro bollettino parrocchiale “San Carlino”: “Cari amici, in queste poche righe voglio esprimere il mio ringraziamento – e di tutti noi preti della San Carlo – per questi mesi vissuti insieme con la recita quotidiana del Santo Rosario. La preghiera condivisa e la compagnia che ci avete fatto non si esaurisce, dura per l’eternità seppur in modalità differenti”. Ho incontrato una “casa dei fiori” che profuma di speranza, soprattutto in questo momento in cui la morte si è fatta compagna e il mondo tenta di negare il più grande annuncio della storia: quello cristiano dell’eternità. Un annuncio a cui ci si può non credere, ma che non può lasciare indifferenti, quindi vi invito a venire a conoscere questa casa nel quartiere a Niguarda, ne vale la pena.

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